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Capitolo 37

La domenica è passata fin troppo velocemente. Io e Logan siamo stati un po' in giro per Milano: abbiamo visitato insieme il Castello sforzesco e Palazzo Reale, ci siamo avventurati fin sopra al Duomo e abbiamo scattato una montagna di selfie. A guardarci da fuori sembravamo davvero una normalissima coppia di fidanzati in visita turistica alla città.

"A che pensi?" Logan mi guarda con la coda dell'occhio mentre guida veloce verso la Donzelli editrice.

Normalmente amo il lunedì perché torno in ufficio a fare quello che più amo, ma, devo ammettere che queste ore da sola con Logan vorrei non fossero passate così in fretta.

"Niente di che..." mento spudoratamente "Hai visto come è già tutto addobbato per le festività natalizie?" Guardando dal finestrino si scorgono alberi e ghirlande natalizie quasi in ogni casa.

"Già! In effetti ci siamo quasi, mancano poco più di due settimane..." mi sembra di scorgere una punta di malinconia nel tono della sua voce

"Non ti piace il Natale?" gli domando di getto

"Mi piace, ma mi rende anche malinconico. Sembra che in questo periodo si senta di più la mancanza di chi non c'è."

"Scusami, non volevo sembrarti invadente con la mia domanda." maledico la mia cattiva abitudine di parlare senza riflettere.

"Non c'è problema" mi accarezza una mano, come a volermi rassicurare "Mia madre adorava il Natale. La nostra casa era quella con le decorazioni più belle e addobbava un grandissimo albero proprio al centro del salotto. La sera della Vigilia organizzava una grande festa con tutta la famiglia, gli amici e i vicini di casa. Cantavamo tutti i canti natalizi che conoscevamo e noi bambini a mezzanotte scartavamo i regali... Ho dei ricordi bellissimi di quel periodo! Purtroppo però, quando avevo undici anni lei si è ammalata e dopo la sua morte io e mio padre non abbiamo continuato la tradizione."

"Deve essere stata dura..." accenno con un filo di voce, non sapendo bene cosa dire dopo questa improvvisa confessione a cuore aperto di Logan

"Lo è stato, ma ho dovuto accettarlo. Non è stato facile imparare a vivere senza di lei; mio padre ha fatto quello che ha potuto, ma credo che abbia sofferto anche più di me la sua mancanza..."

"E' incredibile come, nonostante tutto, tu sia riuscito a diventare una persona così aperta alla vita!"
Sono ammirata dal coraggio di questo ragazzo che, nonostante la terribile esperienza, è riuscito a diventare un uomo così incredibile

"E' stato il suo insegnamento per me. Un giorno prima che peggiorasse irrimediabilmente, sono tornato da scuola e lei era sdraiata sul divano, con le forze che la stavano piano piano abbandonando. Mi ha chiamato vicino a lei e mi ha detto parole che ricordo ancora perfettamente: 'Vedi Logan, mamma non sta molto bene, ma lotta anche contro le cose brutte. Vorrei dirti che tutto si risolverà, ma purtroppo non ne sono così sicura. Però una cosa l'ho imparata e voglio che tu la tenga bene a mente per tutto il resto della tua vita: Vivi! Vivi le emozioni fino in fondo, senza risparmiarti mai, ama le persone, abbracciale forte, combatti per ciò in cui credi, circondati di positività e lascia andare la rabbia, il rancore e tutto ciò che non può renderti felice. Se ci riuscirai avrai una vita bellissima, senza nessun rimpianto, come la mia!' Credo sia stato il suo modo per dirmi addio e da quel giorno cerco di vivere così, rispettando la promessa che le ho fatto."

Ho ascoltato il racconto di Logan in silenzio, senza accorgermi che le mie guance si stavano rigando di lacrime sempre più copiose

"Sarah, mi dispiace... non volevo farti piangere!"

Mi asciugo le lacrime rapidamente. Vorrei stringerlo, abbracciarlo forte, ma mi limito a stringere la sua mano.

"Sono certa che tua madre è molto orgogliosa di te!" lo penso davvero e gli sorrido guardandolo negli occhi

Nel frattempo abbiamo raggiunto il parcheggio della Donzelli editrice ed io, ancora un po' provata da questa conversazione, cerco di ricompormi prima di entrare in ufficio.

"Sei pronta?" Logan mi chiede con uno sguardo dolcissimo

"Sono pronta!" Ricambio lo sguardo e lo seguo all'interno.

Appoggiamo borse a cappotti ed iniziamo a lavorare sui contratti ancora in essere con gli scrittori italiani quando, la porta della sala riunioni che abbiamo adibito a nostro ufficio, si spalanca di scatto.

Antonio entra di corsa seguito da Marta.

"Un disastro ragazzi... è successo un vero disastro!"

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