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Capitolo 3

Capitolo 3


Era metà Maggio. Appena Bambi aveva smesso di pensarci, cercando di distrarsi immergendosi in una nuova avventura letteraria, si rese conto che i giorni e le notti si alternavano freneticamente. Le giornate scorrevano rapide sul calendario, una nuova spunta restringeva l'attesa e, finalmente, il grande e inatteso giorno arrivò. Con esso, persino la prima ondata di calore iniziava a farsi sentire, riscaldando la città e portando una sensazione di afa anticipata nell'aria.

Con le valigie pronte, la musica a tutto volume nella nuova auto ricevuta in regalo dai suoi genitori, Bambi si sentiva pronta ad affrontare da sola questa nuova avventura che la vedeva lontana da casa. Il volante era caldo sotto le sue mani sudate, il cuore preso in ostaggio dalle emozioni palpitanti mentre guidava verso il futuro incerto ma promettente che l'attendeva all'orizzonte.

Non era stato facile salutare i suoi genitori e chiudersi la porta di casa alle spalle, ma sapeva di poter contare sul loro costante sostegno e di tenerli aggiornati da lontano: era adulta e indipendente, capace di prendersi cura di se stessa meglio di chiunque altro.

Si era lasciata dietro l'abbraccio caldo e accogliente della sua famiglia, consapevole di avere il loro amore come conforto nelle sfide che l'attendevano.

Durante la sua assenza, avrebbe alloggiato in un bilocale affittato nelle vicinanze del luogo esatto delle riprese, un rifugio confortevole che poteva chiamare casa temporanea durante la nuova fase della sua vita.

Perduta nelle note di ogni canzone che passava alla radio, era già in viaggio da un'ora. Il vento che le accarezzava il viso attraverso il finestrino aperto era leggero e delicato, quasi quanto il tocco gentile di sua madre. Il sole brillava alto nel cielo, irradiando la giornata e scaldando la città sopra i grattacieli.

Il cielo era di un azzurro intenso, senza una nuvola a interrompere la sua perfezione, mentre percorreva la strada con lo spirito che oscillava tra l'eccitazione e una lieve malinconia per aver lasciato casa.

Non sapeva bene come si sentisse davvero: a tratti era euforica, a tratti angosciata, a tratti spaventata. Mille idee e brutti pensieri le affollavano la mente, ma riuscì a trovare nella musica il giusto conforto. Cantò a squarciagola "Teenage Dream" di Katy Perry, lasciandosi trasportare dalla melodia. Poco le importò se, uscita dal casello dell'autostrada e ferma al semaforo, l'uomo nella vettura accanto la guardò con aria perplessa, come se assistesse a una scena tratta da un fumetto pieno di punti interrogativi che volteggiavano intorno alla testa.

Quando ripartì, seguì attentamente le indicazioni del navigatore, il quale la condusse attraverso una strada alquanto isolata, fiancheggiata da alti pannelli verdi che circondavano un certo perimetro. Trovò un ampio spiazzo dove camion e caravan erano parcheggiati lungo la via; la sicurezza la fermò immediatamente, comunicandole che si trattava di una zona privata. Tuttavia, dopo averla riconosciuta, la lasciarono passare con delle scuse.

Nonostante la musica l'avesse aiutata fino ad allora, in quel momento non riuscì a farlo. L'ansia prese il sopravvento sulle emozioni. Lo stomaco si aggrovigliò insieme all'intestino, i pensieri si mischiarono e, inspiegabilmente, le venne una sete da pazzi. Le mani sul volante cominciarono a sudare più di quanto già lo fossero e i piedi faticavano a schiacciare i pedali della vettura mentre attraversava quel piccolo parcheggio soleggiato, dove dei ragazzi erano seduti all'ombra, ingannando l'attesa.

Dagli specchietti retrovisori, vide alcuni membri della troupe armeggiare tra tiranti, corde e telecamere; fecero la prova dei microfoni, mentre altri impartivano indicazioni ai più ansiosi. Il sole primaverile scaldava l'aria, tingendola di una luce dorata che danzava tra gli alberi circostanti. Finalmente, poté affermare di essere arrivata a destinazione. Il motore si spense con un sospiro, la cintura di sicurezza fu slacciata con un movimento rapido e nervoso e le gambe tremanti furono in grado di reggere il peso del corpo quando scese dalla vettura.

Aprì il bagagliaio e ne tirò fuori due borse pesanti contenenti alcune copie del suo romanzo da donare a quella nuova grande famiglia dietro le quinte. I segnalibri personalizzati, ancora incastrati tra le pagine, brillavano al sole come piccole gemme.

Chiuse il cofano con un colpo secco, depose la chiave in tasca e raccolse le borse con un sospiro di determinazione. A passo sicuro ma un po' incerto, si incamminò verso quello che l'attendeva. Fu allora che il suo sguardo incrociò quello del ragazzo della dedica personalizzata, il quale sembrava uscito dalle pagine del suo romanzo. I suoi occhi marroni si sgranarono all'istante, come se avesse visto un fantasma. Il cellulare gli scivolò dalle mani, cadendo a terra con un tonfo sordo, mentre si alzava di scatto dalla sua posizione, il cuore che batteva furiosamente nel petto, la bocca spalancata in un'espressione di incredulità totale.

Un attimo di puro stupore li avvolse entrambi, come se fossero stati inghiottiti dalla terra stessa, intrappolati in uno spaziotempo sospeso dove il mondo intorno sembrava smettere di fare rumore.

L'aria si fece densa, quasi tangibile, e ogni cosa al di fuori di quel momento svanì, lasciandoli immersi nel silenzio irreale che si era creato.

Il frastuono della città frenetica sembrava lontano, mentre gli sguardi si incrociavano in un incontro carico di significato, quasi l'universo avesse deciso di fermarsi per un istante e osservare, incuriosito, quello che stava accadendo.

Bambi sentiva il respiro pesante, il cuore che martellava nel petto, e stava sudando freddo nonostante il caldo. Le gambe sembravano non rispondere più al suo controllo, avanzando inspiegabilmente a piccole falcate verso il ragazzo. Anche lui si muoveva allo stesso modo per raggiungerla, come se fossero guidati da un filo invisibile che li legava l'uno all'altro.

Erano quasi vicini.

Bambi riusciva a percepire il suo profumo delicato, una nota di agrumi e legno di sandalo che le solleticava le narici, mescolato all'odore della sua pelle fresca di doccia. Fu travolta dall'alta figura dalle spalle possenti, che la faceva sentire al sicuro come l'orso protettivo di Masha e Orso. I suoi occhi, quel giorno di inizio estate, erano di un marrone caldo e profondo, simile alla cioccolata fusa.

Perché le faceva quell'effetto?

Furono interrotti dal signor Andrews, che sopraggiunse per accoglierla.

«È bello averti qui», le sorrise cordialmente. «Com'è andato il viaggio?»

«Nessun intoppo», rispose Bambi, sorridendo.

«Perfetto. Vuoi conoscere il cast?»

«Certo. Ho con me delle copie, se qualcuno fosse interessato.»

«Mi tieni una da parte? Voglio una dedica per mia moglie. La sua copia l'ha prestata a un'amica, ma non è più tornata indietro.»

«Certamente.»

Il signor Andrews le presentò alcuni membri della troupe, ma ricordarsi di tutti il primo giorno era impossibile. Tuttavia, non conosceva nessuno degli attori scelti, poiché ognuno di loro era nuovo nel campo cinematografico: c'era chi aveva stretto da subito amicizia con lei, condividendo aneddoti divertenti e confidando le esperienze che speravano di ottenere nel mondo dello spettacolo; chi studiava intensamente il copione, sottolineando ogni singolo dettaglio con una matita rossa; e chi si era avvicinato per ricevere una copia firmata del libro, con dedica e foto ricordo, oltre al segnalibro in omaggio.

Fu poi scattata la prima foto sul set. La troupe si radunò attorno alla macchina fotografica, trattenendo il respiro mentre il flash illuminava la scena. Gli attori, coi loro volti emozionati e un po' nervosi, formavano un quadro vivido di aspettative e anticipazioni per il progetto che stava per prendere vita.

«Marshall, ti unisci a noi?» chiese il signor Andrews.

Marshall non disse che aveva già una copia firmata e che teneva sul comodino la foto scattata con Bambi al centro commerciale. Invece, si unì al gruppo e insieme pubblicarono lo scatto sui social con l'hashtag appropriato.

«Vieni, Bambi, voglio mostrarti alcuni progetti.»

«D'accordo, signor Andrews.»

Bambi e Marshall si scambiarono un ultimo sguardo, un'intesa silenziosa che aveva il sapore di una connessione più profonda di quanto potessero comprendere.

Accadde qualcosa di strano, come se una breccia nel tempo li avesse attraversati: il rumore assordante di uno schianto in sottofondo.

Il cuore di Bambi ricominciò a battere forte, come un tamburo ruggente nel petto. Udì un frastuono distante, qualcuno stava parlando tra le lacrime. Era una voce... ma di chi? E cosa stava dicendo?

Le parole parvero danzare sfuggenti nella sua mente, sfocate come un sogno appena interrotto. Il tutto le scivolò completamente via. 

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