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allenamento, shopping e telefonata

Corey era fuori ad una piscina con il borsone, Jason diceva che in un modo o in un altro doveva irrobustire le sue spalle e tutto il resto, era troppo esile e aveva bisogno anche di mangiare. Però la piscina era chiusa e Corey guardò Jason confuso. L'altro gli fece un sorriso furbo e usci le chiavi.
- conosco il proprietario e mi permette di venire qui quando voglio - disse Jason aprendo la porta.
Corey capi subito che sarebbero stati da soli, aveva un po di vergogna a spogliarsi nello spogliatoi soprattutto con Jason che anche si cambiava.
- non dirmi che ti vergogni? - chiese Jason avvicinandosi. - é come la mare. Poi siamo tra uomini e tra l'altro ti sei spogliato davanti altre persone quando hai avuto rapporti -
Non aveva tutti torti ma anche lì mentre si spogliava un po di imbarazzo c'era e poi Jason non era uno qualunque, nel senso, che non aveva mai incontrato uno come lui. Poi quel corpo spogliato dai vestiti non lo aiutavano per nulla. Però non voleva che Jason pensasse che era uno che scappava al primo ostacolo o paura. Non sapeva perché la sua opinione era diventata tanto importante per lui ma quella mattina era stato bellissimo stare attaccato a lui e poi era stato dolce. Per non parlare della mega colazione in quella pasticceria così francese ma con motivi del mare. Jason aveva una doppia faccia che non mostrata molto. Non sapeva se con Jeff lo faceva ma si sentì onorato di ciò. Corey prese a spogliarsi con coraggio e si girò verso di Jason con testa alta proprio come gli aveva detto ieri.
- sono pronto - disse Corey deciso.
- perfetto. Vediamo cosa sai fare, pesciolino - disse Jason uscendo dallo spogliatoio. - seguimi - Pesciolino. Era un bel soprannome mentre lo seguiva in piscina. Era una piscina enorme ma non lo spaventava fare le vasce avanti e indietro.
- forza, tuffati e vediamo il tuo livello - disse Jason con il fischietto al collo.
Corey si mise in posizione per tuffarsi e guardò Jason attentamente, aveva un corpo e quel costume blu metteva in evidenza tutto.
- non ti distrarre - disse Jason fischiando.
Corey arrossi e poi si tuffò a testa in modo perfetto e prese a nuotare a stile libero. Jason vedeva come si muoveva in modo sinuoso come se venisse da là dall'acqua. Era veramente un pesciolino o un delfino.
Ne resto incantato dal modo leggiadro con cui nuotava.
Lui fischiò di nuovo e Corey si fermò per guardarlo.
Corey vide Jason salire sul trampolino, mettersi in posizione e tuffarsi. Anche lui aveva uno stile stupendo ma il suo modo di nuotare ricordava uno squalo. All'improvviso non lo vide più e andò in panico. Qualcosa lo prese dal piede e lui urlò. Jason riemerse avanti a lui e Corey lo spinse.
- ma ti sembra modo di dare - disse Corey a tono. - potevi farmi morire di infarto -
- per così poco. Il tuo cuorcino é così fragile - disse Jason ridendo.
- sfotti pure, tanto mi avrai sulla coscienza un giorno di questo - disse Corey irritato.
- non ho una coscienza, pesciolino. Io sono uno squalo, non mi faccio intenerire da nessuno - disse Jason convinto.
- non ti fai intenerire da nessuno. Ma se stamattina hai staccato la sveglia e mi hai tenuto a te - disse Corey con un'espressione 'tanto non mi inganni'.
- quello non era nulla. Avevo sonno io e poi eri caldo, non volevo perdere la mia forte di calore - disse Jason rigirando la frittata.
- che cavolo di scusa ti inventi? Davvero la gente crede alle tue baggianate - disse Corey scettico.
- baggianate? Ma come parli? Io non dico cazzate- disse Jason replicando.
- cazzate é meglio di baggianate vero? Come fa Jeff ha sopportarti o gli altri se fai cosi. Perché non sei più te stesso invece di usare maschere - disse Corey a tono, avvicinandosi.
Corey era un fiume in piena e Jason non sopportava più di sentirlo. Voleva tappargli la bocca e trovò subito un modo. Gli tappò la bocca con la sua.
Corey non si aspettava una mossa del genere. Stava parlando quando la bocca di Jason lo fermò. Sentì le labbra calde di lui sulle proprie. Essere baciati da un uomo del genere era il sogno di tutto ma lui lo respinse e scappò via.
Non voleva essere più preso in giro.
- Corey, dove... -
Corey correva così forte che scivolò sul bagnato e poi il buio. Si risvegliò nello spogliatoi con Jason accanto che si prendeva cura di lui.
- non dovresti mai correre in una piscina - disse Jason rimproverando per lo spavento.Quando l'aveva visto, sbattere la testa a terra era andato in panico. Lui Jason Evans che non si preoccupa per nessuno, adesso andava in panico per un ragazzo conosciuto ieri.
- vedi che hai un cuore - disse lui con un sorriso.
- non gongolare troppo, pesciolino - disse Jason nascondendo il sollievo.
- se tu non mi avessi baciato, non sarebbe successo ma sono contento che ho preso questa botta... - disse Corey felice.
- non stai bene. Nessuno é contento per una botte - disse Jason sconcertato.
- Abbi la pazienza di far finire le persone. Non interrompere come al tuo solito o baciandole. Stavo dicendo che sono contento per la botta perché mi ha permesso di scoprire un tuo nuovo lato - disse Corey portando le mani in alto e verso il viso di Jason.
- e ti piace? - chiese Jason curioso.
- lo adoro - disse Corey prima di baciarlo.
Jason sentì la dolcezza in quel bacio, una dolcezza mai provata prima d'ora e le morbide dite sul suo viso. Un bacio diverso dagli altri, un bacio non vorace o da " scopami ". Era un bacio che lo faceva sentire strano.
Continuarono a baciarsi su quella panca dello spogliatoio. Nessuno dei due avrebbe potuto prevedere che quel giorno sarebbe accaduto così tra loro. Ma quel bacio aveva dato inizio a qualcosa. Fu Jason il primo a staccarsi da Corey. Aveva una strana sensazione allo stomaco come se ci svolazzava qualcosa. Non poteva essere quello che dicevano tutti ' avere le farfalle nello stomaco '. Lui non era così. Quelle farfalle dovevano essere elimitate. Corey aveva svegliato qualcosa che era addormentato da tempo, era un bambino pieno d'amore da dare ma crescere con due genitori che litigavano sempre. Non sapeva se era pronto.  Jason uscì un attimo con la scusa di andare a prendere.  Qualcosa da bere e Corey ripensò a quel bacio, toccandosi le labbra.
Jason tornò con una bottiglietta di sali minerali e gliela diede.
- Grazie - disse Corey prendendo a bere.
Jason lo guardava e cercava di capire come bloccare tutto ciò. Jeff l'avrebbe ammazzato se sapeva che aveva baciato Corey e se l'avesse fatto soffrire.
- sono pronto per ripartire - disse Corey in forma.
- magari stai ancora sdraiato - disse Jason premuroso.
- vuoi un altro bacio? - chiese Corey con un sorrisetto
- niente baci - disse Jason deciso.- non siamo qui per sbacciucchiarci ma per altro -
- paura di non riuscire più a fermarti e di prenderci gusto? - chiese Corey sfidandolo.
- non mi sfidare, pesciolino. Posso divorarti un morso solo - disse Jason con il suo solito modo di fare.
- e se io volessi farmi mordere dallo squalo - disse Corey molto deciso.
- non sai che mi stai chiedendo. Io tornerei a nuotare in acqua sicure se fossi in te - disse Jason mettendolo in guardia.
- le acque sicure sono così noiose, io amo esplorare nuovi mari - disse Corey mettendogli le braccia al collo di Jason.
- pesciolino, non ci siamo proprio. Jeff, mi spella vivo se sa che abbiamo fatto qualcosa - disse Jason allontanando le sue braccia. - ci tengo alla mia pelle -
- oh quindi c'é qualcosa di cui ti importa - disse Corey di rimando.
- la mia vita - disse Jason mentendo.
- menti, tieni a Jeff e non vuoi deluderlo - disse Corey diretto. - é una bella cosa sai anche se pensi che fare il duro ti rende figo. Non é hai bisogno -
- non mi psicanalizzare. Se avessi voluto una seduta, sarei andato dal psicologo - disse Jason alzandosi dalla panca.
- lo saresti uscire pazzo un psicologo. Poverino - disse Corey immaginando la scena.
- vedo che ti stai lasciando andare - disse Jason a quel trionfo.
Corey solo adesso ci pensava che si sentiva così se stesso e pronto a rispondere a rime o quello che pensava. Senza accorgersene, Jason lo stava aiutando.
- Batti la pinna, pesciolino - disse Jason alzando la sua mano.
- la pinna? Jason, sei cosi divertente - disse Corey ridendo, battendo la mano con quella sua.
Corey stava scoprendo lati nuovi di Jason, non era insopportabile come voleva far credere. Lo si doveva solo saper prendere.
Per quel giorno, Jason decise di sospendere attività fisiche ma di dedicarsi ad altro: la trasformazione dell'appartamento.
Jason lo portò nei negozio a scegliere nuovi mobili, anche il letto e tutto il resto.
- ma non c'é ne bisogno - disse Corey poiché Jason voleva spendere soldi.
- sono il tuo coach e farai come dico e poi é un prestito - disse Jason.
- se un prestito va bene - disse Corey con un sorriso.
Jason sapeva che tasti premere per convincerlo, così iniziò la trasformazione dell'appartamento.
Erano nel negozio, c'erano tanti barattoli di vernice e Corey e Jason stavano guardando alla ricerca del colore perfetto.Erano nel negozio, c'erano tanti barattoli di vernice e Corey e Jason stavano guardando alla ricerca del colore perfetto. Corey amava il mare e tutto ciò che era marino.  La sua attenzione andò ai colori al blu, azzurro e tutte le sfumature.
Era indeciso su qualche tonalità scegliere.
- che ne dici di un acquamarina? - chiese Jason prendendo il barattolo.
- é un bel colore ma no - disse Corey scartandolo.
- allora un blu chiaro. Quello scuro in cupisce troppo - disse Jason consigliando tra i due blu.
- stavo pensando che il bagno potrei farlo azzurro, bianco e qualche conchiglia sul muro blu - disse Corey con gli occhi chiuso immaginando.
- non aprirli e continua - disse Jason mettendo una mano sui suoi occhi appena lo stava facendo. - la stanza me la immagino bianca con decorazione sparse qua e là, un bel letto dalle sfumature bianche e azzurre, tende più sul mare. In salotto, pensavo di mettere un bel orologio a forma di ancora bianco e blu sulla parente a strisce bianca e blu stile cabina - continuò Corey molto ispirato. - immagino anche una rete da marinaio alle parete,  un telescopio per vedere la vista del mare. Immagino tante cose -
Jason piaceva le idee di Corey, un appartamento stile marino era perfetto per lui e si era immerso anche lui nell'immaginazione di Corey. A Jason stava piacendo più del normale quella situazione, sembrava che stava aiutando il suo fidanzato a scegliere la pittura, l'arredamento e il tutto invece che fare il semplice coach.
Il suo fidanzato? Doveva essere fuori di testa per pensare quelle cose. Lui non aveva fidanzati e mai ne avrebbe avuto uno. Appena avrebbe finito il lavoro con Corey, sarebbe andato avanti e non si sarebbe voltato indietro. Era solo lavoro per aiutarlo e nulla di più. Uno con il suo carattere non aiuterebbe, se non ci fosse altro in ballo. Dopo aver preso le pitture per le varie stanze, andarono in un grande negozio di arredo e Corey e Jason giravano in cerca di un letto.
Corey aveva perso le speranze quando vide Il Letto dei suoi sogni. Subito prese Jason per mano per farglielo vedere e alcuni che li vedevano li prendevano per padre e figlio o per i due fratelli.
- é perfetto, Jason. Guardarlo - disse Corey contento.
Era un favoloso letto a baldacchino, sembrava uno da favola in cui il principe baciava il suo vero amore e sembrava molto da sognatore.
- se volete mettervi per provarlo, fatte pure - disse la signorina di nome Angel che lavorava qua.
- non mi sembra il caso, noi non... -
- dai, Jason, mettici su - disse Corey felice di provarlo.
- il suo fidanzato é così felice, non fare il timido o il rigido. Su si metta li con lui - disse Angel con un bel caratterino. - siete una bella coppia -
[L- noi non... -
Corey lo prese per il polso per spingerlo verso di lui e il letto.
- prova come é morbido - disse lui a Jason.
Jason si ritrovò sul letto, Corey lo fece distendere e sentì una morbidezza ma anche imbarazzo. Jason non era stato a provare un letto con qualcuno per comprarlo, era una cosa di coppia e lui non era abituato. Jason usava il letto per far sesso. In quel momento non riusciva a pensare al sesso con Corey in quel letto.- vede, non era così complicato - disse Angel guardando Jason sdraiato. - ora vi lascio un po -
- grazie - disse Corey con un sorriso.
- ok, é comodo. Andiamo - disse Jason cercando di allontanarsi da là.
- no, dai. Stiamo un po qui. Si sta bene - disse Corey mettendosi con la testa appoggiata al petto di Jason. - non vedi come é perfetto -
- si é perfetto ma dobbiamo andare - disse Jason spostandogli la mano che gli aveva appoggiato sul cuore.
- Jason... -
- ho detto andiamo - disse Jason con un tono troppo freddo.
Corey uscì da quel letto, era un po triste per quel tono freddo ma forse aveva esagerato su quel letto. Lui era così disponibile ma aveva un carattere che quelle cose di sicuro lo imbarazzavano. Avrebbe dovuto pensarci ma con lui veniva tutto così naturale.
Jason pagò il letto, Corey era dietro di lui e sembrava flirtare con il commesso.
- ehy, non si fa sa. Ha un fidanzato e fa questo - disse Angel molto diretta.
- mi scusi ma lei é sempre in mezzo - disse Jason irritato. - sono affari miei quello che faccio -
- oh no. Se fa soffrire un ragazzo così adorabile, sono affari miei - disse Angel tosta. - non permetto ciò nel mio negozio -
- fortuna che ce ne stiamo andando - disse Jason con lo scontrino. - lo farò spedire -
- non si liberà di me - disse Angel agguerrita e poi diede un biglietto a Corey. - se ti farà arrabbiare o altro, chiamami pure. Gli darò una bella lezione -
Corey non aveva mai incontrato una donna come Angel, così tosta e bella. Angel gli diede un bacio sulla fronte come una sorella maggiore.
- la ringrazio, lei é fantastica ma vede... Io e lui... Non stiamo insieme. Lui non é il mio fidanzato - disse Corey arrossendo.
- oh, non state insieme? Ho preso un granchio - disse Angel a quella gaffe. - sembrate una coppia -
- ora pretendo le sue scuse - disse Jason avvicinandosi a lei.
- lei é una impicciona e di sicuro, non ha nessuno con cui sfogarsi -
- stavo per farle le scuse ma visto come parla, se scordi - disse Angel a tono.
- mi scuso a nome suo - disse Corey deluso dall'atteggiamento di Jason.
- sei troppo adorabile, dolce e educato per aver un tipo del genere nella tua vita - disse Angel dispiaciuta per lui. - meriti di meglio -
- continua anche - disse Jason a quelle parole.
- stai zitto, Jason. Non dovresti parlare dopo che ti sei comportato in quel modo - disse Corey arrabbiato.
Forse era meglio così, lui e Corey non dovevano aver un rapporto troppo stretto o intimo.
- ragazzino, io faccio quello che voglio. Mi hai preso per essere il tuo coach e non per altro. Io sono così e se non ti sta bene, cercati un altro - disse Jason molto serio.
- sai che ti dico, Jeff aveva ragione. É stata una pessima idea - disse Corey deluso.
Angel vide Corey uscire dal negozio e Jason era lì fermò che non faceva nulla.
- sa che lei é incorreggibile, ha una perla di ragazzo nella sua vita anche se non é il suo ragazzo. Lei fa tutto per distruggere - disse Angel non riuscendo a trattenersi. Ha qualche complesso che non merita di essere felice per caso? -
- e anche se fosse. Non le dovrebbe importare - disse Jason punto nel profondo.
-mi importa. Non so che le é successo in passato ma così allontana tutti e nessuno merita di star solo - disse Angel saggia. - lei si sta perdendo una grande opportunità. La vita le ha fatto incontrare un ragazzo che potrebbe darle quello di cui é stato privato -
Era incredibile che Angel aveva capito tutto in poco tempo. Ora tutto vero a causa dei litigi dei suoi genitori, era cresciuto con l'idea che la felicità era solo un'illusione come l'amore. Illusione di persone sognatori e poco realisti. Perché si sentiva male per aver allontanato Corey?
- lei sa che deve fare. Su, raggiunga Corey e gli dia una possibilità - disse Angel spronandolo.
- sei incredibile. Io ti ho trattato male e tu mi dai consigli. Sei un angelo di nome e di fatto - disse Jason meravigliato.
- mi piace aiutare la gente e adesso muoviti prima che mi arrabbio - disse Angel spingendo fuori dal negozio.
- si vado. Non vorrei che un fulmine mi colpisse. Tu sei un tipetto tosto, mi piace - disse Jason dopo un po.
- sei un tipo strano - disse Angel ridendo. - farai impazzire la gente -
- le faccio impazzire - disse lui malizioso.
- vantati pure mentre c'é un ragazzo deluso - disse Angel riprendendolo.
- hai ragione ma sono fatto così - disse Jason facendo spallucce. Jason andò a cercare Corey mentre alla villa lowe-harrington, Adam era in camera con la scusa di riposare ma la verità aspettava una telefonata da Rob. Una telefonata che sarebbe stata molto lunga.
Adam era steso sul letto quando era squillato il cellulare, fece un sorriso e lo prese. Non aveva bisogno di vedere il numero, sapeva che era lì e rispose.
- ti attendevo - disse Adam con voce profonda.
- signor Adam, sono l'agente di Rob. Mi scusi -
Che figura. Pensò Adam arrossendo.
- scusi lei. Rob non c'é? - chiese Adam ricomponendosi.
- ha l'ultima scena - disse l'agente avvisandolo. - mi ha detto di chiamarla per dirle che gli manca e che telefonera tra qualche minuto -
Qualche minuto. Uffi, lo volevo sentire ora. Pensò Adam all'altra attesa.
- la ringrazio, é stato gentile e ne approfittò per parlare della sorpresa - disse Adam nell'attesa.
Adam e il manager conformarono i dettagli, gli orari e il tutto. Poi il manager di Rob chiuse e lui attese la famosa telefonata.
Questa lontananza non era facile per nulla ma era il lavoro d'attore. Lo sapeva bene.
Adam si mise a spulciare un po sul tablet per ingannare l'attesa, controllò i social come twitter anche se lui non era molto tecnologico come Matt. Su instangram aveva solo due foto.
Adam guardava le foto di Rob su vari post e c'era un video di un altro attore che lavorava con lui al film.
Ci clicco sopra, soprattutto alla frase ' night with darling' e nel video c'era rob e l'attore in un tavolo che l'altro lo imboccava e diceva ' darling '.
Era irritato per quel video. Come si permetteva quello di chiamare Rob in quel modo?
Il cellulare squillo e Adam lo prese. Era Rob. Era doveva spiegargli quel video.
- ciao, amore. Scusami il ritardo ma stavo finendo la scena. Ora sono tutto tuo - disse Rob molto contento.
- oh ieri non mi sembravi mio, darling - disse Adam irritato.
- ho capito subito. É per quel video vero? - chiese Rob a quel riferimento.
- sei molto perspicace. Si é per quel video - disse Adam fuori di sé.
- adam, respira e calma. So che potrebbe essere fraintendibile ma  vedi John stava scherzando, ama scherzare -
- in effetti John Barrowman ha queste trovate. Ma anche tu potevi dirmelo - disse Adam mortificato. - mi dispiace di aver fatto una scenata per nulla. Lui é cosi bello e anche tu... -
- ma io amo te - disse Rob semplicemente. - so che la distanza gioca brutti scherzi come averti visto con Jeff -
- eri geloso di Jeff? - chiese lui stupito.
- certo, Adam. Sono geloso degli uomini che ti stanno accanto. É naturale - disse Rob. Si amavano e la gelosia era normale.
- ma parliamo di altro. Sto aspettando da ore questa telefonata - disse Adam malizioso.
- oh lo so, stai diventando porcellino - disse Rob prendendolo in giro.- come se ti dispiacesse. Sei da solo? - chiese Adam per essere sicuro.
- sono sdraiato sul divanetto del mio camerino, chiuso a chiave - disse Rob non resistendo. - non ci riuscivo ad aspettare di arrivare in albergo e non volevo farti aspettare -
- quindi sei ancora sudato? - chiese Adam.
- molto sudato. Così sudato che mi tolgo la maglietta - disse Rob con voce profonda.
- vorrei poterti vedere ma ti sto immaginando mentre pian piano te la sfili e me la lanci - disse Adam ad occhi chiusi e gustandosi la fantasia.
- io immaginò te che mi vieni incontro e io che sfilo la tua, immaginò di sfiorare le tue labbra e di scendere giù aprirti i pantaloni - disse Rob .
Adam già si toccava al sol pensiero.
- sento la tua mano che mi tocca, mi é mancata così tanto e si muove con sapienza. Mi da un piacere - disse Adam con sospiri.
Rob sentiva i suoi sospiri, gli erano mancati e non vedeva l'ora di rivederlo.
- si, la mia mano fa sempre più veloce ma mi fermò così da prenderlo in bocca - disse Rob con voce sexy.
- sento la tua bocca sul mio membro, mi da un piacere infinito - disse Adam continuandosi a toccare.
Entrambi erano stesi e si toccavano. Sentivano i gemiti l'altro e continuavano con le mani. C'erano solo gemiti.
- iniziò a prepararti pian piano, con le dita e con la lingua - disse Rob riprendendo.
Adam iniziò a prepararsi da solo ma immaginava che fossero le dita di Rob. Dopo essersi spogliato tutto. Si era messo a pancia in giù e si toccava intimamente. Rob si godeva i gemiti mentre Adam estrasse il vibratore dal cassetto e pian piano se lo mise dentro.
- ti sento dentro di me - disse Adam gemendo dalla vibrazione.
Fu intensa e appagante come telefonata e entrambi vennero nello stesso momento gridando il nome dell'altro.
- ti amo - disse Adam.
- ti amo - disse Rob.
- non vedo l'ora di vederti, mi dispiace che non ci sarai per il tuo compleanno -
- anche a me dispiace ma ci rifaremo, tranquillo - disse Rob promettendoglielo.
Qualcuno bussò alla porta del camerino di Rob e senti anche un darling ma questa volta Adam non si ingelosì.
- mi raccomando, non fatte troppe follie - disse Adam ridendo.
- farò il bravo, promesso - disse Rob prima di mandargli un bacio e riattaccare.
Rob si preparò per uscire dal camerino, John era al telefono con Jason e lo sentiva così diverso.
- Non é che ti stai innamorando? - chiese John ridendo
- non lo so. Forse si - rispose Jason serio.
- oh ma Jason é fantastico - disse John sorpreso ma felice.
- si ma lui é così diverso da come da ragazzino mi immaginavo una possibile storia d'amore - disse Jason ricordando quando aveva 10 o 11 anni. - guarda come parlo. Devo essere impazzito -
- non sei impazzito. Il tuo cuore si riaperto all'amore e non pensare a come te lo immaginavi. Vivilo - disse John. - vivi, Jason. Fai qualche pazzia anche. Le pazzie per amore sono le migliori -
Di pazzia ne stava facendo una, stava comprando tutto per trasformare l'appartamento di Corey. Per lui era una pazzia. Non avrebbe mai voluto i soldi da Corey, era una bugia per convincerlo e sapeva che poteva fare per farsi perdonare. Andò nel suo appartamento dopo aver chiuso la chiamata con John, ci entrò dentro dopo aver usato delle forcine nella serratura. Era molto abile in quelle cose. Jason iniziò a smontare la camera da letto di Corey così da iniziare la trasformazione. Il nuovo letto stava arrivando. Corey arrivò nel corridoio del palazzo e sentiva dei rumori in casa, si era un po spaventato ma avere a che fate con Jason, era stato un bene. Apri la porta e prese l'ombrello e salì pian piano la scaletta. Era pronto a colpire quando vide Jason che montava il letto.
- Jason, come cavolo hai fatto ad entrare? E non potevi avvisare - disse Corey con il cuore a mille.
- é rovinarti la sorpresa? No, non potevo - disse Jason avvicinandosi.
- perché fai questo? Pensavo che non mi volevi più trai piedi - disse Corey confuso.
- sono stato uno sciocco. Questo é il mio modo per farmi perdonare - disse Jason sincero.
Jason attese la risposta di Corey, il ragazzo non diceva nulla e lui non sapeva cosa pensare.
- Corey, pesciolino, mi dispiace... -
- mi avevi convinto alla frase 'sono stato uno sciocco ' - disse Corey alzandosi in punta di piedi e portando le braccia al suo collo.
Jason sentì Corey baciarlo e lui ricambio senza resistenza. Era lì che voleva essere. Voleva darsi una possibilità di essere felice. Corey e Jason erano sdraiati sul letto, lui era tra le sue braccia e si guardavano.
- mi spieghi come hai fatto? - chiese Corey curioso.
- forcine - rispose Jason semplicemente.
- hai fatto come nei film. Wow - disse Corey impressionato ma poi riflettendo disse: - E tu ci fai con delle forcine per donna? -
- mia sorella - disse Jason raccontando. - vedi lei fa la parrucchiera delle star. Io vado a trovarla. Lei mi dice di non toccare nulla, mi tratta come un bambino ma io mi annoio senza far nulla così mi metto a giocare con le forcine e altro per ingannare il tempo. Spesso me le ritrovò in tasca perché mi scordo -
Corey rise tanto e disse: - non ha tutti i torto. Sei un bambino, Jason -
- ti piacerà - disse Jason d'impulso. - già vi vedo a tramare contro di me -
Il cellulare di Jason squillo, Corey vide il nome sis sul display e sorrise.
- ehy, sis. In che guai ti sei cacciata? - chiese lui prendendola in giro.
- Jason, ho bisogno di aiuto. Mi servi come modello. Abbiamo due modelli che stanno male e stiamo cercando qualcuno - disse la sorella nei guai.
Jason ci pensò su e gli venne un'idea ma prima voleva scherzare un po.
- ho altro da fare, sis. Se non mi trattassi come un bambino, forse troverei il tempo - disse Jason molto convincente.
- Jason, tu fai il bambino. Troverò un altro - disse sua sorella allora.
- scherzo, veniamo - disse Jason serio.
- come veniamo? Ma io ti uccido - disse sua sorella alla parola scherzo. - Jason Evans, non arrivi a domani sappilo -
- ti odio anch'io - disse Jason in modo affettuoso.
Corey
Corey guardò la scena confuso, Jason lo prese per la mano e lo guidò fuori dall'appartamento.
Corey si ritrovò nella piscina di un hotel con Jason e c'erano altri ragazzi.
- ma perché siamo qua? - chiese Corey confuso.
- fa parte del tuo allentamento - disse Jason con un sorrisetto.
Stava per parlare quando arrivò una giovane donna molto bella, capelli neri e molto somigliante a Jason.
- finalmente, non abbiamo tempo da perdere - disse la giovane guardando a Corey. - c'é da lavorare ma hai fatto bene a portarlo. Ogni tanto se ti impegni, ci riesci a combinarla giusta -
- sempre dolce. Sai che vedo già delle rughe - disse Jason ricambiando il favore.
- Jason, non ti uccido perché mi servi - disse la giovane prendendo Corey. - vieni con me -
Corey guardò i due, avevano un rapporto molto particolare e poi si ritrovò in una stanza in cui c'erano vestiti e tanto altro.
Jason aspettò una mezz'ora fuori della stanza, la porta si apri e uscì sua sorella con un sorriso.
- é stata una gran fatica ma ne é valsa la pena - disse lei soddisfatta. - ti presento il nuovo Corey -
L'attimo dopo, uscì Corey con capelli lisci, un abbigliamento metteva in risalto le sue forme e Jason lo guardava ancora più incantato.
- non sono troppo ridicolo? - chiese Corey a Jason insicuro.
- ma che dici? Sei bellissimo - disse Jason prendendogli la mano e facendogli fare una giravolta per guardarlo meglio e per attirarlo a sé. - credi di più in te -

-
Corey senti quel dolce sussurro, quelle braccia che lo tenevano e si guardò allo specchio. Era veramente bellissimo e quell'immagine riflessa di loro due era così perfetta. La sorella di Jason immortalò quell'attimo, non aveva mai visto suo fratello cosi a causa dei loro genitori ma era felice per lui. Si prendevano in giro, sembrava che non si potevano vedere e invece si volevano un bene dell'anima.

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