VII
🔴🔴🔴
In realtà non è così scandalizzante, ma mettere i tre pallini rossi dove ci sono certe scene mi ricorda Badlands. Che nostalgia.
Avevo fatto delle foto con le mie sorelle.
Ci eravamo posizionate davanti al pannello bianco con le stampe di alcuni marchi che avevano inviato degli abiti -specialmente a mia madre-, sulla striscia rossa di velluto che era stata posta davanti ad esso per simulare un piccolo red carpet.
Ovviamente dentro lo yacht si erano arrangiati.
Will non si era mosso. Era rimasto a guardare e a sorridermi di tanto in tanto, come se avessi potuto staccare gli occhi dall'obbiettivo per ricambiare.
Mi soffermai sulla figura alta e tonica del mio ragazzo.
Il completo grigio scuro sopra la camicia azzurra lo rendeva sexy ed elegante allo stesso tempo. Ed io mi stavo annoiando.
- Sei bellissima. - Sussurrò sulle mie labbra quando gettai le braccia al suo collo per baciarlo.
Schiusi le la bocca cercando di approfondire, ma lui si staccò guardandosi intorno.
- Cosa? - Quasi sbuffai.
Sperai che si fosse fermato per un motivo davvero valido. Per esempio un soffocamento improvviso.
- Ci sono i tuoi, Lexie. E poi siamo in mezzo alla gente. -
I miei? Riuscivo a stento a vedere lui che era a mezzo centimetro dal mio naso, come poteva pensare che avremmo potuto scorgere mia madre e mio padre in mezzo a quel groviglio di gente?
- Infatti... Io dico di andare di sopra. Al terzo piano. - Soffiai maliziosamente.
- C'è un terzo piano? -
No, ma se vuoi lo costruiamo.
- Già, il ponte. E lì non c'è la festa. -
Lui ghignò facendo scivolare le mani dalla mia schiena fino ad arrivare in basso. Decisamente in basso. - Andiamo. -
Salimmo le scale per mano, e una volta arrivati al piano di sopra lanciai uno sguardo al terrazzino per vedere se il fotografo fosse rimasto lì, ma non c'era.
In realtà riuscii solo a guardare di sfuggita, perché le persone che ballavano o bevevano si piazzarono davanti.
- Si chiama ponte di coperta! Come ho fatto a non pensarci? - Mormorò Will più a se stesso che a me.
- Boh. - Risposi trascinandolo verso un punto appartato della sala.
Esattamente dietro l'angolo di una parete c'era una porta, ma a nessuno sarebbe venuta l'idea di andare lì dietro, era ben nascosta.
Girai il pomello entrando, e lui mi seguì.
La musica iniziò a sentirsi subito in lontananza quando chiuse la porta.
Era un corridoio stretto, e lungo non più di due metri, in fondo c'erano delle scale che portavano all'ultimo piano.
Era buio, ma i lampioni che erano posizionati fuori facevano un po' di luce mentre salivamo.
Ci ritrovammo nel grande gazebo in legno.
Era abbastanza vuoto, se non per il tavolo ricoperto da una tovaglia in seta color avorio, dei quadri appesi alle pareti e cianfrusaglie varie.
In realtà passavamo la maggior parte del tempo fuori.
[mi sento povera. Comunque, questo è quello che loro vedono uscendo dal gazebo di cui parla Lexie, per questo il gazebo non si vede nella foto. E calcolate che da loro è sera, e quindi è buio.]
- Wow, Lexie. In sei mesi non mi hai mai portato qui. Non sapevo neanche che aveste uno yacht. - Rimase del tutto incantato nel vedere l'esterno.
Seriamente? Non leggeva le riviste? Non usava internet? Non sapeva che il gala del venticinquesimo anniversario dei miei era stato ripreso e mandato in onda in tv?
- Il regalo di papà a mamma per i venticinque anni di matrimonio dell'anno scorso. - Feci spallucce sfiorando con le dita il tavolo di vetro mentre ci passavo accanto, poi arrivai dietro una delle tre sdraio bianche poggiando le mani su di essa.
Le braccia di Will furono sui miei fianchi qualche secondo dopo, e la sua bocca sul mio collo.
Nel momento in cui risucchiò un punto specifico sotto la mascella, percepii dei brividi che partirono da lì e mi arrivarono fino alle punte dei piedi.
Piegai la testa di lato e spostai i capelli per permettergli di continuare, e lui lo fece.
Fece scivolare le mani dai fianchi fino al mio seno, poi si fermò fino a quando non fu sicuro di avermi lasciato un segno sul collo.
- Andiamo dentro. - Sussurrai in preda all'eccitazione.
Lui non se lo fece ripetere due volte. Iniziò a baciarmi come se non mangiava da giorni e le mie labbra fossero state del cibo.
Tornammo dentro all'istante mentre io amareggiavo con la sua cintura.
Dio, perché le facevano così difficili?
Ci stavamo baciando e muovendo in modo tutt'altro che lento, e quindi era ancora più complicato.
Quando finalmente riuscii nel mio intento, lui intensificò ancora di più i movimenti della sua bocca contro la mia. Contemporaneamente mi afferrò per le cosce facendomi aggrappare al suo bacino e lasciando che il mio vestito aderente si alzasse del tutto.
Mi fece sedere sul tavolo e non perse tempo. Si posizionò in mezzo alle mie gambe mentre con due dita scostò le mutandine e trovò subito il mio punto più sensibile.
Mi spinsi contro le sue dita perché volevo di più, e fortunatamente sembrò capire.
La sua giacca era già per terra, così iniziai a sbottonargli la camicia, facendo strusciare di tanto in tanto i nostri corpi -già l'uno contro l'altro- per provocarlo.
- Quanto sei sexy. - Ansimò con voce roca.
Lasciai che la camicia gli scivolasse via lentamente, godendomi ogni secondo dell'esposizione di ogni centimetro dei suoi muscoli.
Will arrivò alla zip del mio abito e la tirò giù con delicatezza.
Sapeva che non doveva permettersi di lanciare i miei vestiti, perché mi sarei messa a maledirlo ed il profilattico gliel'avrei fatto ingoiare.
Lo fece scendere scoprendomi le spalle ed il busto, lasciando che diventasse solo una striscia rossa che mi copriva il ventre.
Non si dedicò molto alla parte superiore del mio corpo. Si limitò a spostare una delle due coppe scoprendo un seno, ma non si concentrò più di tanto su di esso.
Non ce l'avrebbe fatta. Non resisteva più.
Fu così rapido ad indossare le precauzioni ed entrare, che mi accorsi che le avesse usate solo quando vidi la bustina argentata per terra.
Non fu per niente delicato. Graffiai la sua schiena mentre lui ondeggiava i fianchi reggendosi dal bordo del tavolo -che si era spostato.
Non ci volle molto prima che quella piacevole sensazione di stanchezza e piacere si impossessasse del mio corpo.
Mi abbandonai con la testa sulla sua spalla cercando di normalizzare il respiro, e lui fece lo stesso.
Incredibile. Letteralmente incredibile.
Forse i due giorni separati ci avevano fatto bene.
- Ti amo così tanto. - Sussurrò con gli occhi chiusi e la fronte contro la mia.
In tutta risposta lo baciai a fior di labbra sperando che non si domandasse perché io non gliel'avessi mai detto.
Passò qualche minuto, poi iniziammo a rivestirci.
Ad un tratto sentii dei passi provenire dalle scale, ed in un secondo mi ritrovai mio padre nel suo completo nero davanti.
Si bloccò guardando la camicia mezza sbottonata di Will e poi me.
Il mio vestito era ancora un po' alzato, ed avevo i capelli arruffati.
Non volevo immaginare la situazione del mio rossetto rosso.
- Vi ho cercato dappertutto. - Mormorò senza preoccuparsi di nascondere l'occhiataccia che mi stava lanciando.
Istintivamente portai la punta della scarpa sulla bustina che era per terra, e la trascinai sotto il tavolo tentando di non fare movimenti bruschi e quindi non farglielo notare.
- Salve Eric. - Will era nervoso, ma quella volta potevo biasimarlo.
Chiunque lo sarebbe nell'essere trovato dal padre della propria fidanzata dopo aver fatto sesso sul tavolo dello yacht che ha regalato a sua moglie.
- C'è la torta. - Dopo uno sguardo rivolto a me si voltò e scese.
- Mi sembrava arrabbiato. - Mormorò il mio ragazzo finendo di chiudersi i bottoni, poi afferrò la giacca da terra e la infilò.
- Tranquillo, probabilmente adesso ci rivedremo al mio quarantesimo compleanno. Sarà troppo impegnato ad operare cervelli per ricordarsene. - Feci spallucce prima di dirigermi nel piccolo bagno per rendermi conto delle mie condizioni.
La tinta labbra rossa di Yves Saint Laurent era ancora lì, perfetta ed opaca.
Beh, è il minimo che mi aspetto quando spendo trentasei dollari per una boccetta lunga più o meno quanto il mio dito.
Ero stata molto specifica portandola da casa, perché non sapevo se i truccatori che le ragazze avevano chiamato la avessero.
- Lexie? Scendiamo? -
Mi portai i lunghi capelli mossi davanti alle spalle e poi annuii. - Scendiamo. -
Helloo
Sono molto presa da questa storia, ho voglia di scrivere solo questo ultimamente.
Sarà perché è ambientata nel mondo che amo, sarà perché è qualcosa di diverso da quello che scrivo di solito.
Lexie e Will fanno cose che non c'entrano molto con il motivo della loro presenza sullo yacht, ed il signor Allen quasi li becca. Ovviamente capisce quello che è successo perché non è un idiota, ma a Lexie non frega niente.
Io cambierei identità al posto suo.
Comunque, lutto mondiale per i Brangelina.💔 [È stata una notizia che mi ha lasciato davvero senza parole, da come ho reagito sembrava quasi che fossero miei parenti, ma sono due attori ai quali sono davvero tanto affezionata.]
A preeesto
gaia;
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