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Capitolo 19

Manca davvero pochissimo e sarò di nuovo tra le sue braccia...
Sono uscita prima dall'università, apposta per passare a casa a prepararmi il borsone e posare i libri. Isabella è venuta con me, mi accompagnerà con la macchina all'hotel dove alloggia Theo e poi andrà a casa. Mia madre sa tutto, sa che è il suo compleanno e sa anche che questa notte resterò a dormire con lui. Sa che l'abbiamo fatto e che per me era la prima volta, le era bastato osservare un mio sguardo per capire ogni cosa. Tutti mi hanno vista "diversa", e ovviamente le persone che ti vogliono bene sono le prime a capire certe cose. Ma dopo quella volta non ne abbiamo più parlato, e va benissimo così.
Dopo aver preso tutto, Isabella ed io ci rimettiamo sciarpe e cappotti e salutiamo mia madre. Lei non ha nulla da ridire, ma giustamente quale madre non vorrebbe Theo James come fidanzato di sua figlia? Sprizzo felicità da tutti i pori, studio e la mia vita si è rivoluzionata da così a COSI'. Tutto il resto passa in secondo piano, il passato e le brutte esperienze. Sto avendo la mia rivincita, e farò di tutto perché le cose continuino ad andare per il meglio.

-Ciao, Rebecca! – Isabella saluta mia madre.

-Isa, guida piano con questo buio – le raccomanda mamma.

-Tranquilla mamma, Isabella guida meglio di me! –

-Disse quella che ha guidato a destra per le strade di Londra! – risponde Ellie facendomi il verso.

-Erano strade secondarie semideserte, Ellie! –

Mi sistemo per bene la mia sciarpa dei Grifondoro attorno al collo e siamo pronte per andare.
Il tempo fa schifo, alle cinque di pomeriggio è già buio e poi c'è brutto tempo... non potrebbe fare freddo e basta?! Detesto la pioggia quando devo uscire, ma credo che non appena sarò in camera con Theo, questo sarà l'ultimo dei miei pensieri...

Una volta in macchina controllo per l'ennesima volta la borsa, il regalo di Theo è al sicuro in una busta e impacchettato con amore dalle mie manine. In macchina si sta decisamente meglio, e ogni volta che salgo sulla Audi A3 nera della zia di Ellie comincio a detestare di più la mia Panda. Questa macchina mi ricorda maledettamente quella di Theo, essendo il modello precedente, e...

-Sara, mettiamo un po' di musica? - Isabella mi chiede di mettere uno dei CD che tiene in macchina. Trovo subito la "Playlist di Sara e Ellie", un CD che avevo fatto io con alcune canzoni scelte da entrambe, e lo metto subito.
Restiamo un po' bloccate nel traffico, ma almeno non piove. E quasi ogni canzone di questa playlist mi fa pensare a Theo, mi sento una bomba a orologeria che sta per scoppiare dall'impazienza di rivederlo.

-Senti un po'... - mi dice Isabella. – Che dice tua mamma del fatto che resti a dormire da lui? Davvero da quella volta non ti ha chiesto più niente? –

-Be'... non è il genere di argomento adatto a discorsi tra mamma e figlia – rispondo. – Sa che sono responsabile e che non faccio sciocchezze, e poi mi sento tranquilla perché prendo la pillola... Non ci tengo ad avere un bambino a ventidue anni, sai com'è! – Isabella ride.

-Sa che lo abbiamo fatto e stop, mi imbarazzo da morire a parlare di certe cose con lei... Anche perché non abbiamo mai parlato molto di ragazzi, visto che l'unico che ho avuto prima di Theo è quel cretino di Daniele. –

-Certi discorsi vanno fatti con le amiche, ti do pienamente ragione tesoro – risponde Ellie. – Neanche io e mia madre ne abbiamo mai parlato molto, e al momento non ho un ragazzo, quindi il problema non si pone! – Sì, al momento non ha un ragazzo, ma non sa che a febbraio le farò conoscere qualcuno di molto speciale.

-Be'... non avere fretta, Ellie. Io sono stata da sola per tantissimo tempo e guarda ora con chi sto! – Sorrido, cercando di non farle capire che sto pensando ai miei piani malvagi per far conoscere lei e Liam Hemsworth. Probabilmente la gente ci definirebbe "piccole arrampicatrici sociali", peccato che a noi l'ultima cosa di cui importa sono i loro soldi. Theo potrebbe anche fare il panettiere, per quanto mi riguarda... e Isabella la pensa alla mia stessa maniera.

-Scusa un attimo, Ellie. – Mi squilla il cellulare, e a chiamarmi è proprio Theo. Deve essere già in hotel, lo stesso hotel di quando è venuto a Roma per C'è Posta, quello nei pressi del Colosseo.

-Hey, sei arrivato? –

-Sì arrivato, amore mio... ho posato la valigia e ti sto aspettando. – Ogni tanto se ne esce così e mi lascia per un attimo sognante e senza parole.

-Ma come siamo romantici, oggi... - Rido. – Comunque, mi troverai un po' cambiata rispetto a un mese fa. Uno dei miei cambiamenti lo noterai subito, l'altro è una cosa più... nascosta – gli dico riferendomi al tatuaggio e alla ciocca blu, di cui lui non sa nulla.

-Devo avere paura? – mi domanda lui divertito. – Ora mi hai incuriosito... che cos'è questa "cosa più nascosta?" –

-Non provare a convincermi, aspetta e vedrai! Comunque sono quasi arrivata, sono in macchina con Ellie. –

-A tra poco, Sara. Ti amo. –

-Ti amo. – Riattacco la chiamata, mentre Ellie sospira e torna a ridere.

-Oh, ma che hai oggi? Cosa ti ha detto per farti essere così sdolcinata e romantica? – mi chiede.

-Mi ha chiamata "Amore Mio" e mi ha detto "Ti amo" ... Oggi gli ha preso così, e ogni tanto ci vuole! –

Quando arriviamo, chiedo a Ellie se vuole fermarsi per venire a salutare Theo, ma lei dice che non vuole togliermi neanche un secondo con lui e che lo saluterà domani. Eh già, domani riparte e ha il volo alle undici di sera... Non ci voglio pensare. Isabella mi lascia proprio davanti all'edificio, ed io mi metto quasi a correre per non privarmi di altro tempo con lui. Mi guardo intorno, ma nella hall non c'è... suppongo che sia in camera. In fretta e furia mi reco alla reception, mentre Theo mi ha già detto per messaggio che la camera è la stessa dell'altra volta, la suite che si affaccia sul panorama del Colosseo. In effetti nella hall c'è un po' di confusione e se gli saltassi in braccio attirerei troppo l'attenzione. Prendo l'ascensore, e appena sono fuori me lo ritrovo davanti, senza neanche aspettarmelo.

-Mi hai fatto prendere un colpo! – sbotto gettandomi praticamente addosso a lui, che mi prende in braccio nonostante il mio ingombrante cappottino nero di finta pelliccia, sembro un peluche.

-Ora capisco il cambiamento... sei diventata un orso! – Lo zittisco poggiando le mie labbra sulle sue, aspettando di sentire la sua lingua che si fa spazio tra le mie labbra. Cavolo, non ho saputo resistere neanche il tempo di andare in camera...

-Sara... adesso andiamo, forza – mi dice staccandosi da me. Ora sono tutta accaldata, e non solo per il riscaldamento che c'è qui, ma per l'effetto che mi ha fatto sentire di nuovo il sapore di un suo bacio. Appena siamo in camera, Theo chiude la porta e mi prende borsa e cappotto per poggiarli sulla poltrona, un vero gentleman.

-Non ti ho ancora fatto gli auguri... - gli dico abbracciandolo di nuovo, finalmente libera dagli indumenti invernali.

-Me li stai facendo ora, piccola pazza. – Mi stringe le sue braccia attorno alla schiena e poi si piega di nuovo per baciarmi, mentre le mie mani si spostano sui suoi capelli. Anche il suo ciuffo mi era mancato da impazzire.

-Buon compleanno, Muffin. –

-Il mio miglior compleanno... Sei bellissima con quella ciocca blu, comunque. – Wow, l'ha notata subito!

-Questo era il primo cambiamento di cui ti parlavo... Davvero ti piace? –

-Adoro il blu... e non è una cosa che stona, anzi. E' come se facesse parte di te – mi dice. Mi sciolgo dall'abbraccio per andare a mettermi sul letto, e lui viene a sedersi accanto a me. Io mi tolgo gli stivaletti e vado a sdraiarmi sul suo petto, mentre le sue mani riprendono subito a cingermi e ad accarezzarmi i capelli. Lui ovviamente è vestito elegante anche quando è in abiti normali. Jeans neri a sigaretta e un maglione grigio morbidissimo, su cui in questo momento sono appoggiata. Profuma di lui, magari potrei chiedergli di lasciarmelo. Forse è una cosa un po' stupida, ma potrei sentire il suo odore quando lui è lontano da me...

-Dicevamo che era la ciocca blu il primo cambiamento – gli dico riprendendo il discorso.

-Come hai avuto quest'idea? –

-L'avevo già portata per un periodo e ho dovuto toglierla per non rovinare i capelli, ma è stato come privarmi di qualcosa che faceva parte di me... Ho lasciato riposare un po' i capelli e l'ho rifatta, anche se non avevo idea se ti sarebbe piaciuta o meno. – Ellie dice che gli piaccio indipendentemente da cose superficiali come può essere il modo in cui porto i capelli...

-Abbiamo detto la stessa cosa. "E' come se facesse parte di te" – riprende a dire lui.

-Per quanto riguarda la seconda sorpresa, non ti lascio indizi... A parte ciò che sai già! – Theo sorride.

-La mia piccola pazza che fa pazzie... Chissà perché ma non ne sono sorpreso – mi risponde. Mi sposto di più per poterci guardare negli occhi, e riprendiamo a baciarci. Mi è mancato tantissimo il contatto fisico con lui, e mi accorgo che è mancato anche lui, lo so dal modo in cui mi tocca e mi accarezza. Dolcezza e un pizzico di foga, desiderio ardente. Ma abbiamo tutta la notte per quello, ora mi basta essere qui con lui, tra le sue braccia.

-Ti ho fatto un regalo di compleanno – dico all'improvviso, come se stessi per dimenticarmelo.

-Pensavo fossi tu il regalo... -

-Scemo! – Gli metto indietro il ciuffo e gli do un bacio sulla fronte. – Non è un regalo qualsiasi, è qualcosa di speciale che riguarda noi due... ed è proprio nella mia borsa. – Faccio come per alzarmi e andare a prenderlo, ma Theo mi blocca e mi butta di nuovo sul letto, dandomi altri baci.

-Io avrei un po' di fame, quindi che ne dici se prima andiamo a cena e dopo mi dai il regalo? – mi dice con la sua espressione da furbetto.

-Okay... - Mi alzo dal letto e mi rimetto gli stivaletti, mentre Theo si dirige verso la porta della stanza.

-Niente cappotto, non serve, Sara. – Mentre usciamo dalla stanza mi cinge i fianchi e andiamo verso l'ascensore, che mi scatena un certo numero di ricordi anche se quella volta eravamo in un altro hotel. Gli stringo forte la mano e mi appoggio a lui, e all'uscita dell'ascensore c'è un signore elegante che si rivolge a Theo e gli dice: "Prego signor James, da questa parte". Che cosa avrà mai escogitato il mio Muffin?

-Lei è? – domanda il signore.

-La persona speciale per cui ho organizzato tutto questo. Mi raccomando, massima privacy – risponde Theo. La persona speciale...
Il signore apre una porta e vedo che un'intera area della zona ristorante è tutta per noi, il tavolo è apparecchiato in modo impeccabile e c'è una luce soffusa data dalle candele. In sottofondo c'è la musica, e ogni cosa è perfetta.

-Dio... è il tuo compleanno e hai organizzato tutto questo per me? – Mi passo una mano tra i capelli, sentendomi quasi in colpa. – Avrei dovuto essere io a fare tutto questo per... - Non faccio in tempo a terminare la frase che vengo colta in contropiede da uno dei suoi baci. Decido di tenere per me i miei pensieri, era logico che avesse organizzato qualcosa... qualcosa che io non avrei mai potuto fare.
La cena è molto buona, ordiniamo due risotti e, per dolce, due crepes alla Nutella con sopra una spolverata di zucchero a velo. Lui mi racconta del suo lavoro ed io di come ho trascorso questo ultimo mese, non ci sono mai quei momenti di imbarazzante silenzio che a volte capitano alle persone.

-Quando sento troppo la tua mancanza, avverto il bisogno di mangiare Nutella... è la cosa più simile a te, credo. – Prendo un altro boccone di crepe e mi sporco le labbra.

-Aspetta... - Si sporge verso di me per baciarmi e togliere la Nutella rimasta sulle mie labbra, un gesto dolce e anche incredibilmente erotico. Sono sempre più accaldata, sì...

-Quindi tu mi associ alla Nutella? –

-Alla Nutella e a tutte le cose dolci e buone. - Sorrido di nuovo. Theo chiama il cameriere e si fa portare lo Champagne, una cosa che ad essere sincera non ho mai bevuto. Sono strana con i gusti, e non sono neanche mai riuscita a bere lo spumante a capodanno... ma per lui farò un piccolo sforzo.

-Hey, che cos'è quella faccia? – mi domanda Theo vedendomi dubbiosa.

-Niente... -

-Se non ti piace non sei costretta a bere, non farti problemi – mi risponde accarezzandomi una guancia.

-E invece no... Voglio brindare a te, ai trentuno anni di una persona straordinaria, e spero che questo sia solo il primo dei compleanni che festeggeremo assieme. – Bevo tutto d'un sorso e subito dopo sento che mi gira un po' la testa, e ho bisogno di bere dell'acqua.
Vengo distratta soltanto dalla musica, che tutto a un tratto cambia. Adesso riconosco le sue canzoni, e Theo si alza per chiedermi di ballare.

-Permetti? –

-Con piacere... – Gli faccio l'occhiolino e mi faccio condurre al centro della stanza, dove lo abbraccio e iniziamo a muoverci insieme, senza per forza seguire il ritmo della musica. La canzone su cui stiamo ballando adesso è Skin, che mi fa emozionare ogni volta... Questa canzone è da infarto, mi provoca tante emozioni insieme.
All'improvviso mi ricordo che il regalo di Theo è ancora nella mia borsa, così gli lascio un attimo la mano e vado a prenderlo, tornando verso di lui.

-E' l'ora del regalo, Muffin. Tu hai organizzato questa serata meravigliosa e mi sembra doveroso ripagarti almeno in minima parte. - Lui mi zittisce con lo sguardo e mi prende il pacchetto dalle mani, mentre torniamo di nuovo al tavolo. Scarta il pacchetto con cura e resta subito sorpreso da ciò che si ritrova davanti.

-Un album di foto... - Lo apre e inizia a sfogliare le immagini, i nostri cinque giorni insieme a Londra. – Noi due a Londra! – esclama felice, mettendosi a guardare con attenzione ogni foto e sorridendo ai selfie in cui facciamo le smorfie. Ci mettiamo seduti e commentiamo praticamente tutte le foto, mi pare che fossero circa centonovanta...

-E questa? – Arrivati alla fine dell'album, Theo trova la busta con la lettera, ed io mi affretto a fermarlo dall'aprirla subito.

-Dovresti leggerla quando riparti... -

-Eh no, mia piccola pazza... me l'hai servita su un piatto d'argento e ho intenzione di leggerla proprio adesso – mi risponde. Sto diventando paonazza, anche perché in quella lettera ci sono scritte molte cose importanti e imbarazzanti.

-Ehi, rilassati. - Mi poggia una mano sulla coscia e inizia a leggere con attenzione la mia lettera. Subito cambia espressione, e tiene gli occhi incollati al foglio. Li alza solo per sorridermi, ed io in risposta abbasso il mio sguardo. Arrivato a un certo punto della lettera, inizia a guardarmi con la sua faccina da pervertito, ed io credo di capire quale parte sia arrivato a leggere. Terminata la lettura si sporge verso di me per baciarmi, e poi mi dice: "Mi dispiace deluderti, ma il tuo pessimo inglese non è affatto pessimo". Sorrido, avevo ricontrollato la lettera con l'aiuto del vocabolario e del libro di grammatica per essere certa di non sbagliare nulla... Logicamente l'avevo scritta prima in italiano e poi l'ho tradotta.

-Grazie professore, quindi sono promossa? – Gli faccio uno sguardo ammiccante e lui si avvicina di nuovo al mio orecchio per sussurrarmi di andare in camera.

-Visto che non vedevi l'ora di saltarmi addosso, ti accontento volentieri - prosegue a dire, facendomi venire i brividi lungo la schiena. Prendiamo le nostre cose e ringraziamo lo staff dell'hotel per questa cena meravigliosa, poi saliamo subito in ascensore per tornare in camera. Lui si limita a cingermi i fianchi, con l'altra mano sta tenendo il suo regalo di compleanno, che sembra aver apprezzato moltissimo. Una volta in camera, io poggio la borsa su un mobile all'entrata e lui mette l'album sul tavolo, poi viene subito verso di me e inizia a baciarmi, facendomi finire contro il muro. Andiamo bene, iniziamo subito così?

-Come sei aggressivo! – Devo dire che fargli quest'effetto mi fa sentire particolarmente orgogliosa di me, la mia autostima è a mille.

-Non puoi scrivermi certe cose e pensare di passarla liscia, piccola - mi sussurra mentre mi sfila il maglioncino nero e la canottiera, lasciandomi per un attimo in totale balia delle sue mani.

-Posso anche ripeterlo, se vuoi. - Lo provoco aiutandolo a togliersi la camicia, e lo attiro a me. Ho bisogno – anzi, è una vera e propria necessità - di sentire la sua pelle sulla mia. Mi era mancato, in un modo che non riesco a quantificare. Per molte persone forse sarei esagerata, perché in fondo ci conosciamo soltanto da quattro mesi. Ma quello che lui mi ha fatto provare in questi pochi mesi, non potrà farmelo provare nessun altro, neanche in un milione di anni.
Gli slaccio la cintura dei jeans continuando a trattenerlo contro di me, e lo aiuto a togliersi gli ultimi vestiti rimasti. Se solo fosse meno impaziente, ci avrei messo molto di meno a spogliarlo. E invece continua a distrarmi baciandomi sul collo e tenendomi ferma contro la parete. Mi chiedo quand'è che si accorgerà del tatuaggio...

-E quindi... io ti farei sentire in Paradiso? – Mi solleva per poi appoggiarmi di nuovo contro il muro, gli stringo così forte i capelli che mi chiedo se non sto esagerando.

-Sì – rispondo mentre i suoi occhi scuri come la notte catturano i miei. Sento sempre più forte la pressione delle sue mani sulle mie cosce, per tenermi meglio incrocio le caviglie attorno al suo bacino. Ma perché finiamo sempre a farlo in posti strani?

-Anche tu mi fai sentire in Paradiso, Sara. – Detto questo mi dà un altro bacio e con delicatezza entra in me, tutta la foga e l'aggressività sembrano aver lasciato il posto alla dolcezza. E adesso capisco anche il perché, anche se non voglio che smetta. Le sue spinte dolci e delicate sono di nuovo dolorose, come se fosse di nuovo la prima volta. Tutta colpa del tempo in cui siamo costretti a stare distanti...

-Sei tesa – mi dice Theo poggiando la sua fronte sulla mia.

-Non fermarti. – Gli accarezzo i capelli, e a poco a poco il dolore se ne va, riesco di nuovo a sentirlo mio. Il mio Paradiso. Per fortuna qui accanto a noi non ci sono altre stanze, perché stavolta non mi sto trattenendo neanche un po' e voglio che lui sappia quanto lo desidero, voglio che senta i miei sospiri e i miei gemiti di piacere. A un certo punto Theo si sposta portandomi verso il letto, poggiandomici sopra sempre con estrema dolcezza. Si ferma a fissarmi per un secondo, ed io lo distraggo facendogli una smorfia. Non può finire così, perché sto imparando ad adattarmi ai suoi ritmi e non sono affatto stanca, anche se ho appena provato un posto nuovo.

-Stavo cercando la sorpresa nascosta – mi dice. – Ma non riesco a trovarla... -

-Sei sulla buona strada, è un tatuaggio... ma adesso non è il momento di cercarlo, non credi? - Gli do una spinta con il pugno e ribalto le posizioni, ritrovandomi sopra di lui.

-Adesso è il mio turno, Muffin. – I miei capelli lunghi gli ricadono sul viso mentre inizio a muovermi, ora posso osare di più e mi sento anche più sicura di me. Adesso sento che potrei andare avanti tutta la notte, e non credo che a lui dispiaccia...

***

Quando mi sveglio, sono sdraiata a pancia in giù e il lenzuolo mi copre fino alla vita. La sua mano mi sta accarezzando la schiena.

-Buongiorno, piccola pazza ninfomane... - Ride e aspetta che io mi decida a guardarlo.

-Senti chi parla...! – Mi metto seduta e mi copro con il lenzuolo, passandomi una mano tra i capelli.

-Ho scoperto il tuo segreto nascosto, appena mi sono svegliato ho notato questa scritta in greco sulla tua schiena e il simbolo accanto. Parabatai... - Sembra particolarmente incuriosito, e aspetta che io gli spieghi il significato. Mi metto seduta con la schiena rivolta verso di lui e mi sposto i capelli, lui torna a poggiare le sue mani sulla scritta, lì dove ormai la pelle non è più arrossata e il tatuaggio è perfetto.

-Sapevo che saresti riuscito a leggerlo... – Uno che ha origini greche e che ha una laurea in filosofia non può non conoscere l'alfabeto greco, no?

-Vedi il simbolo accanto alla scritta, Theo? – gli domando mentre le sue mani mi sfiorano la schiena.

-Lo sto toccando. –

-E' una runa, e simboleggia esattamente ciò che c'è scritto. I parabatai sono due guerrieri che combattono fianco a fianco, e che fanno un giuramento eterno: si scelgono a vicenda, per essere fratelli di spirito. Si giurano lealtà e l'uno potrà sempre contare sull'altro... Sono effettivamente due fratelli, ma fratelli che si sono scelti a vicenda – gli spiego.

-E' bellissimo... Ha a che fare con Isabella, è così? – Sorrido. Ha capito tutto, lo sapevo che è una persona intelligente e intuitiva.

-Lei ha lo stesso tatuaggio, nello stesso punto in cui ce l'ho io. E credimi, non sono il genere di persona che fa queste cose... ma questo era davvero importante, e avevamo deciso di farlo da molto tempo. –

-Ora sono curioso e cercherò qualcosa su Wikipedia... - Si mette di nuovo sdraiato e mi trascina con sé.

-Be'... anche il concetto dei parabatai è preso da una saga fantasy! - Theo è curioso e vuole sapere ogni cosa, ed io da brava fangirl gli consiglio di leggere i libri in cui questo concetto è espresso al meglio. Isabella dice sempre che siamo come Will e Jem, i due parabatai di Shadowhunters - Le Origini.
Mi alzo per andare un attimo in bagno, ho dormito truccata e ora sembro una specie di panda psicopatico. Mi pulisco il viso e torno da Theo, che invece è bellissimo anche di prima di mattina, nonostante abbiamo dormito davvero poco. Mi sto vergognando per essere così esageratamente senza ritegno, ma il fatto di trovarmelo nel letto, bellissimo e senza vestiti, mi fa desiderare di fare ancora l'amore con lui. Il fatto che stasera lui riparta mi devasta totalmente, oggi non andrò all'università perché voglio passare tutta la giornata con lui. Lo studio non è più un problema, e anche questo è merito suo e del fatto che mi incoraggia a dare il meglio di me.
Mi tolgo il maglione che mi ero infilata per andare in bagno e vado a mettermi seduta in braccio a lui, beatamente appoggiato alla testiera del letto. Questo ragazzo è una tentazione vivente...

-Chi ti dà il permesso di provocarmi in questo modo? – mi dice. Ho di nuovo le mani tra i suoi capelli, lui invece mi tiene una mano sul fianco e con l'altra mi accarezza la schiena. Su e giù...

-Il fatto che tu sia qui, in un comodissimo letto e a mia completa disposizione... e che nella tua lettera mi hai scritto che non mi faresti mai alzare dal letto e mi faresti di tutto. -

-E' proprio ciò che intendo fare, in effetti... –

Non poteva esserci un risveglio migliore di questo. Mi sdraio dalla mia parte del letto e aspetto che lui torni a sovrastarmi. Adesso è diverso da ieri sera, sentirlo dentro di me non mi fa alcun male... tutt'altro. Sentirlo così, esattamente in questo modo, mi aiuta a sopportare la distanza che ci dividerà per il prossimo periodo. Mi aggrappo alle sue spalle forti e raggiungiamo insieme il piacere, dopo aver perso di nuovo la cognizione del tempo. Si sdraia con la testa poggiata nell'incavo del mio collo e le sue mani incontrano le mie. Le accarezzo con le dita, sento persino le vene sotto lo strato di pelle, il suo cuore che batte velocissimo.

-Tu mi distruggi! – gli dico con ancora il fiatone, e restiamo per un minuto buono fermi così, senza bisogno di dire altro.

-Sai... Ho capito che per innamorarsi non serve conoscersi da tanto tempo. Ogni secondo che passa vorrei averti vicina, non soltanto pochi giorni al mese. Hai messo in discussione tutto ciò in cui credevo, perché ci ho messo davvero poco ad innamorarmi di te... - Si interrompe un attimo. – Voglio che lo sappiano tutti. Quando tu sarai pronta, io voglio rendere ufficiale la nostra storia. –

Ciao ragazze!
E dopo la lontananza forzata, Theo passa un bellissimo compleanno con Sara. Le cose si fanno sempre più serie, è ancora presto per i problemi! Come reagirà Sara a ciò che le dice Theo?
Votate, mi raccomando ☆
Baci,
Greta

P.S. Un grazie speciale a tutte coloro che puntualmente votano e mi lasciano un commento... ♡♡

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