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Capitolo 23

La porta della camera venne febbrilmente aperta. "Voi.." Bradley si arrestò sulla soglia, gli occhi sbarrati e le movenze tentennanti. Espirò. "siete un incanto."

 Trasalii al suono di quella voce intonata e mi sorpresi di come essa divenne poi improvvisamente più grave.

 Come era sempre attento alla bellezza esteriore!

 Ma oh! calmati mio cuor! pensai.

 Nel sostare dinanzi allo specchio, incrociai il suo sguardo celante provocazione e mi chiesi cosa notasse di confacente ad una bellezza particolare nella mia figura: solamente un lungo abito in pizzo rosa cipria e quella chioma sconvolta di capelli acconciati dalle più esperte pettinatrici del Bedfordshire, tuttavia, nonostante le mie opposizioni al riguardo, come potevo far comprendere ulteriormente al signor Wilkinson che non ero io la sposa?

Avvampai e chinai lo sguardo, mentre udii i tonfi dei suoi passi avvicinarsi e, quando alzai nuovamente gli occhi, il mio pensiero nascose una vivida ammirazione riguardo all'aspetto di Bradley, poiché egli -notai- riusciva a miscelare perfettamente eleganza e disinvoltura.

Come lo avrei amato se il suo passato non lo avesse -ahimé- contagiato!

Ero ancora fermamente convinta egli fosse affetto da satiriasi, eppure, a differenza di qualche giorno addietro, ero pronta a rendere il suo cuore appartenente ad una persona giusta e dai sani princìpi.

Buon Dio, come Ti ringraziai quando, mentre egli iniziava ad accarezzare la mia schiena alle mie spalle, una voce femminile mi chiamò dall'androne!

Oh, fortunatamente ebbi una buona giustificazione alla mia fuga da quei tocchi così allettanti!

"Allyson!" Chi poteva mai essere?

Osservai, attraverso lo specchio, Bradley tendere la mascella per poi arretrare, visibilmente infastidito dall'intervento di -oh, riconobbi quella voce!- Bethan.

La mia precedente gioia mutò in rabbia quando dedussi chi fosse l'ignota persona impegnata a cercare la mia compagnia così avidamente, inconsapevole di quanto fossi restia ad accettare io la sua.

Con un cenno del capo, mi congedai, avviandomi verso l'uscio ma la voce di mio marito interruppe i miei passi. "Aspettate." Si avvicinò, alzò una mano e sfilò una ciocca dei miei capelli dalla complessa acconciatura. "Così sembrate più scaltra..." mormorò, la voce calda.

Istintivamente sorrisi, inclinando il capo, curiosa di sapere come avrebbe ribattuto alla mia replica. "Non avevate forse parlato -in presenza, inoltre, del signor Roole- di come voi non desideriate affatto rendermi una vostra simile?" ironizzai.

Senza neppur attendere un suo sorriso divertito, mi avviai verso la stanza dove Bethan era in preparazione e, prima di abbassarne la maniglia, chiesi al mio cuore se quest'ultimo desiderasse veramente essere di compagnia alla fanciulla.

La risposta fu negativa.

La mia opinione riguardo la ragazza era stata lacerata notevolmente dal racconto di Bradley, pertanto, quando entrai, non ricambiai il sorriso che ella mi rivolse.

"Oh, mia cara!" La giovane era avvolta da un lussuoso ma ingombrante abito da sposa, per il quale sembrava esporre un certo vanto, visto il piglio fiero che sciorinava in volto.

Oh, come mi erano più comprensibili alcuni dei suoi simili comportamenti, ora!

Buona Grazia, Ti fui enormemente grata per il discernimento da Te donatomi!

"Non potrei lasciare questa dimora senza un tuo parere!" esclamò, osservando i suoi capelli biondi sul riflesso dei miei occhi. "Pertanto dimmi, Allyson, è forse un brutto abito questo?"

Ah, futili preoccupazioni! Se solo fosse stata in apprensione anche per suo cugino, anni prima, il suo cuore sarebbe risultato molto più sincero ai miei occhi.

"No," risposi. "affatto." Eppure la mia voce sembrava così fredda! Di conseguenza decisi di fingere sollecitudine per l'evento, affinché ella non potesse pensare io fossi invidiosa della sua eleganza. Per nulla al mondo sarei stata vittima di quel duro sentimento!

Bethan sorrise, eppure in cuor suo conosceva già la mia risposta. Dopodiché, con un gesto che notai fosse altamente presuntuoso, fece cenno alle cameriere di ritirarsi, poi, facendo oscillare i suoi fianchi, si avvicinò. "Oh, non puoi immaginare, mia Allyson, come io sia ansiosa di giungere all'altare!" disse, emozionata. "Ah, pardon, ho dimenticato come anche tu abbia provato le medesime sensazioni."

Ecco, il suo errore!

Se solo fosse stata testimone della mia angoscia di quella mattina! E se solo, ora, avesse saputo come, invece, l'odio che provavo nei confronti del giovane Wilkinson si fosse spostato verso la sua persona!

Ma annuisci e menti ancora, Allyson! mi esortai.

"Lo amo così tanto!" Ella congiunse le mani, sfoderò un enorme sorriso verso il cielo e accentuò il barlume di commozione negli occhi.

Osservai le sue movenze delicate, raffinate e colme di un'innata eleganza, le stesse movenze che io preferivo allontanare per lasciar spazio alla coltura della ragione e dell'intelligenza, e mi domandai come fosse possibile che tanta leggiadria avesse commesso simili atti opportunisti e maligni ai danni di una persona che, invece, avrebbe dovuto esserle cara.

Tuttavia, a mente, ritornò la mia precedente e sfibrante esortazione, pertanto sorrisi." Come ti comprendo!"

Ma oh, -invece- com'ero bugiarda!

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La stessa chiesa! Quale sensazione di spossatezza mi avvolse!

Impiegai un attimo per rammentare come, con piccoli e lenti passi vessati avevo oltrepassato, quella mattina, gli alti battenti della cattedrale, osservandoli come fossero barricate da non superare se avessi voluto preservare la mia precedente felicità.

Le campane in festa. La sinfonia di Mendelhson. Il mio terrore. Le vetrate istoriate. Bradley in fervida attesa dinanzi all'altare. I suoi famelici e impuri occhi verdi. Le fedi. La mia mano nella sua.

Quella stessa mano che, quando aprii con un sussulto tumultuoso gli occhi, il signor Wilkinson stringeva, apparentemente in apprensione. Egli, al mio fianco, iniziò ad accarezzare le mie dita, sporgendosi verso di me. "State bene?" pronunciò, molto probabilmente donando troppa importanza ad una tale domanda, vista la ferocità con cui i presenti si voltarono, impettiti ed impietriti dinanzi alle panche in legno.

State bene? State bene? State bene?

Come divenne nauseante il frastuono che imperversò nella mia mente ad una simile domanda! Quest'ultima venne ripetuta -nella mia testa oramai indebolita- così incessantemente che fu udibile da ogni organo del mio corpo.

Come era possibile fossimo già giunti all'interno di quell'enorme cattedrale dove avevo consacrato la mia anima al giovane al mio fianco?

Una mano afferrò il mio mento e, ben presto, trovai un paio di occhi verdi fissarmi con ansia. "Rispondete!"

Annuii, seppur non essendo convinta della mia risposta, ma non avrei mai potuto rivelare quanti ricordi suscitasse in me quel luogo sacro, giacché agli occhi di quella divinità dinanzi a me sarei apparsa incoerente nei miei atteggiamenti, ma solo il buon Dio poteva conoscere come fossero instabili le mie sensazioni!

Alternavo comprensione con disprezzo, tranquillità con angoscia e le mie estenuanti preghiere non furono necessarie per sollevare il mio animo.

Bradley scosse il capo, spostò la mano che reggeva il mio mento sul mio braccio e mi attirò ancor di più a sé.

Voglio donarvi quella protezione che io non ho mai ricevuto.

Ma non era forse eccessiva una simile protezione? Come mi doleva il braccio sotto la sua stretta ferrea!

"Sapete che detesto le menzogne." Il suo sguardo brillò di una fiamma intensificata dal dissenso. "Come potete pretendere di conoscere il mio cuore così accavallato e confuso se siete voi a celare a me le vostre sensazioni?" I suoi occhi si spostarono sulle mie labbra - ma per quale ragione?

Sincere ma dure parole!

Eppure egli non conosceva come fossero in lotta i miei sentimenti! Pertanto voltai il capo, chiudendo gli occhi, per poi riaprire lo sguardo e fissare il tabernacolo. "Vi prego..."

Il signor Wilkinson sospirò e le sue dita scivolarono sulla mia mano ma, quando fui scossa da un tremore improvviso, egli lasciò la stretta così flebile e congiuse le mani dinanzi a sé, alzando il busto e immobilizzando il capo, seppure i suoi occhi fossero così agitati nella ricerca disperata di qualcosa cui poggiare la propria attenzione.

Udii solo le ultime note della sinfonia di Mendelhson, poiché i miei pensieri rimasero incollati all'altare, dove, pochi istanti dopo, giunse Bethan, la quale posò la sua mano delicata sul palmo di un uomo dall'aspetto emancipato e maturo, in quanto sembrava di qualche decina di anni più anziano della fanciulla.

Si poteva amare un uomo così lontano dalla propria giovinezza?

Mi era impossibile - ancora, sottolineai- amare un diciottenne magnifico ed incantevole, seppur discolo e ribelle, come avrebbe potuto, quindi, Bethan giurare amore ad un nobile così simile ad un padre adulto?

Erano forse le numerose e strabordanti ricchezze a rendere affascinante e benevola una persona? Oh, sì, mia anima!

Disponibilità finanziarie aveva sussurrato Bradley quella notte, riferendosi alla cugina, quindi non esitai ad annuire alla mia silenziosa domanda, pensando successivamente a quanto potesse essere calcolatore il cuore di una donna.

Basti ricordare mia madre! riflettei.

Il sorriso della giovane in volto! Oh, come sembrava sincero, tuttavia!

Osservai la rappresentazione pittorica della Vergine affissa su una parete della fastosa chiesa e dedussi come il suo aspetto fosse simile a quello -in apparenza- angelico di Bethan.

Rievocai i miei pensieri del mio matrimonio, dove reputavo -senza alcun dubbio, inoltre- le pupille di mio marito colme di menzogna e, ciò, ancora non potevo interamente smentirlo, tuttavia potevo, però, dedurre come fossero molto più bugiardi gli occhi blu della giovane all'altare che le perle verdi di Bradley al mio fianco!

Quest'ultimi si posarono lesti sulla croce dorata esposta sopra l'abside e, immediatamente, il suo sguardo si scostò, e non seppi se per l'abbagliante luce che la illuminava o se per l'inadeguatezza che il giovane provava in simile luogo sacro; in ogni caso -mi domandai- i suoi attuali comportamenti potevano essere giustificati dal suo passato?

Nel dubbio, tornai a Bethan e -oh!- come tremò il mio cuore nell'osservare la sicurezza e la determinazione nelle sue gesta quando prese tra le dita la fede dorata!

Ma esse non furono, con mia grande sopresa, decise come il suo giuramento d'amore!

Oh, mio Dio, qual era il segreto della felicità? Per quale ragione, io, nello stesso istante da lei ora vissuto, ero immersa nel terrore, nella disperazione e nel ripudio?

Ah, quanti sentimenti contrastanti potevano vivere due persone dello stesso sesso negli stessi attimi!

Non era sadicismo, non era invidia, ma era solo una giusta e pura confusione, un agglomerato di domande che rivolgevo ininterrottamente all'Altissimo affinché ricevessi una risposta, seppur quest'ultima -ancora- non fosse giunta.

La sua gioia! Come avrei voluto mostrare la stessa gioia, su quel medesimo altare!

Mia Vergine, -osservai una rappresentazione sacra- afferra Tu i turbamenti della mia anima!

Quei rimpianti e quel desiderio di felicità sfociarono in lacrime: dapprima esse furono silenziose, laddove credevo il mio abbattimento fosse temporaneo, ma successivamente furono travolte da un'ondata di pentimento, come se reputassi me stessa la causa della sofferenza da me provata giorni addietro, in netta contrapposizione con una simile felicità.

Quando notai una capigliatura corvina voltarsi nella direzione delle mie lacrime, chinai il capo, poiché la vergogna e l'onta mi impedivano di ragionare correttamente.

Arrestatevi, futili gocce di tristezza, non sono forse abbastanza i miei timori ed i miei sentimenti confusi ad infliggermi sofferenza? urlai segretamente.

Un singhiozzo scivolò dalle mie labbra e serrai prontamente quest'ultime, per impedire ciò potesse accadere nuovamente, poiché -oh!- non l'avrei accettato, visto l'odio che, da sempre, nutrivo verso le mie lacrime.

Ma fu necessario un tocco.

Un braccio cinse le mie spalle e quello non apparì come un gesto paterno o fraterno, giacché mi sembrò qualcosa di più intimo, dedussi, mio malgrado. Bradley iniziò ad accarezzare il mio braccio, stringendomi a sè, evidentemente dopo aver udito l'impeto con cui le lacrime stavano graffiando la mia pelle. "Non vi scostate, ve ne prego." sussurrò al mio orecchio, mentre le sue dita alzavano il mio volto verso il suo, per raccogliere sull'indice una goccia di triste rugiada.

Oh, no! Non avevo alcuna intenzione di scivolare dalla sua ferrea presa, mio Dio!

Come riusciva, quel ragazzo, ad alternare dolcezza e comprensione a lussuria e arroganza?

Fui costretta -poiché sì, la mia fu una costrizione, visto come lo stupore del suo gesto m'infuse immobilità- a poggiare la mia mano sul suo petto, affinché riuscissi a reggermi diritta, mentre la sua mano continuava ad accarezzare il mio corsetto, consapevole, però, che non avrei desiderato essa s'infiltrasse altrove.

Poi le sue dita si spostarono sui miei capelli e, d'improvviso, nonostante i miei pensieri razionali erano intenti a convincermi di separarmi dal calore del suo abbraccio, rimasi immobile e chiusi gli occhi, poiché cosa importava, forse, l'acconciatura, quando in quel momento potevo disporre di quell'affetto del quale avvertivo l'irresistibile mancanza?

Ovvio, mio cuore, esso proviene da una persona che -ancora- non ho avuto la bontà di amare, ma è pur sempre un gesto che può avvicinarmi ancor di più al suo vero essere! ragionai, in lotta sia con il mio cuore, sia con la mia mente.

E allora, mia Buona Provvidenza, cosa m'impediva di lasciare la sua presa? L'istinto, forse? Eppure, quest'ultimo non proveniva dal mio cuore?

Ah, quante domande ancora nulle di una sana risposta!

Il cuore di Bradley palpitò velocemente sotto le mie dita e alzai il capo -oramai rivestito di lacrime secche- verso i suoi occhi. Una linea sottile divideva l'affetto che tentava di dimostrare nei miei confronti con un'altra improvvisa sensazione... - odio?

Seguii il suo sguardo: esso era posato sulle figure di due coniugi seduti sulla prima panca della nostra navata, ma non resse, poiché tornò a posarsi sul tessuto del mio abito che egli intrecciava tra le dita.

"Che succede?" domandai e con quanta gioia scoprii come avessi intuito la natura delle sue emozioni!

Bradley schiuse le labbra e scosse il capo, sorpreso ma mortificato. "Non mi hanno riconosciuto."

"Chi? A cosa vi state riferendo?"

Egli chinò il capo, cosicché il mio sguardo potesse allinearsi al suo. "Vedete quei due borghesi? Lì, poco distanti dalla figura della sposa."

Trasalii nel notare come le nostre parole, d'un tratto, apparirono così confidenti!

"Sono loro che" deglutì. "hanno vietato alla piccola Bethan di trascorrere del tempo in mia compagnia, nove anni fa." sussurrò, temendo che qualcuno potesse udire la sua voce.

Finalmente compresi.

Gli zii di Bradley erano tornati.

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Per la prima volta, Allyson accetta l'abbraccio di Bradley!

Ma come reagirà, come si sentirà quest'ultimo dinanzi a coloro che hanno reso la sua infanzia un inferno?

Votate e commentate!












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