XXVIII
- Non ci credo! - Esclamò Amber. - Stai seriamente pensando di lasciare Will? -
Io le feci un cenno col capo per farle capire che fosse il caso di abbassare la voce, vista la presenza delle truccatrici. L'ultima cosa di cui avevo bisogno era che la notizia si divulgasse, considerando che fosse ancora una lontana ipotesi.
- Non lo so, Amb. Non ce la faccio a stare con lui, davvero. Ci ho provato a fare finta di niente quando siamo tornati da Las Vegas, ma tra me e Daniel è come... non lo so, c'è un'attrazione che non so spiegare. -
- Non la sai spiegare perché non si tratta solo di attrazione. - Mormorò lei torturando con i denti la cannuccia del suo bicchiere di Starbucks. - Sei agitata? -
Annuii. Tra meno di mezz'ora ci sarebbe stato lo shooting per la mia linea e sarebbe stato lui a fare le foto. Il solo pensiero di vederlo mi faceva impazzire.
- Guarda il lato positivo: non ci sarà la troia. -
Avevo insistito con mia madre affinché il servizio fotografico si dividesse in due parti, di conseguenza Katrina Davis aveva già posato — ed era uscita maledettamente bene in ogni singolo scatto — e quella volta saremmo state solo io, Amber e Cassandra.
- Non vi apparterete dietro un albero, vero? -
L'idea mi provocò un formicolio allo stomaco e al petto, nonostante mia sorella stesse solo scherzando e capii che fosse il momento di cambiare argomento.
- Ho letto ciò che dicono di te e Chris. - Mormorai quando gli organizzatori e stagisti ci indicarono che fosse ora.
Ci saremmo diretti verso il giardino dell'edificio, enorme e perfettamente curato, per le foto. Era una collezione primaverile e sarebbe stata la location perfetta.
- Che sono una poco di buono e che ha tradito sua moglie con me. Poi ci sono anche quelle persone che sono dalla mia parte ma non mi interessa a dire il vero. Okay che sono un personaggio pubblico, ma sarà pur sempre la mia vita. Non mi lascio condizionare da ciò che il pubblico pensa. -
Mentre lei lasciò la sala trucco io mi bloccai e deglutii. Si era riferita a me in modo velato, dimostrando per l'ennesima volta quanto la sua carriera venisse in secondo piano per lei; non apprezzava il suo lavoro quanto me e, a dirla tutta, non si era impegnata quanto avevo fatto io per arrivare dove si trovava. In ogni caso, il suo menefreghismo su ogni cosa non era un male, evitava che rimuginasse troppo e che soffrisse.
Seguii i suoi passi lentamente, passando più volte le mani sull'abito rosa che ero fiera di indossare, essendo stato disegnato da me: con le bretelle ed uno scollo a rombo appena sopra il seno, era abbastanza provocante nonostante la lunghezza ragionevole.
Quando arrivai davanti alla porta che dava sul giardino mi immobilizzai a guardare attraverso il vetro; lui era lì che dava indicazioni, mentre le luci e il ventilatore venivano sistemati. Era bello e irraggiungibile come sempre.
Mi ritrovai paralizzata a seguire ogni suo gesto e non mossi un muscolo finché non sentii qualcuno alle mie spalle.
- Lexie! -
Mi voltai di scatto trovandomi davanti il sorriso di Cassandra. I suoi ondulati capelli biondi, opposti ai miei neri, e quel giorno lisci, le incorniciavano il viso da bambina che contrastava magnificamente con il corpo mozzafiato.
Inutile dire che fosse una delle modelle più richieste nell'ultimo periodo e, stranamente, non c'era mai stata rivalità tra lei e sua sorella Jessica e me e Amber.
Molto spesso leggevo di paragoni che venivano fatti online, storie assurde su presunti — ed inesistenti — screzi tra noi, ma la verità era che spesso il marcio veniva visto anche quando non c'era.
Erano due ragazze con cui avrei volentieri passato più tempo se ne avessi avuto; Amber ne aveva la possibilità considerando il fatto che sfilassero insieme per Victoria's Secret e che spesso venissero intervistate insieme per le campagne delle riviste.
Mi tornò alla mente uno dei servizi fotografici di pochi mesi prima con Jessica, della mia stessa età, per teenVOGUE e pensai a come tutto ciò un po' mi mancasse. Non avevo mai fatto altro in fondo e il mio primo debutto come stilista mi spaventava, perché era qualcosa di totalmente diverso, richiedeva delle abilità diverse da quelle che essere una modella necessitava.
Lei aveva per la prima volta sfilato per Victoria's Secret mentre io, avendo interrotto per un po' la vita della passerella, non avevo potuto condividere quell'esperienza con loro.
- Ciao Cassandra. - Sorrisi anche io, poggiando le mani sulla leva rossa che, una volta abbassata, avrebbe aperto la porta.
- Complimenti, questi vestiti sono stupendi. - Abbassò la testa passandosi una mano sul fianco, come se stesse ammirando l'abito giallo che le calzava a pennello.
Era uno dei più semplici eppure belli della collezione: il corpetto, con scollo a cuore del tutto ricamato e la gonna morbida fino a metà della coscia. Il tutto si completava con una giacchetta di jeans da poter indossare in caso di freddo, che lei teneva stretta sotto un braccio.
- Grazie mille. Ho visto le foto di Jessica. - Mormorai quando scostai la porta e ci ritrovammo fuori. - Davvero belle. -
Lei sollevò di nuovo gli angoli delle labbra verso l'alto, poi Amber venne nella nostra direzione, avvolta nei pantaloni a palazzo bianchi e il top floreale, e io riposi ogni mia attenzione su Daniel Grey che si sfilava dall'asola il primo bottone della camicia.
Deglutii, ma avevo la gola terribilmente secca e il caldo di quella giornata di metà aprile si faceva sentire particolarmente in quel momento.
Voltò la testa verso di me per un secondo, come se stesse cercando qualcosa, e poi il suo sguardo si focalizzò sulla mia figura.
Come sempre mi sentii terribilmente esposta e nuda davanti a lui ma avanzai lentamente nella sua direzione, affondando i tacchi nell'erba corta.
- Ciao. -
- Ciao. - Sussurrò facendo passare gli occhi su tutto il mio corpo. Inutile dire che si soffermò sulla scollatura sul seno.
- Wow. Tu mi provochi. -
Quella frase, che probabilmente nella sua testa non era stata pensata come un complimento, risuonò come tale alle mie orecchie e fece sì che il cuore accelerasse e che l'ormai familiare formicolio allo stomaco si facesse sentire.
- Will ha cercato di venire a letto con me. -
Le sue iridi verdi, schiarite dal sole, ebbero un lampo tutt'altro che luminoso. Contrasse immediatamente la mascella che guizzò e serrò le labbra.
I suoi occhi bruciavano di gelosia.
Mi domandai per un secondo perché gliel'avessi detto, ma la pelle dorata del collo, scoperta per via della camicia, era segnata da quella vena più evidente del solito, indice del fatto che stesse perdendo il controllo.
Combattei con tutta me stessa contro il desiderio di percorrerla con le dita, di baciarlo mostrandogli la dolcezza e poi mordergli le labbra per scottarmi ancora. Non sapevo quanto quel gioco sarebbe durato, ma ero molto abile nonostante non fosse più solo quello. Era partito da un innegabile attrazione e si era trasformato in qualcosa di più, qualcosa che nel tempo mi avrebbe fatto male.
Nonostante la mia consapevolezza, non sarei riuscita a smettere di giocare, non ormai che lui era radicato dentro di me a tal punto.
💚💚💚
È più forte di me scrivere dell'attrazione tra Lexie e Daniel se non si fosse capito ahaha
Comunque spero davvero che la storia vi stia appassionando e vi anticipo che nel prossimo capitolo (o nel prossimo ancora, devo decidere) ci sarà il ritorno di un personaggio che non penso vi renderà felici!
A presto con un nuovo capitolo e commentate, mi raccomando!
gaia;
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