Capitolo 11.
Sottili raggi di sole filtrarono dalla finestra, illuminando quel poco che bastava, il viso di Harry.
La notte prima erano ritornati a letto poco prima dell'alba. Avevano passato la notte nel salotto, stretti l'uno all'altro, senza dire una parola. E andava bene così.
Louis si svegliò verso le dieci e trenta del mattino, non avendo molto sonno; il che era strano.
Quando aprì gli occhi, vide un fagotto con i capelli ricci sparsi sul cuscino. Harry era raggomitolato nelle coperte e dava le spalle a Louis. Quest'ultimo sorrise. Rimase a fissarlo, respirando piano, come se potesse svegliarlo anche con un minimo sospiro. Finalmente, Harry si voltò verso il lato di Louis, ancora addormentato. Era uno spettacolo agli occhi azzurri di Louis.
E ancora una volta, si chiese perché suo padre avesse fatto un robot così bello.
Scosse la testa. Aveva perso il conto, ma era da giorni che Louis si sentiva così; bene. Si sentiva bene a guardare Harry. Non riusciva più a capire cosa stesse provando, ma non era una cosa brutta. Harry aveva dato modo allo stomaco di Louis di volteggiare, e non per la fame.
Deglutì, puntando lo sguardo sulle labbra socchiuse di Harry; erano così rosse, sembravano così morbide.
Portò le dita tra i suoi boccoli, tastandoli delicatamente, per non svegliarlo.
Passarono vari minuti, prima che Harry aprisse gli occhi.
E fu uno spettacolo.
I suoi occhi verdi erano più chiari del solito, e Louis non riuscì a spiegarsi il perché, ma erano meravigliosi.
Harry ghignò, puntando il suo sguardo in quello di Louis. «Mi stavi fissando?»
Louis sgranò gli occhi, arrossendo in fretta. «Io, io, in realtà...»
«Beccato.» mormorò lui, con la sua voce roca da appena sveglio. E senza aggiungere altro, si scostò appena le coperte di dosso e abbracciò Louis, carezzando subito dopo la sua schiena.
E Louis si lasciò avvolgere completamente, socchiudendo gli occhi. Si sentì caldo e come...protetto.
Il suo cuore batteva forte nella sua cassa toracica, e per un attimo immaginò che anche Harry potesse sentirlo. Il suo cuore stava letteralmente battendo contro quello del ragazzo-robot.
Sì, perché Louis sapeva che Harry avesse un cuore, ed era un cuore tenero.
Harry era stato un tornado di emozioni. Molte volte ha lasciato Louis confuso, perché molti suoi gesti non sono stati spiegati, sono solo avvenuti.
Ricorda ancora in che modo la calda bocca di Harry lo aveva avvolto, ricorda la notte prima stessa quando Harry implorava di essere toccato, come se potesse provare qualcosa sotto le sue mani.
Già, provare qualcosa.
Forse Louis non aveva bisogno di certe risposte alle domande su Harry. Doveva solo continuare.
Continuare a far provare Harry emozioni su emozioni e dimostrarglielo.
«Mi sento così bene tra le tue braccia, Harry.» sussurrò.
E a quelle parole, Harry lo strinse più forte, come se potesse scappargli da un momento all'altro.
Ma ciò che allora Harry non aveva capito era proprio che Louis non sarebbe mai scappato. Ormai dove c'era Louis, c'era Harry.
Il ragazzo dagli occhi azzurri stava diventando sempre più protettivo e poteva ammettere che ci teneva al ragazzo-robot.
«Quindi è questo sentirsi bene, Louis? Essere stretto tra le tue braccia?»
Louis sorrise, lasciando un bacio tra i capelli di Harry. «Qualcosa del genere.»
«Una persona può sentirsi bene anche quando guarda gli occhi di un'altra?»
«E' quello che capita a me, Harry.»
Harry rallentò la presa dell'abbraccio per poter alzare il viso in direzione di quello di Louis e aggrottò le sopracciglia.
«Cosa? Ti senti bene quando guardi una persona negli occhi? E chi è? Tom?» arricciò nervosamente il naso.
Era gelosia quella?
Louis socchiuse le labbra, e trattenne una risata. «Può essere.»
L'espressione di Harry fu indecifrabile. Ma Louis poté leggere qualcosa nei suoi occhi che gli fecero capire che non era felice.
«Perché non me lo hai detto, Louis?» si sciolse definitivamente dall'abbraccio, mettendosi subito dopo a sedere.
Il liscio rimase con il fiato sospeso. Harry era geloso. Scosse la testa, sorridendo. Si mise a sedere anche lui e solleticò la nuca del riccio con la punta del naso. «Non è Tom.»
Sentì Harry trattenere il respiro, sotto di sé. «E allora chi è?»
Louis sorrise, ma non aveva intenzione di dirlo esplicitamente. Anche perché lui non capiva più nulla. «Ti dico solo che ha gli occhi più belli che io abbia mai visto. Un giorno mi farà impazzire.»
«Non me lo vuoi dire, mh?» Harry si voltò verso di lui, in maniera tale che fossero l'uno difronte all'altro.
«Esatto.» ridacchiò, osservando attentamente l'espressione di Harry. Quest'ultimo non rispose, ma si avvicinò sempre di più a Louis. Si inumidì le labbra e le avvicinò al suo orecchio. «Dimmi un po', Louis. Lui ti fa sentire come ti faccio sentire io?»
Louis iniziò a tremare. Le mani di Harry si poggiarono sulle sue cosce e iniziarono a carezzarle.
«Passa tutto il tempo che io passo con te?» racchiuse il lobo del suo orecchio tra le labbra.
«E' tuo quanto lo sono io?»
E no, Louis non sapeva seriamente cosa stesse accadendo. Sentì la sua testa girare e la temperatura aumentare. Il suo corpo esile fu presto schiacciato da quello più possente del ragazzo-robot.
«Harry...»
«Ti tocca come solo io posso toccarti?» Le sue mani si spostarono sul retro delle sue cosce, e avevano intenzione di salire più in su. «Rispondimi, Louis.»
«Per favore, Harry. Lui-»
«Louis!» una voce stridula dall'altro capo della porta fece la sua 'apparsa'.
Harry ghignò. Louis stava aspettando che si spostasse, ma non lo fece.
«Harry, mia mamma è lì fuori.» sussurrò a bassissima voce.
«E allora?» rispose lui, sfregando il naso sulla guancia di Louis, il quale sospirò.
«Sì, mamma?» urlò Louis, stonando un po'.
«Louis guarda che ho trovato!»
Louis alzò lo sguardo verso Harry, il quale roteò gli occhi e si spostò dal corpo di Louis, lasciando che quest'ultimo si alzasse e andasse ad aprire la porta.
Quando il liscio aprì la porta, un urletto acuto fece scattare Harry velocemente in piedi. «Louis, che succede?»
Si avvicinò velocemente alla porta, e appena lo vide, urlò facendo un balzo verso dietro, per poi correre verso il letto. Louis si voltò verso lui per vedere che fosse successo e lo vide rannicchiato sul materasso.
«Harry?»
«Portalo via! Per favore!» urlò Harry, tremando.
La signora Tomlinson rise, scuotendo la testa. «Che cosa c'è che non va, Harry? E' solo un gattino!»
Uno splendido gattino. Louis lo prese tra le braccia e se lo avvicinò al collo, sorridendo sproporzionatamente.
«Su, Harry! Non dirmi che hai paura!»
Paura.
Harry alzò lentamente la testa, mentre Louis si avvicinava a lui, con quella palla di pelo in braccio.
Aveva il pelo bianco e gli occhietti di un bel verde. Ma era uno strano verde. Sembrava anche azzurro.
Il ragazzo-robot lo osservò meglio, una volta che Louis si sedette accanto a lui, e sorrise, allungando una mano verso l'animale.
«E' dolce, Louis.» mormorò, arrossendo.
Sì, Harry era un tornado di emozioni.
N/A: ATTENZIONE.
Hi, everybody. Sono tornata con l'11 di robot, come potete vedere, ma prima di passare al 12 vorrei spiegarvi delle cose.
Intanto vi chiedo scusa, perché questo capitolo non mi piace molto, ma spero che a voi sia comunque piaciuto. Non avevo molte idee, e allora ho deciso che sarà un capitolo di passaggio.
Bene, passiamo al dunque.
Siccome non desidero confusione, volevo chiarirvi che...
Harry è un ragazzo-robot, e questo lo sappiamo tutti. Ma ciò che volevo dirvi è che essendo mezzo robot, non riesce a gestire bene quelle che noi chiamiamo emozioni. Per questo Louis pensa sia un tornado di emozioni. Quindi, Harry, risulta come una persona lunatica, ma non lo è.
Semplicemente le sue "emozioni" sono tutte immischiate. Avete più o meno capito cosa intendo?
Quindi, è per questo che Harry spesso cambia atteggiamento.
Per il resto, non spoilero.
Spero che questo angolo autrice vi sia stato utile, e spero stiate tutti bene, gn.
Dio benedica, ora e per sempre, voi, la vostra famiglia e i vostri cari.
A presto!
-Aurora. xx
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro