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{capitolo 7}


La mattina seguente mi alzai molto presto e uscii perché mi era venuto il mal di testa a forza di pensare. Non dormivo da giorni e mangiavo molto poco, non ci riuscivo. Andai ad un caffè non troppo lontano e mi avviai per le strade poco affollate di Londra. Arrivai come l'altro giorno a Baker street ma questa volta decisi di andare a trovare la signora Hudson anche se i ricordi mi travolgevano e mi facevano sentire vuota. Mi fermai davanti a quella porta, mi avvicinai con calma e bussai. La signora Hudson mi venne ad aprire e mi abbracciò piangendo, lei asciugandosi le lacrime disse:
'' Oddio da quanto tempo! Potevi almeno venire alcune volte qui io sono sempre sola, non mi piace questo silenzio. Ma comunque, vieni cara, accomodati.'' Rientrai in quella casa dove due anni fa abitava Sherlock, all'improvviso avvicinandomi alle scale lo vidi come un fantasma che mi sorrideva, aveva un sorriso dolce. Strizzai gli occhi e l'illusione se ne andò. Rimasi folgorata da quello che mi era successo ma la voce della signora Hudson mi risvegliò, "cara, va tutto bene?" io rimasi un attimo in silenzio prima di rispondere
" sto... bene, adesso arrivo." Non mi era mai capitata una cosa del genere. Mi sembrava così reale, lo vedevo chiaramente ma quel sorriso così dolce non mi era mai capitato di vederlo. Rimasi a pensare mentre la signora Hudson mi raccontava cosa fosse successo durante gli ultimi due anni dopo la morte di Sherlock poi la signora Hudson disse una cosa che mi fece sobbalzare:
" alcune volte mi sembra quasi di sentirlo suonare e di vederlo, lui è ancora qui.'' Le lacrime si fecero roventi e scesero sulle mie guancie. Mi voltai per non farmi vedere, non mi era mai capitato di piangere per qualcuno. Dopo essermi ripresa andai fuori dall'appartamento della signora e mi fermai sulle scale. Era come se il tempo si fosse fermato. Salii pian piano le scale toccando la parete e la ringhiera. Arrivai nell'appartamento e mi guardai intorno, era tutto come lo avevamo lasciato. Guardai gli scaffali dove Sherlock teneva i libri, mi sedetti sulla mia poltrona a guardare la poltrona di Sherlock vuota. All'improvviso qualcuno parlò:
" è come essere ritornati nel passato non è vero?" non poteva essere. Rimasi ferma immobile, congelata da quelle parole. Non è possibile. Mi alzai dalla poltrona e mi girai lentamente. Era proprio lui. Era lì davanti a me. Mi avvicinai con gli occhi umidi e gli toccai il braccio come a verificare che non fosse un fantasma. Lo abbracciai con le lacrime che gli bagnavano la camicia mi distaccai rendendomi conto di quello che avevo fatto. Lui era un po' confuso ma mi sorrise. Io mi avvicinai e gli diedi uno schiaffo
" due anni Sherlock. Mi hai fatto sentire in colpa lo sai?" e lo riabbracciai lui era ancora più confuso, lo vedevo dalla sua buffa faccia, ma ricambiò goffamente il mio abbraccio. Ero troppo contenta. Gli chiesi di spiegarmi cosa fosse succeso in quegli anni e lui dopo un lungo racconto e una pausa disse:
'' sono riuscito a scalfire solo la superficie dell'organizzazione di Moriarty, ma ho scoperto anche un altra cosa..." il suo sguardo si fece duro e io sentii all'improvviso l'ansia salirmi, avevo paura che avesse scoperto che lavoravo per Moriarty, ma gli avrei spiegato tutto lui riprese
"tu, lavoravi per Moriarty." mi guardava con freddezza, ma io dissi
" non è come credi. Io sono stata obbligata da Moriarty, perché sennò evrebbe ucxiso mia sorella. Ma non ti preoccupare, solo all'inizio gli dicevo quello che facevi, poi ho capito che stavo sbagliando perché sei un brav'uomo e così ho incominciato a mentirgli." Sherlock cambiò espressione come se fosse confuso. Dopo un'altro silenzio disse
"perché lo hai fatto? Moriarty aveva tua sorella e poteva anche ucciderla se ti avesse scoperto. Perché rischiare tanto?" io andai nel mio palazzo mentale a cercare una risposta più adatta ma non la trovavo. Dovevo dirglielo, ma come? Ero un bel po' imbranata su queste cose, non mi era mai capitato di farlo. Uscii dalla mia mente e mi accorsi che Sherlock mi guardava in attesa di una risposta. Arrossii violentemente e dissi con un filo di voce
" perché mi piaci"
lui si avvicinò nel tentativo di sentire e io intato andavo a fuoco dalla vergogna e ripetei
" perché mi piaci."
lui si allontanò dal mio viso e mi sorrise dolcemente, era davvero carino

Io mi tirai indietro appoggiando lo schiena sullo schienale della mia poltrona. Lui mi guardava ancora, poi si alzò e si avvicinò a me lentamente, io mi alzai e lui si avvicinò sempre di più. I nostri volti erano a pochi centimetri di distanza. Mi baciò con un dolce bacio a stampo, poi un bacio vero e appassionato. Sentivo l'odore della schiuma da barba e il sapore delle sue labbra, era bellissimo. Andammo in camera e la mattina seguente mi sembrava di aver sognato. Ma era vicino a me che dormiva beato con alcuni riccioli ribelli che gli ricadevano sulla fronte. Dopo qualche minuto si svegliò dicendo :
" Buongiorno"
"Buongiorno"
io mi avvicinai a lui e lui mi abbracciò. Mi alzai a fatica dopo qualche minuto ero vicino al letto. Lui mi prese per i fianchi e mi buttò sul letto lanciandomi un cuscino in faccia. Io rimasi ferma per qualche secondo e presi l'altro cuscino lanciandolo a mia volta. Scoppiammò in una marea di risate e di piume😂. Finalmente ci rilassammo e poi andammo in salotto dove poco dopo arrivò la sigora Hudson con i suoi deliziosi biscotti allo zenzero e cioccolato. Sherlock ne prese cinque e mentre li mangiava sembrava proprio un bambino. Uscimmo alle dieci e ce ne andammo in giro in cerca di qualcosa da fare. Sherlock era molto tranquillo e quando ci avvicinammo a dei cartelloni pubblicitari l'immagine di Moriarty apparve dicendo
VI SONO MANCATO?

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