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Capitolo 11

Il getto caldo della doccia e il rumore dell'acqua mi hanno aiutato a calmare i nervi e a riacquistare un po' di lucidità. Non sono esattamente la persona più felice del mondo per questa cosa del Paradise, ma è lavoro e devo essere concentrata e professionale come nel mio solito stile. Se c'è una cosa che so fare bene è proprio il mio lavoro, tutto il resto non conta. Mi guardo allo specchio per l'ultima volta, fiera della mia ritrovata razionalità, prima di uscire controvoglia dal bagno ancora caldo per la doccia, con indosso solo l'accappatoio.

Appena apro la porta, lo spettacolo che mi trovo di fronte è ancora peggiore di quello che avevo immaginato. Mezzo armadio è finito sul pavimento, il resto è accatastato sul letto; la mia scarpiera, invece, è stata interamente rovesciata... penso mi ci vorrà una settimana per rimettere a posto tutto questo casino.

Scarlett e Paul stanno litigando come al solito e non si sono nemmeno accordi che sono uscita dal bagno.

"Ti dico che deve mettere questo rosso... Sarah sta troppo bene in rosso" dice Paul a Scarlett mentre lei, accovacciata a terra, tenta di trovare l'altra scarpa nera con tacco 12 uguale a quella che ha in mano.

"Ma cosa avete combinato?" chiedo sconsolata

"Ah eccoti. Hai fatto presto, brava..." mi risponde Paul ignorando del tutto la mia domanda, "Vieni qui, siediti!" continua facendomi sedere sul bordo del mio letto

"Abbiamo selezionato per te due opzioni tra cui scegliere: Scarlett vorrebbe scegliessi questo normalissimo e quindi sciattissimo tubino nero, io invece direi che il posto in cui sei stata invitata stasera, richiede assolutamente questo sexy e scollato abitino rosso fuoco. A proposito, quando l'hai comprato? E' da urlo, ma non te l'ho mai visto indosso..."

"Paul ce la fai a trovare un sinonimo alla parola 'sciatto'?!?" lo interrompe Scarlett seccata "Non ti sopporto più, la dici in continuazione... e poi smettila di influenzarla, deve scegliere quello con cui si sente più a suo agio"

"Ma neanche per sogno! Al Paradise, non ci si deve sentire a proprio agio, al Paradise ci si deve far notare!" replica Paul con l'aria di chi queste cose le sa

"Ragazzi per carità fermatevi! Non vi sopporto più..." interrompo finalmente questo teatrino

"Vi ringrazio per l'impegno ma penso di poter scegliere da sola l'abito da indossare in occasione di un normalissimo incontro di lavoro"

"Certo, come no... Scarlett, presto! Apri la finestra e butta di sotto tutti i pantaloni neri a sigaretta che trovi, io farò lo stesso con le giacche. Sarah, sentimi bene, non ti permetterò di presentarti ad un appuntamento con Logan Williams vestita come un' anziana professoressa di liceo, nemmeno se è un incontro di lavoro" mi dice Paul con un tono che non ammette repliche

"Coooosaaaa?? Logan Williams? Ho sentito bene? Cioè... stiamo parlando davvero di quel Logan Williams?" Scarlett non riusciva a credere alle sue orecchie

"Se intendi Logan Williams, della Williams' Publishing, il figlio del Presidente della compagnia per cui anch'io lavoro... Sì, allora stiamo parlando di quel Logan Williams!" intervengo sperando di sedare gli animi

"Perché io, ad esempio, non so che tu stasera esci con quel Logan?" continua Scarlett fulminando Paul con uno sguardo. Evidentemente, nella fretta, il mio amico si è dimenticato qualche dettaglio.

"Perché io non esco con Logan, abbiamo solo un incontro di lavoro e non so più come spiegarvelo" replico sconsolata

"Scusami Scarlett, pensavo di averti specificato l'accompagnatore della nostra Sarah per questa sera, ma l'agitazione deve avermelo fatto dimenticare" interviene Paul rivolgendosi a Scarlett "Hai capito ora perché insisto con il rosso?" continua lui agitandole il mio abito sotto il naso

"Ovviamente il rosso! Non c'è neanche da discutere!" replica perentoria Scarlett gettando a terra il mio tubino nero.

"Ma che modi sono Scarlett?" strillo mentre lo raccolgo da terra "Non me lo sgualcire! Mi piace un sacco questo vestito nero... anzi, sapete cosa vi dico? Metterò proprio questo stasera." incrocio gli sguardi imbronciati di Paul e Scarlett.

Ci manca solo che questi due adesso decidano come mi devo vestire.

"Ragazzi, per essere chiara, non esiste al mondo che io vada al Paradise con un vestito così appariscente e così... rosso. L'ho comprato per un matrimonio e non l'ho mai indossato perché è cortissimo e scollatissimo. Chissà a cosa stavo pensando quando l'ho comprato? Non è proprio il mio genere..."

"Probabilmente pensavi che una donna con il tuo fisico dovrebbe, ogni tanto, metterlo in mostra." mi fa eco Paul

"Paul ha ragione!" prosegue Scarlett "Ci sono donne ai miei corsi di pilates che soffrono le pene dell'inferno per avere un fisico che neanche si avvicina lontanamente al tuo, e sognano di poter indossare vestiti così. Tu, invece, non sfrutti quello che madre natura ti ha donato. Sei un'ingrata."

Sono tra due fuochi

"Avete finito?" domando scocciata

"No! Almeno non fino a quando ti deciderai a mettere questo abito..." mi risponde Paul

"Passami questo stupidissimo abito." non ho scampo "Vi conosco troppo bene, non mi lascerete in pace finché non l'avrò indosso. E sono anche già in ritardo."

"Esatto. Perciò risparmiamo tempo... io, intanto, prendo il ferretto arricciacapelli!"

In poco meno di mezz'ora sono allo specchio praticamente pronta. Devo dire che le lunghe ore passate da Scarlett a studiare quei tutorial su internet hanno dato i loro frutti. In pochissimo tempo, e con un tocco da professionista, mi ritrovo i capelli castano scuri, che ho lasciato ricrescere fino a metà schiena, perfettamente acconciati in una mezza coda, mentre dei boccoli morbidi ricadono leggeri sulle spalle. Il viso è leggermente truccato e un rossetto rosso fuoco richiama l'abito che mi fascia completamente, lasciando scoperti metri di gambe. La mia carnagione olivastra fortunatamente evita l'effetto mozzarella. Ringrazio mentalmente gli anni di sci e di arrampicate sulle montagne italiane che mi consentono ancora, mentre inesorabilmente mi avvicino ai fatidici trent'anni, di indossare abiti così corti e così attillati. Da quando mi sono trasferita in America non ho più fatto un minuto di sport e mi sono presto abituata al cibo spazzatura. Se non ci fossero stati quegli anni intensi di sport invernali, non avrei potuto vivere così di rendita. Il risultato che vedo riflesso nello specchio della mia stanza è decisamente buono, se solo la destinazione finale fosse un matrimonio reale o la serata degli Oscar.

"Tesoro, sei uno schianto!" sentenzia emozionato Paul, battendo le mani

"Ragazzi , non esiste che io stasera esca di casa così, sappiatelo." davvero, non posso

"Sarah, non cominciare..." mi risponde Scarlett alzando gli occhi al cielo

"Sul serio! Prima di tutto non ho intenzione di morire assiderata. Ho bisogno di qualche altro metro di stoffa per coprire le gambe. Avete presente la temperatura siderale che c'è fuori stasera?" mi agito per la stanza in cerca di un'alternativa

"Chi bella vuol apparire un poco deve soffrire." interviene Scarlett "E poi non vieni dalle montagne? Ogni tanto mi viene il dubbio che tu mi abbia sempre mentito sulle tue origini..."

"Per tua informazione Scarlett, in montagna, quando ci sono queste temperature, giriamo con tute da sci calde e comode." chi vogliamo prendere in giro

"Sarah vieni, siediti qui un attimo..." mi dice con tono calmo ma serio Scarlett.

"Vuoi dirci qual'è il motivo per cui stai facendo tante storie? Pensi davvero che ti lasceremmo uscire di casa con un abbigliamento non all'altezza? Se ti diciamo che sei perfetta ci devi credere. Noi ti vogliamo bene, abbastanza bene da dirti che ti puoi permettere di osare un pochino con l'abbigliamento qualche volta, sopratutto quando il luogo dell'appuntamento e l'accompagnatore lo richiedono" c'era talmente tanta partecipazione nel tono della sua voce che non me la sento di contraddirla, perciò decido, mio malgrado, di assecondarli. Dopotutto ci avevano messo davvero tanto impegno. E poi se mi cambio rischio un ritardo cosmico.

"Ok ok avete vinto." i miei amici si illuminano "Ora passatemi il cappotto, devo sbrigarmi. Rischio di non trovare tanto velocemente un taxi con questo tempo. E non vorremo far aspettare il capo?!?"

In men che non si dica siamo tutti e tre sul pianerottolo del nostro palazzo

"Ciao tesoro!" mi saluta Scarlett con un bacio sulla guancia

"Divertiti Sarah e vienimi a svegliare appena torni: voglio sapere chi hai incontrato." mi istruisce Paul

"Ciao ragazzi, fate i bravi stasera senza di me." li saluto mentre salgo nell'ascensore "E Paul... vai a letto presto, che domani si lavora."

Intravedo la smorfia di Paul mentre le porte dell'ascensore si stanno richiudendo.




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