XXIX
- E tu? - Sussurrò a fatica, con le labbra che tremavano per la rabbia ed i pugni serrati lungo i fianchi.
Rimasi in silenzio, guardando i suoi occhi dal basso, con la bocca deformata in un sorrisetto fiero. Fiero perché avevo vinto di nuovo, ero stata io ad avere la meglio su di lui.
- Possiamo iniziare! - Urlò Payton accanto ad uno stagista, intenta a controllare dei documenti.
L'adrenalina mi invase, perché l'avrei lasciato senza una risposta e la situazione mi eccitava ancora di più.
Mi allontanai da Daniel senza abbandonare il ghigno, posizionandomi accanto ad Amber e Cassandra davanti allo sfondo che era stato allestito combinando vari fiori alle nostre spalle, sistemati a cascata sulla parete di finte foglie.
Durante tutto il servizio, gli occhi di Daniel non si posarono sui miei neanche per sbaglio, ed ero così delusa da non riuscire a smettere di guardarlo totalmente intontita, del tutto folgorata.
Più volte fui ripresa perché rimanevo immobile a fissarlo mentre maneggiava con maestria la macchina fotografica.
- Okay, facciamo una pausa! - Eddy, il fotografo storico della nostra casa di moda, intervenne facendo voltare tutti verso di lui. - È passata un'ora e vi siate cambiate tre volte, mancano solo due abiti a testa. -
Un'ora? Era già passato tutto quel tempo? Io non avevo fatto altro che fissare lui e, di conseguenza, avevo subito diversi richiami da parte di Eddy. Speravo continuamente che anche lui guardasse me e, quando mi accorgevo della sua attenzione fosse rivolta ad Amber o Cassandra, mi sentivo morire dentro.
Improvvisamente non mi sentii più a capo del gioco. Mi sembrava di star perdendo miseramente e tutto d'un tratto, ed avevo bisogno di sentirmi nuovamente al comando.
Le ragazze si diressero a bere qualcosa in caffetteria, ma io declinai distrattamente l'invito ad andare con loro; non riuscivo a pensare ad altro che non fosse lui, il suo sguardo quando mi aveva fatto quella domanda e la sua indifferenza nei miei confronti durante gli scatti.
Sentii le lacrime spingere prepotentemente per uscire e non dovevano per svariati motivi: il makeup, le foto, la presenza di tutti gli addetti sparsi per il giardino.
Eppure fu devastante e doloroso trattenermi. Mi sembrò di piangere dentro.
- Lexie, cos'hai? -
- Cosa? - Farfugliai davanti al tono seccato di Eddy, che teneva le braccia incrociate al petto e le sopracciglia rossastre inarcate.
- Quante volte ti ho detto che quando posi devi lasciare tutti i tuoi problemi fuori dal set? Dallo sguardo di una persona si capisce tanto, anche in una semplice foto. - Sospirò. - Non stai valorizzando il tuo corpo e i tuoi vestiti, se non ti senti bene dillo e rimandiamo. - Il suo tono si addolcì alla fine e mi rivolse una delle sue espressioni preoccupate e paterne che mi facevano sempre stare un po' meglio. Peccato che quella volta non mi facesse il minimo effetto.
- Vado in bagno. - Mormorai rivolgendogli un lieve sorriso, sperando ardentemente che Daniel notasse la mia assenza. In realtà era totalmente passivo, guardava le foto appena scattate sullo schermo senza degnarmi della minima considerazione.
Sconsolata tornai dentro e mi diressi verso il primo bagno disponibile, uno di quelli che si trovava al piano di sotto e veniva solitamente utilizzato dal personale.
Mi ritrovai davanti allo specchio nella tuta rossa, aderente sulla parte superiore e man mano larga sulle gambe, con il nastro che si legava dietro il collo.
Posizionai le mani sul mobiletto lavandino abbassando la testa e tentando con tutta me stessa di calmarmi e concentrarmi sul mio lavoro.
Poi accadde in un attimo. Venni afferrata dal polso e mi ritrovai in uno dei tre bagni, sconquassata per un secondo dalla rapidità di quello scatto.
Daniel era lì, davanti a me, e la mia felicità era tale da farmi tremare le gambe, battere il cuore e sorridere, quella volta davvero.
In quel momento dimenticai anche il gioco, la fiamma, il coltello. C'era solo lui, lui ed i suoi occhi quella volta indecifrabili.
Lo spazio era piuttosto ristretto e di conseguenza eravamo tanto, troppo vicini. Il suo respiro irregolare mi solleticava delicatamente la pelle mentre le sue labbra mi parevano man mano meno distanti dalle mie.
- Non mi hai risposto. - Sibilò infilando una mano tra i miei capelli e facendomi aderire con uno scatto, ma senza urti, la schiena alle piastrelle della parete.
Anche quei suoi gesti avevano un non so che di delicato, sembrava volesse proteggermi con qualsiasi azione compiesse nei miei confronti.
Volevo baciarlo, solo quello. Niente mi avrebbe reso più felice, ma lui si limitava a sfiorare le mie labbra con le sue senza accontentarmi ed io stavo impazzendo.
- Ci sei andata con lui? - Ansimò accarezzandomi teneramente un lato del viso. Il suo tocco mi fece perdere totalmente il senno: lo baciai con tutte le mie forze ma senza irruenza o violenza; avevo solo bisogno di lui, di sentilo vicino, nient'altro. Non era un bisogno fisico.
Quando schiusi la bocca si staccò di poco. - Dimmelo. -
Il mio cuore era impazzito, il respiro accelerato e sentivo di poter perdere i sensi da un momento all'altro. La pulsazione alla testa era così forte e piacevole da costringermi a reggermi alle sue spalle e, tra gli ansimi sussurrai. - No, no, no. Non sono andata con lui. -
E mi baciò con tutta la dolcezza che aveva in corpo. Circondò il mio viso con le sue grandi mani muovendo la testa e la lingua con lentezza ma armonia. Ecco che era lui ad avere il coltello dalla parte del manico, di nuovo.
Non avevo vinto, non quella volta. Ero stata battuta, totalmente vinta da quelle emozioni e dal sentimento più grande di me che non avrei potuto definire con il suo nome per paura.
- Adesso cerca di concentrarti, okay? - Sussurrò con le mani poggiate ai lati della mia testa.
Io annuii senza riuscire a celare un sorriso mentre lui si abbassò per lasciarmi un altro bacio, quella volta a fior di labbra.
- Questo rossetto non va via. - Mormorò poi riferito alla tinta rossa abbinata al vestito.
- È di MAC. - Risposi come se fosse ovvio, senza essere capace di trattenere un risolino per la sua espressione perplessa.
👑👑👑
Sto adorando! Questo capitolo è venuto di getto dopo l'altro, è stato d'obbligo scriverlo per me.
Mi raccomando di farmi sapere cosa ne pensate perché ci tengo tanto!
A presto,
gaia;
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