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Capitolo 50

 Notata la reazione alquanto negativa di Bradley al nuovo evento così inaspettato, decisi dunque di tacere e di allentare la morsa che egli aveva con il suo passato, semplicemente prestando indifferenza e non un eccessivo-invece- interesse al riguardo.

Eppure, era così comprensibile!

Amare una donna noncurante delle sofferenze dell'infanzia di suo figlio, nonché degli aspetti tragici da queste derivati, no, giammai!

Dunque, tacqui e rammentai le sue parole: quell'istintiva rivelazione, riguardante la possessiva necessitá della mia presenza, quale dolcezza!

Ha bisogno della mia persona? E che sia la mia persona, dunque, a far ritrovare ai suoi occhi la luce! mi ritrovai a pensare, poiché con null'altro avevo da impiegare il mio tempo.

Durante il ritorno ad Eversholt, egli mi aveva stretta tra le sue braccia, cullandomi e lasciando, di tanto di tanto, flebili e teneri baci sul mio capo, come avesse il famigerato intento di curare e disintegrare i miei silenziosi dubbi, per lasciare spazio alla dolce prostrazione del suo amore.

Ciò, pertanto, arse il mio cuore di una sana gioia e, in risposta, potevo solamente accrescere la sua idea di amore corrisposto accarezzando le sue spalle.

Erano così innocenti i nostri tocchi! Essi celavano parole sussurrate che, spesso, non riuscivamo neppure a pronunciare, e oh! chissà se per l'emozione del momento o per la nostra innocua timidezza!

E crollai in un sonno profondo, carezzata dalle sue braccia, poiché, con il frammisto del calore del suo corpo e lo scalpitio dei cavalli sul brecciato, si era venuta a creare una sorta di magico ed esoterico sonnifero naturale, eppure mi sentii maledettamente in colpa, quando, una volta svegliatami, mi ritrovai avvolta dalle lenzuola, giacché compresi come egli avesse fatto lo sforzo immemore di sollevarmi di peso per adagiarmi sul nostro letto.

E no, oh! dovevo alzarmi!

Bradley era solo, e io come potevo continuare a dormire?

Tali pensieri formulavo, quando fui ferita dal freneticismo del momento, il quale mi portò a vestirmi talmente in fretta, che solo una volta dinanzi alla porta dello studio di mio marito constatai come i lacci del mio corpino non fossero intrecciati correttamente.

Molto probabilmente, egli era in vena di continuare il suo lavoro, poiché quando bussai e mi precipitai all'interno della stanza luminosa, egli alzò lo sguardo, accennando -oh, sì- un tenue sorriso, ma esternando, tuttavia, come fossi dannatamente giunta nel momento sbagliato.

Eppure, accantonò velocemente i documenti dinanzi a sé per ascoltare la mia -allora- imminente richiesta, osservandomi caldamente e alzandosi per addossarsi al davanzale interno della finestra, le mani poggiate su di esso e le spalle ritte in una salda posizione di potere.

Mi donai qualche istante per ammirare il suo volto adombrato, prima di offrirgli una passeggiata nel cortile antistante, tuttavia incespicando nel trovare le parole adeguate a formulare una frase di senso compiuto, poiché solo il mio Signore avrebbe compreso la mia instabilitá cerebrale e fisica dinanzi ad un tale ragazzo imponente e di una simile bellezza innaturale.

Il mio cuore perdeva, ogni qualvolta lo ammiravo, un piccolo frammento della sua carne.

Egli rivolse un'occhiata incredula prima al mio volto e poi alla finestra alle sue spalle per osservare il cortile, come se stentasse a credere avessi seriamente posto una profferta tanto gentile alla sua persona.

Dopodiché, inarcò un sopracciglio e si avvicinò alla mia immagine.

Solamente immobilitá si estese nel mio corpo!

Sorrise amaramente e chinò il capo, alzando talvolta lo sguardo per bearsi della venerazione dipinta nelle mie pupille, e osservando i tratti del mio volto.

Giurai solennemente dinanzi a Dio che, se egli avesse continuato ad avvolgere la nostra presenza in un tale silenzio, o sarei ritornata obbedientemente e formalmente nelle mie stanze, o avrei impegnato in maniera più fruttuosa quell'assenza di parole con un bacio. Inconsci desideri tanto poco casti!

Il mio cuore palpitò, quando egli avvicinò il suo volto al mio, prendendo la mia guancia tra le sue mani e sostenendo di aver molto daffare nel suo studio.

Dopodiché, baciò improvvisamente le mie labbra: fu un tocco innocuo, appena accennato, ma in esso era celata tutta quell'amorevolezza che bastò per sciogliere i meandri bui del mio corpo, esponendoli alla luce. Oh, che dolce modo di scusarsi!

Inoltre, fremevo ancora ai suoi baci, e contai questo, ora, fosse il terzo dalla volta del suo ritorno, poiché Bradley aveva avuto anche l'ammirevole audacia di baciarmi in carrozza, poco prima.

Quale sensazione di impotenza!

Fu un bacio davvero lungo, ma assai tenero e innocente, non v'era alcuna sfumatura famelica o selvaggia, no!

Un bacio che mi fece pentire di aver reputato, precedentemente, la sua anima putrida e impura, giacché, invece -ora- lo vedevo capace di amare.

Così, afferrai un libro dai suoi scaffali, poiché mi vergognavo veramente molto ad uscire dallo studio semplicemente con le mani congiunte: dovevo pur riversare le mie emozioni turbolente e incontrollabili su una materia solida, mio Dio!

La sera calò molto velocemente.

Durante la cena, il lungo tavolo posto nel salone dove cenammo fu stranamente ornato con numerosi fiori, alcuni dei quali le corolle richiamavano le sfumature del crepuscolo, dunque, prima di sedermi all'altra sponda del capotavola, mi chinai e inspirai il loro casto sentore di libertá.

Molto spesso Bradley alzava gli occhi dal suo piatto per osservare le mie movenze, e non seppi se per esprimere un giudizio personale e assolutamente segreto -richiamandomi così a vestirmi delle sagge maniere di una buona dama- o per confermare qualche suo silenzioso pensiero di chissá quale natura.

In ogni caso, i suoi occhi celavano qualcosa, come un'illuminazione inespressa, un bagliore che destò i suoi sensi, poiché lo ritrovai a sorridere affabile.

Quasi mi spaventai, mia Provvidenza!

Persino quando congiunse le dita sulla tavola, il mento posato su di esse, il suo piglio non divenne meno misterioso.

Pertanto, lasciai che sfoggiasse la sua cripticitá con l'intrinseco di fiori che divideva le nostre sedie, perché oh, non riuscivo a reggere la pesantezza delle sue occhiate!

Egli, cortesemente, mi diede la licenza di ritirarmi nelle nostre stanze, affinché potessi prepararmi per la notte, e così feci.

Tuttavia, trovai la mia veste da camera alquanto inadatta a sorreggere le spirate gelide che sferzavano dalle inferriate aperte, quindi avvolsi le mie spalle con una mantella e mi sedetti ai piedi delle lenzuola, per non avvertire l'estenuante spossatezza della notte che andava allungando i suoi artigli nel cielo.

E le graffiava, quelle nuvole! Con insolenza e ardore esponeva le sue grinfie arcuate nella morbidezza delle nubi che, seppur plumbee, erano un ottimo ornamento per il firmamento.

Quasi non sentii i passi di Bradley rientrare, pertanto sussultai, ma il galoppo del mio cuore si rabbonì quando lo notai avanzare con passo felpato, quasi strisciando i piedi, e giungere al mio fianco, prendendo anch'egli posto all'estremità del letto.

Non aveva neppure sfilato la sua giacca, e pensai quindi anch'egli avvertisse il gelo sulla pelle. "Ti prego di scusarmi per aver declinato la tua dolce offerta, questo pomeriggio, ma ho dovuto minuziosamente sbrigare gli ultimi conti avuti con Mr. Trust."

Sorrisi, avvolgendo maggiormente lo scialle sul mio corpo. "Non crucciarti, non importa, davvero."

Non importava perché mi aveva baciata!

Taci, sciocca! mi ripresi.

"Spero tu abbia trascorso ugualmente un buon pomeriggio, seppur in mia assenza." Egli si sporse, allungando una gamba sul pavimento. Mi osservava, in attesa.

Annuii, mentendo.

Dopodiché rivolsi lo sguardo alla finestra, notando con rammarico le nubi che oscuravano quella salda luna piena che aveva -invece- il tenero intento di oscillare come un pendolo, sospesa fra sogno e realtá. "Oh, guarda!" Indicai il cielo. "Pochi istanti e la luce viene oscurata dalle tenebre, il calore della notte viene invece abbagliato da quell'aspro gelido soffio del vento, e una notte stellata quale questa, diviene una situazione nervosa ed estremamente noiosa!" Pronunciai velocemente simili riflessioni, gesticolando convulsamente con tono acuto, dunque mi sorpresi anche io!

In un breve istante, Bradley virò lo sguardo su di me: la sua capigliatura fu sconvolta dall'ennesima spirata turpe che imperversò dal cielo, e il colorito sulle sue guance s'impallidì, come la luce della regina celeste, pertanto le praterie primaverili nei suoi occhi si accesero.

Una fiamma.

Dopodiché -estremamente controllato dal mio sguardo vigile- si raddrizzò, inclinando il capo e leccandosi armoniosamente le labbra, mentre ammirava le pieghe dei miei capelli.

Un ghigno.

E il suo sguardo tornò sui miei occhi. "Oh, io avrei una soluzione alla tua noia e al tuo freddo, mia bella moglie."

Deglutii.

Le sue iridi divennero feline, quando si sporse verso di me.

*********

Non c'è bisogno che dica "Cosa fará Bradley?" perché credo sia già chiaro, infatti, sono in estasi anche io, belle bimbe!

Quindi posso solo dire... eheheh.

Al prossimo capitolo che spero vi piacerà tanto!

Votate e commentate!

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