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GIORNO 50: Nel mezzo del cammin di nostra vita

Me: nel mezzo del cammin di nostra vita...

Jacob: ...mi ritrovai un Newt davanti...

Tina: ...che la diritta via aveva smarrita.

Newt: ahi, quanto a dir qual era è cosa dura...

Queenie: ...esto Snaso selvaggio e bello e puccioso...

Credence: ...che nel pensier rinnova la paura!

Me: *sottovoce* addirittura?

Credence: sì.

Picquery: tant'è amara che poco è più morte!

Me: ma è solo uno Snaso!

Picquery: appunto.

Graves: ma per parlar del ben ch'i vi trovai dirò de l'altre cose ch'i v'ho scorte.

Grindie: io non so ben ridir com'i v'entrai, tant'era ubriaco a quel punto che la vecchi valigia abbandonai.

Pubblico: *standing ovation*

Me: moooooolto bene! SIAMO A METÀÀÀÀÀÀÀÀÀÀÀ!

Pubblico: *esulta*

Newt: poveretta, le toccherà sopportarci ancora per cinquanta giorni...

Me: SOPPORTARVI?! MA IO VI ADORO!

Tutti: aw

Me: bene, siccome siamo a metà...

Tutti: *ballano*

Me: e perciò nel mezzo...

Tutti: *ballano*

Me: ...del cammin di nostra vita, oggi vedremo quante ne sanno i nostri amici della letteratura italiana!

Tutti: *esultano*

Me: Newt. Te toca.

Newt: *sale sul palco* dimmi tutto, sis.

Me: per te ho pensato all' "Infinito" di Giacomo Leopardi. È UNA DELLE MIE POESIE PREFERITE, PERCIÒ VEDI DI RECITARLA BENE.

Newt: non ti deluderò. *Posa drammatica*
Sempre caro mi fu quest'ermo colle
e quel castello che dall'altra parte del Lago Nero il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quello
e sovrumani silenzi e giorni senza Leta io nel pensier mi fingo; ove, per poco, il cor non balla la macarena.
E come il vento odo stormir sul Platano Picchiatore,
io quell'infinito silenzio a questa voce vo' comparando.
E mi sovvien l'eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva e il suon di Tina.
Così, tra questa immensità s'annega il pensier mio.
E il naufragar m'è dolce in questo mare.

Tutti: *commossi* *standing ovation*

Me: *lacrimuccia* beh, è una versione singolare, ma va bene comunque. Teen e Queenie? Voi "Il dieci agosto", di Giovanni Pascoli.

Tina&Queenie: San Lorenzo, Io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:
morì: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.

Ora è là come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

Anche una coppia tornava al suo nido:
morì: disse "Vi amo, figlie mie"
e restò negli aperti occhi un grido
portava due bambole in dono...

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!

Tutti: *standing ovation piangente*

Jacob: *corre ad abbracciare Queenie*

Newt: *corre da Tina e le carezza i capelli*

Me: awwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww *piange*

Grilli: *grillano*

Me: MA NON SAPETE FARE ALTRO?!

Grilli: *si soffiano il naso grillando*

Me: Jacob! Come on! Per te ci sono i primi versi di "Il Sabato del villaggio", sempre di Leopardi.

Jacob: perché?

Me: boh.

Jacob: La Queenie vien dalla campagna,
In sul calar del sole,
Col suo fascio dell'erba; e reca in mano
Un mazzolin di rose e di viole,
Onde, siccome suole,
Ornare ella si appresta
Dimani, al dì di festa, il petto e il crine.
Siede con la Tina
Su la scala a filar la giovincella,
Incontro là dove si perde il giorno;
E novellando vien del suo buon tempo,
Quando ai dì della festa ella si ornava,
ed ancor piccola e ingenua
solea danzar la sera intra di quei
che furono i suoi genitori nell'età più bella.

Pubblico: *standing ovation* GOLDEN BUZZ!

Me: Grindie? Dai, leggi questa a Tina e Queenie.

Grindie: *prende la poesia sbuffando*
Voi che vivete sicuri

nelle vostre tiepide case,

voi che trovate tornando a sera

il cibo caldo e visi amici:

considerate se questo è un uomo

che lavora nel fango

che non conosce pace

che lotta per mezzo pane

che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,

senza capelli e senza nome

senza più forza di ricordare

vuoti gli occhi e freddo il grembo

come una rana d'inverno.

Meditate che questo è stato:

vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

stando in casa e andando per via,

coricandovi alzandovi;

ripetetele ai vostri figli

o vi si sfaccia la casa,

la malattia vi impedisca,

i vostri nati torcano il viso da voi.

Pubblico: *standing ovation*

Me: come potete vedere, ho dato molta importanza a questa poesia, dato che ci tengo molto. Ieri sera ho anche guardato La Tregua (per chi ancora non avesse capito, parliamo dei campi di concentramento).
Volevo sfruttare questo cinquantesimo…

Tutti: *ballano*

Me: …capitolo anche per ricordare ciò che è successo. Tina e Queenie sono ebree, perciò potrebbe essere una presumibile scena, in uno dei prossimi film. E penso he zia Jo-in caso qualcosa dovesse succedere-ci stia chiedendo di ricordare.
Perché è ancora troppo presto, per dimenticare.
Camy❤

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