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Capitolo 41

"Ma dunque, Dorothy," Bradley assentì con il capo, gesticolando. "lascia che entri."

Un'insolita agitazione iniziò a controllare e a possedere le mie povere ginocchia, tantoché, quando mi alzai, barcollai vistosamente, nell'imminente tentativo di ricompormi.

Così, mentre il giovane a me oramai molto caro -poiché non avrei avuto l'audacia di definirlo con altri termini- si apprestava ad attendere con solennità l'entrata del signor Trust, alzai il capo dicendo: "Oh, no, non continuerò a sostare in questa stanza!"

Bradley alzò lo sguardo molto velocemente, increspando le labbra, domandandone apprensivamente la ragione.

E non potei far altro che replicare dicendo: "Guardami, Bradley," Dolce suono il suo nome! "una povera sciocca rivestita di percosse dall'intenso violaceo! Non ti darò altra ragione di provare vergogna dinanzi ai tuoi ospiti per mia colpa!" E così, reputando improvvisamente la sua deferenza superiore ad ogni altra motivazione di giusti sentimenti, feci per uscire, nonostante egli pregasse per la mia compagnia, ma, Signore mio, come avrei potuto?

Sembrai quasi spaventarmi quando incrociai il mio riflesso in uno dei numerosi specchi affissi nel corridoio, poiché il mio aspetto era così malconcio e ignobile!

E no, mia anima, non ho la presunzione di considerarmi una giovane nobile, ma sminuirei la tua essenza presentandomi dinanzi a personaggi -forse- illustri con un tale approccio, non credi? riflettei.

Nel varcare la soglia, notai un uomo di frizzo aspetto sopraggiungere dall'androne, il cui panciotto sembrava soffocare il cuore che batteva nel suo petto, pertanto mi voltai velocemente e mi imbattei in una frivola corsa per le mie stanze.

Ma il mio senso di onta era troppo intenso affinché tentassi di dissolverlo in solitudine! Così mandai a chiamare la buona Dorothy, affinché mi aiutasse a vestirmi per poi scendere nelle zone caratteristiche del circondario in sua compagnia.

Quando ella bussò alle mie camere, apparve molto provata, tuttavia non mi feci alcuno scrupolo nell'invitarla ad entrare con tanto ardore.

"Mi avete mandato a chiamare, signora?" La donna roteò gli occhi, osservando maliziosamente le lenzuola del letto maledettamente sfatte e arricciate.

Come possono incutere perversione, alcuni personaggi inglesi! pensai.

"Sì, Dorothy, giacché vi prego di aiutare la povera Allyson!" Dunque, le chiesi con affabilità di spolverare un po' di cipria sui segni violacei sul mio viso e, nel farlo, la donna sembrava covare un intenso timore di arrecarmi dolore, mentre io mi domandavo con ansia la ragione di una simile preoccupazione per il mio aspetto.

Ma era così ovvio!

Un'immagine solenne e nobile come quello del signor Wilkinson era una richiesta indiretta a curare la propria persona, per acquistare l'aspetto di una buona moglie di tale! Potevo considerare grati e apprezzabili i suoi tentativi di eloquenza nei miei confronti, in quanto era chiaro come egli provasse ad aprire a me il suo cuore, benché, a volte, tentennava nel rivelarmi particolari reconditi di sé.

Dorothy si apprestava gentilmente a sistemare le maniche del mio abito in raso color bronzo, quando rammentavo la sera in cui domandai al signor Wilkinson di quale natura fosse la sua giovinezza trascorsa in autonomia, viaggiando per le mete più invidiabili d'Inghilterra.

Ma egli aveva preferito replicare con distaccate scuse, poiché -a sua detta- sosteneva che sarebbe stato migliore che io non venissi a conoscenza di nulla al riguardo.

"Accompagnatemi in una passeggiata qui, nel giardino, ve ne prego." chiesi alla donna, fissando il suo sguardo concentrato attraverso il riflesso.

Ella trasalì, ma rispose con: "Posso gioire di aver dunque terminato la maggior parte degli affari, pertanto posso accontentare le richieste della mia signora." Dopodiché sorrise con una grazia che ancora non avevo avuto modo di conoscere, in un volto tanto segnato dall'esperienza.

Una volta conclusi i miei tentativi di apparire migliore all'apparenza, iniziai a camminare con passo sostenuto in direzione del salone che si affacciava sull'atrio, tuttavia, quando passai dinanzi allo studio del giovane Wilkinson, non potei fare a meno di arrestarmi alla sua porta, ma udivo solo parole richiedenti insulsi favori.

Eppure riconoscevo con intuito i sospiri seccati di Bradley!

Il giardino circondava con particolari variopinti ed illustri la fontana che vi torreggiava innanzi, ed ogni caratteristica -seppur piccola- sembrava non svanire in una simile bellezza collettiva.

Talvolta allungavo una gamba per scostare alcuni frantumi di terriccio che cozzavano -davvero!- in una tale perfezione, mentre domandavo alla buona donna quali fossero stati i suoi impieghi, prima dell'attuale.

"Eppure mi chiedo con quale audacia la mia signora sembra preoccuparsi o provare interesse per le mie sciocche vicende passate!" Dorothy sciolse il grembiule che allacciava in vita e lo usò per agitarlo dinanzi al viso, con l'intento di muovere un po' di aria.

Ah, come asfissiava una simile afa!

"Sono la figlia, o meglio, ero la figlia di un umile contadino, e mio padre era molto conosciuto per le sue illustri doti lavorative, per quanto modesto e povero potesse essere il suo impiego." iniziò, alzando lo sguardo al cielo, come se in esso vedesse tinta la nostalgia che provava. "E quando venne chiamato a servizio del rinomato signor Wilkinson, -ma, mia signora, non il vostro bel marito, bensì suo padre- non tardò ad accettare, poiché egli prometteva un buona somma di denaro, e noi ne avevamo così bisogno!" Dorothy si portò una mano al cuore, stringendo avidamente la stoffa del suo abito drappeggiato di ricami sfilacciati.

"Continuate." la esortai quando notai la sua apprensione.

Ella sospirò. "Io avevo ben trent'anni, signora, e una giovane senza impiego ad un'età così avanzata, non avrebbe retto al degrado della vita, giacché -oh!- per voi è così facile, ma dura! dura è la vita!" esclamò. "Così, il signor Wilkinson decise di assumere anche me, come un'umile serva, ovvio, di più non avrei potuto essere!"

Ma il mio cuore esplose, in sintonia con gli intensi bagliori solari, quando la donna continuò il suo racconto!

"A quel tempo, la giovane moglie del mio padrone era incinta: covava in grembo vostro marito."

Come sorrisi! Eppure ben presto mi obbligai a far svanire simili pensieri, poiché, oh! la mia compostezza doveva mantenersi!

"Quindi, come potete ben comprendere, il mio ruolo di cameriera venne sostituito da quello di una povera dama di compagnia, quando lady Wilkinson partorì, benché l'energia della fanciullezza di vostro marito non avesse bisogno affatto di compagnia." Poi sbarrò gli occhi. "Ma oh! Vi sto annoiando, signora?"

Scossi il capo, e con un cenno della mano sembrai quasi obbligarla a continuare il suo racconto.

Una curiosità così evidente attanagliava le mie vene!

"Bradley viveva nel lusso, ma questo credo egli ve lo abbia già enunciato. Provava un affetto incontenibile per sua cugina, Bethan, ma quando lady scomparve egli si rabbuiò." disse. "E la sua vita continuò malamente, con un'inclinazione spietata verso il libertinaggio, e ricordo vividamente un episodio dove..." s'interruppe. "non posso proprio continuare, scusatemi."

Entrai in una sorta di collera inespressa, poiché la mia curiosità nei confronti del passato di mio marito, giammai avrebbe dovuto essere spezzata! "E invece dovete."

Dorothy tergiversò, indecisa se rimanere fedele al proprio padrone, o soddisfare le richieste della moglie di quest'ultimo. "E così sia, allora, però pregatemi di esonerarmi da qualsiasi responsabilità di una vostra molto probabile reazione negativa.

"Una sera," continuò. "Bradley, quindicenne, era introvabile! E suo padre, per quando distratto potesse essere dalle vicissitudini del figlio, si crogiolò in una disperazione molto intensa, e dovete sapere che il suo nervosismo era tanto potente quanto distruttivo! Così, in preda all'ira e all'angoscia, mi diede l'ordine di uscire -in piena notte- per trovare suo figlio." La donna trasse un lungo e lento sospiro di rammarico, pertanto mi sorpresi, poiché era così evidente come ella stesse vivendo nuovamente la situazione da lei descritta! Tuttavia continuò dicendo: "Immaginatevi, padrona, come il cuore potesse dolersi ad un simile annuncio! Io, donna sola ed indifesa, per le strade della Londra notturna colma di viscidi senzatetto perversi! Ahimè, che scene terribili!

 "Eppure sapevo dove potesse intrattenersi Bradley." aggiunse. "In un lungo viale ciottoloso, v'era un ampio teatro cittadino, dove ogni sera era solita la rappresentazione di drammi greci, dunque pullulava di belle fanciulle!" Dopodiché, mi osservò, come a scrutare la mia espressione. "Ma non belle come voi, signora!"

Apprezzavo molto gli sforzi della donna, ma il mio animo aveva già prevenuto le sue prossime parole, dunque si era molto rattristito!

"Tuttavia, affiancato a questo teatro, v'era anche una piccola locanda di malfamati, la quale vostro marito spiegava spesso di frequentare, in compagnia di un certo signor Roole, o almeno egli lo definiva così." Dorothy alzò le mani, quasi in un gesto di scuse, mentre io -puntualmente-, avvolta dall'aria profumata del giardino, mi ritrovai a pensare all'aspetto adulto dell'uomo da egli pronunciato, con pensieri non nobili, eppure.

 "Dunque, ben pensai di cercarlo là, in quella locanda. E oh, quando lo vidi!"

Avrei preferito non continuasse, mio Dio!

"Aveva ingabbiato con il corpo una fanciulla, un'attrice -immagino- appena uscita da quel teatro." Dorothy gesticolò e indicò un punto in lontananza, quasi i luoghi da ella descritti si trovassero dinanzi a noi. "E con una mano attirava la gamba della ragazza verso la sua vita, e la fanciulla era addossata al muro, pertanto mi chiesi che sensazione provasse, perché proprio non riuscivo a muovermi!" continuò, chiudendo gli occhi. "E la bloccava. Mentre la sua bocca le baciava avidamente il collo -ma senza amore- e Bradley rideva, quando la ragazza gemeva e schiudeva le labbra, intrecciando le dita tra i capelli di lui."

L'aria mi venne a mancare, improvvisamente.

Una spina dolente nel petto sembrò soffocarmi.

Non avvertivo più il sangue circolare nel mio corpo, debole corpo!

Pertanto mi chinai, una mano accasciata in grembo, tentando di riprendere fiato, tuttavia non vi riuscivo, poiché Dorothy continuava imperterrita nella sua descrizione, quando il mio udito e i miei sensi avevano ceduto.

Una volta accortasi del mio stato, per quanto tentassi di celarlo, ella s'interruppe con una lunga sintonia di scuse e richieste di un'illustre indulgenza per le sue sciocche parole -così le definì-, tuttavia replicai tentando di calmare il suo animo, poiché ah! ero stata io a voler indagare ulteriormente, e avrei dovuto ricavare le dovute responsabilità!

"Lasciate che vi dia questo fazzoletto, state piangendo!" Dorothy spiegò un panno stinto, e fece per posarlo sulle mie guance umide, ma mi scostai e lasciai fossero le mie dita a tamponare i miei futili sfoghi!

"Basta, ve ne prego, non continuate." mormorai, una volta cessati i singhiozzi.

Era così plausibile? Poiché oh! più il tempo avanzava e più la mia apprensione per quel giovane diveniva sempre maggiore, pertanto spesso mi concedevo attimi di riflessione per chiedermene la motivazione.

Che non trovavo.

"Scusatemi ancora, signora!" Dorothy prese le mie mani con un caldo gesto materno e vi lasciò un tenero bacio di perdono, quando chinò il capo.

"Perché ti scusi con mia moglie, Dorothy, cosa accade?" Bradley giunse alle mie spalle, le mani congiunte dietro la schiena, e lo sguardo investigatore puntato saldamente sulla donna, incollerito, inoltre.

Come incuteva timore! Persino a me, mia Grazia!

Arretrai.

Ed egli non tardò a notarlo.

Dinanzi a me non v'era solamente una Dorothy intenta a tentennare nel rispondere e a trovare un buon appiglio dinanzi alla foga del suo padrone, oh, no! Avrei gioito fosse stato un simile caso!

Piuttosto leggevo nello sguardo di mio marito un giovane famelico, del quale il desiderio carnale ardeva molto.

Con un' attrice tra le braccia.

Chiusi gli occhi, dunque, e tentai di respirare, sperando di apparire al suo sguardo molto impassibile e assai gaia, ma come potevo, dico io!

Fingere indifferenza dinanzi al più avvenente dei ricercatori!

Bradley spostò lo sguardo su di me: il sole illuminò le sue lunghe ciglia ricurve, quando socchiuse lentamente le palpebre e inclinò il capo per esaminarmi. "Hai pianto?"

"Oh, no! Perché dovrei?" Mi affrettai a rispondere, benché il mio cuore iniziasse a galoppare ad una sua improvvisa -ma corretta- insinuazione.

Sorrisi, ma chinai lo sguardo, poiché apprezzavo molto il suo interesse per le mie condizioni, tuttavia peccato! Questo si manifestava nei momenti meno opportuni!

Strategie di Lucifero!

"Fingerò di crederti," rispose lui. "per ora." aggiunse. "E comunque, preferisco di gran lunga la tua bellezza naturale, poiché amo anche ammirare i lividi violacei sulla tua pelle. Non v'era bisogno di alcuna cipria." Quale osservatore attento!

Oh, sia benedetto il Cielo! lodai il mio Dio, quando egli sembrò soprassedere su una mia simile reazione.

"Vorrei discutere in privato con mia moglie." Bradley alzò il capo e squadrò la donna, ma cos'era, quello dipinto nei suoi occhi? Disprezzo?

Oh, no, non poteva essere!

La donna si congedò, non senza aver prima avvampato dinanzi al tono severo del suo padrone, ed era chiaro che -per quanto reputasse Bradley pari ad un figlio- non avrebbe potuto essere più della sua umile e fidata serva.

"Discutere, dici?" Mi spaventai molto, e quindi arretrai, una volta che fummo lasciati soli.

Egli ghignò e si avvicinò con una dolce gentilezza. "Cos'é tutto questo timore che vedo in te, ora, mia amata?"

Il mio cuore non perse un battito, bensì due!

E dicendo così, avvolse un braccio intorno alle mie spalle, e mi strinse soavemente a sé, mentre la mia mente diveniva molto simile ad un intrinseco confuso di riflessioni, errate o giuste potessero essere.

"Credo tu voglia sapere del mio colloquio con il signor Trust." iniziò, e quando annuii, iniziammo a passeggiare con grande affabilità nel giardino.

Ma prima, osservai la sua mano sulla mia spalla: essa aveva una cadenza dolce, delicata, e quando trovai dinanzi a me l'immagine di dita turpi sfiorare la gamba di una sciocca attrice di teatro, sussultai, giacché percepivo solo il tocco lieve di dita carezzare la mia pelle.

Esse risalirono sino al mio orecchio, dopodiché scesero nuovamente, e ringraziai Iddio per questo: ero un vortice di sensazioni proibite, io!

"Quando mio padre morì, affidai la tenuta e i miei possedimenti di Londra a Mr. Trust, poiché io, essendo giunto qui, nel Bedfordshire -decisione per la quale non proverò mai pentimenti nella mia vita-," ammiccò a me, quindi arrossii. "ma, ingenuamente, non sapevo esse fossero nelle mani di uno sciocco! Di conseguenza, disastro, Allyson!" esclamò. "Esse sono state piegate da una forte crisi che nessuno è riuscito ad arrestare o, perlomeno, a combattere. Pertanto Trust ha deciso di domandare un mio parere, nonostante creda egli desideri un aiuto. Uomo sciocco!" aggiunse, digrignando i denti.

Dunque mi fermai, e la sua stretta attorno alle mie spalle fu costretta a sciogliersi quando mi voltai verso di lui.

I suoi occhi brillavano di un verde molto flebile, dopodiché esso divenne opaco, quando fu annebbiato dall'ombra di una ciocca della sua scura capigliatura.

"Quindi?" domandai.

Bradley sembrò tentennare di una forte preoccupazione, prima di rispondere.

*******************

Cosa risponderá?

Quale sará la reazione inaspettata di Allyson, e cosa dovrà fare Bradley? Ve lo immaginate un signor Wilkinson descritto da Dorothy? Mmh...

Intasatemi di commenti, adoro leggerli! Inoltre, in queste giornate un po' tristi, siete l'unica cosa che mi conforta!

Pubblicitá a  "Blood" di mecylascema.

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