Capitolo 6: Una foresta pericolosa
Il ragazzo continuò la sua corsa per alcuni minuti buoni prima di fermarsi accanto ad un albero per riprendere fiato, si guardò indietro e in nessun modo si vedeva un briciolo di civiltà, il che lo fece sospirare sollevato, si rese conto che il boschetto in cui si era diretto era una forestra bella e grossa.
Sbuffò seccato, accese una torcia e prese dallo zaino la mappa, stando attento a non muovere troppo il cilindro. A quano ne sapeva era un'arma per creare ottime armi esplosive, lo aveva scoperto alcuni mesi fa quando diede fuoco ad una pompa di benzina per far saltare in aria una limusine di un vip. Sfortunatamente non sapeva che il velicolo davanti alla limusine era un veicolo militare sottocopertura.
Quel piccolo errore per poco non gli aveva mandato una colonna adosso, completamente sbalzata dalla potenza dell'esplosione, di fatto "chiese" ad alcuni uomini delle forze imperiali cosa aveva causato un botto più potente della benzina.
Si riprese e guardò la mappa con attenzione, non sapeva dov'era ed accendere qualche dispositivo elettronico per ottenere longitudine e latitudine era troppo rischioso. Alzò il cielo per provare a leggere i segni zodiacali delle stelle per determinare ovest ed est, ma le foglie delle quercie limitavano molto la visuale.
Frugò nello zaino e osservò se aveva qualcos'altro di utile, ma niente trovò. Il freddo iniziò a farsi presente e l'ansia saliva. Doveva muoversi prima di poter morire per il freddo, se fosse piovuto e non avesse trovato riparo avrebbe potuto morire di ipotermia.
I cerotti terapeutici ne rimanevano solo un paio e rischiava di abusarne a passare dei minuti, iniziò a proseguire in avanti, verso la salita più vicina, aveva la necessità di avere una visuale sul luogo al più presto.
Durante la scalinata usava ognitanto il binocolo notturno per vedere ciò che gli circondava e vedere possibili buche più avanti, a suo discapito furono le rumorose radici che sporgevano dal terreno a farlo inciampare.
Il ragazzo all'ennessima caduta mugugnò di dolore e si guardò la guarda, la scarsa luce che la luna rifletteva fece preoccupare il Lanciatore, una trappola molto rudimentale, fatta da corde di foglie e paletti di legno.
Non era una trappola per conigli per la sua grandezza, era fatta per persone, per sua fortuna il meccanismo era difettoso ed era scattata solo un lato ed un paletto gli era entrato di poco, più o meno all'altezza della caviglia.
Strinse i denti per non far fuoriuscire un gemito di dolore quando tirò via la trappola, estraendo il paletto, sentì il sangue colare dalla ferita, ora sorgeva un altro problema: non poteva correre se fosse sato inseguito dai militari.
Estrasse un coltello e tagliò un pezzo dello zaino e lo strappò facendolo a più strati, per poi utilizzare quei pezzi come una fasciatura bloccando al meglio l'emorragia.
Zoppicante e con una smorfia di dolore in viso continuò la sua scalata finchè non giunse in cima, in lontananza vedeva un centro abitato, ma dall'altra parte della collina notò una villa in rovina.
A bloccarlo furono tre cose: Molti mezzi e molte persone che andavano dentro e fuori la villa, stemmi che non erano ne ribelli ne militari e infine una gelida canna puntata sulla propria tempia.
N/A Non sono morto :D!
Mi dispiace non essere stato presente, ma ho gli esami in corso ed è già tanto che abbia trovato un momento libero, state tranquilli che come l'estate inizia riprenderò a scrivere Black Freddy, Revolution e sto pensando anche di riprendere Zombieman o creare un'altra story.
Vi piacerebbe?
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro