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Capitolo 21

La conversazione con mia madre mi ha intristito parecchio. So quanta energia e quanta passione i miei genitori hanno sempre messo nell'albergo. Per loro è da sempre la priorità assoluta ed hanno sacrificato qualsiasi cosa, compreso il loro tempo con me, per farlo funzionare. Da bambina odiavo quelle stanze, quella cucina, quella piccola hall che profumava di legno e tiglio. Odiavo il fatto che per stare in quel posto loro non avessero mai tempo per fare con me le cose che tutti i genitori fanno con i figli, per esempio una vacanza tutti e tre insieme, o, semplicemente, una passeggiata, un picnic, un momento che fosse solo nostro. Non gliene ho mai fatto davvero una colpa, sapevo che dovevano lavorare e non mi trascuravano per andare a divertirsi. Probabilmente il mio senso di responsabilità sul lavoro, quello che Harry chiama stacanovismo seriale, l'ho ereditato da loro. Con me, mentre crescevo, c'era mia nonna, l'unica persona al mondo che non mi ha mai fatta sentire sola. Mi ha praticamente cresciuto lei, tra una risata e un libro, mentre i miei genitori si spaccavano la schiena in hotel. Mia nonna era il mio modello: forte, indipendente, paziente, amorevole, con un carattere allegro e aperto. Non si poteva non adorarla. Da lei ho imparato a guardare il mondo da un'altra angolazione, mi ha insegnato a trovare il lato divertente delle cose, ad avere sempre un' opinione e a difendere ciò in cui credo. Era una lettrice accanita. Non ricordo un solo giorno senza che io l'abbia vista con un libro in mano, intenta in qualche lettura. Mi ripeteva sempre: "Ricordati Sarah, quando non riuscirai trovare le risposte, cercale in un libro". Lei era esattamente il tipo di donna che vorrei essere. Morì qualche mese prima del mio diploma, poco prima che decidessi di partire per l'America, ma eravamo talmente legate che io la sua presenza la sento ancora forte vicino a me. So esattamente cosa pensa di me, so quali sono le scelte che approva e quelle che non approva, e sento che, tutto sommato, è contenta della persona che sono oggi. Certo, se fosse qui, mi direbbe che devo respirare di più, divertirmi di più e prendermi i miei spazi, esattamente come diceva a sua figlia, quando la vedeva troppo indaffarata con l'albergo.

Così, persa nei pensieri su mia nonna, finalmente il mio taxi raggiunge il portone di casa. Scendo frettolosamente cercando di non far cadere i numerosi manoscritti che mi sono portata a casa nella speranza di riuscire a farli entrare tutti in valigia. Probabilmente dovrò rivedere leggermente i miei piani altrimenti rischierò una sovrattassa per il peso. Sono indecisa se salire direttamente a casa di Paul che mi sta aspettando per la cena, oppure passare prima al piano inferiore per lasciare le mie cose a casa mia. Opto per la seconda, tanto ormai sono in ritardo e un minuto in più o un minuto in meno, non mi salverà dalle ire di Paul.

"Alla buon'ora!" una voce scocciata si leva dal mio divano.

Faccio un salto per lo spavento, quando mi accorgo che Paul e Scarlett sono entrambi stravaccati con davanti una serie di pacchetti che arrivano senza nessun dubbio dal nostro ristorante giapponese preferito.

"Perché, sono in ritardo?" provo a dissimulare sorridendo

"Nooo, figurati, stavamo solo per morire di fame!" mi accoglie Scarlett

"E poi voi cosa ci fate qui? Come siete entrati in casa mia?" prendo tempo, togliendomi il cappotto

"Seconda chiave per le emergenze, ricordi?" mi sventola un mazzo di chiavi con un portachiavi enorme a forma di gufo che le ho regalato io.

"Ricordo, ma questa non è un'emergenza!" mi tolgo finalmente le scarpe e mi butto anch'io sul divano esausta.

"Certo che lo è, devi ancora raccontarci per filo e per segno la serata di ieri. Cos'è, pensavi l'avessimo scordato?" mi domanda Paul mentre distribuisce velocemente le porzioni di cibo giapponese.

"Più che altro lo speravo!"

"Crudele. Sei crudele ed insensibile."

Sta letteralmente divorando la sua cena, mi sento quasi in colpa per averlo fatto aspettare così tanto.

"Allora, vuoi iniziare a raccontare spontaneamente o dobbiamo estorcerti la cronaca della serata con la forza?"

Speravo di poter contare sull'alleanza di Scarlett, ma ahimè, sono sola contro tutti

"E' stata una serata carina." mi limito a dire

"Eeee..." mi incalzano all'unisono

"E... ah sì, ho conosciuto Bradley Cooper!"

La butto lì, come se fosse la cosa più normale del mondo.

"Che cooooosaaaaaa???" Paul balza in piedi con uno scatto felino. "Se mi stai prendendo per il culo sappi che non è divertente" mi punta le bacchette del giapponese contro, come se fosse disposto a tutto pur di sapere la verità.

"Ti assicuro che l'ho conosciuto davvero." alzo le mani in segno di resa "Pare che il tuo amore platonico sia molto amico di Logan, ed il caso ha voluto che anche lui fosse al Paradise ieri sera. E' rimasto un po' al nostro tavolo a chiacchierare. Devo ammetterlo: un ragazzo davvero simpatico, ci siamo fatti un sacco di risate."

"Ommmiooodddioooo!!! Giura?"

"Giuro!" metto una mano sul cuore con fare solenne "Gli ho detto che sei un suo grande fan..." sorrido mentre ripenso all'equivoco che si era creato la sera precedente

"Sento che sto per svenire! Scarlett hai sentito? Bradley Cooper!! Hai presente?"

Paul stenta a credere alle sue orecchie

"Sì, Paul ho presente!"

Scarlett ed io guardiamo divertite il nostro amico che saltella su e giù per la stanza urlando come un bambino eccitato.

"Lo sapevo, lo sapevo." esulta con le braccia al cielo come se avesse appena vinto la maratona di New York "Te l'avevo detto che lui va sempre lì. Ti ha toccato per caso? Ti ha preso la mano?"

"Mi ha baciata sulla guancia!" gli indico con il dito la mia guancia destra

"Davvero? Fammi vedere..." Paul si lancia verso di me prendendomi il viso tra le mani

"Vattene Paul! Cosa devo farti vedere? Non ho mica la stimmate..." mi dimeno tentando di liberarmi dalla sua presa

"Che ne sai? Tu fammi vedere..." ma io non ci posso credere

"Dai scemo, vai a sederti e finisci la tua cena..." cerco di allontanarlo con entrambe le mani

"Mi si è chiuso lo stomaco per l'emozione! Ti prego, dimmi che la prossima volta mi porterai."

"Ci porterai." precisa Scarlett infastidita

"Perché? Vuoi venire anche tu Scarlett? Non eri tu quella tutta presa dalla sua fase zen, alla ricerca di un'elevazione spirituale. Non pensavo ti interessassi a questi piccoli piaceri terreni!" la stuzzica Paul.

Quei due battibeccano continuamente ed io mi diverto un mondo ad assistere ai loro teatrini.

"Non preoccuparti della mia fase zen, preoccupati solo di invitarmi la prossima volta!" risponde piccata Scarlett

"Vabbè, non ci sarà pericolo perché non ci sarà una prossima volta." chiudo la discussione con un tono che non ammette repliche.

"Dico, stai scherzando vero? Proprio ora che sei introdotta nell'ambiente..." la delusione di Paul è palese

"Ti devo ricordare cosa è successo oggi?" Dio mio se solo ci ripenso mi sento male

"Perché? Cosa è successo oggi?" interviene Scarlett

Ignoriamo entrambi la domanda di Scarlett

"Come la fai tragica... un piccolo intoppo, ma niente di grave" minimizza Paul

"Niente di grave? Giusto per chiarire: non esiste al mondo che io mi faccia vedere di nuovo in quel locale, né in un qualsiasi altro locale frequentato da Logan Williams!" e su questo non ci piove

"Ma perché io sono sempre l'ultima a sapere le cose?!?" interviene di nuovo Scarlett "Qualcuno mi vuole spiegare cosa diamine è successo oggi che io non so?"

"Ma niente," le risponde Paul "Cosa vuoi che sia successo?!? Sarah come al solito fa una tragedia per un piccolo, insignificante qui pro quo..."

"Qui pro quo?" Paul sta scatenando di nuovo la mia ira "Qui pro quo hai detto?"

"Sì, ho detto qui pro q..."

"A parte che qui pro quo è un termine che non userebbe più nemmeno mia nonna" mi alzo in piedi inferocita "E poi quello che è successo non lo definire né qui pro quo, né tanto meno banale. Scarlett vuoi sapere di cosa stiamo parlando?"

"Se non è di troppo disturbo, te ne sarei grata" mi risponde ironica

"Te lo spiego subito: ero fotografata nell'edizione odierna del New York Times a pagina 40, sezione gossip!"

Scarlett mi guarda con aria interrogativa e sembra non capire bene cosa sto dicendo.

"Sì, stamattina c'era una foto mia e di Logan, che teneva mezza pagina, dove sembra, e sottolineo il sembra, che ci stiamo baciando appassionatamente."

"Ma sei seria?" Scarlett trattiene a stento una risata e sposta lo sguardo su Paul cercando di capire qualcosa di più.

"Secondo te?" la mia espressione truce deve averla convinta più di qualsiasi parola, perché il sorrisetto di prima scompare all'istante dal suo viso

"Ma come è possibile?" mi guarda sbigottita

"Esatto! Questa è la domanda giusta: 'come è possibile?'" non posso pensarci, perché proprio a me?

"Un bravo paparazzo, il buio della notte ed eccoci qui" interviene Paul "ma Scarlett, fidati, non è tutta questa tragedia come vuole farti credere!"

"Ancora? Io davvero non capisco se mi state tutti prendendo in giro o se davvero non capite la gravità della cosa."  mi rimetto a sedere sul mio divano sconsolata

"No Sarah, è che cerchiamo di farti vedere le cose in prospettiva."

"Ma quale prospettiva?"

"Sì, prova a pensarci: chi può averti riconosciuto? Te lo dico io: NES-SU-NO! Eri all'ingresso di un locale esclusivo che, a tuo dire, non frequenteresti mai, per giunta di spalle, con un micro vestitino super sexy che, sempre a detta tua, non avresti mai indossato se non obbligata e con un'acconciatura da far invidia ai migliori parrucchieri di New York."

"Grazie Paul, troppo buono!" interviene orgogliosa Scarlett, sentendosi presa in causa.

Non so se essere più sollevata o più offesa dal fatto che un vestito corto, un'acconciatura e un po' di trucco possano essermi così fatali, però, in effetti, Paul non ha proprio tutti i torti.

"A pensarci bene, potresti anche avere regione... E poi chi sapeva, a parte voi, che mi sarei incontrata al Paradise con Logan?"

"Esatto! Vedo che cominci a capire..." mi sorride Paul compiaciuto

Il macigno che mi opprimeva il petto da quando stamane ho visto la foto, mi sembra si stia spostando, facendomi respirare di nuovo.

"Bene, ora che la crisi sembra rientrata, vi scoccerebbe molto se vi lascio ripulire questo casino da sole? Avrei un appuntamento..."

"Un appuntamento con chi?" lo stuzzico incuriosita

"Beh, non è un vero e proprio appuntamento, diciamo che potrei aver appreso, per puro caso, che Matt, quello carino della divisione viaggi, stasera sarà in un locale sulla quinta, perciò pensavo di andare a farci un giro, non si sa mai..."

Ho sempre invidiato la sua intraprendenza

"Paul questo non è un appuntamento, questo si chiama stalking." lo rimprovera Scarlett, ma Paul non ci sta.

"Santo Cielo Scarlett, davvero non capisco come tu sia ancora single? E pensare che sei una ragazza così amorevole..."

"Stronzo!"

"Appunto!"

"Ehi, la finite voi due?!?" e pensare che in fondo si vogliono davvero un gran bene "Vai pure al tuo quasi appuntamento, qui ci pensiamo noi!"

"Grazie ragazze, vi amo!" scatta in piedi dal divano e raggiunge velocemente la porta. D'un tratto si ferma e si volta di scatto: "Sarah, ci vedremo prima della tua partenza o ti devo salutare ora?"

"Ci vediamo domani in ufficio, tranquillo! Devo passare a prendere le ultime cose." mi sorride tranquillizzato "Ora vai, altrimenti farai tardi!".

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