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Capitolo 7

Capitolo 7


Il pomeriggio successivo, Bambi assistette alle riprese restando dietro le quinte. Il protagonista della scena era Marshall. Il suo viso era coperto di sangue finto, così come le mani, mentre si trovava dietro un vetro di una stanza d'ospedale che esisteva solo nell'immaginazione della troupe abbracciati dai pannelli verdi.

Bambi sentì lo stomaco aggrovigliarsi mentre lo osservava calarsi perfettamente nel personaggio del suo libro, fondendosi con la narrazione. Le provocò profondi brividi lungo la schiena, che si insinuarono nel petto, lasciandole una sensazione di angoscia che bruciava in gola. Perché sentiva il bisogno di piangere?

Il set era silenzioso tranne che per il suono ovattato delle istruzioni del regista e il respiro affannoso di Marshall, che rendeva la scena ancora più realistica. L'emozione nel vederlo così vulnerabile, così immerso nel dolore del personaggio, la colpì al punto da mordersi il labbro inferiore cercando di trattenere le lacrime che minacciavano di sgorgare.

Rinchiusa tra quei pannelli verdi, Bambi si sentì come se l'aria stesse diventando sempre più densa e pesante. Decise che doveva uscire per prendere una boccata d'aria, nonostante il turbamento che provava. Finse di stare bene, sorridendo a chiunque le chiedesse come stava, ma in realtà non lo sapeva nemmeno lei. Quello era il suo più grande sogno, vissuto in modo inaspettato e spiazzante: non aveva mai sofferto di attacchi di panico, eppure nell'ultimo periodo ne era spesso preda.

Mentre la brezza afosa le accarezzava il viso, vide il tavolo delle bibite colmo di bubble tea. Ne prese uno, ma alla fine tornò indietro per prenderne un altro.

Rientrando nel camerino, la ragazza del trucco se ne era già andata, quindi rimase sola con Marshall.

Il ragazzo era visibilmente preoccupato.

«Ti prego, non dire nulla!» esclamò Bambi. «In mia difesa, posso incolpare te: sei stato straordinario là fuori! Sono stata travolta dalle emozioni. E guarda cosa ho qui!»

Gli porse la bevanda. Marshall la accettò.

«Posso parlare adesso?»

«No, il silenzio è piacevole.»

«Volevo ringraziarti per le belle parole. E anche per il bubble tea.»

«Allora sì, puoi parlare.»

Bambi sorrise. Nel frattempo, notò che Marshall tirava fuori delle bustine farmaceutiche per il reflusso gastroesofageo. Ne assunse una e gettò l'involucro vuoto nel sacchetto della spazzatura, dove ce n'erano già di diverse consumate.

«Non ti fa male questa roba?» lo guardò.

«Sto combattendo il reflusso da un po'», sospirò lui.

«Come va la tua alimentazione?»

«Un disastro! Mi abbuffo di cibo spazzatura. Perché lo faccio? Boh, forse per combattere lo stress, la rabbia... la noia.»

«Marshall, devi darci un taglio. Anch'io mi buttavo sul cibo per rabbia, ma non serve a niente se non a farci del male.»

«Lo so, ma non riesco a smettere.»

«Ci vuole un po' di volontà. La cosa importante è smettere un poco per volta. Almeno per me, è sbagliato privarsi di qualche coccola. Piuttosto dobbiamo porci dei limiti da non superare. Poi sai che esistono delle bevande a base di Aloe Vera? Sono piacevoli e fanno bene.»

«Perché lo fai?»

«Faccio cosa?»

«Ti preoccupi per me... Non devi farlo.»

«Non lo sto decidendo io, Marshall. Sento che devo farlo.»

Quello che apparve sulla bocca di Marshall fu un sorriso breve.

Il ragazzo fu tentato di abbracciarla, ma temette una reazione negativa e pertanto, sorseggiando il bubble tea, le chiese se voleva approfittare di quella pausa per provare qualche battuta insieme. Bambi si dimostrò propensa alla collaborazione, tuttavia successe qualcosa di assurdo: a loro veniva da ridere. Provarono persino a non guardarsi, ma in qualche modo o per un assurdo motivo non riuscivano a uscirne. L'uno incolpava l'altro per essere poco serio, e alla fine concordarono che era tutta colpa del caldo opprimente.

Quella sera, Bambi si ritrovò a lottare con l'insonnia. Nonostante la stanza fosse avvolta dall'oscurità e interrotta solo dai suoni notturni, non riusciva a trovare pace. E nemmeno Marshall.

Marshall

Sei sveglia?

Bambi

Anche tu a quanto pare.

Marshall

Continuo a ripensare a oggi.

Bambi

Qualcosa in particolare?

Marshall

A dire il vero sì: perché ridevamo come due scemi?

Bambi

Perché in fin dei conti lo siamo realmente.

Marshall

Tutta colpa del caldo!

Bambi

Diciamo così.

Marshall

Magari ci serve ascoltare della musica. Per lo più funziona.

Bambi

Non sempre la musica bisogna ascoltarla, ma anche suonarla. Mi sono portata la tastiera di papà, potrei suonare qualcosa. 

Marshall

La sai usare almeno?

Bambi

Così mi offendi, stronzo!

Marshall avviò la videochiamata, pronto a un possibile rifiuto da parte di Bambi. Per sua sorpresa, lei accettò. Aveva acceso la luce in camera da letto e si era seduta dinanzi alla tastiera, pronta a mostrargli quanto valeva. Si divertì molto a provocarla, sebbene dovette ammettere che era alquanto brava e che suo padre era stato un ottimo insegnante.

Bambi gli suonò alcune note di uno dei suoi spartiti preferiti: "My Heart Will Go On." Le dita scorrevano sui tasti come due piedi che si muovevano a ritmo di danza, e lui, dall'altra parte dello schermo, steso a letto, la guardò estasiato.

«Non c'è male, ragazza. Non c'è male.»

«Non mi darai nessuna soddisfazione questa sera, non è vero?»

«Ti tengo sul filo del rasoio.»

«Attento, che se il rasoio dovesse finirmi tra le mani, potrei tagliarti via tutti i capelli.»

«Ho del detergente per i piatti nuovo da provare, non puoi farmi questo.»

«Non osare provarci, ti seppellisco vivo!»

Marshall gettò la testa tra i cuscini, sbellicandosi dalle risate. Bambi si lasciò trasportare dall'euforia contagiosa, tornando a letto.

«Dobbiamo suonare insieme qualche volta» disse Marshall.

«Per ora ti mando a dormire» sorrise lei.

«Buonanotte, Bambi.»

«Buonanotte, Marshall.»

Bambi si sdraiò tra i cuscini, con il cuore ancora agitato dall'emozione della videochiamata. Aveva suonato la tastiera per lui, una cosa mai fatta per nessuno. Chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dai ricordi della serata, con la luce fioca della lampada sul comodino che proiettava ombre morbide sulle pareti, mentre il ticchettio regolare della sveglia creava un sottofondo rilassante.

Dall'altra parte, Marshall aveva sorriso e riso da solo più volte durante la rilettura della loro conversazione. Guardò fuori dalla finestra, immergendo lo sguardo nelle stelle che punteggiavano la notte e immaginandosi steso al suo fianco mentre la abbracciava forte. 

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