3 » i don't want to miss a thing
3 » I don't wanna miss a thing
I don't want to miss one smile
I don't want to miss one kiss
I just want to be with you
Right here with you, just like this
I just want to hold you close
Feel your heart so close to mine
And just stay here in this moment
For all the rest of time.
Quando sono uscito di galera, esattamente sette mesi fa, non avrei mai pensato di potermi innamorare così tanto di una donna, ma non avevo ancora conosciuto Dorothea.
Ha lunghi capelli neri come la pece e gli occhi grigi come un cielo pronto a minacciare tempesta. Forse, quegli occhi, vogliono mandarmi un messaggio ben preciso, ma ho deciso di ignorarlo.
Con lei sono una persona diversa, totalmente: mi comporto bene e non sembro un grandissimo figlio di puttana. Non sono l'amico del diavolo, sono semplicemente Adrian Carter.
Adoro quando con le sue candide mani bianche accarezza il mio viso e adoro che se ne freghi del fatto che il mio accenno di barba le punga le mani mentre lo fa.
Lei è la regina del mio cuore, ed io il suo più fedele suddito.
E ora mi ritrovo qui, a pensarla così ardentemente che mi pulsano le tempie e mi bruciano gli occhi, mentre fisso il soffitto della sua stanza con la sua testa poggiata sul mio petto.
È nuda accanto a me, privata di vestiti e qualunque maschera possa indossare; è indifesa accanto a me, mentre si accoccola sul mio petto in cerca di calore umano e di un suono che le sembri familiare, quello del mio cuore che batte all'impazzata per lei.
È amore, io lo so, lo percepisco dal calore elevato che si emana in me quando lei mi è vicina.
Ripenso ad ogni singolo momento di questa giornata, dal più insignificante al più importante.
Abbiamo deciso di andare a vedere Armageddon, un nuovo film uscito da poco al cinema. È il 5 luglio del 1998 ed io mi sono innamorato.
Ci siamo incontrati fuori al cinema perché lei non voleva che i suoi genitori scoprissero con chi uscisse; la cosa mi avrebbe dovuto ferire, ma per me l'importante era stare con lei.
E così l'ho vista, lì fuori il cinema che giocherellava con i bordi della sua maglietta ed era così semplice, così un incanto.
Ho diciotto anni, la vita davanti, ed è un peccato desiderare di passarla con lei?
L'effetto che mi fa Dorothea è per me come un fulmine a ciel sereno, qualcosa di inaspettato: innesca in me un desiderio profondo di essere ciò che lei merita, ovvero un bravo ragazzo.
Ma che lei mi adori semplicemente per come sono, fottutamente pazzo ed andato?
Non potrebbe mai, non ha mai conosciuto questo lato di me.
Ma che possa aver letto tra le righe e che lei sappia benissimo chi sono realmente?
Che ho spacciato, che sono stato in carcere, che ho tentato il suicidio e che ho un amico chiuso in una sottospecie di manicomio.
Non lo so saprò mai con certezza, ma in questo momento la certezza mi sembra l'ultima cosa a cui pensare.
Con lei mi sento vivo ed irrefrenabile come un fiume alla foce del mare che si getta con tutta la forza di questo mondo.
Seduto accanto a lei dentro quel sudicio cinema, l'ho guardata per l'intera durata del film, soprattutto quando gli Aerosmith suonavano "I don't want to miss a thing". Ho sentito una strana sensazione, soprattutto dentro i miei pantaloni: mi era già successo altre volte, ma mai guardando una ragazza in carne ed ossa così semplice e vestita. Ho capito che è amore, perché per me quello è la manifestazione d'amore più sincera e spontanea.
E, arrivati a casa dopo quel film che aveva visto solo lei, ho deciso di baciarla con la foga e la passione che trattenevo in corpo da ore, come se le sue labbra fossero l'acqua ed io un naufrago con la sete che mi perseguita.
Ho preso a baciarla, tanto, intensamente, con le mani nei suoi capelli neri e il corpo sulla sua candida pelle bianca. Aveva gli occhi serrati, mentre provava a sfilarmi la maglia alla cieca. Era un passo che avevo paura di fare con lei, che mi sembrava così eterea e pura... Mi è sembrato un peccato mortale sporcarla in un modo così atroce, ma piacevole.
Sono stato l'inchiostro nero che ha macchiato irreparabilmente il foglio bianco.
Non posso dire mi sia dispiaciuto, ma sento come sulle spalle un gravoso peso che prima o poi mi abbatterà, mi seppellirà e non ci sarà più nulla da fare per me.
Sfioro con il mio indice le sue labbra rosse e carnose, mentre lei continua a tenere gli occhi chiusi. Non ha la più pallida idea di chi io sia ed è meglio sia così. Forse, per lei, potrei rinnegare il mio vero essere.
Rimbomba nella mia testa la canzone degli Aerosmith, ascoltata qualche ora prima. Una melodia dolce che ha saputo domare il mio animo. Le parole di Steven Tyler, oramai, sono le mie parole.
Che l'amore esista sul serio?
Poche volte ho creduto nell'amore, ma era un genere di amore non paragonabile a ciò che provo con Dorothea; era amore platonico, amore per beni materiali come la batteria o i vinili dei Nirvana.
E penso alle sue labbra che baciavano delicatamente il mio petto e le mie mani che accarezzavano la sua carne. Spero non si penta mai di ciò che è successo oggi perché questo è, per me, il giorno più bello di tutta la mia vita.
Quasi dimentico Trevor quando sono con lei, quasi dimentico la sofferenza e il marcio del mondo.
Quanto stracazzo sei diventato sdolcinato, mi ripeto fino allo sfinimento. Non posso essere questo genere di persona, una ragazza non mi cambierà.
Non doveva diventare amore, Trevor mi aveva sempre detto che l'amore è solo una stupida convenzione sociale per giustificare la voglia di scopare. Dorothea era solo un passatempo ed è ciò che dovrà continuare ad essere.
Mi alzo bruscamente dal letto svegliandola. Mi giro di spalle ed inizio a vestirmi velocemente, noncurante di ciò che lei potrebbe pensare.
«Dove stai andando?» Mi dice con la sua solita voce vellutata. Neanche il sonno riesce a portarle via quella melodiosa armonia.
«Via. Grazie per la scopata.» Mi abbottono i pantaloni e mi giro verso di lei. Le sue guance ora sono rosse e si sta martoriando il labbro inferiore con i denti.
«Cosa significa?
Perché vai via?» La sua voce si spezza in gola e con le mani cerca di asciugare le lacrime.
Perché mi sto comportando così?
Cosa cazzo ho che non va?
«Non mi trattengo mai, non lo farò proprio ora. Ci si vede in giro.» Indosso la giacca e vado verso la porta. Sento il suo pianto disperato e il mio cuore è rotto, come immagino sia il suo.
L'amore uccide e non lascerò che sia esso ad uccidermi.
Potrà essere una pallottola, un treno, un coltello, delle pillole... Ma morire per amore non è abbastanza glorioso.
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