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20. La riunione

Eravamo tutti in rigoroso silenzio nella stanza dedicata alle riunioni dell'immensa azienda di Luke Collins. L'avevo chiamato per fissare un meeting con tutte le persone che conoscevano la mia vera identità e contro cosa combattevo.
Eravamo un meccanismo ben oliato, che aveva sempre funzionato per molti anni, ma ora gli ultimi avvenimenti mi avevano fatto diventare un bersaglio e dovevamo lavorare per la mia incolumità personale, non per profitto e business.

Avevo spiegato la situazione a tutti quanti i presenti, anche se con Rob, l'amico con cui avevo passato buona parte della mia vita e non-vita, purtroppo ero in lite per colpa di un'altra persona che era a quella riunione. Poi c'era Faith, la vampira di cui ero stato innamorato per molto tempo e di cui forse ero ancora leggermente invaghito.

Quei due da quando erano diventati creature della notte non si erano mai più sopportati. E pensare che fino al 1876 erano ottimi amici, anzi mi ero anche stupito che non fossero mai finiti nello stesso letto.

Ma da vampiri tutto era cambiato: Rob aveva conservato i suoi principi morali per quanto gli fosse possibile, mentre Faith sfruttava a pieno la sua perversa e malvagia natura, senza limite e freni.

Entrambi avevano cercato di farmi apprendere la loro "dottrina" di vita, ma io avevo sempre scelto di vivere la mia essenza oscura nel modo che più preferivo, cercando di non essere né un chierichetto, né tanto meno un assassino. Anche se su quest'ultima parte avevo i miei seri dubbi.

Alla riunione avevano partecipato anche i tre umani che avevano imparato ad accettare la nostra natura e trarne vantaggio. Accoglierci come esseri umani con cui stabilire un rapporto personale, oltre che di semplice profitto, non era facile.

Consideravo Simon e Alex miei amici fedeli, mentre a Luke non ci aveva mai dato troppo spazio per un'interazione di qualsiasi tipo. Non lo faceva con nessuno, ci reputava un ottimo investimento e lui si prendeva cura dei suoi investimenti. Conosceva l'onore e il rispetto. Nonostante fosse un arrampicatore sociale privo di scrupoli, sapeva essere generoso e disponibile con chi contribuiva all'espansione del suo impero finanziario. Infatti, aveva appunto messo a disposizione la sua sala riunione per quella importante conferenza.

«Quindi, fatemi capire bene... uno psicotico vampiro che ha tipo mille anni vuole immolare Henry per uno scopo sconosciuto. Allo stesso tempo, abbiamo un Master dalla nostra parte che però ha ammazzato il figlio e vampirizzato l'amata del nostro eroe che, a sua volta, ha vampirizzato il simpatico agnello sacrificale», iniziò Simon gesticolando e guardano a turno me, Faith e Rafael. Quest'ultimo stava seduto con espressione seria e la schiena dritta come un pezzo di legno.

«Sua sorella ha brutalmente ucciso e trasformato il nostro fedele e buon Rob nel lontano 1800 ...e qualcosa. Sempre questo genio di Raffy ha osservato come uno stalker il nostro paladino e la sua amata per oltre un secolo, per prepararlo in segreto a un eventuale confronto con il tizio che ha sterminato la sua famiglia, l'Antico Nathy», continuò il ragazzo osservando ogni tanto Alex che annuiva e ridacchiava di nascosto, mentre Luke era con lo sguardo fisso alla finestra e ci dava le spalle.

Rafael tremava di rabbia per il modo in cui Simon parlava della situazione, Faith posò una mano sul braccio del Master e scosse la testa, mentre Rob fissava un punto davanti a sé, senza segno di vita... beh, d'altronde era morto. Probabilmente si stava sforzando di ricordare la sua vampirizzazione, di cui per oltre un secolo non aveva saputo nulla.

«In tempi recenti, le due bande di esseri sovrannaturali più forti di Miami sono state manipolate con estrema facilità da Raf e la bella Faith affinché trovassimo Jack emettessimo alla prova finale il nostro Henry e il suo prode amico Rob. Esse sono state eliminate, ma un vampiro cazzuto e enorme, il vecchio Nathy, ha fatto il culo a Raf e compagnia, riuscendo quasi a prendere Henry. Tuttavia, un bell'Antico affascinante ha salvato il suo culo e il culo ancor più grazioso di Faith! E ora siamo qui riuniti per cercare di combattere una mummia bastarda. Cazzo... c'è da scriverci un libro!» concluse con enfasi Simon sotto lo sguardo di tutti.

Aveva descritto molto bene tutta la situazione, ma alla sua maniera. Rafael non parve gradire per niente.

Osservai bene tutti partecipanti. Simon si scambiava occhiate di complicità con Alex, gli unici due esseri umani, a parte Luke, in quel casino sovrannaturale erano loro. L'occasionale menestrello indossava una camicia grigia, con sopra una giacca elegante nera e dei jeans blu scuro e infine scarpe sportive anch'esse nere. Era strano vederlo vestito in maniera "elegante".

Alex aveva una camicia bianca, dei jeans chiari e delle scarpe da tennis. Luke Collins era a suo agio nel suo completo lussureggiante azzurro scuro, con sotto una candida camicia e cravatta in tinta abbinata all'abito.

Guardava fuori dall'immensa vetrata, sicuramente pensava a come poter fare ad aiutare i suoi preziosi investimenti.

Il mio amico sembrava assente. Il suo abbigliamento anche esprimeva le sue emozioni: giacca di pelle, camicia, pantaloni e scarpe rispecchiavano il suo umore...totalmente nero. Aveva scoperto che era stato reso vampiro dalla sorella di Rafael, per colpa mia, per proteggermi.

Forse avrebbe preferito morire nel 1876.

La causa della mia vampirizzazione, Faith, la donna che da umano amavo più di ogni cosa al mondo, mi scrutava e abbozzò un sorriso inclinando leggermente la testa.

Infine, spostò la sua attenzione su Luke, cercando di capire su cosa stava rimuginando. Indossava abiti moderni, un top verde, una giacca di pelle nera, dei jeans grigi stretti e aderenti, e degli stivali scuri col tacco.

Accanto a lei sedeva il potente Master, Rafael, nel suo completo nero. Il vampiro fissava Simon con disapprovazione per la sua esposizione sull'accaduto.

Mi alzai e mi schiarì la voce.

«Ora che grazie al nostro menestrello o, meglio, giullare di corte siamo tutti a conoscenza dei fatti avvenuti, come potremmo agire?» chiesi al gruppo poggiando le mani sul lungo tavolo in noce adibito alle conferenze.

Luke si girò e, con le braccia incrociate dietro la schiena, si incamminò verso il suo posto a capotavola ma non si sedette, rimase in piedi. Sembrava uno di quei meeting aziendali, dove il presidente parla ai dipendenti, e magari Luke la vedeva proprio così, infatti prese parola.

«Ho un piano per gestire questa grottesca situazione. Ognuno però dovrà svolgere la sua parte. Per iniziare, Alex...»disse l'uomo d'affari.

Il ragazzo lo guardò e si mise in ascolto. Non si erano visti molte volte, ma l'uomo apprezzava molto l'inventiva e la tenacia del giovane.

«Mi dica, signor Collins», rispose semplicemente Alex sistemandosi sul tavolo con le mani intrecciate.

Il nostro tecnico era piuttosto sportivo: indossava una maglia a manica lunga bianca, sopra di essa portava un giubbino nero leggero e infine calzava semplici jeans e scarpe da ginnastica.
«Pensavo tu potessi progettare un tipo di proiettili che possano per lo meno rallentare o scalfire Nathan. Non sappiamo le intenzioni del fratello, perciò presuppongo che dovremmo anche difenderci da lui. E, inoltre, non credo agisca da solo, potrebbe collaborare con vampiri o licantropi e sicuramente con maghi, dato che qualcuno dovrà svolgere il rituale», espose Luke rivolgendosi solo ad Alex che, intanto fissava le sue mani. Poco dopo alzò lo sguardo verso Luke e annuì.

«Stavo lavorando a un tipo di munizioni che potete usare sia contro i licantropi che contro i vampiri come voi. Proiettili di argento che all'impatto esplodono lanciando pezzi di legno nel corpo del nemico. Dovevo giusto migliorarli, per ora è il massimo che posso fare», affermò il ragazzo rimettendosi a sedere più comodo.

«Simon...cerca di scoprire dove possono nascondersi Nathan e i suoi alleati. Ti metto a disposizione le mie informazioni per facilitarti il lavoro. Ma se provi a fare il furbo chiamerò personalmente l'agente Lewis per farti sbattere al fresco, sono stato chiaro?» intimò Luke con un viso senza espressione che ricordava molto Rafael.

Simon lo fissò con odio e schioccò la lingua sul palato restando fermo sul viso di Luke.

Non si erano mai piaciuti quei due, avevano vedute diverse, posizionI sociali differenti ed erano l'opposto l'uno all'altro. Simon sorridente sempre pronto allo scherzo, mentre Luke non rideva quasi mai e prendeva tutto molto sul serio.

«Non minacciarmi, stronzetto aristocratico ottocentesco!» iniziò Simon alzando e puntando il dito contro l'uomo d'affari.

«Senza offesa...» aggiunse sorridente guardando me e Faith.

In effetti, noi lo eravamo nei lontani anni del 1800.

Io e la vampira ci scambiammo uno sguardo d'intesa che, da quando ci eravamo rivisti, non ci eravamo mai rivolti.

«Coi tuoi dati posso pure pulirmici il culo! Farò da solo con i miei informatori. Se volete scusarmi», concluse il ragazzo prendendosi beffa delle buone maniere e mandando a quel paese Luke con un gesto eloquente. Successivamente si allontanò dalla sala.

Alex guardò Luke e poi andò dietro a Simon per cercare di calmarlo.

«Che scarsa educazione», commentò con ribrezzo Luke inarcando un sopracciglio e storcendo appena la bocca in una smorfia di disappunto.

Dopo questa breve interruzione, l'uomo riprese a parlare e guardò con decisione e fermezza Rafael, come se non fosse un Master vecchio più di cinquecento anni.

«Signor Rafael, lei e la signorina Marchese potreste utilizzare un mio vecchio stabile, riadattato, arredato e pronto per essere utilizzato come rifugio temporaneo, con tutte le comodità necessarie. Da lì potreste tranquillamente programmare un contrattacco, verrà adoperato come base per l'operazione, dato che nessun posto è sicuro», ordinò elegantemente Luke al potente Master che non rispose, ma si limitò a guardare Faith che annuì.

Rob prese la parola per la prima volta durante tutta la riunione.

«Io e Henry cosa dovremmo fare?» chiese brusco il vampiro, girandosi un contenitore di penne tra le mani. A quanto pare aveva intenzione di lavorare di nuovo insieme dopo la nostra accesa discussione.

«Consiglierei di andare a parlare con Doyle, per ricevere qualche informazione in più, mentre quel bifolco di Simon lavora nel suo putrido scantinato», affermò con una punta di disgustoso Luke, dirigendosi verso la grossa vetrata della sala riunioni.

Ci alzammo tutti insieme, tranne Rafael che si prese tutta la calma di questo mondo.

«Ora, se volete scusarmi, avrei della faccende da sbrigare», concluse infine l'uomo d'affari aprendo cordialmente la porta.

Rafael uscì limitandosi a un saluto tirato, Faith si congedò con un falso sorriso dei suoi e Rob ringraziò bruscamente Luke e gli fece un cenno cupo.

Io mi fermai un attimo con lui. «Perché ci stai aiutando? Non ti sei mai fatto coinvolgere più di tanto», chiesi curioso mentre ci stringevamo la mano.

«Sei un ottimo investimento, non permetterò che un cadavere ambulante di mille anni mi privi di te e del tuo amico Rob. Dovete mettere da parte le vostre divergenze e farlo in fretta. Non avete tempo da perdere e neanche io», e così Luke abbandonò la sala, lasciando la presa sulla mia mano, e permettendomi di raggiungere gli altri nell'ascensore.

Notai che Rob guardava torvo Rafael. Era tutto il tempo che era stranamente taciturno, probabilmente incolpava il Master della sua attuale condizione, così come incolpava me. Prima che potessimo separarci da Rafael e Faith,il mio amico chiarì il suo punto di vista.

«Questo è l'ultimo lavoro che svolgerò con te. Dopo di che ho chiuso!»

Rob scandì bene le parole puntandomi contro il dito dove portava l'anello che lo proteggeva dal sole.

«Tu ringrazia che tua sorella è morta o l'avrei smembrata io stesso, pezzo per pezzo. Mi ha reso un mostro e mi ha abbandonato a me stesso», sbottò il vampiro indicando questa volta il Master che fece un movimento verso di lui come per affrontarlo, ma Faith gli posò le mani sul petto per fermarlo.

«È una scusa per toccarlo? Perché non ti scopi pure lui già che ci sei? Ammesso che tu non lo abbia già fatto!» concluse con cattiveria Rob, scuotendo la testa e lanciando un'occhiataccia a Faith che ricambiò quello sguardo di sfida.

Io non presi le difese della vampira, come invece avevo sempre fatto nelle liti tra lei e Rob. Seguii il mio amico osservando a lungo Faith e poi Rafael che lo scrutavano con odio.

Un vampiro Antico mi dava la caccia e il mio "Team" era sfasciato da rivalità interne, alcune nuove e altre vecchie di un secolo. Tirando le somme, dovevo dire che le mie probabilità di sopravvivenza erano davvero minime.


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