Certe volte le lacrime sono più forti di te.
Più forti dei tuoi occhi che cercano di cacciarle dov'erano prima.
E così scendono.
Sono calde, lente, fragili.
E tu, senza accorgertene, hai due solchi che passano attraverso le guance.
E non sai nemmeno perché.
Non sai perché esse sono volute uscire allo scoperto.
Così delicate e così autocommiseratorie.
Così poco apprezzate e così liberatorie.
Loro intanto continuano a proseguire per la loro strada, per un percorso che le prime hanno creato nel tuo viso, con così tanta difficoltà e facilità.
Alcune poi scappano dalle altre e decidono di passare per le labbra, così da farti conoscere il loro sapore.
Sono salate, e per saperlo con così tanta precisione e certezza, ne ho assaporate tante.
E poi d'un tratto casi in un sonno profondo, e immagini ciò che potrebbe essere accaduto se queste lacrime si fossero ribellate e rivelate durante il giorno, magari proprio davanti ai tuoi amici.
Brividi ti percorrono.
E poi ti svegli, rigorosamente col suono fastidioso di una stupida sveglia del tuo cellulare.
E lì tutto passa, non pensi più, vorresti solo richiudere gli occhi e tornare in quel tuo mondo strano, ma sicuramente più bello di quello che ti circonda.
E poi tutto si ripete.
Fino a quando, da quel dolce mondo, non te ne andrai più.
Fino a quando, da quel dolce mondo, non ti sveglierai più.