Capitolo 2.
Louis fissò Harry, per minuti che sembrarono ore, prima che gli scoppiasse a ridere, letteralmente, in faccia.
Il sorriso di Harry scomparve per un attimo, lasciando solo uno sguardo confuso.
«Io non ho amici.» sprezzò, Louis, scuotendo la testa.
Il dottor Tomlinson strinse le labbra, poggiando una mano sulla spalla di Harry, il quale si voltò verso di lui e lo guardò con un'espressione interrogativa. Sembrava un cucciolo, con quegli occhi verdi e dolci.
«Louis, su! Guarda quanto è carino! Non ti fa tenerezza?» chiese il padre di Louis, al suo figliolo.
Louis alzò gli occhi al cielo, incrociando le braccia al petto, per poi dare ascolto al padre. I suoi occhi si calarono su Harry, che, caspita, era più alto di lui!
Lo guardò da testa a piedi e cercò di osservarlo con attenzione. Osservò i suoi grandi piedi scalzi. Osservò il capo che portava addosso, che somigliava tanto a quel bavaglio che mettono i parrucchieri ai loro clienti, ma solo, molto più grande. E poi, il suo sguardo si posò sul suo viso, che aveva già guardato, ma non osservato, con attenzione. E solo in quel momento, quando guardò quegli occhi così verdi e brillanti, e quelle labbra pronunciate e gonfie, ma allo stesso tempo sottili, che si aprirono in un timido sorriso, Louis si incantò.
«E' un piacere, conoscerti, Louis.» disse, Harry, e Louis sorrise, senza neanche accorgersene.
«Louis, ti dispiace accompagnarlo in camera tua e dargli dei vestiti?» chiese il dottore, togliendosi dalle mani dei guanti in lattice.
Louis a quella richiesta guardò ancora una volta Harry, poi annuì e fece cenno al ragazzo di seguirlo. Ed egli così fece.
Quando arrivarono nella grande stanza di Louis, Harry si guardò attorno, sembrando quasi impassibile. Louis lo notò, quando gli porse la biancheria.
«Ti piace questa stanza, Harry?» chiese Louis, cercando di apparire il più gentile possibile con il ragazzo.
Harry si voltò verso Louis, e prendendo la biancheria che egli gli porse, «Io non provo emozioni, Louis.» rispose. Louis scoppiò a ridere, nello stesso modo in cui fece nemmeno un'ora prima.
«Cavolate! Come fai a non provare emozioni, Harry?» chiese Louis, sedendosi sul suo letto a una piazza e mezza, guardando Harry, divertito.
«Io sono un robot, Louis. I robot non provano emozioni.» rispose, Harry, ovvio.
«Un robot?!» Sgranò i suoi occhi azzurri, Louis.
«Sì, un robot! Cosa pensavi che fossi, Louis? Sono un'opera di tuo padre.»
Un'opera d'arte, avrebbe detto Louis. Sembrava veramente più un'opera d'arte, che un'opera scientifica.
Solo in quel momento si rese conto che Harry fosse una delle invenzioni più innovative del padre. Era seriamente riuscito a creare un robot con sembianze umane? E l'aveva creato solamente per lui? Louis ci rifletté a fondo, ammirando quel dolce gesto di suo padre. Ricordava ancora l'espressione che aveva in viso quando, finalmente, gli raccontò tutta la verità riguardo la sua "vita scolastica". Ma i suoi pensieri vennero distratti da un'Harry che, voltato di spalle, si tolse quel bavaglio, mostrando la sua nudità. Louis deglutì, quando vide quel fisico slanciato, quei lunghi boccoli scuri che gli ricadevano sulle spalle scoperte e quel delizioso didietro. Dovette distogliere lo sguardo, concentrandosi su uno dei suoi innumerevoli poster attaccati alla parete. Poi, qualcosa gli balenò per la mente. Si voltò nuovamente verso Harry, che aveva già indossato la biancheria intima e ghignò.
«Hey, Harry.»
Il soggetto in questione si voltò verso Louis, e lo guardò interrogativo.
«Quindi i robot non provano emozioni? Cioè, nemmeno una?» chiese Louis, avvicinandosi di poco al ragazzo che stava completando di vestirsi.
«No. Neanche una.» gli sorrise, Harry.
Louis annuì, tra sé e sé e «E chi lo ha detto?» chiese, nuovamente.
«Lo ha detto Phil Maguire che i robot non proveranno mai emozioni.»
«E tu come fai a sapere tutte queste cose, Harry?» chiese, Louis, interessato dalla piega che stava prendendo la situazione.
«Ho un quoziente intellettivo più alto del tuo.» rispose semplicemente. E veramente Louis sentì dell'insolenza nella sua voce? Ridacchiò, il ventunenne. Sapeva benissimo che Harry potesse provare delle emozioni, anche se fosse soltanto un robot convinto di non poter provarne.
Così, gliel'avrebbe soltanto dimostrato, con il passare del tempo. E ci sarebbe riuscito. Louis Tomlinson avrebbe dimostrato che anche i robot possono provare emozioni, anche se, beh,Harry era anche metà umano.
«Se fossi davvero più intelligente di me, non ti lasceresti influenzare dal giudizio della gente, anche se si tratta di scienziati.» rispose, Louis, sorridendo spavaldo.
«Intendi dire che io sia stupido, Louis?» Harry si voltò verso il ragazzo, con degli occhi così teneri che Louis si sentì sciogliere come un cioccolatino in un microonde.
«No, no! Harry, non ho mai detto, inteso o pensato che tu sia stupido.» Suonò dolce il tono di Louis. Perché si stava comportando così? Harry sospirò, ormai del tutto vestito e guardò attentamente Louis, come se la sua mente dovesse elaborare qualche dato su di lui. Louis si inumidì le labbra e le fece schioccare. «Ti mostrerò che anche tu, Harry, puoi provare le emozioni.»
Qualche ora più tardi, la famiglia Tomlinson -più Harry-, si riunì a tavola per il pranzo. Jay, nonché Johanna, la madre di Louis, aveva preparato delle ottime pietanze, proprio per far sentire Harry a proprio agio. Suo marito le spiegò che, anche se avesse preparato altro cibo, Harry lo avrebbe comunque accettato. Ma la donna, in tutta risposta, sollevò le spalle e continuò a preparare.
Quando il pasto fu completato, e le loro pance furono piene, Jay si rivolse ad Harry: «Spero che il pranzo sia stato di tuo gradimento, Harry.» gli sorrise. Harry ricambiò il sorriso, che aveva fatto formare due dolci fossette sulle sue guance, che già Louis aveva notato, e «Tutto molto buono. Grazie mille, Jay.» rispose.
Gentilezza, pensò Louis. Harry si stava rivolgendo a Jay con gentilezza.
Dopo che si alzarono da tavola, sazi e gonfi, Louis disse ad Harry se potesseseguirlo in camera. Ovviamente, Harry, annuì. Quel ragazzo sembrava essere così tenero e genuino.
Louis chiuse la porta e sorrise ad Harry, il quale si era accomodato sul letto. Oh, a proposito di letto; dove avrebbe dormito il ragazzo?
«Harry, mio padre ti ha già detto dove dormirai?» chiese, Louis, camminando avanti e indietro per la stanza.
Il ragazzo annuì, sorridente. «Il dottor Tomlinson ha detto che dovrò dormire sul tuo letto.»
Che cosa?!
Louis sollevò un sopracciglio e cercò di non arrabbiarsi. Dove avrebbe dormito allora, lui? Sul divano? O magari per terra, senza neanche la presenza di un tappeto.
«Ma se vuoi, posso anche trovare un altro posto, Louis.» mormorò Harry. E come poteva Louis mandarlo via? Quel ragazzo emanava dolcezza da ogni poro.
«No, Harry, va bene. Sarò io a trovare un altro posto, stasera.» ridacchiò, Louis.
«No, Louis! Se vuoi posso dormire qui sopra, con te. Voglio dire, ci entriamo in due, no? » propose, il ragazzo e beh, dopotutto, quella proposta non suonò tanto male alle orecchie di Louis. Così quello sorrise e annuì. «Va bene, dormiremo entrambi qui sopra, così saremo tutti contenti.»
«Giusto!» esclamò, Harry.
E, contentezza, trovò ancora, Louis.
Rimasero in silenzio, che per dei buoni minuti sembrò davvero imbarazzante, ma poi Louis decise di rompere il ghiaccio.
«Allora, Harry... Cosa ti va di fare?» chiese Louis, strofinando le proprie mani tra di loro.
Harry alzò lo sguardo su di lui, e sembrò davvero riflettere, per trovare qualcosa da fare.
Poi si guardò attorno, esaminando ogni singolo oggetto in quella stanza. Louis lo osservava divertito, ma anche intenerito.
E infine, posò nuovamente lo sguardo su Louis. «Non lo so.» rispose, alzando le spalle.
Louis lo guardò interdetto per un paio di secondi, per poi ridacchiare, scuotendo la testa.
«Mh... Io saprei già cosa fare.» disse, Louis, con un'espressione fiera sul suo viso.
Harry lo guardò, in silenzio, aspettando che Louis esponesse la sua idea.
«Iniziare a dimostrarti che anche tu puoi provare emozioni.»
N/A:
HEY, CIAO A TUTTI.
HO FAME.
No, ma comunque, ricominciamo.
...
HEY, CIAO A TUTTI.
COME VA? IO BENE, GRAZIE.
SPERO BENE, ANCHE VOI. CHE BELLO. OKAY, ORA MI CALMO.
Ecco a voi il secondo capitolo di Robot! Ed ecco che qui la storia sta iniziando a svolgersi (ma dai!).
Che ne pensate?
Sappiate che ho quasi finito di scrivere anche il terzo capitolo, il che significa che non dovrete aspettare troppo tempo.
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo e... E, che devo dire?
Scusate per eventuali errori. Comunque, per chi non lo avesse capito, ho fame.
Va bene, meglio se mi dileguo. VI AMO.
Mi chiedevo, cosa ne pensasse se io aprissi un nuovo account twitter? Mi ispirava quest'idea. Uno di quei profili simpy, capito? Ma comunque...
MI DILEGUO DAVVERO.
Un bacio, a presto!
Dio benedica, ora e per sempre voi, la vostra famiglia e i vostri cari.
Bye. xx
-Aurora.xx
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