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Nelle settimane successive avevo alternato giorni di tirocinio a giorni in cui mi allenavo con Hawks, soffermandomi più sul mio quirk che sulle abilità fisiche, cosa che invece avevo approfondito in quei tre anni allo Yuuei.
Con lui stavo scoprendo alcune caratteristiche del mio quirk a cui non avevo dato molta importanza, e stavo cominciando ad aprirmi. Parlavo con piu scioltezza, senza ansia che le mie parole potessero venire ignorate o fraintese. Finalmente riuscivo a parlare di ciò che sentivo senza venire giudicata e addirittura venendo capita a pieno. Anche senza saperne il motivo, sentivo che quei "ti capisco" erano sinceri. C'era sicuramente qualcosa che non sapevo, ciò che c'era dietro a quelle affermazioni che faceva e ad ogni azione fatta per aiutarmi fino a quel giorno, ma non credevo fosse importante saperlo: perché, qualunque fosse il motivo, riusciva a farmi stare bene.
Nejire, Mirio e Tamaki sono degli amici fantastici, mi hanno fatto passare momenti stupendi e aiutato nelle situazioni difficili, sono sicuramente degni di essere dei veri eroi, oltre che dei veri amici. Con Hawks, però, era diverso. Non so neanch'io spiegarlo bene, ma era come se mi facesse convivere e allontanare da ciò che mi faceva stare male allo stesso tempo.
Endeavor invece continuava ad allenarci come aveva sempre fatto in quelle settimane e, a quanto pare, ero l'unica tra gli studenti a sapere che i tirocini fossero ricominciati per allenare noi eroi a combattere contro quello che si chiamava Fronte di Liberazione del Paranormale.
Intanto allo Yuuei i ragazzi stavano migliorando davvero tantissimo: Midoriya era diventato capace di usare la Frusta Nera, Bakugo di lavorare bene in squadra e si erano formate alcune mosse speciali di gruppo, come quella di Mina, Ochaco e Sero, ovvero il "Team Rainy Day".
N/s era sempre molto felice ogni volta che la andavo a visitare ai dormitori e parlavamo insieme. Non ero ancora riuscita a scoprire chi le piaceva ma prima o poi ce l'avrei fatta. *risata malvagia intensifies*
Quel pomeriggio stavo tornando a casa da scuola insieme a Nejire, visto che nessuna delle due doveva andare alla rispettiva agenzia del tirocinio. Io non dovevo nemmeno andare da Hawks quel giorno: mi aveva detto di avere un impegno importante e nel dirmelo sembrava parecchio preoccupato.
Parlavamo di come stava andando il nostro tirocinio, lei mi raccontava di Ryukyu e di come si fidasse di lei, e io le raccontavo di Endeavor e di come il suo carattere fosse diverso da quello che sembrava dalla televisione.
Ad un tratto, mentre parlavo del mio stupore nel vedere i tre ragazzi del primo anno così tanto capaci, Nejire mi interruppe e le si stampò un sorriso beffardo sul volto. "Ricordi com'eri circa tre mesi fa?" Mi chiese, distogliendo lo sguardo.
Non risposi, ma sapevo che ero una delle persone più insicure di questo mondo, solo Tamaki mi superava.
Nejire probabilmente lesse tutto nei miei occhi, che per un attimo avevo abbassato, e disse: "Esatto."
La guardai, curiosa di dove volesse arrivare con il discorso.
"Sei diversa: sembri molto più felice negli ultimi tempi. Questo non può che farmi piacere ma... cosa ti ha spinto a cambiare così tanto?"
A quel punto anch'io le lessi nello sguardo e capii che me lo stava chiedendo ma in realtà aveva già capito tutto, mentre io niente. Ora, invece, credo che se potessi tornare indietro le avrei dato ragione senza farmi spiegare nulla.
"In fondo però sei sempre la stessa Aya, riservata-"
"E cretina" aggiunsi io, facendole scappare una risata.
"Insomma, sei sempre la stessa e ci piaci così."
Stavo iniziando a preoccuparmi, Nejire era troppo seria e non stavo capendo cosa le stesse passando per la testa. Le sorrisi, come per ringraziarla, e decisi di cambiare discorso.
"Allora... hai qualche programma per domani?" Chiesi, mentre Nejire riprese il suo solito atteggiamento.
"Per noi delle sezioni per eroi non ci sono lezioni... ma a me è arrivato un messaggio da Ryukyu che dice che abbiamo una missione importante." Mi rispose, con due dita sul mento e gli occhi alzati: probabilmente si chiedeva di che missione si trattasse.
"Strano... anche Endeavor ci ha detto così." Dissi io.
"Faremo una missione insieme allora!" Commentò Nejire, facendo una giravolta: mi chiedevo e mi chiedo tutt'ora come faccia ad avere tutta questa energia.
"Speriamo di sì." Risposi io, limitandomi a sorridere. Nejire fece un'altra giravolta, sta volta saltando, una volta che fummo arrivate davanti casa mia. "A domani, Aya!" Mi rivolse un sorriso a trentadue denti. "A domani, Nejire-chan." Risposi io ridendo. Dopo averla abbracciata entrai in casa, rimisi in ordine le mie cose e, tornando in cucina, vidi un biglietto attaccato al tavolo: era la grafia di mia madre.
"Sono fuori per tutto il giorno domani, ti ho preparato io da mangiare, devi solo riscaldarlo. Stai attenta, ti voglio bene."
Decisi di mandarle un messaggio al telefono per dirle che avevo letto il biglietto. A quanto pareva quella sera avrei di nuovo cenato da sola.
Controllando gli ultimi messaggi vidi che anche Mirio mi aveva scritto. Aprii la sua chat:
Lui: Ci sei per una chiamata? Sono da solo oggi :(
Io: siii neanche da me c'è nessuno
Lui: chiamiamo anche gli altri? :D
Io: va bene :)
Mi feci due panini con quello che avevo in cucina e li mangiai insieme ai miei amici in videochiamata. Anche se non eravamo vicini dal vivo ci stavamo divertendo, e almeno non ci sentivamo soli.
Tamaki ci disse che lui e Kirishima erano stati chiamati da Fat Gum per la nostra stessa missione il giorno dopo; la situazione era ogni momento più misteriosa e il povero Mirio si sentiva escluso per non poter partecipare ( non possedendo più un quirk ).
Ci demmo la buona notte verso le 22 e 30 che ancora ridevamo come dei matti, contagiando anche Tamaki a farlo spontaneamente.
Una volta essermi messa il pigiama mi buttai sul letto e controllai un'ultima volta i messaggi. Andando in giù con le chat notai quella con Hawks, che avevo aperto un'ultima volta quella mattina. Era impegnato per lavoro quel pomeriggio, ciò significava che una volta tornato doveva essere stanco. Decisi di scrivergli per dare anche a lui la buona notte, poi impostai la sveglia per le sette di mattina, spensi il telefono e chiusi gli occhi nel tentativo di addormentarmi.
La mattina, dopo essermi messa il mio costume da eroe, mi presentai alla stazione, giustamente in ritardo, e feci il biglietto più in fretta che potevo.
Una volta fatto tirai un sospiro di sollievo e mi sedetti su di una panchina di fronte ai binari per aspettare l'arrivo del treno.
Una sorpresa fu che, guardandomi intorno, erano presenti sia Nejire, Tamaki e tutta la mia classe, che tutti i ragazzi della 1A e della 1B, compresa mia sorella. Tutti noi avevamo preso parte ai tirocini, perciò eravamo stati mandati in missione dagli eroi professionisti che ci facevano da insegnanti; tutti nello stesso luogo per apparentemente la stessa missione. Approssimativamente, professionisti compresi, dovevamo essere qualche centinaio. Da quando avevamo ricominciato i tirocini erano passati quattro mesi, la stessa quantità di tempo che Hawks mi aveva detto mancasse allo scontro con il Fronte. Pensare alla tensione che tutti i Pro Hero portavano con loro in quegli ultimi giorni mi aveva fatto iniziare a pensare che qualcosa di molto serio stesse per accadere.
Quando arrivammo a destinazione ci radunammo tutti insieme e Burnin' ( una dei sidekick di Endeavor più capaci ) ci disse che ai piedi di un monte lì vicino c'erano gli Heroes, e che dovevamo essere pronti a guidare l'evacuazione dei civili. Allora ebbi la mia conferma: il giorno dello scontro più grande tra quelli che chiameremmo bene e male stava per iniziare e a breve ne avremmo fatto parte.
Ci avevano diviso in due gruppi, io ero con Tamaki, un certo Chargebolt ( un ragazzo dai capelli biondi e un fulmine nero sul lato sinistro della testa ) e Tsukuyomi ( l'amico di N/s nonché allievo di Hawks ). Endeavor si era separato da entrambi i gruppi, diceva di dover affrontare un altra questione; poco dopo lo raggiunsero anche i professori Aizawa e Present Mic.
Il ragazzo biondo che aveva una certa somiglianza con Pikachu dei pokemon rimase indietro a ricaricare le forze dopo un attacco ai nemici per permetterci di avanzare, mentre io e Fumikage venimmo nascosti nella pancia di Fat Gum grazie al suo quirk e ci dirigemmo verso la base del Fronte. La forza di quel ragazzo mi aveva stupito, teneva davvero tanto ai suoi amici.
Da quel che ci disse l'eroe BMI, capimmo che tutte le informazioni sull'Armata erano state fornite da Hawks e che anche lui si trovava lì. Vedevo Tokoyami con un'espressione decisa a combattere, ma in qualche modo triste, insicuro: forse anche lui sentiva la tensione e la preoccupazione farsi più alte ad ogni passo, sapendo che quello che stava per succedere era davvero qualcosa di grosso, il quale destino poteva comportare danni su quello dell'intero mondo.
[ Allora, prima di proseguire devo avvisarvi che da qui finché non entrerà in scena Aya ci saranno spoiler del capitolo 267 tratto dal volume 27 del manga. Per chiunque non li voglia: chiudete la storia e leggete prima il capitolo, ne trovate un riassunto in un video molto bello di Chroma su YouTube che vi metto qui sotto. Buona continuazione <3♡ ]
( punto di vista: esterno )
In una piccola stanza nella base del Fronte di Liberazione del Sovrannaturale si sentì un tonfo per via di un uomo che era caduto a terra. Indossava una tuta attillata grigia e nera che arrivava a coprirgli interamente anche la testa, ai polsi aveva dei braccialetti verdi e rossi, mentre ai piedi indossava degli stivali grigi: Jin Bubaigawara, detto Twice. Era come scioccato, turbato da qualcosa. Di fronte a lui vi era un'altra figura: giacca felpata e pantaloni beige entrambi con due tasche laterali, maglietta nera a righe fini con un rombo in alto giallo ocra, un visore del medesimo colore, una specie di para-orecchie e guanti e stivali neri. I capelli erano tirati all'indietro in ciocche bionde e gli occhi erano ambrati. A partire dalle scapole aveva delle ali rosse, in quel momento ridotte a poche piume, potevano muoversi liberamente grazie a due buchi appositi sul retro dei vestiti; Hawks.
"Non opporre resistenza, per favore. Ti catturerò e ti consegnerò alla polizia." Disse serio l'eroe alato, cercando di trattenersi e non commuoversi. "È SUCCESSO DI NUOVO...!" cominciò ad urlare l'altro, mentre delle lacrime si stavano depositando sul lato dei suoi occhi coperti dalla maschera. "Sei solo stato sfortunato. Pagherai per i tuoi crimini e ricomincerai da capo, ti aiuterò io a farlo. Dopotutto... sei una brava persona." Continuò l'eroe. I più attenti osservatori avrebbero sicuramente notato nei suoi occhi la fatica che dentro di se faceva a pronunciare quelle frasi che si preparava a dire da mesi... ma ancora non era pronto a farlo. Solo all'ultimo aveva capito che Twice, in fondo, voleva solo aiutare e che era sul serio una brava persona.
Quest'ultimo, disperato, si coprì il viso con le mani e urlò: "NON ROMPERE! E TU SARESTI UN HERO? MA CHE 'Ricominciare da capo'!" Dalla disperazione si strappò un pezzo di maschera dal viso, permettendo a chiunque lo guardasse di poter vedere un suo occhio e i suoi capelli. "ORMAI DI ME STESSO... NON ME NE FREGA PIÙ NIENTE DA UN PEZZO!"
Hawks si sentì come per scoppiare. "NON VOGLIO COMBATTERE CONTRO DI TE, BUBAIGAWARA!"
"QUELLI SONO FATTI TUOI!" Ribatté Twice, ormai fuori di sé. Iniziò a moltiplicarsi: da quando aveva superato anche se non completamente il suo trauma, moltiplicarsi gli risultava più facile, ma era anche segno di forte e disperato bisogno di agire; Bubaigawara era sull'orlo della follia.
"LA MIA ANIMA È VOTATA SOLAMENTE ALLA FELICITÀ DEI MEMBRI DELL'UNIONE! SOLO A QUESTO..."
Le copie di Twice continuavano ad aumentare, erano così veloci che non si riusciva quasi più a vederle.
"Se te ne fossi stato buono e mi avessi seguito, le cose sarebbero potute andare diversamente..." commentò Hawks. Twice sembrava quasi non sentire quello che l'eroe diceva, gridò invece: "SEI UN INUTILE BASTARDO, NIENT'ALTRO CHE FECCIA!" In quel momento aveva una volontà che era difficile da far crollare, non si sarebbe arreso facilmente, andava deciso verso il suo obbiettivo, con un controllo scarso di sé stesso. Se nessuno dei due si fosse arreso, l'unica scelta rimasta sarebbe stato uccidere. "Voi... voi non siete affatto degli eroi... è... è sempre così... con tutti... TU NON NE SAI NIENTE! Non sai com'è essere esclusi, recisi dal corpo della società e gettati via! Toga... lei mi ha avvolto gentilmente la testa con il suo fazzoletto... l'Unione... loro mi hanno dato una casa... e questa è la seconda volta che li trascino tutti in una trappola! IO VOGLIO SOLO PROTEGGERLI TUTTI!"
Hawks, visibilmente turbato e sull'orlo di mollare tutto, cercò di mantenere un tono freddo e distaccato: "Lo farò sapere ai tuoi compagni."
Poi: fuoco, silenzio da parte di entrambi. Una figura si fece largo tra le fiamme di colore azzurro.
"Non serve, ho sentito tutto."
L'eroe era a terra, con il volto bruciacchiato, cercava di identificare la figura che era appena arrivata davanti a se.
"Non ti eri accorto di me?! Sembra che tu ti sia lasciato commuovere, Hero!" Disse ancora, con un sorriso quasi sadico sul viso. Le fiamme bluastre si muovevano intorno a lui, illuminandolo e permettendo alle persone che gli stavano intorno di vederlo. I capelli erano neri, sotto agli occhi, dal labbro inferiore in giù e sulle braccia, lasciando scoperte le dita, aveva delle cicatrici, causate probabilmente da gravi bruciature. Indossava un cappotto nero, con le maniche accorciate fino a poco sopra il gomito; sotto aveva una maglia bianca, una cintura dotata di una tasca laterale e dei pantaloni anch'essi neri: Dabi.
"Stavi per incenerire anche il tuo compagno." Lo rimproverò Hawks, continuando a mantenere un tono freddo. "Tranquillo, dopotutto un hero è sempre pronto a salvare la vita di qualcuno." Controbatté Dabi.
"Fai del sarcasmo? Dalla foga che ci hai messo, non sembravi sorpreso... mi avevi scoperto?"
"Io, più che altro... non ti ho mai creduto fin dall'inizio."
"Chiaro..."
La priorità di Hawks in quel momento era Twice e, considerando lo stato in cui era quest'ultimo, non sarebbe dovuto impazzire; questo almeno era quello che pensava. Poco dopo però scattò e, rivolgendosi a Dabi, gridò: "INCENERISCILO!" riferendosi all'eroe. "Basti solo tu per prendere a calci questi heroes!" Lo incoraggiò Dabi in risposta. "Da' fuori di matto! Gli altri ti aspettano!" Continuò. "Sì..." disse Twice, a cui intanto si era rotta completamente la maschera, e ora era possibile vedergli tutto io viso. "SÌ!" urlò poi deciso a farla finita con Hawks. Urlò a Dabi di levarsi, così da potersi occupare da solo dell'eroe. Lui, che quindi si era messo da parte a lasciar fare il compagno gridò: "È quello che ti meriti... KEIGO TAKAMI!"
Hawks rimase sconvolto: come faceva Dabi a sapere il suo nome, se per tutti quegli anni lo aveva nascosto?
L'ultima copia di Twice era andata ad aiutare il resto dell'Unione. Chiese poi scusa a Toga e Mr Compress, ammettendo di essere fortunato ad aver trovato degli amici preziosi come loro e gli altri. Esiste una vita migliore di questa? Pensava, mentre la sua copia si scioglieva tra le braccia di Toga, ascoltando come ultime parole quelle pronunciate dalla sua migliore amica: "Grazie per averci salvato!" In fondo per lui stare lì con loro era stata una grande gioia e non era affatto stato sfortunato a finire così.
"L'hai ammazzato..." cercò di realizzare Dabi. Scagliò delle fiamme dalle sue mani verso l'eroe, bruciandogli violentemente le ali. Gli mise poi un piede sulla schiena e gli chiese, non pretendendo una risposta: "COME HAI OSATO?!"
"E quella sarebbe la faccia di qualcuno a cui hanno appena ammazzato un compagno?!"
"Che crudeltà rivolgersi a qualcuno in quel modo! Le mir ghiandole lacrimali sono bruciate e non posso più piangere! SONO STRAMALEDETTAMENTE TRISTE!"
"Ho studiato a fondo l'Unione e il suo passato... solo su te e Shigaraki non sono riuscito a trovare niente! Chi sei?"
"Keigo, oggi dirai addio al tuo nome. D'ora in poi comincerai a prepararti per diventare un hero speciale. Seguirai uno specifico programma di addestramento. Sarà molto dura, credi di potercela fare?" Il bambino alato con in mano un piccolo pupazzo dell'eroe Endeavor annuì: "Io voglio essere come lui... riuscirò a diventare un hero che affronta i cattivi?" Un sorriso lo illuminò. "Lui... loro mi hanno salvato. Riuscirò anch'io a illuminare gli altri?"
Quel ricordo vivido in qualche modo gli infuse forza. "CHI DIAVOLO SEI?!"
( punto di vista di: Aya )
Io e Tokoyami eravamo riusciti ad intrufolarci nell'edificio che faceva da base al Fronte di Liberazione del Sovrannaturale grazie a Fat Gum e agli altri heroes. Correvamo senza saper orientarci in quel posto che non avevamo mai visto, fino ad arrivare davanti ad una stanza illuminata solo da luce blu. Entrammo: non c'era nessuno. Notai che la stanza si affacciava su un balcone. Chiesi a Tokoyami di fare silenzio e mi sporsi a controllare cosa stava succedendo. Sbarrai gli occhi: davanti a me c'erano Hawks in pessime condizioni e un uomo di all'incirca la sua età davanti a lui, con un piede sulla sua schiena che lo bloccava e fiamme blu che gli uscivano dagli stivali. "CHI DIAVOLO SEI?!" Sentii la voce in quel momento roca di Hawks che urlava. Una grande esplosione mi impedì di capire cosa stesse dicendo l'uomo, pochi secondi dopo riuscii solo ad intravedere Hawks sconvolto.
"Più che Twice o chiunque altro, era me che avresti dovuto marcare stretto! Una sola persona, con la giusta tenacia, può cambiare il mondo! SU QUESTA TERRÀ NON ESISTONO EROI! Io... sono colui che compirà la volontà di Stain! Perciò a me non importa che tu viva o muoia, capisci? Ci vediamo, Hawks!!"
Io e Tokoyami capimmo solo scambiandoci un'occhiata che non potevamo starcene con le mani in mano. Mentre l'uomo stava per dare il colpo di grazia a Hawks, ci lanciammo all'azione. "HAWKS!" Gridammo. Tokoyami lo avvolse con Dark Shadow, per proteggerlo. Io mi parai di fronte all'altro. Non ci saremmo fermati, anche se ci faceva paura.
Perché i veri eroi non si arrendono mai.
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