1. La prima fagiolina
I miei occhi stanno facendo di tutto per abituarsi alla luce fortissima, tolgo il braccio dalla faccia e mi guardo intorno: sono davvero in una gabbia! Dall'alto casca qualcosa di veramente grosso, soffoco un grido e guardo meglio la figura che ho davanti. Un ragazzo!
Ha la pelle scura, i capelli anch'essi scuri e corti, è alto e muscoloso e credo che abbia circa diciotto anni. Mi guarda con un'espressione che è un misto tra perplessità e sorpresa. Rimane lì a fissarmi semplicemente. Mantengo il contatto visivo, devo fargli capire che non ho paura e che sono pronta a tutto, perciò tengo il tubo pronto ora che posso stringerlo con entrambe le mani. Sembra passata un'eternità quando un viso si affaccia dall'alto ed esclama: "Non è possibile!" Dopo quell'affermazione sento delle voci che cominciano a bisbigliare, ma non capisco cosa dicono. Poi una voce lontana e decisa urla: "Alby falla finita e dicci cosa c'è di strano."
Il ragazzo di fronte a me, Alby a quanto pare, mi scocca un ultima occhiata prima di guardare verso l'alto e rispondere urlando per farsi sentire da tutti: "E' una ragazza." Dopo quest'affermazione il tono delle voci si fa più alto e riesco ad afferrare qualche parola: mia, caspio, ragazza, turno... ma non hanno molto senso messe insieme. Sono sconcertata, allora è dovuto a questo tutto il brusio di voci, perché sono una ragazza? Cosa c'è di strano?
Alby fa un passo verso di me e io riprendo il controllo della situazione puntandogli addosso il tubo: "Non ti avvicinare!" Il ragazzo sorride debolmente "Stai tranquilla, fagio. Non vogliamo farti niente, è capitato a tutti noi. Sei al sicuro ora, sei a casa." Lo dice con tono annoiato, come se fosse una frase che ripete di continuo. "A proposito, ti conviene mollare quel tubo: stai perdendo sangue." aggiunge poco dopo.
Mi guardo la mano e effettivamente Alby ha ragione, a quanto pare ho preso il tubo proprio dove c'era una scheggia che mi si è piantata sul palmo della mano e ora la sta facendo sanguinare. Come ho fatto a non accorgermi di essermi fatta male? Inorridita da quello che ho fatto lascio cadere il tubo che atterra con un tonfo metallico. Annuisco al ragazzo e lo seguo fuori dalla gabbia: preferisco affrontare tutti quei ragazzi, piuttosto che rimanere in questa gabbia un minuto di più.
Quando mi aggrappo al bordo delle mani forti mi afferrano per le braccia, mi tirano fuori e mi appoggiano a terra. Guardo le grandi mani che mi hanno aiutata, seguo le braccia finché non riesco a capire a chi appartengono: un gigante... cioè, un ragazzo davvero altissimo! E' davvero muscoloso, ha i capelli neri, un naso particolarmente grosso e un po' storto, due occhi di un colore particolare tra l'azzurro e il verde e un sorriso amichevole sulle labbra. E' più alto di Alby anche se sembra essere più giovane di un anno o due. Mi lascia le mani e mi stringo quella ferita, che continua a gocciolare sangue, al petto. "Piacere, mi chiamo Gally" E mi porge la mano destra che stringo con la sinistra dato che non posso usare l'altra e rispondo "Ciao, io sono...ehm, io... non mi ricordo" ma prima che io possa sprofondare di nuovo nell'angoscia di non ricordare, mi spiega che è normale e che mi verrà in mente fra qualche giorno.
Alby si avvicina a noi e con fare burbero ordina: "Caspio Gally, accompagna la fagiolina dai Medicali, sta ancora perdendo sangue" Detto questo se ne va. "D'accordo andiamo fagiolina" dice il moro e mi fa cenno di seguirlo. Mi guardo intorno e cerco di capire dove sono finita. Vedo un boschetto, una struttura abbastanza grande in legno, orti dove alcuni ragazzi stanno lavorando e recinti con dentro animali di vario genere.
Mi accorgo che Gally si sta dirigendo verso la "casa" di legno e gli corro dietro per raggiungerlo. Gli arrivo di fianco e chiedo: "Cos'è questo posto? Cosa vuol dire fagiolina? E caspio? Che cos'è un Medicale?" "Frena pive, stai facendo troppe domande." dice mettendomi una mano sulla bocca e togliendola subito dopo come se avesse paura di aver fatto qualcosa di sbagliato. Cavolo! La sua mano è grande quasi quanto la mia faccia. "Questo posto è la Radura, dove viviamo noi Radurai. Fagiolino o fagio è il nome con cui chiamiamo i nuovi arrivati, come te. Caspio è un modo di dire che si sono inventati i primi pive che sono arrivati qui, sai probabilmente si annoiavano e un Medicale è la cosa più simile ad un dottore. A proposito, se te lo stai chiedendo, pive è il modo con cui ci chiamiamo tra di noi." "Oh!" non riesco a dire altro. Mi piace questo ragazzo, credo che andremo molto d'accordo. A differenza di Alby.
Mentre io rifletto su ciò che ho appena imparato entriamo nella casa. Non ha molti mobili, anzi oltre al tavolino di legno sulla parete di fronte all'entrata non c'è niente. Si vede che in questo posto è mancata una presenza femminile. Aspetta un attimo. E' vero, in questo posto non ho visto altre ragazze a parte me! Chissà perchè. Penso sorpresa e seguo Gally su per le scale.
*Angolo autrice*
Heilà pive!
Come potete vedere ho deciso di anticipare il giorno di pubblicazione perché di domenica solitamente non ho voglia di fare niente. E quindi d'ora in poi aggiornerò la storia di sabato.
Ringrazio le 6 personcine buonissime che sono passate a leggere la mia storia. Grazie davvero, significano molto per me.
Fatemi sapere nei commenti che ne pensate di questo capitolo... e niente.
A sabato prossimo❤️
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