𝙥𝙧𝙤𝙡𝙤𝙜𝙤
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✍︎︎ 1. Prendete la protagonista e versatela molto lentamente nell'ambiente che avete scelto. Cominciate a mescolare finché la protagonista non si sarà completamente omologata all'ambiente (da notare: questo passaggio risulterà più semplice se, come nel mio caso, la vostra protagonista è fissata con il fairy core e la sua stagione cromatica è pure autunno e quindi si veste sempre di verde bosco). Mescolare bene è molto importante, poiché farà in modo che la nostra protagonista appaia quasi completamente invisibile agli occhi degli altri e rimanga anonima per tutte le altre persone di quell'ambiente (eccetto un paio, i suoi amici altrettanto anonimi).
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Foxy quella mattina si era svegliata con la brillante idea di tingersi i capelli, idea che poi tanto brillante non si sarebbe rivelata. Non tanto per la cosa in sé. Erano secoli che voleva farsi i foxy hair, da quando li aveva visti in un post su Pinterest, e così a Natale si era fatta regalare tutto l'occorrente che, da brava procrastinatrice, aveva tenuto in fondo al cassetto per sei mesi, per poi rispolverarlo proprio quella mattina.
Era appena arrivata al Campo Mezzosangue per trascorrere la sua seconda estate lì e stava sistemando le sue cose nella Cabina di Demetra, quando aveva ritrovato quella roba in fondo alla valigia. Così aveva appoggiato tutto sul letto, promettendosi che sarebbe andata a concludere quella faccenda una volta per tutte non appena avesse finito le pulizie. E, stranamente, lo aveva fatto davvero (successivamente a sua sua madre – la sua matrigna in realtà – sarebbe venuto un infarto quando l'aveva vista tornare a casa, a settembre, con le punte dei capelli arancioni). Dopo pranzo era andata nei bagni comuni, aveva appoggiato le sue cose sul bordo del lavandino – aveva deciso che avrebbe sciacquato lì i capelli, perché nei bagni comuni non c'era l'acqua calda e non voleva farsi una doccia fredda –, si era sfilata la maglia, rimanendo in top sportivo, aveva tirato su l'orlo della gonna lunga che indossava, annodandola poco sopra le ginocchia, e si era messa all'opera.
Il risultato era stupendo, ma quello era assolutamente il giorno e il momento meno adatto a fare quella cosa. Se ne rese conto quando sentì Clarisse La Rue e la sua gang di sorelle forzute sghignazzare sempre più vicine alla porta dei bagni. Clarisse era una figlia di Ares e lei e le sue sorelle erano un po' come le classiche ragazzine antipatiche delle medie, però super muscolose e con poteri divini e abilissime in combattimento. Foxy sapeva che al campo girava voce che ci fosse un nuovo arrivato — uno che aveva sconfitto il Minotauro a mani nude — e Clarisse aveva questa tradizione che consisteva nello spingere nel water la faccia dei nuovi arrivati e beh, a quanto pareva, Clarisse era riuscita a pescare il nuovo arrivato.
«Ma perché proprio ora»
Imprecò ad alta voce.
«Non poteva essere giusto un po' più veloce a correre 'sto ragazzino? Ma davvero poco poco, solo per seminare Clarisse ancora per cinque minuti e darmi il tempo di rinfilarmi la maglia e uscire?»
Sbuffò e proprio in quel momento la porta si spalancò, sbattendo contro il muro talmente forte e all'improvviso che per qualche secondo Foxy pensò che fosse stata buttata giù. Si accorse che era ancora attaccata ai cardini solo quando la sentì cigolare mentre dondolava a causa dell'impatto.
Foxy aveva indovinato. Era Clarisse. Attraversò a grandi falcate la zona con i lavandini, con un ghigno da troll che le deformava il viso. Teneva per i capelli un ragazzino e se lo trascinava a presso. Lui non sembrava molto d'accordo e tirava calci e spintoni all'aria per provare a liberarsi.
«È uno combattivo» pensò Foxy, ad alta voce «Peccato che non abbia capito niente. Non riuscirà a liberarsi da Clarisse. Se lei vuole fargli bere l'acqua del water, lui berrà l'acqua del water»
Nessuno la sentì. A dire il vero sembrava che Clarisse e le sue sorelle non si fossero nemmeno accorte che era lì, eppure tra loro c'erano soltanto pochi metri di distanza. Foxy non ne era sorpresa, dovevano essere davvero tanto concentrate sull'iniziazione del novellino, troppo per prestare attenzione a una di cui non ricordavano nemmeno il nome. Però nemmeno Annabeth Chase, che era arrivata poco dopo il gruppetto, di corsa e col fiatone, e che ora di strofinava le mani sul viso con espressione preoccupata, l'aveva notata. E Annabeth era una tipa sveglia e parecchio attenta – a differenza di... beh, della gran parte dei figli di Ares.
Ma Foxy non rimase sorpresa nemmeno da ciò. Aveva una specie di superpotere. No, no, non faceva crescere le piante con l'imposizione delle mani (a dire il vero aveva il pollice nero, ironico no? Quella brava con le piante era la sua sorella e migliore amica Doth). Il superpotere di Foxy era quello di essere completamente invisibile agli occhi della gente. Non era letteralmente invisibile, tipo i fantasmi, solo che la gente non la notava mai. Come? Perché? Foxy se lo era chiesta tante volte. Come fa a passare inosservata, così tanto inosservata, una che va in giro con outfit da fata-dark, che non ha un solo paio di jeans nel suo armadio e indossa solo gonne lunghe piene di merletti, maglie con le maniche larghe da strega piene di merletti, decine e decine di gioielli e rossetto bordeaux, e che da cinque minuti ha anche i capelli arancione acceso?
Però in occasioni come quella le faceva molto comodo. Infilò tutta la sua roba nella borsa, compresa la maglia – aveva paura che chiudendo gli occhi anche solo un attimo per infilarla Clarisse l'avrebbe vista e scambiata per una novellina e l'avrebbe messa a fare compagnia a quel ragazzino – e si preparò a uscire silenziosamente.
«Come se potesse essere roba dei Tre Pezzi Grossi» stava dicendo Clarisse, per poi scoppiare in una risata potente e sguaiata, un po' come quella di un cinquantenne ubriaco in un bar che racconta battute che capisce solo lui. «Si, come no. Scommetto che il Minotauro è morto dalle risate a trovarsi un allocco del genere davanti. Eh, Prissy? Dicci la verità.»
«Si chiama Prissy? Che schifo di nome»
Rimase a fissare la scena. Ma non fece in tempo a vederlo in faccia, quel mitico ragazzino che era al Campo da neanche una settimana e già tutti lo ricordavano come un'eroe, poiché Clarisse spalancò con la mano libera (con la stessa potenza di prima) la porta di uno dei gabinetti e lo lanciò dentro, costringendolo a inginocchiarsi.
«È arrivato il suo momento»
Si disse Foxy.
Lei lo ricordava bene quello che era stato il suo di momento... ovviamente aveva lasciato fare i figli di Ares senza ribattere e senza fare niente che loro avrebbero potuto trovare divertente o soddisfacente, così loro si erano dimenticati di lei a pochi giorni da quando era arrivata, come del resto tutti gli altri semidei.
Si dondolò sulle gambe e inclinò la testa, per riuscire a vedere oltre la porta aperta del gabinetto dov'erano Clarisse e Prissy. E quello che vide fu una colonna d'acqua, che si innalzava dal water, disegnava un arco sulla testa di Prissy e colpiva Clarisse dritto in faccia.
«Wow» Non riuscì a trattenere un sorriso «Ma è pazzesco. Mio marito.»
Fu un po' meno pazzesco quando esplosero tutti gli impianti del bagno. E con tutti intendo anche il lavandino. A cui Foxy era appoggiata. Un getto d'acqua fredda – perché ricordiamoci che nei bagni comuni non c'era l'acqua calda – le arrivò dritto sulla schiena, facendola sobbalzare.
E poi tutto si fermò. Clarisse e le sue sorelle erano state sbattute fuori dall'edificio e rotolavano sul pavimento, urlando cose poco carine nei confronti di Percy e degli dei in greco antico. Foxy mosse qualche passo e le suole delle sue scarpe di vernice fecero 'ciack ciack' sul pavimento completamente allagato. Si ritrovò sulla soglia del gabinetto, a fissare – finalmente – dall'alto quel famoso ragazzino, più o meno della sua età, che ricambiava il suo sguardo (in quel caso era davvero parecchio difficile non notarla), con i capelli scuri scompigliati e un'espressione confusa negli occhi verde mare, seduto nell'unico angolino asciutto in tutto il bagno.
«Sei forte»
Com'è che avevo detto prima? Andarsene il più silenziosamente possibile... No Foxy era troppo curiosa, e incuriosita ancora di più da quel ragazzino che aveva fatto esplodere un water in faccia a Clarisse La Rue.
«Ehm... grazie»
Fece lui, ma non sembrava molto convinto.
«Ti chiami Prissy, vero? Non vorrei suonare scortese, ma ti conviene trovarti un soprannome carino. Se vuoi ti aiuto io, sono brava con i soprannomi»
«Cosa? Ah, no. Mi chiamo Percy, in realtà»
«Oh» Foxy si dovette trattenere per non dire ad alta voce "mannaggia ai semi di orchidea", che era l'imprecazione coniata da lei e sua sorella Doth, l'estate prima, mentre cercavano di indovinare come imprecassero i veri figli di Demetra. «In tal caso, tranquillo, puoi fare a meno del -»
Si sentì tirare per un braccio e si ritrovò dietro ad Annabeth Chase.
«Ma come hai...?»
«Non lo so»
«E tu chi sei?» lo sguardo di Annabeth saettò su di lei e Foxy per poco non cadde a terra «E perché sei stata lì a guardare e non hai fatto niente?»
Annabeth Chase stava parlando con lei! Annabeth Chase, quella che era arrivata al campo a sette anni e che ora, a dodici – un anno in meno di Foxy – era diventata capocabina di Atena, a discapito di tutti i suoi fratelli più grandi, e che tutti rispettavano e temevano, la combattente migliore del Campo e la più intelligente. E stava parlando con Foxy!
La grande ammirazione che provava per lei non le impedì di pensare una serie di insulti – per fortuna ebbe la decenza di pensarli solo nella sua testa e non ad alta voce – rivolti a lei.
Ma ti sembro una che potrebbe mettersi a contraddire Clarisse? Passo le giornate a intrecciare corone di fiori e cucinare brownies ai mirtilli – forse dovrei riprendere le lezioni di scherma – come pensi che possa sfidare Clarisse? Piuttosto perché tu sei rimasta lì a guardare senza fare niente. Alla faccia della guerriera migliore del Campo.
«Ether Fox» sorrise e slegò il nodo che aveva fatto alla gonna – pessima idea: appena la lasciò l'orlo finì a terra e si inzuppò di acqua sporca – e si esibì in un inchino teatrale «Piacere di fare la vostra conoscenza»
Poi la voce di Clarisse riemerse dall'esterno.
«Tu sei morto, pivello. Morto stecchito.»
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«E sai cosa le ha detto lui?»
Foxy raccontava con gli occhi spalancati dall'entusiasmo.
«Cosa?»
Chiese Doth, e Foxy mise su una faccia da 'tipo intenso e penetrante'.
«"Vuoi fare un altro po' di gargarismi con l'acqua del water, Clarisse?"»
«Non l'ha fatto davvero»
«Si che l'ha fatto. E poi quelli di Ares hanno dovuto portare via Clarisse. Altrimenti lo avrebbe ammazzato, e ci credo, nessuno aveva mai osato reagire. Dovevi vedere la sua faccia, scalciava ovunque, per fortuna non è riuscita a liberarsi dai suoi fratelli.»
«Pazzesco»
«Io credo di amare questo ragazzo»
«Come amavi Luke Castellan l'estate scorsa?»
«Nah... quella era una cottarella stupida.» scacciò via il ricordo con un gesto della mano. Luke Castellan era stato la tipica cotta della ragazzina nuova per il tizio più grande gentile e popolare. Con Luke non ci aveva mai nemmeno davvero parlato. Lo aveva visto un giorno perché lui insegnava scherma ai nuovi arrivati e lei era lì nel gruppo ed era rimasta affascinata dal suo charme. Aveva fatto scherma tutti i giorni solo per vederlo, almeno nelle prime due settimane. Però praticarla troppo l'aveva portata ad odiare la scherma e aveva smesso completamente di allenarsi... e non aveva mai più parlato con Luke Castellan. Aveva deciso che si sarebbe limitata ad osservarlo ai pasti e a sperare che un giorno per caso sarebbero capitati seduti vicini al falò e avrebbero cantato insieme la canzone scelta dai figli di Apollo. Niente di tutto ciò era successo, ovviamente, e alla fine Luke era diventato solo 'una cottarella stupida' «Questa è una cotta seria»
Doth alzò un sopracciglio.
«Per seria intendi che ci parlerai, almeno un volta?»
«Ci ho già parlato. Te l'ho anche raccontato, mi stavi ascoltando?»
«Ah. Scusa ho prestato attenzione solo quando hai detto che Clarisse era stata aggredita da un water»
Foxy roteò gli occhi.
«Ti voglio bene anch'io»
«Ma io ti voglio bene. Quasi quanto alla mia Orchidea Zygopetalum» non sembra, ma quello era più che un complimento da parte di Doth. Considerava le sue piante come le sue bambine, parlava con loro e faceva tutte quelle cose strane che fanno quelli fissati con le piante. «Ma non ho voglia di ascoltarti»
«Comunque, ci ho parlato. E ho intenzione di parlarci tante altre volte»
Cinque minuti dopo, desiderò non aver mai detto quella frase
«Com'è che avevi detto?» fece Doth «"E ho intenzione di parlarci tante altre volte"»
Erano a cena, nel padiglione della mensa, e osservavano dal tavolo di Demetra Percy Jackson al braciere, che sacrificava parte della sua cena agli dei. E Doth stava provando a convincere Foxy and andarci a parlare.
«Ma non posso andare lì così e parlargli» Foxy sprofondò nella panca «Devo avere una qualche scusa»
«Vabbè digli una cosa tipo: "Hey hai fatto esplodere water in faccia a qualcun altro"»
«Ma no, che cringe. E poi sicuramente non si ricorda di me. Abbiamo scambiato proprio due parole e poi si è messa in mezzo Annabeth Chase.»
«Non hai bisogno di una scusa. Vai lì e parlagli. Fai finta che devi bruciare qualcosa pure tu o che so io»
Proprio in quel momento Percy Jackson si girò nella loro direzione, sorrise, e fece un cenno di saluto con la mano.
«Aiuto» Foxy spalancò gli occhi «Che faccio?»
«Salutalo anche tu»
E così fece, sollevò la mano e la scosse leggermente, con un sorriso nervoso sulle labbra. Mentre continuava a salutare come un'ebete qualcuno le passò accanto.
«Hey Percy» era uno dei satiri del campo «Come va?»
Se possibile Foxy spalancò ancora di più gli occhi.
«Dimmi che non è appena successa quella cosa che lui saluta una persona dietro di me e io come una scema rispondo perché penso sia rivolto a me?»
«Mi sa che è appena successo proprio quello»
L'onestissima reazione di Foxy? sposto il piatto da davanti a sé, così da avere uno spazio libero sul tavolo, e sbatté forte la fronte sulla tovaglia.
«Che imbarazzo»
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Prendete dal frigo i pezzi di fanfiction di prima, frullateli e metteteli in una teglia.
Aggiungete il composto di prima. ATTENZIONE. Fatelo di botto, con un solo colpo secco. NON lasciate che si amalgamino per bene, mettete subito in congelatore. ✍︎︎
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Qual è la soluzione quando si è bloccati su una fanfiction da tre anni?
A- concentrarsi e cercare di portarla a termine
B- iniziare a scriverne un'altra
Io: *preme energicamente B con tutte le sue forze*
La accendiamo?
Io: La accendiamo.
Esatto, sono proprio io. Non sono morta, non ho disinstallato wattpad (ahimè non posso vivere senza le mie due orette notturne di lettura ff), e non ho ripugnato il cringissimo mondo delle fanfiction (forse dovrei).
Comunque. GIURO CHE QUESTA LA FINISCO. (Anche l'altra in realtà, ma necessito di un po' di tempo.)
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo inizio ★
Personalmente adoro Ether (che modesta ve'?), è uno dei miei oc preferiti anche se è nata totalmente a caso.
T
Bye
𝓫𝘰𝘴𝘬𝘰 ✍︎︎
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