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||Two||

Non è possibile! Non può essere lui! Sono pure stata gentile! Ma non era così bello, prima...

Il suo banco è nella fila dietro la mia e la colonna alla mia destra.

Per tutto il tempo ho come l'impressione di avere dei occhi puntati addosso.

Al suono della campanella, per la ricreazione, prendo un respiro profondo e cerco di mantenere un'espressione professionale

-Allora ti chiami Nathan, prima mi sono dimenticata di chiederti il nome. Vieni ti mostro la scuola, ma ti avverto, lo faccio solo perché sono la rappresentante- dico freddamente

-Perché all'improvviso sei diventata così seria?- mi domanda, anche lui con un tono freddo

-Poche storie, andiamo- gli ordino

Nel corridoio della scuola non ci rivolgiamo neanche una parola.

-Ciao Cheryl- mi saluta Andrés, il mio migliore amico e pare che non si sia accorto di Nathan

Andrés è biondo, occhi verdi ed è più basso di me. Alto 1,60.

Io e lui ci scambiamo giusto due parole e poi ci salutiamo con un'abbraccio.

Io continuo a camminare, ma mi accorgo che lui non mi sta seguendo, così mi fermo

-Che c'è? Perché non ti muovi? Non ho tutto il giorno- non avevo affatto voglia di stare con lui

-Vedo che sei diventata molto amica di Andrés, dopotutto ciò che ti interessa veramente è avere tanti ragazzi che ti vanno dietro. Di me non ti è importato poi questo granché- mi dice con filo di tristezza in voce

Io non capisco, cosa intende?! Ma se non ho visto altri che lui, poi Andrés ha tutt'altri gusti.

Volevo chiedergli cosa voleva insinuare con quelle parole, ma come risultato ottenni questo:

-Non fingere di essere la vittima! Non c'è bisogno che mi fai da guida chiederò a qualcun altro- conclude la conversazione e se ne va.

Per tutta la lezione, ripenso a quello che mi ha detto. Non ha senso tutto ciò! È stato lui a lasciare me...

-Cheryl- mi chiama il prof di matematica, Nacchan

-Si prof?- rispondo io, nascondendo il fatto di essere ancora turbata per quello che mi ha detto 'lui'

-Puoi occuparti tu dei libri didattici di Taiyo? Poi, dopo potresti raccoglie i quaderni e portarmeli in sala professori?- mi chiede Nacchan.

Io rispondo di sì. Lui è sempre gentile con me, sarà per il fatto che sono la sorella minore di Logan.

Nacchan è come lo chiama mio fratello, in realtà si chiama Natsume ed è il migliore amico di Logan.

Ha i capelli neri e anche i suoi occhi sono molto scuri, ma non credo sia proprio giusto dire che sono neri. Anche lui è poco più basso di mio fratello.

Finita la sua ora, c'è la pausa pranzo. Chiedo a tutti di darmi i loro quaderni, tutti tranne Nathan ovviamente, non ha senso chiederlo a uno che si è appena trasferito.

Ora che li ho raccolti tutti devo portarli in aula professori.

Visto che le mie amiche mi aspettano per pranzare insieme, decido di portarli tutti in una sola volta così faccio prima.

-Sono pesanti...!- mi lamento, anche se è stata una mia scelta portarli insieme...

I quaderni iniziano a scivolare!! Oh no! Sono caduti alcuni. Dovevo portarli di meno e fare più andate.

Mentre li raccolgo, qualcuno mi aiuta, non so chi, perché la frangia copre la mia vista

-Grazie...- dico alzando un po' la testa e mi ritrovo lui davanti

-Sei sempre la solita- dice lui ridendo e porgendoti i quaderni

-Vuoi una mano? Perché non hai chiesto a qualcuno di aiutarti?- mi chiede in tono di rimprovero

Che gli prende!? Prima mi tratta male poi in modo gentile! Che ha?! Crisi di identità?!

-Sono affari miei- dico con un tono severo

Prendo i quaderni e li porto a Nacchan. Nathan mi ha accompagnato per tutto il tragitto. Lui dice che deve chiedere qualcosa al prof, anche se, quando siamo arrivati non ha chiesto niente.

Per un momento mi è passata per la mente la possibilità che si fosse preoccupato per me, ma poi mi sono resa conto che è impossibile. Non avrebbe alcun senso logico.

-Grazie Cheryl. Tutto bene a casa? Stai provando ad andare d'accordo con Ethan?- mi chiede il prof.

Lui sa bene che io sto molto male per la situazione attuale che abbiamo in famiglia, ma non voglio farlo preoccupare

-Io sto benissimo, no problem!- dico con un sorriso forzato e finto, ma sono talmente brava a recitare che tutti ormai mi credono

Usciti dalla sala professori, Nathan se ne va.

Più lo guardo, più penso che sia completamente cambiato, non è più lo stesso di tre anni fa.

-grazie- sussurro, ma dubito che lui mi abbia sentito...

Mi giro con l'intenzione di andare in classe, ma quando mi sono voltata ho sentito un 'prego'. Credo fosse la mia fantasia. Ha ha, ora pure la mia testa si mette a fare questi scherzi.

-Secondo me, tu gli piaci ancora- commenta Arisa, un'amica che ho conosciuto all'inizio della scuola ed è in classe con me.

Più bassa di me di 5 cm, infatti è alta 1,59. I suoi capelli sono mori e ha dei bellissimi occhi smeraldo

-E ti ha lasciata perché non avrebbe sopportato l'idea di starti lontana, forse sapeva già che doveva partire- continua Nao, una ragazza della classe di fronte alla nostra, la A.

Lei, invece, è alta 1,58, capelli biondo chiaro e con un paio di occhi stupendi: azzurri come il cristallo.

-Impossibile- dico fermando le loro fantasie -Se fosse come dite voi, allora lui non sarebbe uscito con un'altra. La verità è che non sono stata poi così importante per lui- alle mie parole, loro cambiarono argomento

Alla fine della giornata, sono andata dai vari club a dire che per una settimana non potevo aiutarli e ho avvisato il capitano che avrei saltato qualche allenamento

Poi sono andata all'uscita, dove mi aspettava Andrés, che ha deciso di accompagnarmi alla caffetteria di mio fratello.

-Ora che ci penso, prima, quando ti ho salutato, eri con una persona. Mi sembrava familiare, ma non riesco a ricordare a chi assomiglia- dice lui, cercando di ricordare

Arrivati al negozio vado nel camerino per cambiarmi, ma quando apro la porta...

-Non esiste più l'educazione di bussare prima di entrare- dice il ragazzo, mezzo nudo

-...- chiudo la porta sbattendo, prendo un respiro, vado da mio fratello

-É successo qualcosa, ciliegina?- mi chiede lui indifferente

-Perché è qua? Perché non mi hai detto che c'era un'altro ragazzo nel camerino!?!- urlo

-Ah, parli di Nathan? Semplice, lavora qua- mi risponde con non curance.

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