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XI

- Papà! Cos'è successo? - Amber affiancò frettolosamente a mio padre che si avvicinò a noi con il suo camice bianco.

Quell'odore di disinfettante era letteralmente nauseante, e le occhiate delle infermiere e delle persone che erano lì arrivavano incessantemente a me e mia sorella.

Le ignorai avanzando sui tacchi verso mio padre.

Mi aveva completamente ignorato, era ancora arrabbiato con me, infatti aveva chiamato Amber, e di sicuro non immaginava che eravamo insieme.

- Ragazze, vostra madre è stata aggredita da un fan e-

- Cosa?! - Esclamai.

Pensavo che i suoi "fan" ormai fossero chiusi in case di riposo o di cura.

- Era fuori dall'azienda con un fotografo, per fortuna aggiungerei. - Iniziammo a camminare verso la sala del pronto soccorso.

Non mi soffermai sulle mille persone sdraiate sui lettini, dirigendomi verso l'unica tendina azzurra chiusa tra quelle che dividevano i vari letti.

La aprii e passai senza neanche domandare a mio padre se mia madre fosse lì.

Beh, avrei fatto una figuraccia pazzesca se ci fosse stato un estraneo.

Mi immobilizzai quando vidi qualcuno di spalle senza maglietta che di sicuro non era mia madre.

- Ma che- Si voltò, bloccandosi non appena mi vide.

Daniel Grey con un taglio sul pettorale sinistro, uno sulla fronte ed il labbro gonfio.

- Che ci fai tu qui?! - Quasi gracchiai, nonostante sarebbe dovuto essere lui a farmi quella domanda.

- Ehi Lex... Wow. - Mia sorella infilò la testa tra le giunture delle due tendine, rimanendo senza parole davanti al fisico di quel dannato fotografo.

- Ragazze, uscite. - Nostro padre ci riprese e fummo costrette ad allontanarci subito dopo un'occhiata che mi lanciò Grey.

- Dov'è la mamma? - Gli domandò Amber, ancora frastornata da quello che aveva visto.

Esagerata. Vediamo continuamente modelli con il suo stesso fisico.

Papà ci indicò un altra tendina chiusa di fronte a quella del fotografo, e quando la aprimmo trovammo la mamma sdraiata con una mano sulla fronte.

Drammatica.

- Ragazze! Pensavo che non vi avrei mai più viste di nuovo! -

Ecco, in quei casi capivo di aver ereditato da lei la mia tendenza ad essere melodrammatica e ad esagerare un po' su qualsiasi cosa.

- Ma cos'è successo? Qui c'è scritto che hanno cercato di... Rapirti?! E che quel Daniel Grey ti ha aiutato.- Amber spalancò gli occhi nel leggere la notizia che un sito internet riportava.

Rapirla? Chi, un collezionista di pezzi di antiquariato?

-Per fortuna c'era lui! Quel ragazzo è un angelo.-

-Mamma- mi avvicinai a lei incrociando le braccia sotto il seno -Che cosa diavolo è successo davvero?-

-Alexandra, non parlarle così.- Mi riprese mio padre.

Quell'uomo era estremamente infantile. Usava il mio nome per intero ogni volta che litigavamo.

Roteai gli occhi allontanandomi da loro a passo svelto lasciando che i miei tacchi rumoreggiassero sbattendo sul pavimento.

Spalancai la tendina del letto del fotografo, ma lui non c'era.

-Scusami? Dov'è il ragazzo che era qui?- Domandai a quella che mi sembrava un'infermiera.

Lei mi guardò dalla testa ai piedi soffermandosi sul mio tubino Bordeaux e poi sulle scarpe.

Come se non avesse mai visto niente di firmato prima.

-È appena andato via, non era necessario che rimanesse.- Rispose lei stringendo tra le mani delle siringhe e delle sacche per le flebo piene.

-Grazie.- Mi voltai raggiungendo velocemente le scale ed ignorando gli sguardi di tutti quando passavo loro accanto.

Molti di loro mi riconoscevano, altri mi guardavano semplicemente il fondoschiena, c'era anche chi lavorava all'ospedale ed accennava un timido saluto conoscendomi per via di mio padre.

Quando uscii ritrovandomi nel parcheggio vidi una mandria di fotografi accerchiati intorno a qualcuno.

Avvicinandomi un po' di più notai che si trattasse proprio del fotografo, che appariva totalmente spaesato e non sapeva come muoversi o parlare.

Alzai gli occhi al cielo facendomi spazio e riuscii ad afferrargli il polso per trascinarlo via.

Tutta l'attenzione si spostò su di me, cominciarono a fare foto ed urlare il mio nome nonostante la mano che tenevo davanti al viso per coprirmi.

-Signorina Allen, come sta sua madre?-

Ignorai tutti continuando a trascinare Daniel Grey fino ad arrivare dentro l'ospedale.

A loro non era permesso entrare, ma dalle pareti di vetro potevamo vedere che stavano ancora fotografando.

-Grazie.-

Quando mi accorsi di tenere ancora la mano intorno al suo polso lo mollai immediatamente facendogli segno di seguirmi.

Io ed Amber ci eravamo catapultate lì per un motivo, volevo sapere quale fosse da qualcuno che non ansimava come se fosse stato sul letto di morte.

Ci sedemmo su due delle poltroncine situate nell'atrio.

-Che cos'è successo a mia madre?-

Non mi soffermai sul taglio che aveva sulla fronte, né sul labbro gonfio. Lo guardai negli occhi.

-Un tizio ha cercato di tirarle la borsa, io ero con lei e sono riuscito ad allontanarlo, ma poi quello mi ha picchiato e io mi sono difeso ovviamente.-

Sorrisi all'ultima frase; la aggiunse come per non apparire debole.

-Cosa c'è?-

-Eh? Niente.- Scossi la testa assumendo nuovamente la mia espressione abituale.

Lui piegò gli angoli delle labbra verso l'alto nonostante la neutralità del mio volto.

-Che cosa hai detto ai paparazzi?- Domandai prendendo a guardare le mie unghie a mandorla color rosa antico.

Le unghie sono sempre state un must per me, dai sedici anni non c'è mai stata una volta in cui non sono state perfette.

-Niente, facevano troppe domande, io non ci capivo niente. Come fate voi?- Aggrottò le sopracciglia inclinando leggermente la testa verso destra, come me quando seguivo una lezione di algebra.

-Boh, io vivo in mezzo ai paparazzi da quando sono nata. Non puoi capire.-

Avrei potuto evitare quell'ultima aggiunta, ma la conversazione stava diventando stranamente amichevole e tranquilla, e non volevo che si facesse idee diverse da ciò che la realtà era: la mia idea su di lui non era assolutamente cambiata.

- Piccola! Tutto bene? -

La voce di Will non mi sembrò mai rassicurante come quella volta.

Mi tuffai tra le sue braccia quando si avvicinò nel suo maglioncino bianco ed i jeans scuri.

- Cos'è successo? - Mi domandò quando mi scollai dal suo corpo.

-Hanno cercato di rubare la borsa a mia madre ma per fortuna lui l'ha salvata.- Indicai Daniel che, con un sorriso poco accentuato, si alzò stringendogli la mano.

- Per fortuna c'eri tu, amico. Tutto okay? - Indicò le ferite sul suo viso avvicinandosi maggiormente per esaminarle.

Mi sentivo davvero piccola rispetto a loro nonostante i tacchi.

- Lexie! - Mia sorella, appena arrivata dal piano superiore, sorrise falsamente nel vedere il mio ragazzo.

-Amber.-

Si bloccò guardando qualcuno dietro di noi e, voltandomi, mi immobilizzai anche io.

Era Chris. Il suo manager.

💄👠

Buonanotte!!

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