Capitolo 14
"Ricordi qualcosa?" chiese Bucky passandosi la mano umana sui capelli. Steve mi strinse la mano: "Ragazzi credo che abbia bisogno di un momento per metabolizzare.."
Tutti annuirono e uscirono dalla stanza. "Steve.." dissi non voltandomi prima che lui uscisse, "Rimani." si fermò. "Rimani ti prego" dissi girandomi verso di lui. Si sedette di fianco a me e mi abbracciò.
"Steve... non ci capisco niente, ho la testa che scoppia non so che fare e poi-" mi stoppai, o meglio... Steve mi stoppò.
Mi ritrovai le sue labbra morbide sulle mie e la sua mano sulla mia guancia. Ricambia quasi subito quel bacio tanto aspettato..
Le nostre labbra si muovevano contemporaneamente in un'armonia perfetta. Troppo perfetta.
Non sia mai che la povera Elizaveta provi un sentimento simile alla felicità. Mi urlò una voce nella mia testa. Aveva ragione: dovevo rilassarmi, dovevo solo provare a essere felice. Cristo non provavo qualcosa del genere da troppo tempo eppure... Presa alla sprovvista mi staccai bruscamente da lui strappandogli un piccolo gemito.
"O-oh mio dio, B-beth scusami tanto, non volev-"
Beth... Prova ad essere felice... Mi dissi.
"A-aspetta un attimo... Fammi provare una cosa" lo interruppi io avvicinandomi a lui. Gli posai una mano sulla guancia accarezzandogli la folta barba e lo baciai, voracemente come se fosse stata l'ultima volta.
Lo sentii sorridere e ricambiare, mi posò le sue mani sulle gambe e in un batter d'occhio mi ritrovai a cavalcioni su di lui. Mi staccati di pochi centimetri esterrefatta: "Oh oh il Capitano è impaziente?" dissi con ironia. Arrossì di botto e si scusò da bravo gentiluomo. Sorrisi: era così impacciato.
Mi osservò attentamente in un modo strano, quasi incantato. "Tutto okay?" chiesi inarcando un sopracciglio. "È- è sbagliato" disse distogliendo lo sguardo. Scesi lentamente dalle sue gambe passandomi una mano sui capelli.
Arriverà mai il momento in cui posso essere finalmente felice? Mi chiesi. Ma la risposta la sapevo già: era inutile provare a rifarsi una vita... Il passato torna sempre. In quel momento avevo voglia di correre, di sentirmi libera. Avevo voglia di piangere, di farmi male, di evitare quel momento, di passare oltre, di dimenticare, ma purtroppo non potevo.. O forse non volevo.
"Beth?" mi risvegliò Rogers dalla realtà. Non gli diedi retta, presi il mio giubbotto di pelle e corsi di sotto, lui mi seguì e cercò di prendermi. Gli altri che si stavano bevendo un caffè si alzarono in piedi.
Corsi fuori. E poi corsi. Corsi. Corsi.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro