Capitolo 29
Il giovane Rayman si rivelò essere un buon interlocutore, in quanto mi dava la notevole possibilità di esprimere i miei pensieri e le mie opinioni senza ribattere in maniera critica, mentre camminavamo affiancati nella grande sala da ballo.
"Siete qui da molto?" chiesi al giovane, tuttavia cercando uno sguardo tra la folla.
"No, solo per un breve soggiorno. Questione di una manciata di settimane." replicò con un sottile tono intellettuale e scrupoloso, dopodiché si occupò di prendere tra le mani due calici di un liquore dall'intenso rosso amaranto. "Gradite?"
Mi accarezzai le braccia e scossi il capo. "Vi ringrazio, non bevo."
"Oh, vi ha educata bene Bradley!" sorrise, eppure sembrava che la sua fosse un'amara deduzione. Poi s'interruppe per sorseggiare il liquore, ma la sfumatura dei suoi occhi scuri era vivida persino attraverso il vetro del calice. "Vostro marito sembra avervi stregata..."
"Oh, cosa?" Tornai velocemente alla realtà, abbandonando la mia precedente distrazione quando udii il nome del giovane che avrei voluto amare e -ah!- lo feci così velocemente che quel vortice di pensieri mi procurò un capogiro!
Jasper assunse un -apparentemente sincero- piglio di gentilezza e lanciò un'occhiata alla sua destra. "Sembrate legati da un sincero amore, il che mi sorprende -davvero!- poiché il signor Wilkinson non è mai stato il giovane romantico che ogni dama londinese avrebbe desiderato." concluse la frase con una viva determinazione. "Quindi mi chiedo se siete stata voi a catturare il suo cuore, o egli il vostro..."
Quali parole infondate! Oh, mio Dio, evidentemente non conosceva la vera natura dell'immaginario amore che legava le nostre anime!
"In ogni caso lo invidio molto." Jasper sembrò avvicinare nuovamente il calice di liquore alle sue labbra per nascondere il suo volto imbarazzato.
Le sue parole erano state pronunciate con pudore e verecondia tuttavia, a differenza dell'istinto selvaggio di Bradley, il quale però continuava a regalarmi dei sorrisi.
Il volto del giovane dinanzi a me sembrava segnato da una lunga esperienza sociale e il suo sguardo affabile non aveva sicuramente meno di venticinque anni di esistenza -pensai- poiché le sue movenze, talvolta, potevano apparire esauste e abuliche.
Ma, forse, la Divina Provvidenza conosceva la ragione dei miei comportamenti?
E allora, mia Beata, poiché continuavo a confrontare i due giovani, sottoponendo l'avvenenza e l'incredibile arte seduttiva del signor Wilkinson alla gentilezza e all'eloquenza del buon Rayman?
Giammai paragonare due animi così differenti!
"Sembrate conoscere molto bene mio marito." borbottai, avvicinandomi al suo orecchio, poiché il frastuono dei presenti era molto intenso.
"Oh, sì! E' un mio caro amico di infanzia e gioventù. Credo quasi di essere stato un fratello maggiore per Bradley -giovane scaltro!"
Nella più completa solitudine, a quindici anni iniziai ad uscire.
Potevo solo bearmi della compagnia del signor Roole.
"Non si direbbe, sapete?" dissi, rammentando le parole di Bradley.
Ma ovvio, mio Signore, uno dei due stava pur mentendo! Tuttavia chi? Il misterioso cuore del giovane Wilkinson o lo spirito riflessivo di Jasper Rayman?
Ai posteri l'ardua sentenza! Saggio Manzoni!
Il sorriso formalmente innocente di Jasper era ben contrapposto al volto di colui che il mio cuore era così propenso a cercare tra la moltitudine di presenti: il signor Wilkinson sostava una buona dozzina di piastrelle più addietro e, quando mi voltai, egli non era circondato da nessuno cui prestasse attenzione. Un calice di vino tra le mani e lo sguardo dubbioso, interrogativo, confuso, affranto e ferito posato su di me. Ognuno osservò silenziosamente l'altro, ma -santo Cielo!- cosa cercava nei miei occhi? La risposta a quale domanda?
Dopodiché annuì, come se avesse risposto ad una segreta richiesta del suo cuore ed iniziò a oscillare tra la folla, e notai come egli continuasse a fingersi sereno anche in solitudine, poiché il suo orgoglio non avrebbe mai permesso che alcunché gli prestasse compassione.
Probabilmente il suo animo era molto più nobile per ricevere pietà da incapaci benefattori!
"E di cosa siete in cerca qui, nel Bedfordshire?" domandai, onde evitare di apparire disinteressata alle sue parole. Tuttavia il mio sguardo era ancora immerso in chissà quale pensiero!
"Non saprei. Credo di voler trovare una buona compagnia con cui discutere di letteratura e saggi filosofici, poiché non ho avuto modo di trovarne di valide a Londra." disse, scrutando il mio volto così sentitamente che mi fece credere volesse avere una conferma di una mia buona reazione, eppure rimasi impassibile.
"Voi sembrate una giovane molto colta, potrei bearmi della vostra presenza, quindi!" aggiunse, tentando visibilmente di attirare l'attenzione su di sé.
"Siete perspicace, signor Rayman." Distolsi lo sguardo dalla folla, per non apparire sgarbata. "Di quale saggi filosofici vi cibate?"
"Schopenhauer, indiscutibilmente."
"La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente tra il dolore e la noia, passando per l'intervallo fugace, e per di più illusorio, del piacere e della gioia." replicai, gioita dall'idea di poter esternare con qualcuno i miei saperi.
Jasper continuò imperterrito per una notevole quantità di tempo, per di più, a mostrare le sue opinioni filosofiche, le quali molto spesso e volentieri combaciavano con le mie, tuttavia non custodii così gelosamente una tale caratteristica, poiché d'un tratto avvertii un tocco sulla mia vita.
"Caro Jasper..."
Oh, ecco di ritorno una voce tanto soave quanto indirettamente maligna! Bradley sciorinò un finto sorriso a colui che lo stesso Rayman aveva definito come un caro amico d'infanzia, nonostante nutrissi ancora dei sinceri dubbi riguardo l'affermazione.
"Oh, quanto tempo, Bradley! Sempre solito a sparire dalla circolazione..." Il giovane Rayman sembrò quasi lanciare il suo calice di liquore su un vassoio, quando fu costretto a stringere la mano al signor Wilkinson, benché quest'ultimo, secondo le mie segrete indagini, apparisse restio.
La stretta di Bradley attorno alla mia vita bastò per arrestare nella gola il mio respiro, poiché così incessantemente mi attirava a sé.
Ma ne conobbi ben presto la ragione quando egli parlò!
"Avete conosciuto la mia bella moglie, a quanto vedo..."
Non seppi se esaminare quel visibile velo di possessività nella sua voce, oppure orgoglio e animo fiero delle sue parole. Nonostante ciò, il suo solito sorriso enigmatico non tardò a spiccare sul suo volto misterioso e criptico.
"Oh, sì, ho molto sentito nominare, nei paraggi, il nome della vostra nuova coniuge." mormorò l'altro, squadrandomi.
Le pupille di Bradley si dilatarono notevolmente ed egli increspò le labbra con una viva soddisfazione. "Vedete, mia cara?" disse, riferendosi indiscutibilmente alle parole da egli pronunciate precedentemente.
Come era fiero di avermi -a quel punto- resa una perla -quale non volevo essere- della società del Bedfordshire!
"Eppure, quando ne ho ricevuto la notizia a Londra, ho stentato a credervi! Chi avrebbe mai detto che vi sareste sposato, per giunta così giovane!" esclamò il signor Rayman, scuotendo leggermente il capo per la sorpresa e inclinandolo per un accenno di imbarazzo.
"Pregiudizi, Jasper, pregiudizi." Bradley intensificò la stretta. "E voi? A quando le liete nozze?"
"Ancora non ho avuto l'occasione di trovare una buona moglie che possa sorreggere la mia anima, mio malgrado!" replicò in maniera troppo ardita -trovai fosse- Jasper Rayman.
Bradley ghignò e la mano che prima stringeva la mia vita si spostò sul mio collo. Oh, santi Numi! Voleva forse indebolirmi dinanzi ad una folla così incontenibile di ospiti?
"Vi consiglio caldamente di trovare questo così ardentemente desiderato sostegno altrove." rispose mio marito, la voce alta ed aspra. "Sapete, in queste zone poche sono le fanciulle di bell'aspetto e, coloro che meritano, sono già impegnate. Mi duole molto dirvelo..." recitò.
Oh, quale demone di gelosia si era insediato nel giovane Wilkinson! Tuttavia -non seppi se definirmi divertita o infastidita- osservai il suo volto ed il mio sguardo venne ben presto ricambiato.
Avevo così compreso il suo intento!
Ai suoi occhi -così come allo sguardo altrui- io dovevo indiscutibilmente apparire solamente sua ed egli era pronto a rendere il suo intento realtà escludendomi dalle cerchie di compagnia, così avrebbe iniziato con il suo dannato proposito di allontanare Jasper Rayman, giovane per il quale, inoltre, nutrivo ammirazione per le riconoscenti doti intellettuali ma alcun tipo di affetto.
Jasper rimase interdetto. Aveva forse compreso il reale significato della frase? "Oh, immagino quanto vi dolga..." Lo sguardo del giovane biondo apparì piccato, ma restò comunque cortese e amichevole, ed era così differente dal fuoco bollente negli occhi verdi di Bradley!
Quest'ultimo sogghignò, deridendo e canzonando. "E' stato un enorme piacere rivedervi, però ora dovete scusarci."
Piacere o dannazione? Oh, mia anima, quando cesseranno le tue tribolazioni? pensai.
Dopodiché bastò un suo gesto delle mani per destare la folla dei presenti e, quando egli annunciò che il ballo e la festa erano improvvisamente giunti a termine, gli ospiti esplosero in mormorii ed opposizioni sconsolate, tuttavia Bradley non si fece intimorire, ma afferrò con decisione il mio braccio e mi obbligò a guardarlo negli occhi. "In camera. Ora."
"Per quale ragione?"
"Non obiettate, vi raggiungo tra qualche istante." Come ardeva il suo sguardo.
Oh, mio Dio, cosa mi sarebbe capitato? Nulla avevo compiuto di maligno ai suoi danni! Inoltre, gli avevo forse dato modo di pensare che desiderassi avidamente la compagnia di Jasper Rayman? Come detestavo, allora, le sue sciocche insinuazioni!
Quella sua possessività quasi arrogante, nonostante fosse avvenente e seducente fu abbastanza per far sì che, quando entrai nelle mie stanze, mi spogliassi dei miei abiti e osservassi la mia immagine amareggiata e affranta allo specchio, prima di dover subire sulla mia figura la potenza di uno sguardo bollente e ardente come quello di Bradley quando entrò.
Egli lanciò la sua giacca sulle lenzuola e sembrò strappare con rabbia i bottoni della sua camicia quando si voltò verso la mia immagine: ecco! la luna era pronta ad illuminare il suo sguardo, e se esso prima brillava di fiamma, in quel momento s'incendiò quando, mentre io ero intenta ad arretrare, egli mi spinse contro lo scrittoio alle mie spalle.
Sussultai e mi ressi agli angoli del mobile quando Bradley si avventò su di me. La sua bocca volle soffermarsi sul mio collo, ma non avvertii il tocco delle sue labbra, bensì un sospiro iroso. "Vi ha colpito, Jasper Rayman, vero?"
Scossi il capo. "Oh, no..." ansimai per la sua vicinanza. "Perché dite questo?"
"Oh, perché lo dico, mi chiedete?" La sua voce divenne simile all'urlo del messaggero più perfido di Lucifero e -ah!- la sua mano! Essa iniziò ad accarezzare la mia pelle all'altezza del ginocchio, poi, quando ammiccò alle mie cosce -per quanto irresistibile il suo tocco potesse essere- la bloccai con le mie dita ed egli alzò il capo. "Credevo vi piacessero queste carezze. O forse preferite gli sguardi così dolci di Rayman, mia fanciulla?"
Oh, giuste parole provenienti da un improvviso signore seducente e altezzoso! Come era riuscito a comprendere le reazioni che i suoi tocchi mi arrecavano?
"Ho solo intrattenuto una conversazione con il signor Rayman quando voi eravate troppo impegnato a mostrarvi immune alla vecchiaia dei vostri anziani compagni d'avventure!" risposi, adirata, mentre notai come i nostri corpi fossero vicini. Le sue mani, precedentemente, mi avevano spinto sullo scrittoio e la mia vestaglia bianca era incatenata alle sue dita, così come le mie gambe erano amaramente aperte e la sua figura si appollaiò tra la distanza che intercorreva fra un mio piede e l'altro, quindi non potevo far altro che considerarmi inerme.
<Quindi deduco quanto io vi sia mancato!" sussurrò sulla mia giugulare. "Ma ditemi, reputate davvero così sani gli scritti di Arthur Schopenhauer? Poiché -oh!- sono della vostra stessa opinione!" Il suo tono di voce divenne teatrale, quando spinse il mio corpo ancor più addietro, tantoché quest'ultimo rasentò la parete. "State ferma, non muovetevi, non intendo farvi nulla che voi non vogliate..."
O che voglio! sussurrò il mio cuore, ma come poté formulare un simile pensiero? Sciocco istinto!
"E allora" Tentai di riprendere fiato. "perchè mi siete così vicino?"
"Oh, perchè, non posso, forse? Vi prego di perdonarmi, allora, se dovessi crearvi disagio, ma non credo poter udire i vostri mormorii se fossi a voi distante." disse, avanzando ulteriormente. "Poiché ogni qualvolta si avvicinano le undici, ed io e voi ci ritroviamo a dover intraprendere una -benché semplice- conversazione tra le lenzuola, voi sembrate bisbigliare sommessamente, forse per la stanchezza, non saprei. E invece stasera voglio udirvi chiaramente..." Il suo sguardo si posò sul mio seno che- oh, Cielo!- si era enfiato per la mia eccessiva emotività.
"Oh, davvero?" ansimai.
"Sì, davvero. Ma forza, ditemi cosa ne pensate de Il mondo come volontà e rappresentazione, dato che avete espresso il vostro amore con Jasper Rayman riguardo una frase in particolare del volume." La sua bocca si allontanò dal mio collo e si avvicinò alle mie labbra.
Conosceva il nome di uno dei più importanti scritti di un simile filosofo tedesco di grande presenza? Quale sorpresa!
Provai ad ingabbiare più fiato possibile, poiché mai le sue labbra erano state così vicine. "Io credo che... sia uno scritto... quasi pessimista, poiché tende a spiegare come l'uomo abbia la volontà di..." mi bloccai quando Bradley alzò il capo, come a soppesare le mie parole e schiuse le labbra. "possedere una conoscenza molto vasta, ma è... schiacciato dallo stesso peso del suo... frustrante desiderio." Perché sorrisi?
Erano molto differenti i modi che avevo di discutere di letteratura con i due giovani! Ragionavo sugli scritti di Schopenhauer tranquillamente e con molta calma, accettando anche pareri di natura diversa, con il signor Jasper Rayman, mentre, in quel momento, avevo enunciato il medesimo pensiero, tuttavia ansimando e boccheggiando, poiché avevo dinanzi non un buon gentiluomo d'Inghilterra, ma un seducente demone dagli occhi verdi che sembrava estraneo ai suoi comportamenti così istintivi e famelici, e sicuramente era molto ansioso di cibarsi del mio corpo.
Se pochi minuti addietro pronunciavo frasi filosofiche diritta in una valorosa sala da ballo, percependo sulla pelle il lieve tocco soave del vento che filtrava dai battenti delle finestre, ora ero addossata alla parete delle mie stanze con la bocca di Bradley smaniosa di trovare la mia, e sulla mia pelle avvertivo solo le sue carezze fugaci e il suo respiro.
Nonostante ciò non avrei saputo dire quale situazione preferivo. Tempo addietro sarei stata certa di prediligere una conversazione con Jasper Rayman, ma -oh!- mia Grazia, ora?
Preferivo la tranquillità o il sentirmi completamente vittima dell'arte di seduzione di mio marito?
"Sono grato a Dio di aver sposato una simile fanciulla da doti intellettuali e critiche così ampie, sapete?" Egli inclinò il capo e sorrise, ma la sua schiera di denti era troppo abbagliante per essere retta dai miei occhi, quindi chinai il volto.
Le sue braccia si tesero e le sue mani iniziarono a stringere le mie ginocchia, come per reggervisi. "Credo che abbiate capito, quindi, cosa intendo dirvi..."
Boccheggiai. "Oh, cosa?"
"Anche io sono un uomo colto, sapete? Esigo, però, esternarlo in maniera differente. Giammai sarò il giovane che cammina in una biblioteca con un volume tra le dita, le movenze simili ad un Don Abbondio!" disse.
La stretta sulle mie ginocchia si spostò, e le sue dita s'infiltrarono sotto la mia veste -di conseguenza gemetti- ed esse si posarono con un'assurda velocità sulle mie cosce; strinse le mie gambe e con una movenza repentina le trascinò verso il suo corpo. La mia figura graffiò i bordi dello scrittoio.
Trasalii ansiosamente e ringraziai Iddio che la finestra aperta fosse alle mie spalle, perché non avrei mai desiderato che Bradley potesse notare quanto fosse ardente il rossore sulle mie guance. Quel colorito che avevo assunto solamente in sua presenza, inoltre!
"E sapete perché?"
Scossi il capo.
"Perché conosco molto bene il vostro sesso, mia cara. Però sono molto afflitto, poiché voi..." disse con una finto dispiacere. "oh voi! non mi date modo di credere che le donne siano tutte uguali. Tuttavia penso che i piaceri che la vostra persona desidera siano i medesimi di tutte le donne della Gran Bretagna!" esclamò.
A quali piaceri si riferiva, mio buon Dio?
Sgranai gli occhi, certa di essere al culmine del piacere. Eppure, quale piacere avrebbe mai provato una qualsiasi donna, se esso era dato solamente dalla vicinanza di un uomo che ancora non amava?
La mia anima sussurrò istintivamente e ripetutamente la parola ancora, come a ricordarmi che, un giorno o l'altro, avrei ceduto, ma no! Avrei lottato!
"Amo le vostre inusuali e differenti doti intellettuali, perché ammetto esse siano molto ammirevoli e capaci di sedurre un uomo, e devo proprio dire che hanno avuto quest'effetto su di me. Ma negate forse che a voi, invece, non piace questo?" -Oh, no!- le sue dita avanzarono ulteriormente e non mancava molto perché esse raggiungessero la mia biancheria intima!
Arrestatevi, signor Wilkinson! urlai mentalmente.
"Rispondete. Lo negate?"
Deglutii e, se il mio cuore diceva di assentire al suo desiderio, la mia mente mi pregava di rimanere immobile.
Bradley sorrise con soddisfazione. "Chi tace acconsente." Le sue dita si ritirarono, -ma la sua presa no!- Poi si avvicinò nuovamente al mio volto. "Guai a voi, vi dico -e non con cattiveria, ma poiché credo oramai che voi abbiate avuto l'occasione di conoscere il mio animo estremamente geloso- se vi dovessi trovare ancora in compagnia di un qualsiasi altro uomo che non sia io o il vostro buon padre." La sua bocca si posò frenetica sul mio orecchio. "Ci siamo capiti, mia cara?"
Annuii freneticamente, sbattendo gli occhi per impedire che le lacrime rigassero le mie guance, eppure esse non erano gocce salate di tristezza, oh no! Erano lacrime di confusione! Ero così amareggiata perché sentivo l' incancellabile desiderio carnale accrescere sotto il suo tocco, e la mia razionalità tentava, invece, di impedire che ciò potesse continuare, ma il mio cuore -oh, il mio cuore!- iniziava a legarsi a lui.
"Brava ragazza." disse, e le sue mani afferrarono la mia vita. "Tuttavia, domani dimenticherete ben presto il buon Jasper Rayman..."
"E come, signore?" sussurrai sulla sua mascella, il fiato molto corto!
"Oh, vedrete, mia bella fanciulla!"
E, quando le sue mani abbandonarono il mio corpo per allontanarsi dalla mia figura, scivolai dallo scrittoio, e caddi inevitabilmente a terra, senza forze.
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Amatemi perché ho fatto una fatica impressionante a pubblicare il capitolo, santo Cielo!
Uh uh! Un Bradley famelico fa nuovamente il suo ingresso!
Ma quale altro progetto avrà riservato per Allyson?
La ragazza sta cedendo...
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