30. L'inizio della fine
Il mio risveglio non fu dei migliori, grida e rumori di ogni genere avevano reso il mio riposo impossibile.
Capii subito che c'era qualcosa che non andava così mi precipitai nel corridoio e cozzai praticamente contro Rob che era agitatissimo.
Prima che potesse parlare, Kassandra lo superò di corsa dicendo che doveva aiutare le altre streghe.
«Dannazione, il gruppo dei licantropi ci ha tradito! Hanno ucciso molte delle streghe di Kass e così facendo le difese magiche della fortezza si sono notevolmente abbassate. È iniziato tutto nei piani più bassi! Hanno attaccato di sorpresa, ma sembra che Katherine non sia coinvolta, infatti sta combattendo con noi. Cazzo, dobbiamo sbrigarci!» m'informò velocemente il mio amico.
Aveva una camicia a maniche corte aperta sul petto e un paio di jeans e delle scarpe da tennis; era ancora pulito,indizio che mi diceva non avesse ancora iniziato a lottare.
Sicuramente gli uomini di Rafael e quelli di Randhal sarebbero riusciti a sistemare un gruppo di licantropi, anche con l'aiuto delle streghe sopravvissute.
«Dove diamine è Sharon?» lo bloccai prima che se andasse.
«È al sicuro con Lauren e Rafael! Randhall e Faith stanno guidando i vampiri, Nick sta cercando di trovare i licantropi che sono scappati e ha qualche uomo di Raf con sé...» affermò il mio amico prima di sparire dalla mia vista per raggiungere Kass.
Come diavolo era possibile sopraffarci in casa nostra? Eravamo più numerosi e più forti!
Decisi di recuperare l'attrezzatura nella mia camera prima di buttarmi in combattimento.
Mi infilai velocemente una camicia scura sotto cui vi montai il meccanismo di Alex, e calzai un paio di pantaloni comodi neri e delle scarpe da ginnastica per essere agile e pronto a colpire.
Infilai due coltelli d'argento nel mio equipaggiamento, uno nello stivale e l'altro dietro la schiena, e infine caricai la pistola con i proiettili di legno rivestiti in argento, l'ultima creazione di Alex prima di morire.
Percorsi i vari corridoi che mi si aprivano d'avanti tutte le volte che scendevo le scale, e puntualmente a ogni livello assistevo a scene cruente di lotta e di morte.
La casa sembrava un fottuto assedio e vampiri, streghe e licantropi di entrambe le parti erano in lotta tra di loro.
Una scena catturò la mia attenzione mentre correvo lungo la rampa di scale, verso i sotterranei dove la lotta pareva aver avuto inizio.
Nick lottava disperatamente con un licantropo!
Sbuffai e mi fiondai sul nemico premendo le mani ai lati del suo viso. Riuscii a torcergli il collo gettando poi via il malcapitato giù dal corrimano della scale.
«Grazie, figlio di puttana» mormorò Nick, sospirando.
Indossava sempre abiti neri, una maglia a manica lunga e pantaloni comodi.
Poi mi placcò inaspettatamente ed entrambi sfondammo un muro finendo in una stanza alle nostre spalle.
«Ma che cazzo!» esclamai gridando.
Successivamente fece capolino un tizio con indosso una veste scura e che aveva tutta l'aria di essere un mago o un santone di qualche genere.
Nick mi aveva salvato da qualche stronzata magica.
Gli passai lentamente un pugnale, mentre il tizio con una specie di palla di luce nelle mani mi intimava di non muovermi.
Con uno scatto il mio rivale secolare lanciò l'arma e centrò in piena fronte il mago, fatto che bastò a ricordandomi una scena molto simile di me, che agivo allo stesso modo contro un Lama Oscura nel 1876.
«Non c'è nulla che tu sappia fare e io no»ghignò il vampiro alzandosi.
Scossi la testa per poi alzare lo sguardo al cielo e sospirare.
«Dimmi cosa diavolo è successo» gli chiesi bruscamente fissandolo negli occhi.
Lui si guardò intorno e poggiò le mani sui fianchi.
«I licantropi sono andati di sotto per farsi rinchiudere in quanto a breve ci sarà la luna piena. A controllarli e ad aiutarli sono state mandate le streghe mentre i vampiri erano dediti al pattugliamento degli altri piani» iniziò a spiegarmi Nick.
Lo invitai a continuare annuendo.
«I lupi hanno aggredito di sorpresa le streghe e ne hanno uccise parecchie sfruttando il fatto che tutto è accaduto assolutamente dal nulla. Le difese magiche si sono drasticamente abbassate e alcuni stregoni si sono teletrasportati nel seminterrato e hanno aiutato i licantropi a decimare le ultime streghe e i vari vampiri che erano venuti in loro soccorso» continuò a narrare il non-morto mentre i rumori dei combattimenti infuriavano tutt'intorno.
«Intanto anche le streghe avversarie più deboli sono riuscite a entrare nella struttura portandosi dietro alcuni vampiri al servizio di Markoos, così come pure un'ondata di licantropi. Noi ci siamo divisi i compiti e Randhal si sta facendo valere insieme a Faith combattendo all'ultimo sangue con i suoi seguaci. Kass è scesa con Rob ad aiutarli. Io sono stato mandato a beccare i traditori per interrogarli ma ho perso tutti i miei uomini. Rafael e Lauren hanno Sharon e la stanno portando al sicuro» concluse Nick dandomi da pensare su come agire.
«Perché lei non è con te? Sembrate parecchio intimi» lo incalzai con una punta di astio.
«Non è quel tipo di donna, ci siamo solo baciati qualche volta. Ma a te non deve interessare» rispose contrariato il biondo, fissandomi.
«Ho preferito lasciare Sharon con i più forti del nostro gruppo in ogni caso perché tengo a lei ed è più al sicuro così» concluse infine il mio rivale.
«Comunque sia, vengo con te, cerchiamo quella cagna di Katherine. C'è sicuramente lei a capo di tutto!»ringhiai incazzato mentre invitavo Nick a seguirmi.
«Non credevo ti accoppiassi con le cagne, in ogni caso lei sta combattendo per tutta la villa. Kath non ne sapeva nulla» mi informò il mio rivale scuotendo la testa.
A un certo punto ci mettemmo in allerta perché sentimmo qualcuno avvicinarsi.
Qualche secondo dopo eravamo messi spalle a spalle perché circondati da quelli che sembravano licantropi con sembianze piuttosto informi e grottesche.
Le creature riversavano in forma semi-animale, un qualcosa che davvero non avevo mai visto prima.
Avevano addosso t-shirt strappate e jeans sgualciti ma le loro teste erano lupesche e le mani avevano degli artigli animaleschi.
Se ne stavano in forma eretta, e uno di loro parlò addirittura.
«Prendete lui vivo e l'altro fatelo fuori» ordinò quello che sembrava in carica.
La sua voce pareva quella di un posseduto ed era grave e gutturale.
Guardai Nick on la coda dell'occhio e lui ricambiò.
«Cosa dicevi quella volta a San Gimigniano a proposito del fatto che non ci saremmo mai più trovati spalla a spalla a combattere insieme?» mi incalzò il vampiro beffardo.
«Sono passati più di 150 anni, dimenticati quelle parole!»risposi con la stessa consueta arroganza al mio acerrimo rivale.
La battaglia incominciò e subito mi trovai a schivare vari fendenti di quegli artigli enormi; estrassi rapidamente la mia pistola e sparai a uno dei miei nemici dritto verso il cuore.
Lo vidi accasciarsi e lentamente tornare in forma umana perdendo il suo potere e morendo lentamente.
Tuttavia un poderoso man rovescio del suo compagno mi aveva colpito al volto scaraventandomi contro una parete.
Durante il volo persi la presa sulla mia arma e rotolai diversi metri da dove ero stato colpito.
Intanto sentivo Nick combattere e un guaito prolungato mi fece capire che aveva usato bene il pugnale d'argento che gli avevo prestato.
Il mio avversario mi agguantò ancora per la camicia e mi scaraventò sopra un tavolino facendolo finire in pezzi, per poi piantarmi un piede o una zampa sul collo facendo pressione.
Con lo sguardo non riuscivo a scorgere la mia pistola, dovevo rassegnarmi all'idea del corpo a corpo.
«Ne ho preso uno! Uccidili l'altro!» ringhiò al suo amico che era alle prese con Nick anche se non vedevo la battaglia.
Colsi il suo attimo di distrazione per colpire con l'avambraccio il legamento del suo ginocchio.
Ripetei l'azione con tutta la mia forza per tre volte fin quando non sentii l'osso rompersi.
Mi alzai e schivai un fendente dei suoi artigli, presi il suo braccio con una mossa veloce e spezzai anche questo suo arto, lasciandolo dunque solo con una mano e una gamba funzionante.
Mi posizionai dietro di lui e posai le mani ai lati della sua testa lupesca, pronto a ucciderlo, ma il bastardo si alzò su una sola gamba e ringhiò furibondo cercando di afferrarmi col braccio buono.
Io rafforzai la presa per soffocarlo ma non c'era verso di farlo arrendere.
Durante i movimenti notai che Nick era messo come me e, infatti, ci guardammo complici.
Non appena i due lupi furono uno di fronte all'altro smontammo da loro.
Io presi il braccio rimasto del mio nemico e lo trascinai con forza verso il petto del suo simile mentre Nick faceva lo stesso dall'altra parte.
Così facendo i due si infilzarono al cuore uno con gli artigli dell'altro e noi ci limitammo a guardarli mentre crollavano a terra morenti .
Eravamo imbrattati di sangue e stanchi, ma vivi.
A un certo punto il mio improbabile alleato si accasciò al muro scoprendosi il braccio con una mano.
Mi avvicinai e sgranai gli occhi incredulo.
«Esulta pure, figlio di puttana, tra qualche giorno sarò morto» mormorò con un ghigno guardando il morso del licantropo sul suo braccio.
Sospirai e deglutii passandomi le mani sul viso.
Ormai Nick era convertito alla nostra causa, non potevamo perdere un altro alleato anche si trattava di lui.
«Forse Kassandra conosce qualche incantesimo, forse c'è una cura» mormorai scuotendo la testa.
«Uccidimi, ecco quale sarà la cura» si offrì Nick avvicinandosi barcollante a me.
«Lo farò, ma solo quando sarò sicuro che non ci sia un altro modo» ribattei secco fissandolo negli occhi.
«Non aspetti altro da più di un secolo, ora hai la tua occasione. Avanti, campione...»mi provocò beffardo con i suoi occhi gelidi il vampiro biondo.
«A suo tempo, se puoi muoverti abbiamo altro da fare che ammazzarci a vicenda» mi limitai a dire andando a recuperare i pugnali, pronto per scendere di sotto dove la battaglia infuriava.
Presi la mia pistola e la lasciai a Nick con un avvertimento.
«Resta qui, spara a qualsiasi cosa che non ti sia famigliare» affermai risoluto verso il mio vecchio rivale.
«Promettimi che lo farai» mi disse Nick afferrandomi un braccio.
Annuì impercettibilmente per poi correre veloce verso il seminterrato.
Sharon aveva già perso Trevor per causa mia, non avrei anche ucciso Nick, lui a modo suo la faceva stare bene.
Avevo rinunciato alla vendetta per dare spazio a qualcosa di nuovo, anche se dovevo ancora scoprire cosa fosse.
I miei pensieri mi portarono verso il luogo di origine della battaglia, era un vero casino, morte e distruzione regnavano sovrani.
Katherine aveva appena ucciso una strega spezzandole il collo e ora mi guardava con un sorrisetto furbo sul viso, tuttavia qualche istante dopo tutto cambiò.
La sua espressione mutò all'improvviso e del sangue iniziò a colarle dalla bocca.
I suoi occhi erano incredibilmente sbarrati, invece tutto il suo corpo s'irrigidiva in maniera del tutto innaturale.
Katherine portò lo sguardo impaurito verso il suo petto, dove una grossa ferita era comparsa in pochi istanti. Pochi secondi dopo la sua testa rimase a ciondoloni verso il basso e nessun muscolo del suo corpo si mosse più.
Semplicemente,dopo qualche breve attimo cadde in avanti,rivelando il suo assassino.
Il mio sguardo si focalizzò unicamente su Katherine, era riversa in terra con gli occhi sbarrati e un'espressione terrorizzata sul viso.
Solo dopo feci scorrere lo sguardo sulla figura dietro di lei.
Un ragazzo stava di fronte a me, con il cuore pulsante della licantropa stretto in una mano. Era alto quanto me, aveva dei lineamenti fanciulleschi, quasi innocui, doveva avere all'incirca la mia età.
Aveva occhi limpidi di un verde quasi accecante, come quelli di Sharon, come quelli di Faith. I capelli erano neri come il carbone e modellati in una capigliatura giovanile che si adattava al suo corpo e al suo viso giovane.
Le sue labbra erano sottili e il suo naso troppo piccolo per un uomo, a essere sincero anche la sua corporatura magra lo rendeva meno inquietante perfino con un cuore in mano. Ma quel ragazzo mi dava i brividi.
La sua maglietta era di un colore indecifrabile, perché fradicia di sangue e aderente al suo corpo.
Non era muscoloso, ma davvero ben definito e molto atletico.
Indossava dei jeans strappati anch'essi sporchi qua e là di sangue e infine un paio di scarpe a stivaletto decisamente più pulite del resto.
Le uniche parole che pronunciò mi fecero gelare il sangue nelle vene e mi fecero provare per la prima volta la pura essenza del vero terrore.
«Finalmente ci incontriamo. Piacere di conoscerti, Henry. Io sono Markoos».
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