47- 𝙉𝙚𝙫𝙚𝙧 𝙩𝙚𝙖𝙧 𝙪𝙨 𝙖𝙥𝙖𝙧𝙩 -𝘈𝘮𝘦𝘭𝘪𝘢
Buongiorno!
Mi lascereste una stellina di supporto prima di iniziare?
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Nella vita facciamo tesoro del nostro passato per ricercare la felicità in un futuro più sereno possibile.
Bugie, delusioni, sconfitte che segregano il male subito oltre un solido muro di rassicuranti certezze e paure martellanti. Avevo scelto la solitudine al rischio di soffrire a causa delle persone.
Il mio terrore era dato dall'abbandono di un padre che aveva scelto una vita di vizi alla famiglia.
Dicono che i genitori siano i primi ad amarci e insegnarci cos'è l'amore.
Non avevo la fortuna di essere cresciuta nell'esempio di quella viva affezione, ma avevo compensato leggendo tonnellate di libri su quell'emozione idilliaca ed ero giunta alla conclusione di non meritarmela.
Come avrei potuto accettare un sentimento di tale portata da una persona che conoscevo da pochi mesi se chi mi aveva messo al mondo, il sangue del mio sangue, non mi aveva voluta?
Nonostante tutto, sapevo di essere innamorata di Jordan. Alla fine, quell'ondata di emozioni narrate da poeti e autori da che il mondo ha memoria, aveva investito anche me.
Ma riuscire a lasciarsi andare per viverlo a pieno, era tutt'altra cosa.
Avevo capito, però, che tutti mentono. Indistintamente. Io stessa ero stata una bugiarda per lungo tempo riguardo la mia alimentazione, come tutte le ragazze del Fairwinds.
Jordan invece aveva mentito solo per proteggermi dalla cattiveria altrui in un periodo in cui la priorità per me doveva essere un'altra. Lui aveva capito che non avrei retto la verità. E la sua era stata una bugia detta per una nobile causa. Potevo tollerarlo.
Jordan mi aveva portato a casa sua, mentre io continuavo a sfinirlo standomene dall'altra parte del muro oltre il quale l'avevo abbandonato dopo aver sentito quelle frasi maledette nello spogliatoio. Mi aveva dato quel fermaglio della me ragazzina e poi, risoluto, aveva preso a smantellare pezzo dopo pezzo la mia barriera.
Alla fine, ero stata la prima a confinarlo oltre quella parete senza rendermi conto che anche lui ne aveva eretta una solo per proteggere me. Solo che lui ci aveva nascosto una verità troppo dolente per me.
Ma c'è un momento in cui ogni tua certezza crolla, lasciando spazio a un piccolo raggio di luce così potente da mettere tutto in discussione. E quello spiraglio che potevo sentire scaldarmi la pelle era la possibilità del perdono.
Ad abbattere l'ultimo mattone, non furono tanto le parole, lette o ascoltate tra libri e film e mai dirette a me, quanto lo sguardo impavido e tremendamente sincero di chi era pronto a darmi tutto.
Era riuscito ad arrivarmi dritto all'anima con la sicurezza di quel graffiante ti amo.
Insieme, scavalcammo a passo sicuro le macerie di quelle difese ormai demolite e fui io, per prima, ad andargli incontro e accoglierlo al varco affinché le nostre labbra si ritrovassero.
Erano state distanti per troppo tempo.
E Jordan ricambiò il bacio.
Fu un bacio incredulo, dalle movenze incerte, che si fece nostalgico quando con la mano agguantò la nuca per incollarmi a sé, come a non voler più che me ne andassi.
«Ti amo anche io», riuscii a dirgli quando per un breve istante si scostò a riprendere fiato tenendo la fronte sulla mia. Mi asciugò quell'ultima lacrima rimasta con il pollice, e poi ricominciammo da dove ci eravamo lasciati.
«Mi hai appena reso l'uomo più felice sulla faccia della terra.» Mi riservò un piccolo sorriso, di quelli un po' sbiechi che lo rendevano solo più bello ai miei occhi. Quel bacio si fece sempre più famelico, e mi prese in braccio facendosi largo lungo il corridoio. Agganciai le gambe alla sua vita, stringendomi a lui.
Mi adagiò sul letto morbido con cautela, come se tra le braccia tenesse quanto di più prezioso al mondo, senza mai staccarsi da me. Le lenzuola sapevano di lui, del suo profumo speziato amplificato a mille. Si fermò in ginocchio, tra le mie gambe, puntellando le mani ai lati della mia testa.
«Sono sempre io quello delle tue prime volte, vero?»
Ed era bello, rischiarato appena dal bagliore lunare che traspariva dalla grande parete finestrata sul lato, con i muscoli contratti e fasciati sotto la t-shirt mentre mi imprigionava in quello sguardo implorante solo di me.
«Sempre.»
Non c'erano musiche particolari di sottofondo, petali di rosa o altre romanticherie. Eravamo solo noi, e non avevo bisogno di nient'altro.
Lo volevo come non mai.
Jordan disegnò con la lingua il profilo delle mie labbra, delicato come solo lui sapeva essere, e fece scorrere la sua mano risalendo lungo le cosce fino ad abbassarmi le spalline del vestito.
Non sapevo neanche cosa aspettarmi. Non conoscevo ancora il mio corpo, e il cuore batteva all'impazzata: non so se più per la paura di quel che stavamo per fare o per l'eccitazione.
Così percorsi i suoi addominali contratti sotto il cotone della t-shirt fino a sganciare il bottone dei jeans, sfiorando il tessuto morbido dei boxer già teso. Mi lasciò appena il tempo di portare la zip a fine corsa, prima di alzarsi ed essere lui stesso a liberarsi dei vestiti di fronte a me.
Il suo sguardo bruciava lungo il mio corpo supino e io ammirai le sue gambe muscolose e la spessa erezione che svettava marmorea sotto il bordo della t-shirt.
Non perse tempo a raggiungermi. In ginocchio sul materasso mi portò a cavalcioni su di lui semplicemente afferrandomi alla base della schiena. Era abituato a sollevarmi sui pattini, e in quel letto i suoi gesti non lasciavano spazio a un minimo di esitazione.
Riprese a baciarmi passionale, interrompendosi solo per abbassare completamente il vestito. Le sue mani iniziarono una lenta discesa lungo la spina dorsale, fino ad afferrarmi le natiche a palmo pieno in una presa bramosa e possessiva per guidarmi in un movimento lento.
Le mie pieghe sfregarono lungo la sua durezza. A dividere le nostre intimità c'erano solo i miei slip, ma sentii subito quell'attraente calore al basso ventre che avevo provato poche altre volte.
Pensavo che solo le sue mani sapienti fossero in grado di provocare certi effetti, ma in quel momento scoprii che io stessa, muovendomi su di lui, ero capace di fare altrettanto e sapere di avere questo potere mi fece eccitare ancora di più.
Non appena Jordan lo capì, mi lasciò al comando di quella soffrega per sfilarmi completamente il vestitino, lasciandomi addosso solo gli slip.
Strinsi tra le dita la sua maglia, ma quando provai ad alzarne i bordi fu lui stesso a bloccarmi i polsi in una morsa decisa. Ritirai le braccia, impaurita di aver sbagliato ancora prima di iniziare. «Ho fatto qualcosa che non va?»
Jordan sospirò appena, e chiuse gli occhi come se non potesse riflettere con me nuda sopra di lui. «È il momento delle prime volte, no?»
Annuii incerta, senza comprendere le sue motivazioni.
Quando riaprì gli occhi, fu lui stesso a levarsi la maglietta gettandola a terra. Capii che con ogni probabilità, il problema erano le cicatrici che teneva sempre nascoste, e che forse non l'aveva mai fatto senza niente addosso. Ma non mi lasciò il tempo di dire niente, perché mi prese le mani e si assicurò che restassero sul suo costato.
Provai, tremante, a carezzare quelle scanalature che frastagliavano la pelle liscia. Jordan raccolse i miei capelli tra le dita per costringermi a inclinare il capo e scoprire il collo, su cui posò nient'altro che brividi inebrianti e baci libidinosi.
Fu come se ognuno di noi si stesse impegnando a lasciar andare ogni insicurezza che ci portavamo dietro nella vita di ogni giorno.
Fui costretta ad appendermi alle sue spalle quando mi strinse a sé afferrando i miei capelli in un pugno. Intensificò la presa obbligandomi a piegare il capo all'indietro e fare in modo che inarcassi la schiena per dargli libero accesso a deliziare i miei seni.
La sua lingua volteggiò lussuriosa intorno ai miei capezzoli prima di stuzzicarli con piccoli morsi, e passò poco tempo prima che sentissi di nuovo quelle pulsazioni sul mio centro farsi sempre più vicine in attesa dell'esplosione.
«Non ti lascio venire così, stanotte. Ti voglio su di me.» graffiò stendendomi sul letto.
Mi aveva davvero appena negato il piacere?
Il respiro mi rimase bloccato in gola.
Ma non me la sarei mai presa se avessi saputo subito quel che sarebbe venuto dopo.
Le nostre lingue presero ad avvolgersi l'una sull'altra, e lui si assicurò di non toccare in alcun modo la mia intimità, mandandomi ai matti. Provai addirittura a imprimere le unghie sui suoi fianchi per attirarli su di me, a soddisfare quel bisogno viscerale che avevo di lui.
Ma lui era troppo forte e io troppo minuta per riuscirci, e senza accontentarmi mi rivolse uno di quei suoi sorrisi maledettamente belli prima di disegnare sul mio corpo una magica e unica costellazione di baci che scese segmentata dal collo al basso ventre.
Le insicurezze perpetrate nella mia mente non furono d'intralcio: riuscii a permettergli di lasciarmi qualche bacio fugace vicino all'ombelico. Non se ne approfittò di quella concessione, voleva solo accertarsi che fossi completamente sua.
Testa, corpo e cuore, mi aveva detto poco tempo prima.
Aveva tutto di me.
Forte di questo, afferrò le mie gambe per portarle sulle sue spalle e prese a scandire piccoli baci nell'interno coscia, alla scoperta di una nuova costellazione che terminò sul mio centro.
Jordan a letto sapeva essere un vero stronzo.
Capiva bene quanto lo desiderassi, ma continuava a farmi pregustare quel che sarebbe venuto senza darmi la possibilità di goderne.
Sfiorava la mia intimità senza alcuna pressione, per poi ritirarsi.
Stuzzicava appena le mie pieghe con la lingua, ma non andava oltre.
Si prese un solo momento per rivolgermi un'occhiata beffarda, e io attorcigliai i suoi capelli tra le dita per tenerlo saldo a me, perché i suoi giochetti mi stavano facendo impazzire.
E quando sue labbra finalmente si aprirono sul mio centro, fu qualcosa di unico. La sensazione della sua lingua vellutata contrastava con quella lasciata dall'accenno di barba sulla mia carne delicata.
Mi picchiettava il clitoride a colpi di lingua, aumentando via via la pressione.
Lo stringeva tra i denti fino a farmi sentire una punta di dolore che alleviava subito dopo, succhiandolo.
La sua mano risalì lungo il fianco fino al seno e ne strinse un capezzolo, stuzzicandolo con le dita.
«Non fermarti.» Riuscii a dirgli mentre sensazioni inebrianti mi salirono al cervello annebbiando qualsiasi forma di controllo.
Volevo di più.
E Jordan sembrò capirlo quando a quel gioco di lingua aggiunse due dita lasciando libero il seno. Non sapevo come riuscisse a essere così perfetto in qualsiasi cosa facesse nella penombra di quella stanza carica di erotismo e, presa dal bisogno impellente di arrivare all'apice, cominciai a spingere il bacino contro le sue calde labbra.
Aumentò la velocità piegando le dita dentro di me. Coordinava talmente bene quell'alternarsi di denti e lingua le pulsazioni sul mio centro si intensificarono e, in breve, mi ritrovai sconquassata dai tremiti di un orgasmo dirompente.
Quando le vibrazioni cessarono, ritornò con gli occhi sui miei e mi stampò un bacio che sapeva solo del mio piacere mescolato al suo profumo.
Si staccò solo per allungarsi a prendere un preservativo dal comodino accanto al letto. Fu lui stesso a srlotolarlo sulla sua lunghezza.
Frizionò la sua erezione sulla mia intimità ancora sensibile, lubrificandosi con i miei stessi umori, e si fermò non appena la sua punta iniziò a farsi spazio sulla mia apertura.
«Se dovesse essere troppo... fermami.» Ordinò imperativo assicurandosi che i miei occhi fossero ben piantati sui suoi. «Me lo prometti?»
Annuii semplicemente, impaurita dall'ignoto cui stavo andando incontro.
Mi prese le mani e intrecciò le dita alle sue e le strinse forte prima di poggiarle sul cuscino sotto la mia testa. Iniziò a spingere per farsi strada dentro di me, e mi sentii andare a fuoco. In quel momento capii perché aveva scelto di portarmi all'apice prima di iniziare, perché più lui spingeva più io sentivo bruciare.
Era la mia prima volta.
È normale, mi ripetevo.
Non sei in un libro.
«Rilassati.» Mi disse sfiorandomi le labbra «sei con me.» Cominciò a baciarmi spingendo sempre di più. Mi lasciò il tempo di abituarmi alle sue dimensioni e quando il suo pube scontrò il mio si ritrasse.
Jordan era capace di essere premuroso in ogni momento, come se sapesse il dolore che la prima volta porta con sé, e riprese a scivolare dentro di me prendendo sempre più ritmo man mano che sentiva il mio corpo abituarsi alla sua grandezza.
Continuò a baciarmi, senza mai privarmi delle sue labbra vellutate mezzo secondo, e fece leva sulle braccia per continuare le sue spinte sempre più vigorose. Nonostante fossi completamente nuda sotto di lui, non me ne vergognai, perché era riuscito a spogliarmi l'anima prima ancora del corpo.
Aumentò il ritmo delle stoccate fino a riversarsi nel preservativo con le ultime spinte, più lente ma più forti, accompagnandole da un forte gemito.
Rimase dentro di me per un breve istante, con il respiro ancora accelerato. Il suo petto si gonfiava per sgonfiarsi subito dopo, delineando al massimo gli addominali scolpiti. Le sue labbra si incurvarono all'insù, senza nascondere un sorriso spontaneo.
«Vuoi sapere una cosa?» Mi disse quando si scostò da me e accoccolò la mia schiena al suo petto. Avvolse un braccio sul mio ventre, per stringermi a lui, e mi posò un bacio sulla spalla prima di continuare. «Potrò anche aver fatto tanto sesso, ma sappi che questa è stata la prima volta che ho fatto l'amore.»
E se l'amore era davvero quello, io di lui non ne avrei mai avuto abbastanza.
Grande Melania!
La settimana scorsa avevi azzeccato il contenuto di questo capitolo!!😂
Piccole info di servizio: questa settimana ho scritto tra fresatrici e via vai di operai in casa, e mi è pure venuta una brutta influenza. Questo fine settimana parto per Roma, di conseguenza mi prendo qualche giorno per rimettermi in sesto e recuperare alcuni scambi lettura che ho lasciato indietro (nel frattempo spero che gli operai finiscano, perché giuro che scrivere così è da impazzire).
Resilient torna con il prossimo capitolo il 30-09-24.
Ormai stiamo andando verso la fine, e l'ultima parte sarà quella più forte ed emotiva.
Siete pronti?
Vi aspetto questa sera su instagram per il nostro monday-chatter! Tra uno starnuto e l'altro rispondo a tutti!
A presto 💜
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