Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

29. Distrazioni

A breve avremmo agito contro Markoos, avevamo subito da troppo tempo le sue offensive, erano morte troppe persone per arrivare a me, era giunto il momento di affrontarlo perché questa secolare follia doveva finire una volta per tutte.

O sarei morto o sarebbe morto lui.

In ogni caso, non mi sarei fatto sacrificare per evocare i suoi fottutissimi amici infernali. Tutti avevano perso qualcosa da questa storia.

Cassidy aveva perso la vita due volte, Faith la sua umanità e il suo modo di essere prima della vampirizzazione, Sharon la sua libertà e il suo ex fidanzato.

Le due sopravvissute ormai non mi adoravano particolarmente, mentre io non sapevo cosa provassi per loro. Con Faith dopo oltre un secolo il sentimento era andato ad affievolirsi, ma forse un certo tipo d'amore non muore mai.

Sharon era la dimostrazione lampante, invece, che non si può sempre rimanere legati al passato senza pensare al presente, ormai era palese che sentivo qualcosa di forte per lei, non potevo negarlo all'infinito. Ma da quando aveva scoperto cosa ero e chi fossi veramente, aveva come una repulsione per me.

I miei pensieri furono interrotti dal bussare incessante alla porta, tornai alla realtà poggiando il drink che sorseggiavo sul tavolino.

Indossavo una canottiera bianca e un paio di calzoncini neri, ma poco mi importava di essere presentabile in quel momento.

Quando aprii la porta alzai un sopracciglio nel vedere che era Katherine, la licantropa che non era decisamente una mia fan.

«Ehm, hai sbagliato stanza», mormorai con un sorrisetto sghembo.

Di risposta lei alzò educatamente il medio e si fece strada dentro la mia camera, dandomi una spallata per scostarmi. Alzai le spalle e chiusi la porta.

«Ti devo parlare», esordì semplicemente l'attraente lupa mannara.

«O sei qui per uccidermi o per parlare di Simon», dissi con sufficienza, mentre incrociavo le braccia sul petto.

«La prima sarebbe davvero interessante e della seconda meglio non parlare, o arriverei come conclusione di usare la prima», rispose acidamente Katherine poggiando una mano sui fianchi snelli.

«Quindi? Sei qui per dirmi che ti piaccio e vuoi uscire con me? Credo tu abbia perso la parte in cui farsela con me porta sfiga», sentenziai ironico staccandomi dal muro e andandole incontro.

«Cassidy è finita ammazzata su una scogliera, vampirizzata e poi le è stato strappato il cuore dalla mia ex», le ricordai contando con l'indice il numero uno. «Lei, a sua volta, ha perso nostro figlio, la sua vita ed è stata vampirizzata» contai aggiungendo il medio.

«Sharon, infine, ha perso la sua libertà, ha visto i suoi personaggi storici in carne e ossa e ne è rimasta delusa. L'ex fidanzato è morto e un vampiro millenario le dà la caccia per ricattarmi», conclusi computando con l'anulare il numero tre.

La licantropa mi fissò stizzita e schioccò la lingua sul palato, per poi voltarsi di scatto.

«Si tratta di Jack. Lui si è consegnato a Markoos, con tutto il suo nuovo branco», affermò disgustata Katherine scuotendo la testa.

«Io odio quel fottuto vampiro. Ricordo che quando ero solo una bambina, massacrò tutto il mio primo branco di cui era al comando Jack, perché lo cercava come cerca te. Uccise anche i miei genitori, ma Jack riuscì a portarmi via insieme a lui», mi confidò restando girata ma percepivo che stesse piangendo silenziosamente.

Restai zitto ad ascoltarla e lei capì che aveva la mia attenzione.

«Jack mi disse di stargli lontana e venne qui a Miami per entrare nei Firewolf, di cui come sai poi divenne il capo. Io restai alla larga da lui e pian piano divenni capobranco di un altro gruppo. Markoos sostiene di avere un modo per evitare ai licantropi trasformazioni e sofferenze, ma io non gli credo. Tuttavia, molti lo seguono per via di questa sua promessa. Jack una volta era come me, non gli credeva ma forse è stanco di lottare, o ti odia così tanto da sacrificarsi per vederti soffrire», concluse infine la lupa alzando le spalle e asciugandosi una lacrima con la mano.

Io e Jack avevamo una rivalità che coinvolgeva ampiamente anche Rob, non si trattava semplicemente di mannari contro vampiri ma di debiti, tradimenti e complotti che erano stati il preludio di tutto questo casino immenso.

Non avrei mai pensato di ritornare ancora ai casini di Jack, dovevo ammettere che era stato uno dei rari casi in cui mi era scappata una preda e che il mio rivale era in gamba.

Date le mie ultime rivalità con Jack e ora con Markoos, rimpiangevo quando facevo la guerra con Nick, con i Lama Oscura e mio padre o quando mi scontravo con Rob e Lauren.

«Mi dispiace.»

Non riuscii a dire altro e mi morsi il labbro ascoltando la sua storia.

Non provavo compassione per Jack, eravamo nella stessa situazione in fin dei conti con Markoos alle calcagna, ma io non avrei mai smesso di combattere.

«Non dire stronzate. Tu mi hai anche portato via Simon, non sai quanto ti detesto!» ringhiò la ragazza con odio.

«Non vorrei che Markoos avesse quello che brama...» si interruppe Katherine per un attimo.

«Ma a volte penso che ammazzarti sia la cosa migliore», concluse infine la licantropa.

Successe tutto velocemente, prese con uno scatto il paletto che utilizzavo per il meccanismo inventato da Alex poggiato sulla scrivania, e tentò di colpirmi. Le bloccai istintivamente il polso con la mano e la attirai a me per sussurrarle in bocca.

«Mossa sbagliata, stronza!» le sibilai sulle labbra carnose fissandola aspramente negli occhi.

Era stato sicuramente un attacco di ira improvvisa e si sapeva che con la luna piena alle porte i lupi mannari diventavano irascibili.

Katherine mi sorprese nuovamente lasciando il paletto in terra e attirandomi a lei mettendo le sue mani tra i miei capelli. Inchiodò le labbra sulle mie, cercò la mia lingua con la sua.

Non sapevo che la luna piena arrapasse i mannari.

Ricambiai il bacio trasportato dal momento, intrecciando più volte la lingua con la sua. Con uno scatto la voltai e iniziai a baciarle il collo, per poi farla chinare sulla scrivania col busto.

Intanto lei mi toccò tra le gambe, massaggiando con insistenza le parti intime, protette solo dai calzoncini di raso. I miei baci andarono verso le sue spalle, tra gli ansimi e i sospiri accelerati di entrambi.

Quando il suo seno prosperoso aderì al legno, le slacciai gli shorts di jeans e velocemente gli slip, facendoli arrivare poco sotto le sue natiche rotonde e sode. Intanto il suo tocco invadente aveva procurato la reazione sperata.

I miei calzoncini calarono a metà coscia, mentre le mie mani afferravano saldamente il mio sesso pronto a farla mia.

Era successo tutto velocemente, senza preavviso, senza meditazione. Lei era bollente, calda, non avevo mai avuto effusioni con una lupa mannara, ma ero contento di quella distrazione. Tutti i pensieri e i drammi erano stati cacciati dalla mia mente mentre mi facevo strada dentro di lei.

Posai le mie mani sui suoi fianchi fasciati perfettamente dalla canottiera fine che indossava. Sentivo il tessuto tra le dita e intanto la spingevo verso di me con insistenza, mentre la sua fessura era sempre più rovente.

Con un colpo deciso, contraendo i muscoli delle natiche e dei fianchi, sprofondai completamente dentro Katherine, facendo gridare entrambi di piacere.

Disegnai le sue curve con le mani, mentre il suo viso dipinto dal piacere aderiva alla scrivania. Le sue dita stringevano i bordi dell'antico mobile mentre ricambiava le mie spinte con il bacino.
Spostai le mani afferrando le strisce della canottiera che le coprivano parzialmente le spalle e continuai a spingere freneticamente dentro di lei, mentre la portavo verso di me con forza.

Grida uscirono dalle sue labbra, mentre io ringhiavo dal piacere esplorando la sua intimità con il mio sesso. Era bollente, mi sentivo come se potessi prendere fuoco da un momento all'altro.

Era una sensazione meravigliosa.

Con delle frasi sconnesse mi invitò a non fermarmi, così la afferrai per i capelli e con l'altra mano la presi dal collo portandola verso di me e stringendola. Le mie spinte erano poderose e lente, sprofondai in lei finché i miei testicoli non andarono a impattare più volte contro i suoi glutei.

Il suo calore innaturale mi portò a concludere il rapporto prima del previsto.

Mi curvai sul suo collo e la morsi mentre il mio piacere sgorgava più volte in lei.

Contrassi tutti i muscoli mentre soffocavo i gemiti succhiando il sangue dal suo collo liscio. La irrorai con il mio piacere liquido più volte, mentre il calore, suo e del suo sangue, mi riempiva completamente, così come io stavo riempiendo lei con il mio seme.

Sentii le sue mani artigliarmi i capelli, mentre rallentavo le spinte dentro di lei. Katherine però mosse ancora il bacino in maniera sensuale e provocante, finché, diversi minuti dopo che io mi nutrivo di lei, non raggiunse l'apice del piacere urlando forte mentre i suoi umori si liberavano su di me.

Mi sfilai dal suo collo con i denti e da lei con il mio sesso, ritirandomi su i calzoncini.

Non avevo macchiato nulla col sangue, perché era stato un nutrimento puramente a scopo sessuale e non avevo fame. Entrambi cercammo di tornare con il respiro regolare, mentre lei si sistemava.

«Fanne parola con qualcuno e ti uccido!» ringhiò incazzata Katherine, per poi guardarsi allo specchio.

«Ma ti sei sentita? Sembrava un porno!» sbottai con il fiatone.

«Fanculo, bastardo succhiasangue, ti odio!» ringhiò arrabbiata la lupa facendomi il medio e dirigendosi verso la porta con passo deciso.

Se ne andò blaterando insulti mentre io andavo verso il bagno per farmi una doccia.

Optai per una t-shirt bianca e un paio di pantaloncini grigi, e decisi di andare a respirare un po' di brezza notturna. Uscito dalla camera, notai Rob e Kassandra che si baciavano nel corridoio e vidi il mio amico staccarsi un attimo da lei.

Mentre lei lo abbracciava, lui mi fece il segno del pollice verso l'alto per poi indicare con il capo la stanza di Katherine.

Infine, mimò il gesto di fare sesso e mi fece un occhiolino e tornò a coccolare la sua strega.

Ridacchiai divertito e mi mossi nei corridoi, sentendo delle urla dalla camera di Lauren. Analizzai che non erano grida di aiuto e anche lì mi trovai a dover scuotere la testa.

Rafael la stava punendo per bene!

Svoltai l'angolo e qualcosa catturò la mia attenzione nella sala da pranzo. Sharon stava tranquillamente chiacchierando con Nik, e la cosa mi irritava.

Poco dopo vidi che lui la baciava lentamente e lei ricambiava.

Sharon non poteva farsela con quel maledetto infame, come diavolo era possibile una cosa del genere?

Forse non mi ero accorto del tempo che i due avevano passato insieme, Nik era riuscito a farle cambiare idea sui vampiri?

Mi ero perso qualcosa negli ultimi giorni, decisamente troppe cose a quanto pare. La gelosia e la rabbia mi fecero scattare, ma prima che potessi muovermi per rimediare a quella situazione, qualcuno mi bloccò tenendomi dal braccio.

Mi voltai di scatto e vidi Faith coperta solo da un lenzuolo.

«Tutti hanno il loro modo di distrarsi da questo momento», sussurrò quasi dolcemente la vampira accarezzandomi il viso.

«Alcuni hanno l'amore, altri la conversazione, altri l'amicizia», sentenziò la ragazza.

«E noi lo sai cosa abbiamo fatto e con chi», concluse con un sorrisetto Faith girando i tacchi e andandosene.

Mi fece un occhiolino e mi augurò la buona notte con le labbra, senza parlare, per poi tornare nella camera e nel letto di Randhal.

Lanciai un'ultima occhiata a Sharon e Nik e poi guardai la stanza dove era entrata Faith. Infine, anche in quel caso scossi la testa, per poi dirigermi verso la balconata.

Tutti avevano avuto le loro distrazioni e io avevo avuto la mia.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro