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Capitolo 5

Capitolo 5



L'intera giornata fu estenuante. Divertente e creativa, certo, ma Bambi era esausta, stremata. La tensione accumulata durante le riprese le faceva pulsare le tempie, non vedeva l'ora di fare una doccia fredda per riprendersi dal caldo. Si immaginava già l'acqua che le scivolava sulla pelle, lavando via la stanchezza e i residui della giornata. Voleva mangiare qualcosa al volo, magari un sandwich semplice, e poi gettarsi a capofitto sul letto. Anche se non era il suo, sicuramente l'avrebbe accolta con tanto di ninnananna silenziosa mentre scivolava nel sonno.

Il primo giorno di riprese era andato piuttosto bene. C'erano stati alcuni intoppi a causa della mancanza di esperienza degli attori: qualcuno aveva dimenticato le battute, qualcun altro aveva avuto difficoltà a entrare nel personaggio. Ma il signor Andrews si era dimostrato professionale e competente nel settore. Con la sua pazienza e l'occhio attento, era riuscito a risolvere ogni problema, guidando il cast con mano sicura.

Nonostante fossero ancora all'inizio, era rimasto soddisfatto per il lavoro svolto, entusiasta e impaziente di riprendere tutto l'indomani mattina.

Bambi ripensò ai momenti migliori della giornata: le risate dietro le quinte, i piccoli successi di ogni scena ben riuscita, e il senso di cameratismo che iniziava a formarsi tra il cast e la troupe. Ogni momento era stato accompagnato da una battuta o da un gesto di incoraggiamento.

Quando raggiunse il camerino per recuperare le sue cose e andare via, la notte circondava l'intero set come un mantello scuro e avvolgente. Il vento rinfrescò l'aria, che per tutto il giorno era stata afosa e asfissiante, portando con sé l'odore della terra e dell'erba umida.

Erano a metà Maggio o alla fine di agosto? Il clima era decisamente instabile per decidere correttamente cosa indossare. E la luna... avete notato quanto sembri così vicina adesso? La sua luce argentea illuminava il set deserto, creando ombre lunghe e misteriose.

Marshall era andato via, mancavano le sue cose e la sua presenza. Il camerino sembrava vuoto senza di lui. Bambi avrebbe voluto salutarlo come aveva fatto con gli altri, per ringraziarlo del suo lavoro e il sostegno che le stava dando. Ma preso sicuramente dalla fretta di tornare a casa, si era dimenticato la nuova copia del libro sul tavolo; ancora le veniva da ridere leggendo la dedica che gli aveva lasciato, una battuta scherzosa che solo loro due avrebbero capito.

Bambi raccolse la copia, la depose nella borsa e lasciò il camerino in preda a un batticuore inspiegabile. Aveva una strana sensazione di fretta, come se volesse rincorrere Marshall, magari incontrarlo ancora per un saluto, un'ultima parola prima di chiudere la giornata. Incrociò il signor Andrews, intento a sistemare gli ultimi dettagli prima di andarsene. Era stanco, ma gli occhi brillavano di soddisfazione.

«Signor Andrews», lo chiamò, impaziente. «Ha visto Marshall?»

«È successo qualcosa? Ti ha dato fastidio?»

«Oh, no. Devo consegnargli una copia del libro. Quella per sua moglie l'ho lasciata nel suo ufficio poco prima di iniziare le riprese. Ma ora, la prego, devo sapere se ha visto il ragazzo.»

«Guarda, l'ho visto poco fa mentre si dirigeva nei garage. Se corri, forse riesci a fermarlo.»

«La ringrazio, a domani.»

«Buonanotte, Bambi!» rispose il signor Andrews, con un sorriso affettuoso mentre la vedeva allontanarsi in fretta.

Il vento notturno le scompigliava i capelli, mentre la luce della luna illuminava il suo cammino.

Bambi non aveva idea che ci fossero dei garage in quella zona, ma riuscì rapidamente a trovare l'ingresso seguendo le indicazioni, che la condussero vicino a una grande scala rotonda illuminata dalle luci al neon. C'erano poche speranze di incontrare Marshall, ma nell'aria sentiva l'odore del suo profumo, quell'aroma così familiare e confortante.

«Marshall?» la sua voce riecheggiò nel silenzio del garage.

«Sì, dimmi» la risposta arrivò immediata.

Il ragazzo si fermò poco prima dell'ingresso del garage, la sua figura illuminata debolmente dalle luci. Bambi si arrestò sui penultimi gradini, ansimante e con il cuore che batteva forte, ma appena lo vide, il sorriso le tornò spontaneo sulle labbra, come se tutta la fatica della giornata fosse svanita in un istante.

«Ti sei dimenticato questa», disse, porgendogli la copia firmata.

«Potevo prenderla domani», rispose Marshall, sorridendo grato per il pensiero.

«Ma così non avresti ricordato di comprarti lo shampoo.»

«Ho quello che mi hai dato.»

«Non è una soluzione permanente.»

«In alternativa, posso contare sul bagnoschiuma.»

«Dovrà pur finire anche quello prima o poi.»

«Proverò il detergente per i piatti.»

«Ma cosa stai dicendo?» Bambi si piegò in due dalle risate, contagiandolo. Poi si sedette sugli scalini e prese un pezzetto di carta per annotare qualcosa.

Marshall si avvicinò curioso e scrutò le annotazioni sui migliori shampoo e creme per capelli che poteva acquistare. Abbassò lo sguardo, non nascondendo un certo turbamento che gli fece tremare la voce.

«Non devi prenderti tanto disturbo», le disse.

«È stata una mia scelta prendermi cura di te, ma ti prego, non usare il detergente per i piatti!»

Marshall rise. Bambi si sentì come se fosse stata investita da un treno in corsa. Le parve di perdere il respiro, quasi quella risata le stesse sottraendo il resto delle energie rimaste. E il modo in cui la guardò... Perché aveva il costante sospetto di averlo già conosciuto?

«Quindi dici che è nato da un sogno?» cambiò argomento Marshall, indicando il libro.

«Lo so che può sembrare assurdo, ma è così.»

«Ma tu sai come l'ho scoperto? Grazie a mia sorella. La sentii discuterne al telefono con un'amica. Era entusiasta dell'ebook che aveva acquistato. Mi ha incuriosito, quindi l'ho comprato e da allora non faccio che rileggerlo. Finché mia madre non me l'ha sottratto: dice che la carta ha tutto un altro sapore rispetto al digitale.»

«Non posso darle torto.»

«E giacché siamo qui, voglio ringraziarti per aver dato a noi emergenti uno spazio in quest'avventura.»

«Grazie a te per il sostegno.»

«Magari potremmo provare insieme il copione, uno di questi giorni.»

«Che bell'idea», sorrise Bambi, «ci scambiamo i numeri di telefono?»

Fu ciò che fecero, ma lei era indecisa su quale emoji affiancare al nome del ragazzo: era una sua cosa personale per distinguere i contatti simpatici da quelli odiosi.

«Ma sì, ti metto il cuoricino rosso, mi sei simpatico», decise.

Marshall sorrise, mostrandole la schermata del suo cellulare: Bambi ❤.

La ragazza rise gratamente, ma non riuscì a ignorare il velo di tristezza che continuava a scorgere nei suoi occhi.

Era sul punto di chiedergli cosa lo turbasse, ma il regista la chiamò e dovette interrompere il pensiero.

«Buonanotte, Marshall.»

«Buonanotte, Bambi.»

Mentre risaliva le scale, cullata dal silenzio e dalle ombre della notte, Bambi avvertì di nuovo quel vuoto allo stomaco come se stesse lasciando andare qualcosa di prezioso. Ogni passo le sembrava più pesante, e una parte di sé voleva tornare indietro, abbracciarlo, dirgli che poteva contare su di lei.

Ignara di ciò che stava accadendo nel cuore di Marshall, non notò la lacrima solitaria che scivolò dai suoi occhi. Rimasto solo, si appoggiò contro il muro, lasciando che il dolore e la solitudine lo travolgessero per un momento. La copia del libro che gli aveva dato la teneva stretta tra le mani e si promise di rileggere ogni parola, cercando conforto nelle pagine scritte da quella ragazza che significava tanto per lui. 

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