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Capitolo 8

"Suvvia, Fitwilliam! Questa stoffa è così penosa! Oh, quegli orpelli!" Mia madre arricciò il naso e continuò con grande sinceritá a disprezzare i tessuti delle decine di abiti da sposa che poteva osservare dinanzi a lei.
"Non v'era alcun bisogno di chiamare gli stilisti più ammirevoli di Londra per un evento tanto tragico, madre." Sfoggiai parte della mia ironia, sperando di sollevare emotivamente il mio animo affranto, ma ogni mio sforzo fu vano.
"Taci," disse, poi si rivolse alla donna slanciata dinanzi a lei, ormai visibilmente stanca delle pretese di mia madre. "Ma vi prego, mostratemi l'abito più illustre!" spalancò gli occhi, eccitata, e in risposta le rivolsi uno sguardo carico di disapprovazione.
"La nostra famiglia è sull'orlo del degrado e voi siete propensa a vestirmi con diamanti, madre?"
Capii quanta superficialitá nascondesse quella donna e repressi un'occhiata disgustata. Compresi, inoltre, di essere una pedina in balía del suo volere, manovrabile a piacimento e, nel contempo, avvertii un'aspra delusione impossessarsi dei miei pensieri poiché, nonostante le mie lacrime, l'errata decisione dei miei genitori era ancora salda.
"Non osare rivolgerti a me con questo tono, ragazza!" La donna batté un piede sul pavimento, adirata, poi continuò ad accarezzare i tessuti degli abiti. "Hai notato, Allyson, quanto lusso sia presente nella dimora del signor Wilkinson, pertanto una moglie adatta alla sua persona non può che essere valorizzata come tale."
Roteai gli occhi, ma essi erano ancora così gonfi e macchiati dalle mie lacrime, che chinai lo sguardo, in attesa.
"Ho notato anche quanta lussuria vi fosse," ribattei, ricevendo un occhio di ammonimento da mio padre.
Mia madre, fulminea, si voltò; percorse con grandi passi la stanza e mi raggiunse, poggiando le mani sui fianchi larghi. "Che Iddio possa perdonarmi, ma guai a te" Il suo volto era così vicino che riuscii ad avvertire il suo fiato acerbo sulla pelle. "e ripeto, guai a te se oserai rivolgerti a tuo marito in maniera tanto sfrontata, domani in chiesa." Le sue labbra si chiusero in una rigida linea sottile ed ella deglutì vistosamente.
Il mio respiro si spezzò, così come il mio cuore già abbastanza lacerato. "Domani?" balbettai, espirando.
Non ricordavo quanti giorni fossero trascorsi dal ricevimento della lettera inviatami dal giovane Wilkinson, ma provai un oscuro senso di disagio nel dedurre quanto la mia infelicità fosse vicina.
"Certo, sciocca!" Ella tornó ad osservare gli abiti. "Intendi forse presentarti all'altare senza un vestito?" gracchiò. "Questo ritardo a causa delle tue banali lamentele! Quindi, ti prego," mi afferrò aggressivamente il polso. "di avere la cortesia di misurare questo abito, senza alcuna discussione." Poi mi strattonò ripetutamente, accasciando tra le mie mani un abito di taffetá bianco, con ricchi decori intarsiati.
Ah, solo l'Altissimo poteva conoscere la consistenza del mio stato d'animo!
Esso era ferito, inquieto e malconcio prima della misfatta, pertanto non osai domandarmi come il futuro potesse presentarsi ai miei occhi.
Mentre mi spogliavo del mio vestito, appresi quale atteggiamento codardo avessero adottato i miei genitori, sfoderando le loro parole e decisioni taglienti ai danni della loro unica figlia.
Se solo avessero saputo come l'idea della vita di quest'ultima fosse mutata in poco tempo! Forse ci sarebbe stata ancora speranza per la povera Allyson!
"Con tante dame di alto rango e raffinatezza, il signor Wilkinson non ha tentennato neppure un istante nell'accettare di averti come sposa. Sembrava, inoltre, molto estasiato all'idea, e tu, ingrata fanciulla, osi controbattere con tanta irriconoscenza?" Mio padre s'intromise nella discussione e fui ferita nel notare come appoggiasse i pensieri di mia madre.
"Cari padre e madre! Estasiato, voi dite! Se solo comprendeste la ragione della sua eccitazione, vostra figlia conserverebbe ancora la propria virtù!"
Il signor Wilkinson era certo di fare di me il suo gioco barbaro, tuttavia tentare di enunciare questo mio pensiero ai miei genitori mi parve talmente inutile -visto il loro sguardo silenzioso- che scossi il capo, oramai ufficialmente arresa.
Pesante come il mio cuore desolato era l'abito da sposa!
Feci scivolare le dita sull'ampio paniere, mentre una strana sensazione mi invase, ed avvertii sotto i polpastrelli la consistenza ruvida delle decorazioni in pizzo.
Quanto lusso in pochi metri di stoffa! Era certamente una ricchezza che non avrei desiderato, se non mi fosse stata imposta, volente o nolente.
"Oh, cara!" Mia madre congiunse le mani -come suo solito- con uno schiocco sonoro.
"Fitzwilliam, immaginate il piglio del signor Wilkinson nell'ammirare questa splendida creatura!"
Mio padre annuì con un accenno di commozione nello sguardo e aggiustò il panciotto sul suo petto, mentre mia madre camminò intorno alla mia figura fasciata dal lungo abito.
"Fatti osservare!" La donna mi sfiorò la schiena, colpendo leggermente sulle mie scapole. "Dritta!"
Mi raddrizzai e trattenni il respiro quando il corsetto s'insinuò aggressivamente tra le mie costole, dolendomi.
"Ero consapevole del mio eccessivo gusto estetico..." Mia madre si vantò, scuotendo il capo come ad ammiccare alla sua complessa acconciatura. "Due bicchieri di champagne, subito," sibilò, rivolgendosi alla signora Stuart, che si apprestò, vittima delle sue imposizioni, a soddisfare la sua richiesta.
Mia madre afferrò il bicchiere e lo rigirò tra le dita. "Basta, ho deciso." Alzò un sopracciglio. "Domani indosserai questo splendido abito!" La sua voce si alzò di un'ottava, mentre lasciava il salone.
Espirai e notai la mia immagine riflessa al vetro della finestra e distolsi repentinamente lo sguardo, tanta era la rabbia provata nell'osservare il mio corpo sedicenne fasciato da un abito da sposa sin troppo intarsiato.
"Non ti capisco affatto, Allyson." Mio padre congiunse le mani dietro la schiena, assumendo un tono di voce serio, pronto ad esprimere il suo giudizio. "Sarai data in moglie al giovane più ricco del Bedfordshire- se non dell'intera Inghilterra, oserei dire- il quale ha assicurato di non privarti di alcun bene necessario." Egli prese fiato. "Inoltre ha solamente diciotto anni, non molto più anziano di te, quindi potrai vantare di avere un marito giovane e attento alle questioni problematiche che la tua età fanciullesca comporta."
"Attento ai miei problemi?" domandai, stupita da tali parole infondate.
Mio padre alzó un dito, chiaro segno che avrebbe desiderato terminare il suo discorso senza interruzioni.
Quindi tacqui, mentre lo vidi avvicinare il suo volto al mio, così da rendere più profonde le parole che avrebbe detto. "È il gentiluomo più desiderato d'Inghilterra, Allyson," dichiarò. "Fama, ricchezza, popolarità, bellezza, seduzione... cinque caratteristiche astratte in un'unica persona."
Decisi di controbattere, noncurante di ciò che i miei genitori avrebbero potuto pensare riguardo i miei istinti. "Riguardo a seduzione e bellezza sono perfettamente d'accordo, poiché -chissà!- quante belle donne avrá stregato con la sua avvenenza..."
"Non continuare a calcare su quell'argomento!" Mio padre s'infuriò, si chinò e mi osservò negli occhi. "Ogni uomo che si rispetti ha impulsi carnali, Allyson, e ogni donna deve soddisfarli."
Rimasi interdetta, ragionando sulla natura abominevole dei pensieri maschili, propensa indiscutibilmente ai piaceri fisici.
"Ma io," battei due colpi di mano sul mio cuore, "voglio un uomo che mi ami e che mi rispetti, non un giovane al quale donarmi esclusivamente in senso carnale, assicurandogli così un nuovo nome sulla lista delle sue sguattere."
Una volta conclusa la frase osservai mio padre, rimasto immobile al centro della stanza, reggente in mano il suo bicchiere di champagne, con il volto stanco e la barba incolta. Egli, probabilmente, attendeva in silenzio una mia reazione incollerita che, però, non arrivò, poiché la rabbia era stata sostituita dalla consapevolezza che, oramai, tutto era giunto e niente sarebbe tornato come prima.
Lasciai il salone, ancora indosso l'abito di taffetà, e mi crogiolai sul mio letto, accarezzandone le lenzuola e chiedendomi se il futuro cuscino sul quale avrei poggiato le guance fosse tanto resistente da assorbire le mie lacrime.
I minuti trascorsero ininterrottamente, così come le ore e, ben presto, il cielo assunse una tinta color porpora, ad indicare l'avanzata del crepuscolo.
Mi sarebbero mancate le vedute naturali delle campagne erbose del Bedfordshire, così come il frescore mattutino di primavera, mi ritrovai a pensare.
Avrei preferito chiudere gli occhi per sempre quando, il mattino successivo, mia madre mi destò, esclamando che il grande giorno era finalmente giunto.

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Siete curiose di conoscere la vita coniugale di Allyson con il signor Wilkinson?
Non sarà semplice...
Ho inoltre aggiunto all'immagine di copertina della storia la figura del signor Wilkinson, spero sia di vostro gradimento.
Votate e commentate!

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