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Capitolo 26

Febbraio 2016

Un altro mese è passato, e siamo finalmente a febbraio. Normalmente, febbraio sarebbe un mese come tutti gli altri, ma non quest'anno. Perché ora la parola "febbraio" sta a significare tante cose: emozione, impazienza, felicità... Ma soprattutto, due cose: la prima è che Theo ed io stiamo insieme da ormai sei mesi, e la seconda è che io e Isabella stiamo per partire per New York, dove passeremo dieci giorni sul set del nuovo film di Theo. Ellie non sa ancora niente del fatto che Liam è il suo co-protagonista, e la cosa deve restare tale finché non se lo ritroverà davanti. E sei mesi non sono una ricorrenza particolare, se non fosse per il fatto che, riflettendoci, fra altri sei mesi sarà passato un anno. Mi perdo in troppi dettagli, lo so. Ecco che cosa intendo quando dico che sono una persona che tende a distrarsi facilmente, il mio cervello è un groviglio di pensieri più o meno logici, e più o meno interessanti. E la cosa grave è che Theo occupa sicuramente il novanta per cento di questi!
Comunque, gennaio è passato piuttosto in fretta. In vista della partenza, ho deciso di utilizzare questo mese per studiare tantissimo, in modo da dovermi portare a New York solo gli appunti (che sicuramente non leggerò, ma il fatto di portarli con me mi fa sentire una persona responsabile). O forse, una persona che fa finta di esserlo.
A parte lo studio, Theo è riuscito a fare qualche breve visita a Roma, cercando di conciliare gli impegni lavorativi. Ha fatto fin troppo, sono contenta di poter ricambiare stando dieci giorni nello stesso posto in cui si trova lui. Mi manca da impazzire, e questa non è di certo una delle cose che vanno a migliorare con il tempo.
Oggi ho salutato mamma, che mi ha lasciata a casa di Isabella con la mia enorme valigia da imbarcare. Domani ci accompagnerà all'aeroporto suo zio Fernando, che grazie al cielo ha una macchina bella grossa per mettere sia la mia valigia che quella di Ellie.
Ora, avendo già preso l'aereo un po' di volte, dovrei essere più tranquilla. E invece no, perché l'idea di passare nove ore seduta su un aereo diretto a New York mi mette una certa ansia. Senza contare una paura del tutto nuova, che prima non avevo mai sperimentato: lo smarrimento della valigia. Ora, da persona incredibilmente ansiosa, mi sto chiedendo: e se smarrissero la mia valigia piena di cose essenziali? Ci tengo troppo alla canottiera con la scritta "Theo James is mine", e anche al mio pigiama peloso con gli orsetti. Stai delirando. Lo so.

-Sara, proprio non ce la fai a dormire, vero? – mi domanda Isabella. Sono le tre e qualcosa di notte, e considerando che domani abbiamo il volo alle nove, dovrei già essere nel mondo dei sogni da un bel pezzo.

-No Ellie, proprio non ce la faccio. Aereo. Nove ore. Valigia. Ansia. Capisci? –

-Interessante sillogismo, dovresti dirlo a quel filosofo di Muffin! –

-Ehi, non prendermi per il culo! Sei tu quella che ama volare, non io! Vuoi mettere con le due ore di Londra? – ribatto.

-Ti tengo forte forte la manina, promesso. – Pochi minuti dopo, Ellie è di nuovo addormentata e si rigira dall'altra parte del letto. Prima di addormentarmi anch'io, mi sento strana, ma in senso buono. Dopo l'ansia negativa sta per arrivare quella positiva, un misto di eccitazione e adrenalina perché sto per rivedere Theo, a New York, sul set di un film. Ed è il mio secondo viaggio all'estero in un posto che non sia Londra...

-Dormigliona, svegliati! – Sento le mani di qualcuno - Isabella, sicuramente - che mi scuotono per svegliarmi. Ho sognato di aerei e valigie, ed era tutto molto confuso... ma già nel sogno ero impaziente di rivedere Theo.

-Sì, Ellie... Sì, mi sveglio... - Mi costringo ad alzarmi in piedi e Isabella mi porta in cucina, dove sua zia Emilia ci sta preparando la colazione e Clarissa mangia latte e cereali con aria assonnata, prima di andare a scuola.

-Latte e caffè, così vi svegliate per bene! – dice Emilia. Mi siedo vicino a Clary, che sembra dovermi dire qualcosa.

-Sara... tu non me la racconti giusta – mi dice guardandomi con i suoi occhi chiari, simili a quelli di Isabella. – Ma prometto che non lo dico a nessuno – prosegue a dire a bassa voce. – Prima che parti, pretendo di saperlo. – Detto questo, raccoglie i suoi capelli lunghi e castani in una coda, fingendosi disinteressata.

-Clary, per favore! – dice Isabella. – Ancora con questa storia... - Dopo averci portato le tazze con latte e caffè, Emilia esce dalla cucina e Clary si decide a parlare.

-Ascoltami, Sara. Mi sono fatta una teoria, secondo la quale tu e... Theo James state insieme da C'è Posta per Te, più o meno. Isa non vuole dirmi se ho ragione, ma ti prego confermamelo! –

-Ehm... - Caspita. Una brava osservatrice, la cugina di Ellie. – Sì – rispondo.

-Cosa?!?! – Clary si alza dalla sedia mettendosi a saltellare e a dire "Oddio, Sara! Oddio!"

-Prometti di non farne parola con anima viva, però. Te lo chiedo come favore più grande della mia vita – rispondo.

-Ma ti pare? Però poi mi racconti tutto, okay? –

-Certo, Clary... Anzi, detective. Come hai fatto? –

-Quelle foto sul cellulare... ragazzo inglese... ho solo fatto due più due! E due più due fa Quattro... – Sorride divertita.

-Adesso però dobbiamo andare a vestirci... Ciao, Clary – dice Isabella. Ci salutiamo, visto che tra poco uscirà per andare a scuola.

-Isa, trovati anche tu un fidanzato bello come quello di Sara... -

-Vedremo! – Ellie le fa l'occhiolino. Saluto anch'io Clary, poi dopo esserci vestite carichiamo le valigie in macchina e ci mettiamo in viaggio verso Fiumicino. Chiamo mamma mentre sono in macchina, e anche Ellie chiama sua madre e suo padre, preoccupatissimo per il primo viaggio internazionale di sua figlia.
Dopo aver finito con le chiamate, Ellie ed io ci rilassiamo un po' mentre suo zio ci domanda qualcosa sul viaggio.

-Sì zio, ho preso tutto – risponde Ellie alla raccomandazione "Assicurati di non aver dimenticato niente".
Le valigie sono a posto, e la cosa migliore è che il viaggio è tutto pagato. Purtroppo non possiamo disdire l'albergo, ma devo trovare il modo di stare più tempo possibile con Theo. Ovviamente non se questo significa lasciare Ellie da sola in albergo, non potrei mai fare una cosa simile. Una soluzione si trova, ci penseremo una volta arrivate.

Quando abbiamo finito tutte le noiosissime procedure di imbarco e siamo sedute, tiro un sospiro di sollievo. Siamo in prima classe, e i posti accanto e davanti a noi sono vuoti... Non potevamo chiedere di meglio!
Possiamo chiedere di vedere dei film, possiamo mangiare, dormire e fare un po' come ci pare. Forse non è tanto terribile, anche perché con Isabella il "problema noia" non si pone.
Al momento del decollo sono sempre un po' agitata, e Ellie mantiene la promessa fatta alle tre di notte di "tenermi la manina".

-Cantiamo insieme e passa la paura! – dice mettendosi a ridere, mentre mi stringe la mano.

-Sai com'è... c'è gente! – L'aereo inizia a decollare ed io sono tipo "Aiuto, me la sto facendo sotto". Ogni maledetta volta è così.

-E' divertente, Sara! –

-Non è divertente. Porca troia. Dovevo prendere le gocce! – Prendo dei respiri profondi perché all'improvviso mi torna la paura delle nove ore, e della valigia... Ma scoppio a ridere perché Ellie mi ha infilato una cuffietta con una canzone idiota, e non riesco a smettere di ridere. Sì, mi porteranno al manicomio!

-Missione compiuta... Non stai più pensando all'ansia! Se dovessi prendere l'aereo con Muffin, non puoi permetterti queste cadute di stile. – Finalmente abbiamo preso quota, ed io posso tornare a respirare come un normale essere umano.

-Dopo la macchina, la doccia, il divano, il muro e il pianoforte, direi che siete pronti per un'esperienza estrema – prosegue a dire Ellie.

-E... quale sarebbe questa esperienza estrema?! –

-La toilette dell'aereo. Secondo me Theo è tipo da posti perversamente perversi. La toilette dell'aereo lo è. – Rido, mettendomi comoda sul sedile. Gli annunci delle hostess sono finiti, è tutto okay.

-Theo non è solo tipo da posti perversamente perversi, lui stesso lo è. E comunque, hai troppa fantasia. –

-Da che pulpito! – risponde lei, e ci mettiamo di nuovo a ridere. Ormai il discorso ha preso questa piega, ed io non ho ancora detto a Ellie che in quei giorni a Londra, a dicembre, non c'è stata solo la nostra prima (disastrosa?) volta in macchina, ma anche qualcos'altro...

-Hey! Sara, non puoi vergognarti con me, davvero! Visto che sei riuscita a stare zitta per un mese, ora mi dici TUTTO! – Adesso Ellie è vagamente minacciosa.

Era la prima sera a Londra, e dopo aver passato tutta la giornata in giro, ero davvero stanca. A casa di Theo non faceva freddo, perciò per dormire mi ero messa soltanto una maglietta a maniche lunghe e un pantaloncino. Mi ero accoccolata sotto il piumone aspettando che lui arrivasse a sdraiarsi di fianco di me... Ero ormai quasi addormentata, quando l'ho sentito infilarsi furtivamente nel letto e abbracciarmi. Ma diamine, era mezzo nudo, e i miei ormoni si sono svegliati per me!
-Dormi sempre in boxer o è un'esclusiva che mi riservi? – gli ho domandato girandomi verso di lui, sempre con la testa sul cuscino.
-E' una cosa importante? – ha risposto lui. – Quando sono con te, il mio obiettivo principale è provocarti... Sei una che risponde bene alle provocazioni. –
-Mettimi ancora alla prova, che aspetti? –

-Scusami Sara, ma ti confesso che l'immagine di lui che va a dormire con soltanto i boxer addosso... mi fa sentire caldo! – mi dice Isabella facendo il gesto di sventolarsi.

-So che nutri un desiderio nascosto per Theo... - Mi metto a ridere. – Ma ricorda che c'è qualcuno che potrebbe essere geloso di te – rispondo.

-Chi, Andrea il coglione? – Oddio, ancora quel cretino dell'università!

-Ma no, Ellie! Parlo di Liam... ricorda che ti ho fatto una promessa! –

-Possiamo sempre fare un quadrilatero. Mi piace la geometria – afferma decisa senza riuscire a non ridere. Grazie al cielo non sospetta nulla, anche se ho cercato di vedere se avrebbe capito qualcosa... A quanto pare sono una brava depistatrice. Ovviamente ha già provato a chiedermi qualcosa sul film, ma le ho detto che Theo è estremamente riservato e non ha voluto dirmi nulla, per mantenere l'effetto sorpresa.

-E adesso continua a raccontare, tanto non hai scampo! –

...Theo ha sollevato il piumone, mettendosi praticamente sopra di me. Ero sotto di lui, e già per quel motivo avevo perso il lume della ragione. Ho stretto la presa sulle sue spalle trascinandolo giù, verso di me. Poi si è spostato per liberarmi dalla maglietta, facendomi rimettere sdraiata. Mi ha poggiato una mano all'altezza del cuore per sentire quanto battesse forte. Troppo forte, forse.
-Tutto questo è merito mio – ha affermato compiaciuto – e provo una certa soddisfazione, a farti sentire così – ha proseguito a dire, iniziando a baciarmi dolcemente sul collo. Il mio respiro diventava sempre più frenetico, come se stessi per spiccare il volo.
-Tu mi porti... in una dimensione tutta nostra – ho detto quasi in un sussurro, in attesa delle sue prossime mosse. Non indossavo il reggiseno, perciò una volta tolta la maglietta era già a metà dell'opera, gli avevo decisamente reso tutto quanto troppo facile.
-Ti fidi di me, vero? – mi ha domandato guardandomi per un attimo negli occhi, continuando a tenermi ferma standomi seduto addosso. Nel frattempo sorrideva, un sorriso furbo e bellissimo.
-Sì, mi fido di te – gli ho risposto senza un minimo di esitazione. Era vero, ma ero anche troppo presa dal fatto di sentirlo così, addosso.
-Voglio farti provare tutto il piacere del mondo – ha detto, per poi iniziare di nuovo a baciarmi dalle labbra al collo, scendendo giù con una lentezza estrema e studiata apposta per farmi impazzire. Lo volevo, subito.
-E' ciò che preferisco fare, se escludo il guardarti, o sentire la tua voce, o baciarti – ha proseguito a dire, mentre io non riuscivo più a parlare. Le sue labbra erano all'altezza del mio ombelico, e l'unica cosa che riuscivo a fare era inarcare la schiena. Era tutto troppo amplificato, e aveva ragione nel dire che riesce a farmi provare qualcosa di non definibile, di troppo perfetto e al tempo stesso quasi insopportabile. Sentirlo impazzire di desiderio per me, era quanto di più bello potessi desiderare nel migliore dei sogni.
-Puoi farmi ciò che vuoi – sono riuscita a dire, tra tutte le cose sensate che avrei potuto tirar fuori in quel momento. Riuscivo a percepire in lui il desiderio e la dolcezza, ed era proprio quello a farmelo amare ancora di più, a farmelo desiderare in maniera totalizzante e incontrollabile. Mi ha sfilato piano i pantaloncini, poi gli slip. A quel punto nessuno di noi due diceva più nulla, c'era soltanto il mio respiro agitato e il suo respiro impaziente, capace di farmi impazzire come ogni cosa in lui. Le mie gambe, al tocco delle sue mani, erano tese come corde di violino.
-Non essere tesa – mi ha detto con la voce più sexy e dolce che potesse usare.
-Non lo sono... - ho risposto. – Sto semplicemente impazzendo. – Seguendo le sue mani, poggiate sulle mie ginocchia, ho aperto le gambe e ho sperato che esaudisse presto il mio desiderio.
-E' il mio obiettivo, questo. Farti impazzire, per poi ripagarti. Perché tu mi fai impazzire anche solo con uno sguardo. – Si è morso il labbro, e non ho potuto fare a meno di sospirare per quel gesto. Ci sa fare in tutto, con i gesti e le parole. Nessuno al mondo avrebbe mai potuto dirmi una cosa del genere in un momento come quello, facendolo sembrare una delle cose più belle al mondo, non soltanto sesso. Ha ripreso a baciarmi dall'ombelico, per poi farmi provare l'ennesima lenta e deliziosa tortura. Mi ha allargato le gambe con entrambe le mani, per poi concentrarsi prima su una coscia e poi sull'altra, risalendo fin quasi alla mia intimità. Ero già eccitata, e aspettavo solo che si decidesse a farlo. Gli ho stretto forte i capelli attirandolo verso di me, mentre con l'altra mano stringevo il lenzuolo fin quasi a romperlo. Finalmente ho sentito le sue labbra, e poi la sua lingua, raggiungere la mia intimità, e muoversi come se dovesse realmente farmi perdere coscienza di chi fossi, e se mi trovassi in Paradiso o sulla Terra. So che gli ho stretto quei capelli talmente forte da costringerlo per un attimo a guardarmi e a smettere, per poi lasciare di nuovo che mi facesse esattamente ciò che voleva, rendermi sempre più sua...

Isabella ha la tipica espressione da WOW. Più che il gesto in sé, sono state le nostre emozioni a rendere quel momento speciale. Ellie lo ha capito, a chi potevo raccontarlo se non a lei?

-La linguetta di Muffin... che uomo dalle mille risorse, vero? E quelle frasi, poi... -

-Non so... era una cosa che non avevamo ancora fatto, e lui l'ha resa speciale. E se uno dei suoi obiettivi principali è farmi letteralmente impazzire, ben venga. – Se il suo modo di esprimermi il suo amore comprende tutto questo, io ne sono felice. Perché in fondo non si può esprimere tutto a parole, ma lui riesce ad esprimersi in ogni modo.

-E dopo? –

-Dopo, abbiamo continuato... -

-Immagino che il sonno ti fosse passato... - Sorride, guardandomi con una faccia divertita e sconvolta. – Scusami se voglio sapere ogni dettaglio, ma ti ricordo che prima di settembre erano solo fantasie. E credo fermamente che questo sia uno dei suoi talenti nascosti. –

-Non credo, effettivamente, che esista qualcuno più bravo di lui... Be', poi mi dirai con Liam! – La butto di nuovo lì.

-Oh, certo. Quando pensate di farmelo conoscere? –

-Lasciaci fare, Ellie. Ci stiamo lavorando... –

Dopo questa conversazione, mi torna il sonno, perché in fondo questa notte non ho chiuso occhio. Quando mi sveglio mi accorgo che questa è la quarta ora di volo, quindi manca ancora un bel po', prima di arrivare.

-Ben svegliata, Sara. –

-Ehi... ti ho mollata tutto questo tempo! – rispondo dispiaciuta.

-Non ti preoccupare... Mi sono riposata un po' anch'io e mi sono messa a leggere. Ora che ne dici se ci guardiamo un film? –

-Ci sto! –

Le successive cinque ore di volo sono passate così, tra film, chiacchiere e un po' di lettura. Anche se rischiavo di diventare nevrotica a stare seduta, quindi ci siamo alzate un po' di volte e ci siamo anche fatte portare da mangiare qualche schifezza.
Quando ci annunciano che stiamo per atterrare, per poco non mi metto a saltellare dalla felicità di toccare di nuovo terra.

-Ti rendi conto, Ellie? Siamo a New York! – Non riesco a trattenere l'entusiasmo.

-Non vedo l'ora di scendere da questo aereo! – risponde Ellie. E ancora non immagina che sta per realizzare anche il suo sogno impossibile. Probabilmente, Isabella ed io siamo ufficialmente le regine della botta di culo!

Ciao a tutte!
Nella foto vi mostro per la prima volta Clarissa (la cugina di Isabella) che ha il volto dell'attrice Danielle Campbell. Che ve ne pare?
E scommetto che non vi aspettavate il flashback su Londra :P
Sara e Isabella sono finalmente a New York, filerà tutto liscio? Alla prossima, votate!
Greta

P.S. La mia migliore amica carolaalice ha appena iniziato a pubblicare "Come vivere in un sogno - Liam Hemsworth", storia parallela a questa... Andate a scoprire di che si tratta, vi anticipo solo che la protagonista è proprio la nostra Isabella ❤

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