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Capitolo 11

Capitolo 11



Il cielo era trapuntato di stelle e la luna splendeva alta, illuminando la notte con la sua luce argentea. La leggera brezza notturna accarezzava le piazze, l'erba e gli alberi fioriti, portando con sé il profumo dei fiori estivi. Le strade illuminate avevano da poco preso vita, con la gente che usciva per fare shopping, i bambini che gridavano mentre correvano verso le giostre e i locali colmi di persone riunite con amici e parenti per gustare un'ottima cena, brindando tra chiacchiere e ricordi di un passato ormai lontano.

Nella piccola libreria del centro si respirava un'aria diversa. L'ambiente era avvolto dal calore accogliente, illuminato da luci soffuse che accentuavano il colore caldo del legno degli scaffali ricolmi di libri di ogni genere. L'odore avvolgente della carta e dell'inchiostro solleticava l'olfatto, mentre il suono delicato del campanello sopra la porta accompagnava l'ingresso dei visitatori. Un cartello, ornato con un elegante design scintillante, pubblicizzava il firma copie con la presenza di Bambi Smith.

Bambi era splendida quella sera. Indossava un lungo abito giallo ocra con motivi estivi, che le conferiva un aspetto etereo e quasi da quadro impressionista. Il tessuto fluente ondeggiava dolcemente mentre si muoveva, catturando la luce e i riflessi delle lampade della libreria. I suoi capelli, raccolti in un elegante chignon basso, erano adornati da piccoli fermagli argentati. Il trucco, sobrio ma curato, esaltava la luminosità del viso, e un paio di orecchini eleganti e una collana a forma di cuore pendente al collo completavano il look. Qualche braccialetto di perline colorate tintinnava delicatamente a ogni movimento, aggiungendo un tocco di vivacità al suo dolce portamento. Gli occhi brillavano di entusiasmo, accompagnati da un ampio sorriso che accoglieva calorosamente ogni nuovo visitatore.

Durante l'evento, si immerse completamente nei ruoli di ospite e autrice. Scattò numerose foto con i fan, sorridendo mentre posava accanto a loro in scatti spontanei e calorosi. Ogni volta che una fotocamera si accendeva, il suo sorriso era contagioso e sincero. Inoltre, fece qualche video entusiasta, in cui parlava appassionatamente del suo libro; l'amore per la scrittura risplendeva chiaramente.

Con il fine di rendere l'esperienza ancora più memorabile per i suoi sostenitori, Bambi distribuì un nuovo gadget: un portachiavi a forma di piuma bianca, elegantemente confezionato in piccole scatole di cartone decorate con il logo del libro. I fan lo accettarono con entusiasmo, ammirando il pensiero e la cura che avevano caratterizzato il regalo.

A fine presentazione, mentre l'ultimo visitatore usciva, Bambi trovò un momento per ritagliarsi un po' di tempo. Si rifugiò in un angolo tranquillo della libreria, lontano dal brusio del pubblico. Tirò fuori il cellulare e avviò una videochiamata con i suoi genitori.

Lo schermo del telefono si illuminò con il volto sorridente di mamma e papà, che apparvero felici e orgogliosi di vederla. I loro volti erano pieni di amore e ammirazione, e le parole di incoraggiamento e affetto attraversarono la distanza, rendendo quel momento speciale.

«Come vanno le riprese?» le chiese subito sua madre, con tono affettuoso.

«Alla grande!» esclamò Bambi, gli occhi che scintillavano di gioia. «Ho imparato molto stando qui. E poi Marshall è uno spasso, con lui non ci si annoia mai.»

«Chi è Marshall?»

«Devo forse preoccuparmi?» si intromise il babbo.

«No, papà,» rise Bambi, «stai tranquillo.»

«Se questo tizio osa farti soffrire, gli spezzo le gambe!»

«Oh, andiamo, caro, lasciala stare», intervenne la madre, ridendo.

Bambi si sentì avvolta dall'amore della sua famiglia, anche a distanza, e quella sera la felicità sembrava non avere confini. Sentiva molto la loro mancanza: il confronto sincero, le risate, i bisticci quotidiani, tutti quei piccoli momenti che componevano la vita quotidiana.

Erano sensazioni indescrivibili, esattamente come provare a descrivere l'infinito. Quali parole useresti, tu? Perché per me indescrivibile e infinito si completano da sé. Non necessitano di aggiunte.

Lo stomaco cominciò a borbottare, richiamando la sua attenzione. Bambi salutò i suoi genitori con un sorriso nostalgico e chiuse la videochiamata, lasciandosi alle spalle il calore virtuale della conversazione. Era ora di mangiare qualcosa prima di tornare al bilocale. Indossò la mascherina per passare inosservata e si diresse verso il ristorante vicino. Appena entrata, si chiuse la porta alle spalle e fu immediatamente travolta dal brusio allegro della gente.

Il ristorante era un angolo di vivace intimità, con le tovaglie color avorio finemente ricamate. Ogni tavolo era decorato con centrotavola festosi: piccole composizioni di fiori freschi e candele profumate dalle fiamme danzanti, che diffondevano luce calda e invitante. La dolce melodia, bassa e rilassante, vibrava nell'aria, creando un sottofondo musicale che si mescolava ai suoni dei bicchieri che tintinnavano e delle conversazioni sussurrate. I camerieri, vestiti con eleganza, servivano gustose portate ben curate, disposte con precisione e raffinatezza sui piatti.

Bambi si guardò intorno, assaporando il profumo invitante del cibo che usciva dalla cucina. Attese pazientemente che un tavolo si liberasse, quando, di ritorno dal bagno, Marshall la riconobbe.

«Bambi!» esclamò, sorpreso e felice di vederla lì. «Non ti aspettavo!»

«Come hai fatto a riconoscermi?» sorrise lei, togliendosi la mascherina.

«I tuoi zaffiri luminosi.»

«Adulatore.»

«Credevo avessi degli impegni...»

«Li ho finiti tutti. E comunque non devo darti spiegazioni, solo libera di fare quello che mi va.»

«Che acida. Vuoi unirti a noi?»

«Sarei di troppo.»

«Dai, non esagerare. Faccio aggiungere un coperto. Bada che insisto!»

«D'accordo.»

Marshall fece cenno al cameriere vicino, che prontamente aggiunse un coperto al loro tavolo, già affollato da quattro ragazzi e una ragazza del cast.

Taz, il finto papà di Bambi e il più grande del gruppo, era un tipo imponente ma affabile. Con i suoi capelli decolorati e gli occhi cangianti, emetteva una sorta di autorità nonostante il sorriso amichevole. La bocca sottile e gli zigomi ben definiti gli conferivano un aspetto decisamente deciso, ma era il primo a ridere di fronte a uno scherzo.

Michael, il dottore sul set, era affascinante anche al di fuori del trucco del personaggio. La carnagione mulatta e i capelli rasta gli donavano un'aura magnetica. I denti bianchi risaltavano nella penombra, mentre gli occhi scuri brillavano di intelligenza.

Lila, che interpretava la madre di Bambi, sembrava sofisticata e un po' stanca. I suoi occhi grigi e i capelli color miele le conferivano un aspetto elegante e dolce. Nonostante la timidezza, la sua risata era contagiosa e in grado di sciogliere qualsiasi tensione. La bocca sottile era incorniciata da un naso all'insù che le dava un'aria sognante.

Zac e Julian erano i comici della compagnia. Due fratelli che, pur essendo per lo più comparse, avevano un talento naturale per l'ironia.

Zac, il più alto dei due, era imponente, mentre Julian, un po' più basso, era il primo a lanciarsi in battute. I loro capelli neri ricadevano disordinatamente sulla fronte e gli occhi brillavano nella luce delle candele, sempre pronti a scoprire la parte più divertente di qualsiasi situazione. Le bocche carnose emettevano battute e battutine che facevano ridere tutti.

Era chiaro che, nonostante la varietà dei ruoli e delle personalità, c'era una chimica particolare tra di loro, e la serata prometteva di essere allegra e spensierata.

Bambi fu grata di poter conoscere meglio il gruppo. Non parlarono del suo libro, del film o del lavoro in generale. Piuttosto, si godettero la serata ridendo e scherzando tra loro, improvvisando canti e punzecchiandosi a vicenda. Mangiarono, brindarono e festeggiarono per qualsiasi cosa: per il pianista che suonava, per i camerieri, per le risate della gente intorno a loro e per Marshall, che si stava abbuffando di dolci.

«Basta, tu!» lo apostrofò Bambi, portandogli via il piatto. «Questa roba fa male.»

«Ma è buona!» esclamò lui con la bocca piena.

«Lo so, ma ora ci dai un taglio.»

«Ti prego, solo un altro pezzetto.»

«No! E voi smettetela di prenderci in giro!»

«Dai, Bambi, giuro che poi smetto.»

«Me lo prometti?»

«Sì, Bambi, hai la mia parola» fece il verso Taz, ridendo.

«Idiota!» lo colpì scherzosamente lei, poi guardò Marshall. «Promesso?»

«Promesso» le sorrise lui.

Bambi non poteva resistere al suo sorriso. Aveva qualcosa di magnetico, che la catturava come un magnete potente e tenace. Gli restituì il piatto e lo osservò mentre si tirava su la manica della camicia.

Il gesto rivelò un tatuaggio a forma di piuma bianca, che Bambi non aveva mai notato prima, probabilmente nascosto sotto il trucco.

«I miei nuovi gadget sono così» disse, estraendo con orgoglio il portachiavi dalla borsa.

Marshall avvicinò il suo tatuaggio al portachiavi con sguardo curioso e, sotto gli occhi attenti degli amici, constatò: «Sono identici.»

Bambi si avvicinò, il volto illuminato dalla curiosità. Mentre sfiorava il tatuaggio con le dita, notò i bordi leggermente irregolari e un colore più scuro rispetto alla pelle circostante, come se il tatuaggio avesse cercato di coprire una ferita profonda e persistente.

Gli occhi di Zac e Julian si allargarono di sorpresa, mentre Lila inclinò la testa, chiaramente interessata. Michael, con un'espressione pensosa, si avvicinò per osservare meglio.

La scoperta della cicatrice parve aggiungere un nuovo strato di mistero intorno a Marshall, e la tensione intorno quel tavolo divenne pesante.

Tu-Tum.

"Smettila! Non battere così!"

Tu-Tum. Tu-Tum.

"Dacci un taglio! Smettila! Smettila ti ho detto!"

TU-TUM! TU-TUM! TU-TUM!

"SMETTILA!"

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