{capitolo 10}
Freddo. Buio. Mi faceva male la testa. Non capivo dove fossi. Intorno a me non c'era nulla. Non toccavo terra con i piedi e ero attaccata con delle catene alla parete umida. Non avevo la maglietta ma avevo ancora la canottiera. Non sapevo da quanto tempo fossi svenuta e non sapevo che ore fossero perché non c'era luce. Mi ero abituata un poco a quella oscurità totale. La stanza era vuota apparte per una sedia davanti a me a tre metri di distanza e una lampadina che pendeva dal soffitto. All'improvviso qualcuno accese la luce era molto fastidiosa e ci misi un po' per abituarmici. Vidi un'uomo che aveva una scodella con dentro del cibo. Io mangiai in silenzio cercando di capire chi fosse e per chi lavorasse. Non riuscii a capirne molto purtoppo. Lui se ne andò e mi lasciò nel buio di quella fredda cella. Le braccia incominciavano a farmi male e la testa mi pulsava. Passò non molto tempo da quando quell'uomo mi aveva dato da mangiare che sentii dei passi che si avvicinavano alla porta. I passi si fermarono. Il cuore cominciò a battermi forte nel petto. La porta si aprì ed entrò Sebastian insieme a Jim. Jim mi guardava con un sorriso inquietante invece Sebastian non faceva trasparire emozioni. Jim aveva una mano dietro la schiena, io non sapevo cosa avesse ma avevo un brutto presentimento. Levò la mano da dietro la schiena e vidi che aveva in mano un pugnale, la lama scintillava e Moriarty ci giocherellava come se niente fosse e all'improvviso lo lanciò verso di me. La lama si conficcò nella parete vicinissima alla mia testa, ero terrorizzata, forse avevo perso un battito ma non ne sono certa. Jim si avvicinò a me prese il pugnale e con la lama mi premette sulla pelle tagliandomi lievemente sulla guancia. Sentii il sangue che fuoriusciva dalla ferita e mi bagnava la spalla. Lui con un colpo secco mi conficcò la lama nella spalla e quando io mi lamentai urlando dal dolore lui disse :''Shhhhh... Non gridare'' mi conficcò la lama ancora più a fondo e vidi il mio sangue che sgorgava dalla ferita aperta e la mano di Moriarty completamente completa di sangue. Sentii la lama uscirmi dall'altra parte e girare nella ferita. Il dolore era atroce e purtroppo io svenni. Mi risvegliai ma non c'era più nessuno. la ferita mi sanguinava ancora e mi faceva un gran male. Il braccio non lo sentivo più e pregavo Dio di farmi trovare da Sherlock, Moriarty era molto diverso, non lo avevo mai visto in quel modo. Aveva un ghigno terrificante sul volto e gli occhi che gli scintillavano nella penombra, i capelli leggermente scompigliati e la voce in un sussurro. Rimasi sola per non so quanto tempo e un uomo mi portava da mangiare. Sebastian mi fasciò il braccio e mi disse che Jim non voleva che morissi ma che soffrissi. Jim ritornò diverse volte e in quelle volte mi frustò mi bruciò le dita e mi stappò i capelli. Io soffrivo come un cane impotente davanti a lui. Ogni volta che mi torturava mi rinchiudevo nel mio palazzo mentale e pensavo a Sherlock, quando svenivo Moriarty se ne andava e dopo qualche ora Sebastian mi curava. Erano ormai passati non so quanti giorni e il mio dolore aumentava col passare del tempo. Ormai ero quasi allo stremo delle forze, non ce la facevo a continuare così. L'uomo che mi portava da mangiare alcune volte mi scioglieva e mi faceva riposare per un po' ero molto grata a lui. Io gli facevo pena e lui era stato obbligato a diventare un membro dell'associazione di Moriarty. Un giorno qualcun' altro venne portato i quella cella non lo vedevo in faccia perché era coperto da un sacco nero e purtroppo non parlava. Osservandolo meglio riconobbi in lui qualcosa di familiare... Non può essere lui... pensai e finalmente lui parlò e io piansi quando lo riconobbi. Era Sherlock. Gli levarono il sacco dalla testa e finalmente potei rivedere i suoi meravigliosi occhi azzurri. Lui mi guardò meglio e mi disse :'' che cosa ti hanno fatto quei bastardi!'' io gli dissi che era stato Moriarty a farmi questo e lui rimase un attimo in silenzio e mi disse che Moriarty di solito questi lavori li lasciava ai suoi cecchini o killer ma non lo faceva mai lui. Lui organizzava tutto ma non si metteva mai i mezzo. La luce si accese e Moriarty ritornò dicendo :'' ti è piaciuta la mia piccola sorpresa? Speravo l'avresti apprezzata così da riprenderti per poi vedere il tuo amato soffrire e morire davanti ai tuoi occhi.'' io ero furiosa con me stessa e odiavo con tutto il cuore quel mostro. Non volevo perdere anche Sherlock, era l'unica cosa che mi fosse restata nella mia vita. Non volevo vederlo morire. Mi feci coraggio e dissi a Moriarty quando stava per pugnalarlo:'' FERMO! Ti prego non farlo! Farò tutto quello che vuoi ti prego, ti supplico!'' lui si fermò e mi disse:'' non mi supplicare ti prego.'' ''Ti supplico farò quello che vuoi ma non lo fare!'' le lacrime mi si fecero roventi e mi solcarono il volto. Moriarty appoggiò il pugnale e disse :'' e va bene... ma tu verrai con me per sempre, non rivedrai e non avrai contatti più con nessuno di loro soprattutto con Sherlock e diventerai mia per sempre.'' io guardai Sherlock e vidi nel suo volto tristezza e rimprovero ma distolsi lo sguardo da lui per non rendere le cose difficili e dissi di si alla proposta di Moriarty. Lui mi venne vicino e disse:'' quanto sei patetica, faresti di tutto per lui anche morire... ma sono felice che hai accettato hai avuto un po' di testa finalmente.'' mi liberò dalle catene e io caddi a terra perché non riuscivo a tenermi in piedi, non ne avevo le forze. Chiesi a Moriarty un minuto di privacy con Sherlock e lui accordò andandosene fuori. Appena fummo soli io mi avvicinai a Sherlock con le ultime forze che avevo nelle gambe e mi alzai appoggiandomi alla parete Sherlock mi guardava e avrebbe voluto aiutarmi ma non poteva. Io gli accarezzai il viso e le lacrime mi uscirono, non riuscii a trattenermi. Lui mi sorrideva tristemente e io avvicinai il mio viso al suo e lo baciai per l'ultima volta. Un ultimo bacio che sarebbe stata la nostra promessa di ritrovarci un giorno. Io vidi per la prima volta Sherlock piangere e dirmi che mi avrebbe trovata dov'unque fossi e che l'avrebbe fatta pagare a Moriarty per tutto. Io gli diedi un ultimo bacio e gli dissi che lo amavo e lui mi sorrise dicendo che sarebbe riuscito a farcela e che mi amava. Moriarty irruppe qualche secondo dopo dicendo :'' mi farete venire le carie prima o poi e poi mi è nuova che Sherlock pianga.'' mi prese sottobraccio e mi portò via da quell'orrendo posto. Io gli feci giurare di non fare nulla a Sherlock e agli altri e di lasciare andare libero Sherlock. Lui accordò e io partii insieme a quel mostro lontano da Sherlock e dall' Inghilterra.
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