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Tradire è una soluzione?

Ormai la settimana stava per finire, sospirò, pensieroso verso il soffitto. Anche se in questi giorni si stavano divertendo, non poteva dimenticarsi che c'era il fatidico lunedì che gli attendeva e che scorreva verso di loro, sempre più di corsa: ormai era venerdì, oggi. Sospirò, ma non voleva infondere negatività nell'animo dormiente di Ace; lo guardò così rilassato e sorridente sopra al suo petto... Ne fu felice, coccolandolo e accarezzandogli la schiena con una mano, mentre con l'altra giocherellò con le ciocche del moro, che dopo un po' iniziò a mugugnare, con fare leggero e dolce prima che un boato enorme e fracassato irradiasse la stanza in un attimo, rendendola anche illuminata dal sole nel corridoio, al contrario della notte oscura e tetra, talmente fitta, che c'era dentro.

-Fratellone! Andiamo a mangiare!-

-Mhm?- fremette, strizzando gli occhi infastidito e sbuffando dalla bocca contro il petto, che sentì proprio addosso alle labbra, e che aveva davanti mentre schiuse gli occhi, ritrovando il tatuaggio blu e dai muscoli tonici. Nel riconoscere a chi appartenesse si tranquillizzò, e sbadigliò, facendo tremolare la punta del naso e chiudendo nuovamente le palpebre, felice, anche se si chiese di chi fosse quella voce di prima: di Marco non poteva essere.

-Scusami Ace, non sono riuscito a fermarlo.- alzò le spalle, Sabo, con una smorfia ma entrando al seguito del minore che saltò sul letto senza troppe cerimoni, lasciando sobbalzare anche Marco oltre al lentigginoso, e infastidendoli non poco. -Ehi, Luffy, no!- gli corse incontro nel vedere quel gesto, esibendo una smorfia tirata e riluttante nel trovare il volto del biondo che sbuffò, con un occhio strizzato, e il collo alzato; nell'aver ricevuto quella bomba sul suo stomaco.

-È stato divertente!-

-Per te...- bofonchiò, Ace, tossicchiando prima di mettersi seduto con il busto dopo aver fatto scivolare via Luffy dalla sua schiena; girandosi a guardare mortificato Marco, chinando poi il capo e chiedendo scusa intanto che Luffy si appisolò sopra alle gambe del maggiore, e con Sabo che sospirò. -Tranquillo, Sabo: non è colpa tua.-

-Vi siete divertiti ieri?- chiese allora, il fratello, sorridendo mentre Marco si tuffò indietro con il capo, mormorando al nulla silenziosi sussurri, e lasciando che Ace si illuminasse, discutendo di tutto ciò che era successo, dal fargli conoscere Kotatsu al film e al ritorno in camera.

-Dobbiamo andare a vedere qualcosa al cinema anche noi!- rise, Sabo, lasciandosi andare intanto che Luffy, sveglio da un po' ad ascoltare con un sorriso, si mise in piedi, sopra le gambe di Marco e, con occhi brillanti, affermare che, sì, dovevano andare subito.

-Ma dopo mangiato.- si corresse poi, scendendo a terra dopo aver camminato mollemente sul materasso e fiondandosi verso la porta e poi per le scale, felice.

-Okay, per me va bene. Facciamo colazione?- propose, con Ace che annuì, dicendogli di andare avanti, anche per salvare il cibo, e quando furono nuovamente soli, anche se con la porta aperta, tornò a Marco, che riaprì un occhio per inquadrarlo nel sentire il suo sguardo.

-Scusa se ti ho calcolato meno...- sorrise impacciato, grattandosi la chioma dietro, e gettandosi poi contro le sue labbra, strizzando gli occhi e con un grande rossore ma anche con molto calore, distaccandosi poco dopo e sorridendo.

-Non importa... Buongiorno.-

-Buongiorno.- rispose, strusciandosi contro il suo naso con il proprio per poi alzarsi e tenerlo per mano, sotto la musica del suo stomaco che si lamentava, ma dandogli il tempo di alzarsi mentre lo vide tirarsi via le coperte.

-Vuoi fare altro? Puoi passare la giornata con i tuoi fratelli, ma io vi dovrò lasciare per...-

-Perché?- si allarmò, senza varcare la porta, e forse con un tono troppo alto da attirare lo sguardo di alcuni ragazzi che passarono lì davanti, con Marco che sospirò gentile prima di tornare a riprendere da dove era stato interrotto.

-Perché devo andare all'università: ma vi raggiungo dopo, come ieri.-

-Oh... Ma non metterci tanto come, appunto, ieri.- bofonchiò, con occhi tristi e gonfiando le guance indispettito da quella notizia.

-Va bene, promesso.- sorrise, annuendo e baciandolo sulla guancia, tornando ad avanzare e coccolando la mano dell'altro nell'accarezzarla con il pollice.

-Così va meglio. Comunque, Luffy deve andare a scuola. Passerò del tempo con Sabo, quindi... Beh, anche ieri in effetti: non sai che bello andare di nuovo d'accordo.- sorrise, ridendo e scendendo le scale nonostante il pensiero tetro che lo colpì nel dirlo, perché, nel pronunciare quelle parole si ricordò anche il perché litigassero prima, e che sarebbero tornati presto a rifarlo se il lunedì si sarebbe rivelato davvero il contrario di come pensava Marco, come temevano entrambi. -E poi, sai... Ci stiamo divertendo e recuperando ogni cosa. Sono sollevato per questo.- mormorò, con un tono più lento, che incuriosì Marco che vece un verso sorpreso.

-Oh? È solo che... Ho un po' di paura che succeda di nuovo qualcosa che lo faccia arrabbiare, così da tornare a litigare nuovamente. E non vorrei proprio. Insomma, secondo te non può odiarmi, vero?- farfugliò, sempre con tono più basso che il suo ragazzo fu costretto ad abbassarsi con il capo per udirlo e capirlo, sorridendo poi nel comprendere e sospirare apprensivo.

-No, non ti odiava prima, e non ti odierà mai: siete fratelli, e, se non lo hai capito tu, avete un legame speciale e unico, sia con Sabo che con Luffy. Tutti e tre siete una famiglia vera, e le famiglie vere non si odiano.-

-Mhm.- annuì, volendo confidare in quello che aveva udito, e anche in chi lo aveva detto mentre, stringendogli la mano con più forza, giunsero alla meta, ed Ace sorrise nel vedere i suoi fratelli reclamarlo con gioia e impazienza, volendo che si unisse, soprattutto Sabo che non riusciva a trattenere più il minore a non toccare il cibo fino a non lasciarne nulla, come lo si poteva constatare dallo sguardo di Luffy pieno di bramosia verso quelle frittelle.

-Ehi, ben svegliati!- gli accolse, Thatch, rigirando il cibo nella padella mentre gli osservò prima di tornare ad esso.

-Buongiorno!- esordì, di nuovo gioioso, Ace e sedendosi in mezzo ai fratelli su un lato del tavolo, iniziando ad arraffare contento quello che poteva, assieme agli altri mentre Marco si diresse verso la caffettiera, versandosi quindi un po' di quel liquido scuro dentro la tazza bianca che gli porse il castano amico.

-Oggi devi andare a scuola?- si informò, il più grande, e Luffy concordò con un cenno deciso del capo.

-Quindi siamo di nuovo noi due.- si vantò, Sabo, ma si corresse subito, chiedendo scusa al volto corrucciato che gli si parò davanti di Luffy che si era sporto oltre la schiena di Ace, seduto alla sua destra; con le guance gonfie e sporche di briciole.

-Comunque, sì.- finì di ridere per quello e concordò, portando poi lo sguardo al minore. -Finito oggi, andiamo al cinema.-

-Sì! Subito! Magari anche con gli altri! Vi aspettiamo fuori dal liceo allora.- dondolò, scontrandosi, con la spalla, addosso ad Ace, ormai pieno e con i piatti vuoti, di tutti.

-Va bene, ma dobbiamo vedere se anche loro sono disponibili.- parlò Sabo, pensieroso e alzandosi intanto che Luffy, senza ascoltarlo, parlottava tra sé e sé, a voce alta, di come era felice che domani non sarebbe dovuto andare a scuola.

-Io devo andare: ci vediamo dopo. Buona giornata a tutti.- salutò, Marco, lasciando la tazza sul davanzale, e con Thatch che, spento tutto e sistemando gli ultimi piatti che i cuochi portarono in sala; lo seguì.

-Ah? Di già?- mormorò sorpreso, Ace, portando una mano su un fianco, dal volto dispiaciuto, ma dato che aveva fatto colazione, e che era in piedi, gli si avvicinò prima che aprisse la porta, anche perché si era fermato per salutarli e lo stava aspettando. -Allora ciao. Divertiti.-

Ace annuì, sorridendo intanto che Thatch gli sorpassò dopo una pacca sulla spalla sul più giovane, e con Sabo che discuteva con Luffy sul programma delle lezioni che aveva, forse per lasciarli intimità, o forse per vera curiosità; forse più la prima, anche perché il più piccolo non se li ricordava. Ne approfittò, alla fine, portandosi sulle punte e lasciando le labbra sulle sue, calde e torbide, ascoltandone il sapore con foga prima di staccarsi e lasciarlo andare, anche se con molta resistenza, con la mano che scivolò dalla spalla al polso, ma lasciandogli la manica solo dopo qualche secondo in più e facendolo sorridere maggiormente.

Appena le ante si chiusero, sospirò e si voltò, tornando dai minori che ancora discutevano, Sabo serio e anche in lieve imbarazzo nonostante avesse dato le spalle a quello spettacolo; invece Luffy era tranquillo, e anche annoiato dai paroloni del biondo rimasto.

-Ohm... Allora, vogliamo andare? La scuola ti aspetta.- bloccò quello scambio di parole a senso unico, con Luffy ancora con le braccia dietro la testa, ma annuì:

-Ed è più noiosa del discorso di Sabo.-

-Non so che dire: tu non sai nemmeno le materie che devi fare.- alzò le spalle il diretto interessato mentre Ace prese lo zaino da terra con un dubbio:

-Chi ti ha fatto lo zaino? Perché è fatto, vero?-

-Sì, è stata Robin.- sorrise gongolante, muovendosi divertito prima di avanzare verso l'uscita. -Cosa ne dite di accompagnarmi fino in classe? Così Sabo vede la mia scuola!- urlò l'ultima frase con troppa enfasi, così festosamente ed energico che lo udì, forse tutta la casa.

-Ci fai fare un giro turistico?- rise, divertito a quella sua ironia, Sabo e lasciandosi trascinare dopo essere stato preso per mano, tirando dietro anche Ace con sé a quel punto, che si mise lo zaino in spalla, annuendo soltanto a quell'iniziativa.



-Giro turistico sia.-

Concordò Ace, avendo ormai davanti la scuola. Avevano impiegato un po' di più quando, uscendo dalla casa, si erano resi conto che Luffy fosse ancora in pigiama, e così lo aveva mandato dentro di corsa, ad attenderlo impazienti fuori, a denti stretti nel temere che avrebbe perso un'intera ora, e invece, correndo senza fiato per il marciapiede, erano riusciti nella loro impresa, sotto mille affanni. Varcarono il cancello dopo, forse secoli, ed Ace sospirò tragico ai docenti che, bene o male, lo riconobbero di sottocchio, individuandolo: ma furono solo uno o due, di quelli poi che fumavano una sigaretta raggruppati in cortile prima di entrare, nonostante fosse vietato per chi non fosse della scuola.

-Cavolo: ho fatto anch'io questa scuola, no? Beh, al massimo solo il primo anno... Certo che n'è passato di tempo.-

-Primo? Ricordavo fino al secondo... Beh, non importa.- mormorò Ace, entrando dopo Luffy, e guardandosi attorno curioso: c'erano alunni ovunque.

Rivedere, però, quelle mura bianche come quelle di un ospedale, di una struttura possente e alta, con davanti la rampa di scale che portava ai corsi, dalla A alla C; metteva malinconia, una troppo amara e dura da masticare tra i denti, sospirò. Dove erano adesso vi erano dalla D alla E, più la sala professori, la biblioteca, la segreteria e le stanze del preside e del vice, in cui ne aveva passate di ore; ghignò al ricordo, per poi mugugnare e grattarsi il capo, quasi dispiaciuto di essere rientrato nel luogo che tanto lo aveva imprigionato; ma almeno non ne era incatenato come prima: non era obbligato a restare, a studiare... Cavolo, gli venivano i brividi al pensiero! Si scuoté, fremendo e sospirando mentre si recarono verso l'arcata destra, ignorando le scale e ascoltando, anche se a malapena, le parole di Luffy, felice di spiegare cosa faceva in quei posti con i suoi amici: nulla di pericoloso, giusto qualche mangiata e qualche risata; e anche qualche ricerca del disperso Zoro, da quanto udì. Il tutto fece ridere Sabo, e si unì con un sorriso: era allegro di vedere che fossero di nuovo insieme come una famiglia.

Peccato che l'occhio gli cadde erroneamente in un punto sbagliato; al pensiero che presto tutto quello sarebbe cessato con l'arrivo del lunedì; si trovò a puntare le pupille nella tasca posteriore del biondo, perché quella protuberanza era ovvio appartenesse al suo portafoglio, pieno di carte di credito e di soldi... Faceva schifo, alla fine; lui era così, come sempre. Davvero era tornato a quel pensiero? Al voler derubare il proprio fratello? Non avrebbe mai pensato di farlo, e non aveva mai compiuto un simile gesto nemmeno con Luffy! Certo, Luffy non aveva soldi, o meglio, era lui che gli pagava tutto, ma... In realtà Sabo a volte spediva soldi, però Luffy li spendeva in cibo e lui gli e lo aveva sempre lasciato fare, preferendo non essere aiutato da quei soldi che non lo accettavano, non Sabo, e non in quel periodo passato... Quindi ora, invece di chiederli sapendo in un no, o magari anche in un sì dato il piano organizzato, lui voleva aiutarsi ancora da solo, rubandoli quindi per fare da sé.

Ma perché era così? Perché era così ossessionato dalla solitudine quando aveva tanta bellezza attorno: i suoi fratelli, Marco, Thatch, Nami... Che cosa aveva che non andava?

-Ace? Ace?-

-Ah? Che c'è?- mormorò nel trovare gli occhi azzurri dell'altro davanti, che fece una smorfia intanto che Luffy discuteva con un bidello, e, da come si stringevano e ballavano, sembravano molto amici. -Sto dormendo ancora, scusa.-

-Sicuro che vada tutto bene?-

-Sì, è solo che non amo la scuola. Tu invece ti trovi bene, no?- si volle informare, anche per cambiare argomento ed esibendosi in un sorriso fasullo.

-Mhm... non mi emoziona stare qui, ma mi va bene conoscere il tutto, compresi i professori di Luffy. Tu vai ai quadrimestri? Cosa ti dicono?-

-Come? Ohm... Quest'anno... non... non ho avuto tempo, in realtà. E poi non mi vogliono attorno, cioè... Boh, non mi amano dai tempi in cui stavo qui.- farfugliò impacciato, ormai fermo e respirando prima di tornare a parlare, anticipando così Sabo. -Comunque, dicono che si applica poco ma che può farcela anche se vorrebbero che studiasse e che si impegnasse di più, e anche che smettesse di disturbare... Questo ecco.-

-Dovremmo discutere di questo loro odio nei tuoi confronti, non trovi? Comunque, se Luffy non va male non c'è problema: mi ha detto che vorrebbe fare un lavoro subito finito il liceo, e ha qualche idea, ma è indeciso tra pompiere e poliziotto.-

-Anche Luffy vuole fare il pompiere? Beh, io sono indeciso: magari sarei meglio come modello, no? Altrimenti il mio fisico andrebbe sprecato.- rise, ironizzando alla fine anche se usò un tono abbastanza trionfale e per nulla modesto. -Per quell'odio... Non vorrei fare peggio, ma tranquillo: non mi interessa più di tanto, ormai. L'importante è Luffy, e che tu... Uff, insomma... Vorrei non litigare più con te, come in questi anni. Per una cosa così stupida poi: peccato averlo capito tardi quanto lo fosse.-

-Colpa anche mia. Ma adesso non facciamo i musoni. È un giorno felice, come tutti quelli che ne verranno. Vedremmo che fare. Comunque, sai, ho pensato di farmi uno studio da qualche parte, in questa città. Franky sta già progettando tutto, e volevo chiederti, dato che sarà a due piani e ne userò solo uno, se desideravi lavorare in uno dei due uffici: ovviamente facendo il lavoro che vuoi. Altrimenti al piano superiore o inferiore potremmo viverci, con Luffy.-

-Wow! Ma è un'idea fantastica! Luffy ne sarà entusiasta!- asserì troppo forte, da attirare i due che, smettendo di ballare, corsero da loro, con il diretto interessato euforico. E nonostante Ace continuasse a sorridere, non poté che essere deluso dai suoi pensieri di poco prima: rubare a suo fratello, quando lui stava cercando a tutti i costi di ricomporre la famiglia! Una vita insieme!

-Davvero? Una nuova casa tutta nostra?- esordì, lasciando brillare gli occhi che quasi accecarono i maggiori che scoppiarono a ridere.

-Piacere nuovi amici! Il mio nome è Bentham Bon Kure!- enfatizzò il ballerino, che roteò su sé stesso, su una gamba sola e l'altra ben alzata, con Ace che annuì, presentandosi assieme a Sabo che subito rispose al minore:

-È ancora da decidere tutti i particolari, ma, in fondo: perché no?- alzò le spalle, Sabo, nel momento in cui suonò la campanella, che fece rabbrividire, per un attimo, Ace. Sbuffò una risata scherzosa subito dopo per alleviare l'incubo del ritorno sui banchi intanto che Luffy, amareggiato da quel frastuono, quasi da crollare inerme a terra, afferrò il suo zaino dal maggiore per poi andare verso le scale davanti all'entrata, salutandoli con energia, compreso il bidello ballerino che si affrettò, con un sorriso, a tornare al proprio lavoro poco dopo; spazzando per bene il pavimento.

-Va bene... Devo andare a lavorare, adesso. Per quanto sia triste... Beh, almeno ci sei tu a farmi compagnia.- ridacchiò, portandoselo più vicino nel stringergli le spalle con un braccio, facendolo sbuffare allegro.

-Che onore sentirtelo dire! E magari mangiamo anche qualcosa.- annuì, dandogli una pacca sull'addome con la mano destra, procedendo verso la strada di Luffy anche se verso l'uscita, questa volta: il giro completo lo avrebbero fatto un altro giorno, forse. Non c'era tutta questa fretta, come nemmeno tutta questa voglia.

-In effetti ho fame anche io.- confessò prima che scoppiassero entrambi a ridere, stringendosi a vicenda e procedendo, ormai fuori dal liceo, verso il bar dell'università, con il biondo che tornò a parlare dei suoi piani per rimanere qui, di quell'ufficio e di una possibile dimora all'interno di dove lavorava, o al di fuori, ma sempre in città.



Osservò il minore al suo fianco con fare serio, che ancora discuteva e spiegava del progetto della casa: alla fine gli era sembrato più comodo avere uno studio da parte e la casa da un'altra: divisa. E per lui non era un problema, anzi, era meglio, così almeno c'era maggiore intimità per chi andava a chiedere consulenza con Sabo, e meno gente sconosciuta che suonava alla sua porta mentre dormiva.

-Qualcosa non va, Ace? Puoi dirlo e modifichiamo qualcosa.-

-Nah, va benissimo così. Giusto, ricordati di mettere un giardino... Insomma, se è possibile.- sorrise amarognolo, portando poi una mano a reggere la propria guancia da sopra il bancone pulito, come tutto, grazie anche al fratello che lo aveva aiutato. -Magari lo riempiamo di ibisco rossi.- farfugliò poi, scrutando quella carta blu piena di scritte e linee bianche.

Ace non aveva comunque il coraggio di interrompere i suoi sogni, infrangendoli con un: "Ma io in realtà stavo programmando di andare a vivere con Marco."; però, alla fine, poteva stare con loro, e cambiare casa con Marco dopo la sua laurea, quindi... Non c'era problema, e di sicuro per Marco nemmeno. In fondo, sarebbe stato bello vivere di nuovo tutti e tre ma senza incubi, solo felicità. Ed era solo e proprio questo che ricercava Sabo: e lui voleva accontentarlo ad ogni costo. Sabo meritava la sua famiglia, se era quello che voleva e desiderava di più al mondo. Chissà quanto aveva sofferto, in quegli anni, forse più di lui, nel saperli così distanti e nel sentirsi costantemente un traditore, ma che non voleva tornare; che non ci riusciva, temendo di rivivere tutto quello per cui era andato via. Quanti dilemmi e quanti sensi di colpa avranno invaso la sua mente e il suo cuore, e solo per un po' di pace, ma che, per averla, aveva perso tutto, e forse non l'aveva neanche ottenuta; forse, solo un apprendimento e poi un lavoro migliore di quello che avrebbe trovato in quella dimora, in quelle condizioni angoscianti e stressanti...

-Sì. Ci vanno proprio gli ibisco rossi.- approvò, con un grande sorriso, ricordando bene chi li amasse e quanto fosse importante quella persona per Ace intanto che, con quella frase, Sabo risvegliò nuovamente l'altro che subito si affrettò a cospargerlo con entrambe le braccia, stringendolo forte a sé in quell'abbraccio, forse per quelle parole, forse per i fiori o magari perché ne sentiva solamente un solenne bisogno in quel momento, senza sapere che fosse per consolare Sabo da tutto il dolore che aveva patito nello stare distante da loro per tutti quegli anni. E così si strinsero con forza entrambi, quasi a spappolarsi le ossa, ma al contempo a riparare il proprio cuore, provandoci e riattaccando i cocci, lentamente e con energia.

-Mi dispiace... Ma ti ringrazio per essere tornato, e per tutto quello che vuoi e che farai per noi. Sono sicuro che torneremo ad essere una famiglia, come prima di tutto quel dolore.- arrancò, spirando contro la sua spalla e mordendosi il labbro inferiore mentre schiuse le palpebre, andando a scrutare quel maledetto portafoglio che sembrava, alla sua mente, voglioso di essere usato in modo da permettergli di fare da sé; e ai suoi occhi parve così pieno da esplodere, tanti erano i soldi all'interno.

-Ace... Sono cose che faremo assieme: tranquillo. Risolviamo tutto e vivremo, davvero, come prima di tutto quel dolore.- mormorò, sorridendo pienamente e coccolando la sua schiena con delle carezza prima di staccarsi, più perché fu lui a farlo, un po' rosso mentre volgeva gli occhi alla porta, quasi pieno di paura da tremare, e si fece stranito per quel comportamento, seguendone la causa e notando quel così serio Lucci, con il piccione che tossì, con un'ala davanti al becco e con occhi seri e corrucciati prima di svolazzarle da fermo, come a voler intimorirli.

-Qui è sempre più un "rilassarsi", invece che un "lavorare", eh, Ace? Adesso anche i clienti che non fanno parte dell'università stanno dietro al bancone? Oh, mi correggo: state lavorando, ma su qualcosa che non riguarda il mestiere di un barista. Se continua in questo modo, penso che dovrebbe licenziarsi: altrimenti non vedo il senso di restare, se non per raccomandazioni, ormai.- sbuffò, il piccione, davvero furioso intanto che Lucci girava con gli occhi per tutto il locale, per poi fissare il diretto interessato di quel rimprovero. -Desidero diligenza sul lavoro. Al mio ritorno spero che ce ne sia di più.-

-Ohm, mi dispiace signor Lucci!- provò, alzando una mano e mettendosi in piedi, quando ormai quello chiuse la porta, davvero deluso e scuotendo il capo lentamente. -Wow... Se l'è presa.- commentò secco Ace, quasi con fare inaudito e incredulo prima che lo scoppio di ilarità di suo fratello lo invase da rilassarlo e contagiarlo.

-Beh, lasciami tornare al mio posto da cliente, va.- continuò a sghignazzare, andando poi sullo sgabello dalla parte opposta, abbandonando così il luogo che lo aveva accolto per tutto quel tempo tra la voce di Ace che, smettendo pian piano di ridere, lo ringraziò per quella pazienza e per le parole di Lucci. -Nah, e poi ha ragione.-

-Sarà... Però è l'unico che vuole lavoro decente. Il babbo... Ohm, quel vecchio di Barbabianca se ne frega, più che altro, di come lavoro qui. E per questo, rimarrei anche, ma non fa per me, stare qui.- asserì, chinandosi con la schiena e lasciando i gomiti sul bancone mentre, con un rossore che gli imperlava le guance, sperò che Sabo non avesse fatto caso a come avesse chiamato il padre di Marco per un breve istante. Gli era sfuggito, in un attimo, così senza volere e senza che se lo aspettasse, ma si era corretto immediatamente, e temeva che, anche se difficile che non lo avesse notato, avrebbe iniziato a parlarne con lui di quel "babbo" che aveva cacciato dalle labbra in un soffio di cuore sincero.

-Beh, è normale: e a tal proposito, cos'è che ti fa avere il dubbio, tra pompiere e modello?- mormorò serio ma allegro, sorridendo, anche interiormente nell'aver sentito quel "babbo". Per una volta, Ace aveva trovato un padre decente, uno che lo era davvero; e lo era anche per Luffy.

Tutto per merito di quel Marco che faceva luccicare gli occhi di suo fratello, pensò, davvero con il cuore calmo nella sicurezza di ritrovare Ace in quelle ottimali condizioni, e che batteva a mille dalla felicità, per quanto un barlume di rammarico per non essere merito suo lo lasciava con la bocca salata, ma Sabo lo abbandonava subito appena compariva la felicità nel volto del maggiore. In ogni caso, quel rimpianto sarebbe sfumato da solo, pian piano, perché lui adesso c'era.

-Come? Oh, beh... Non saprei. Comunque, se facessi il modello, immagino che Marco ne sarebbe geloso.- rise, sperandoci quasi in quella reazione da parte del suo ragazzo: sarebbe stata bella. -Però non saprei... Potrei sempre fare entrambi... Chissà, si vedrà.-

-Per il pompiere bisogna fare un corso, invece per fare il modello suppongo basti presentarsi alle selezioni ed essere di fisico buono.- suggerì, il biondo, sbuffando allegro nel vedere il maggiore iniziare a pavoneggiarsi.

-Visto? Posso fare entrambi!- si gasò, propendendo con un braccio, con il gomito piegato in alto, con il polso portato in avanti e la mano aperta; e mostrando i denti nel sorridere.

-Già!- se ne vantò con lui, alzando poi una mano, aperta, e attutendo quella dell'altro che si infranse subito e con forza contro la propria, da generare un frastuono, piccolo ma intenso.

-E ora... Cosa ne dici di lasciare questi discorsi seri e fiondarci sul gioco?- annuì, ripiegando quei documenti blu, disegnati da Franky e Usop; lasciandoli comunque sul davanzale, per poi fare il giro e ritrovarsi nuovamente davanti al biondo fratello che inserì il tutto di quei progetti dentro il portamonete e poi nei jeans, con Ace che sbuffò, dandosi dell'idiota perché, quel portafoglio pieno, era dovuto solo per quei fogli ripiegati più volte... Forse. Oh! Ma perché continuava a pensarci!, quasi ringhiò duramente con una smorfia, ma si calmò, andando verso il calcetto con un nuovo sorriso: doveva pensare alla famiglia, e non a isolarsi, doveva ripeterselo per bene.

Davvero! Doveva ripeterselo!, sorrise incoraggiante prima di voltarsi verso il fratello alle sue spalle che lo seguiva, con una smorfia che cercò di rendere invisibile sotto alla sua spalla... Perché... Perché Ace non poteva davvero tradirlo...

-Allora... Mi dici a cosa pensi? Sei sempre nervoso, a volte. E non dire che non è così: l'ho notato.- si lamentò, Sabo, agganciandosi ai manubri del gioco e con occhi pieni di serietà verso di lui, con una moina però, dovuta all'apprensione per il maggiore.

-Nulla di preoccupante: è bello stare con te. E che penso anche allo stress dei nostri problemi... Poi Marco non è mai qui, però, dai, almeno passo del tempo con te, e questo mi rallegra: voglio recuperare un sacco di cose.- subito scattò, con un tono normale e gli occhi fissi verso il prato falso e colorato che sottostava ai giocatori, tutto finto quel gioco, come lui in quel momento, che fingeva, fingeva e fingeva... Lo sentiva: lo avrebbe tradito. Ma non voleva!

Ma era più forte di lui...

-I problemi... Già. Mettono ansia anche a me... Ma non dirmi che sei nervoso più perché Marco non è qui.- rise, volendo cadere sull'ironia per rilassarlo, apprezzando, però, quella sincerità. -Anche io ringrazio di avere tutto questo tempo per stare con te. E poi, tra poco sarà dicembre, e quindi Natale. Sarà il primo insieme dopo tanto.-

-Magari proprio nella casa nuova.- discusse attaccando la pallina e cercando di mandarla in porta con i giocatori, ghignando all'idea. -Beh, alla casa nuova dovremmo festeggiare anche con tutti appena l'avremo, no?-

-Ovvio: per inaugurare la nuova vita.-

-E per la nuova famiglia acquisita, oltre per quella ritrovata.- aggiunse Ace, ridendo prima di voltarsi cauto un'istante verso la porta e sbuffare nel tornare da Sabo. -Avvertimi se torna Lucci, eh.- lo vide ridere ma gli e lo assicurò e di conseguenza ne fu più tranquillo.

-In ogni caso, è arrivata gente.- alzò le spalle, Sabo, rammaricato per ciò intanto che Ace, sussultando a quella notizia. Non fece in tempo a fare altro se non a correre dietro il bancone per tornare a fare il suo, momentaneo, mestiere. Sogghignò, lasciandosi sfuggire un piccolo sorriso divertito, Sabo, prima di raggiungerlo, con calma e un sospiro quasi grato per come la vita, in suo fratello, fosse tornata perentoria, e per come fosse decisa a restare, proprio come lui; si voltò però verso il gioco a malapena iniziato con una smorfia dispiaciuta: desiderava davvero vincere contro Ace, e divertirsi; ma forse potevano sempre pensarci dopo.



Beh, oltre ad aver finito, finalmente, di lavorare per quel giorno, era anche arrivato Marco a risollevargli maggiormente il morale; non che Sabo non lo avesse fatto ovviamente, eh, anzi, se non fosse stato per lui si sarebbe addormentato di continuo, narcolessia o meno: la noia era pur sempre noia.

-Com'è andata?-

-Tutto bene, grazie.- annuì il biondo appena il proprio ragazzo si fiondò su di lui con quella domanda, raggiungendolo alla porta assieme al fratello; facendo ridere entrambi, anche se Marco apprezzò molto volentieri quel gesto, accogliendo la timida mano che si strinse nella sua, ma con decisione.

-E ora?- volle chiedere, Sabo. -Andiamo a prendere Luffy? Ma penso che stia già mangiando, a casa.- constatò poi nel vedere l'orario, e sentendo anche i propri borbottii del suo stomaco intanto che il lentigginoso, ridendo, fece per avanzare con allegria, come da guida verso il cibo, nell'affermasse che avesse fame anche lui e che, quella frase, lo avesse risvegliato completamente, quasi anche da distoglierlo da Marco stesso che, affiancandolo, concordò comunque sulla sua frase, non potendo negare di non avere un certo languorino anche lui.

-Ottimo allora!- gioì Sabo, dalla parte opposta del maggiore, ma tenendo comunque il loro passo.

-Affrettiamoci allora.- esclamò invece, non volendo farsi attendere dalle prelibatezze in mensa. -Anche perché Luffy forse finirà tutto.-

Dopo averlo detto stesso lui, Ace, voltandosi verso Sabo, quasi terrorizzato da quella prospettiva, come dimostrò anche lo sguardo di entrambi, tanto l'agitazione di quella notizia macabra e angosciante invadeva il loro respiro; lasciarono interdetti Marco. Dopo un'occhiata di intesa, i due frateli decisero di correre, il più in fretta possibile e con uno scatto da maratona; e Marco, lasciato indietro; non poté far altro che scoppiare a ridere, ringraziando comunque Ace per il fatto che lo avesse lasciato per impedirgli un forte strattonamento alla mano per quella gara; e grato anche della frase che, il suo ragazzo disse nel fuggire via; ovvero un dolce: "Ti conservo io il pranzo!"

Non poteva esserne più onorato e felice.



Finito il pranzo, e guardando Sabo discutere con Robin, forse nel chiederle se avesse visto gente poco raccomandabile, o comunque bizzarra che si aggirava per la scuola; Ace, ancora con il mento sopra le braccia conserte, si affrettò a dedicarsi, malinconicamente, al proprio fidanzato al suo fianco, arrivato molto più tardi di loro, e che aveva appena finito di pranzare: erano in cucina, perché voleva attendere proprio lui. Osservò il sorriso che gli diede, forse per incoraggiarlo nell'immaginare i suoi pensieri e così ricambiò volentieri, tra le risate del suo fratellino, stramazzato al suolo davanti alla scena comica di Usop che cercava di assomigliare, nella voce e nella faccia, differente solo per delle finte corna in testa, Chopper.

-Dovremmo...- cominciò poi; con Thatch che prese ogni piatto, lasciandoli poi nella lavastoviglie, e Marco riportò più attenzione in Ace che tornò a guardarlo mentre Sabo, dopo aver ringraziato la mora, era andato da Luffy, unendosi con lui in quei giochi di imitazione. -So che è difficile parlarne, ma dobbiamo. E penso che dovremmo tornare a discutere del piano contro quei tre.-

-Oh...- si limitò a dire, gelando la positività nelle sue vene, da sentire il sangue smettere di scorrere, e lasciando oscillare nel dubbio anche Marco, più perché non era sua intenzione scaturire in Ace tanta agitazione, come era ben visibile nei suoi occhi.

-Scusa... Infondo, c'è tempo.- sospirò, discolpandosi in fretta e socchiudendo maggiormente gli occhi, pacato.

-No. No... Va bene, possiamo. Però con Sabo, no?-

-Certo.- sorrise lievemente, avanzando con una mano fino ad afferrare quella del proprio ragazzo, che arrossì un attimo mentre si sentì chiedere un apprensivo: -Sei sicuro?-

-Sì, ovvio.-

-Bene, allora aspettiamo di rimanere solo noi tre. Avviso io Sabo.- esclamò, alzandosi lentamente dalla sedia, scivolando lontano da quella mano per un momento e avviandosi verso quella direzione che si era prefissato, con il lentigginoso che annuì, forzando un sorriso che l'altro non vedette nel non voltarsi.

-Fratellone! Andiamo? Mi aiuti con i compiti.-

-Come? Ohm... Potremmo farlo dopo, assieme a Sabo, che dici? Tu divertiti un altro po', ti veniamo a chiamare noi.- spiegò pacato nello scontrarsi con gli occhi incerti e sicuri del biondo fratello, e con il minore che annuì, trascinando fuori Usop subito dopo tra le risate dei tre, ormai rimasti, come da piano. 



Alla fine, escogitare lo aveva solo innervosito di più, e per lunedì ormai mancava poco meno di quattro giorni. C'era da dire, invece, che aiutare il suo fratellino era più rilassante, soprattutto adesso che aveva Sabo a dargli man forte nelle materie in cui, sia lui che Luffy erano carenti.

-Mi sto annoiando... Da quando studiamo?-

-Forse trenta minuti.- ridacchiò Sabo a quella lamentela da parte del maggiore, che subito sfuggì in un grugnito esasperato mentre si adagiò cadente contro lo schienale con il collo, e con Luffy che lo seguì a ruota l'istante dopo.

-Pausa!- implorò il minore, scoraggiato e svogliato, come fece anche il lentigginoso nonostante non fosse più lui a dover concentrarsi in quelle cose ormai.

-Andiamo, dobbiamo finire.- cercò, bonario, lui di incoraggiarli.

-Ma non mi va!- stravaccò indietro, Luffy, crollando sulle gambe di Ace che era, in un attimo, finito nel mondo dei narcolettici, con fare molto inaspettato tanto che il più piccolo scoppiò a ridere, sincero.

-E va bene... Pausa sia.- si rassegnò, sbuffando ma con un ghigno che sembrava tutto fuorché serio e severo, e così si accasciò, con la schiena, alla sedia, e con una mano a sfregarsi il collo, un po' indolenzito, restando poi a osservare quei due, con Luffy che era disteso, dal busto in su sulle gambe del maggiore, e il resto sull'altra sedia, un po' scomodo ma non per lui dato che stava sbadigliando, come pronto a raggiungere il fratello nel mondo dei sogni; ed Ace, ancora a sonnacchiare con il volto verso il soffitto. A Sabo venne il dubbio che stette scomodo, e così si alzò per andare a prendere un cuscino, tra i mugugni di Luffy che chiedeva cibo.

-Concordo.- borbottò il più grande, in un sussurro ma ben comprensibile mentre ignorò di sentirsi sollevare per il capo e poi lasciare nella stessa posa di prima, ma su un soffice e dolce guanciale che apprezzò maggiormente rispetto al pizzico assiduo della sedia sul collo.

-Okay, vedo cosa trovo.- fece una smorfia pensieroso, posando la propria sedia contro la scrivania dopo aver dato il capezzale anche al minore, e poi, sfregandosi la chioma ondulata e bionda, si diresse a passo deciso verso la porta, aprendola e chiudendola piano però, anche se ben consapevole quanto fosse difficile risvegliare quei due con del semplice baccano.

-Ehi, Sabo! Già finito di studiare?-

-Thatch! Che tempismo. Stiamo facendo una pausa: cercavo proprio te. Non è che puoi prepararci qualcosa al volo da sgranocchiare?- sorrise, con il cuoco che trasportava un paio di buste con entrambe le mani e che andava dalla parte opposta alla sua, eppure che annuì, affermando che sarebbe accorso subito per raggiungerlo. -Okay, grazie.- esordì, avviandosi tranquillo.



Sentiva una mano sulla sua chioma, che premeva dolcemente con insistenza. Non lo stava infastidendo, anzi, però non poteva essere Luffy perché lo sentiva ancora disteso su di lui, quindi poteva essere Sabo, ma non ne comprendeva il senso... Strizzò gli occhi, sbadigliando senza aprirli e sfregando il naso all'aria, mugugnò un:

-Sabo, hai portato da mangiare?-

-Quindi è questo quello che intendi per "Vado a studiare con Luffy e Sabo"?- ridacchiò bonario, dando un'ultima carezza a quella dolce chioma prima di sedersi lentamente.

-Mhm, non scherzare sul cibo Sabo! Ho fame...- si esibì Luffy, ma sembrava più in preda a un incubo per come lo disse agitato per poi voltarsi verso l'addome del maggiore, che sfiorò con il proprio naso, pronto a rannicchiarsi con il corpo e ripetendo un altro: -Ho fame...-

-Giusto.- mugugnò anche Ace, nonostante il dilemma nella voce mentre schiuse le palpebre fino a riaprirle e scoprire una sagoma offuscata davanti a lui, e più mise a fuoco più il suo cuore rallentò i battiti dal brutto presentimento avuto, ma il tutto rallentò, lasciandolo sospirare e amalgamare allo scemare d'impatto di una tranquilla consapevolezza che non fosse nessuno di pericoloso, non era Akainu, né quei... Non erano loro. Sorrise. -Ciao Marco.-

-Ciao.- mormorò dolce, ricambiando il volto allegro, sporgendosi poi con il busto e propendendo in avanti una mano ad accarezzare quella dell'altro riposta sul suo bacino, e continuando a farfugliare: -Scusa, non volevo svegliarti.-

-Oh, non importa.- asserì per poi sbadigliare e stiracchiare un braccio verso il cielo, rilassandolo poco dopo mentre il minore cominciò a russare, voltandosi nuovamente per poi crollare verso il pavimento, ma Ace fu più veloce e pronto, trattenendolo e riportandolo a giacere sulle sue cosce. Sospirò sollevato per quel pericolo scampato, e poi tornò a Marco per riprendergli la mano che aveva dovuto lasciare nell'agire. -Hai visto Sabo? Doveva portare da mangiare.-

-No, mi spiace. Bella presa, comunque.-

-Grazie.- asserì in fretta, felice di quel complimento, tra i mugolii di Luffy che tornava ad agitarsi nel sonno nell'istante in cui la porta della camera si riaprì, un po' a fatica, spinta da un piede, e vi entrasse Sabo, con un vassoio ricolmo oltre il suo volto e facendo così accorrere in fretta Marco per alleviare quel peso.

-Sì! Sabo è tornato con il cibo!- urlò, quasi da produrre un'eco immaginario, Luffy, e stordendo Ace che se lo ritrovò davanti al proprio orecchio, con il volto sulla spalla a guardare il secondo fratello prima di saltare in piedi, energico e affamato, spinto dall'odore di quelle prelibatezze emananti di ottimo odore.

-Piano, Luffy...- sbadigliò Ace, alzandosi poi e sfregandosi il retro del collo, raggiungendoli, per lo più per afferrare qualcosa prima che il minore si arraffasse tutto, come, in effetti, stava facendo sotto le risate dei due biondi, anche se Sabo cercò anch'esso di trattenere qualcosa per il suo stomaco. Ace, d'altro canto, approfittò che Marco ne tenesse una buona parte, e così decise di piombare su quella, con un sorriso che venne ricambiato dal fidanzato.

-Vuoi usarmi come tavolino ora?- mormorò ironico, sotto la linguaccia che ottenne dal lentigginoso che poi, tenendo in bocca una fetta di torta e una barretta di cioccolata nella mano, lo invitò, indicando con il dito la sedia, e sedersi se voleva. -No, tranquillo. Ehi, ti amo.- esclamò poi, estremamente contento, così come del rossore che riscontrò in Ace dopo tali parole, così semplice, innocue quasi, ma intense e piene di consistenza.

-Anche io.- ci tenne a precisare, un po' confuso con il tono nell'avere la mandibola occupata, ma Marco capì lo stesso e questo bastava, di conseguenza, Ace decise di tornare a prelibarsi degli ultimi "rimasugli" tra le braccia del biondo, che però vennero in fretta derubate da Luffy, crudelmente scacciato dal secondo fratello, che desiderava mettere qualcosa sotto i denti quanto lui, e non restare a bocca asciutta com'era quasi accaduto.

-Va bene, ma ora calma: mi sento agguantato da una banda di lupi così.- rise sincero, non resistendo a tutte quelle spinte tra quei due su di sé nel cercare di avere più cibo possibile dell'altro.

-Scusa, ma Luffy non la smette: lascia qualcosa anche a me!- sbuffò nervoso, Ace.

-No! Sabo si è mangiato tutto e io ho ancora fame!-

-Ehi, ma anche io morivo di fame!- si intromise allora, quest'ultimo, ormai senza più nulla in mano da contrattare, e pieno abbastanza da definirsi soddisfatto.

-Beh, questo non vuol dire che dovevi fare l'egoista.- battibeccò, Luffy, affranto, con Ace che terminò la brioche, ultima dato che Marco era finalmente libero di abbassare le braccia, con Sabo che controbatté ancora prima che il più piccolo notasse il crimine del maggiore.

-Ehi! Era mia!-

-Troppo tardi.- ridacchiò, sfregandosi il capo e osservando il nuovo broncio dell'altro che gonfiò le guancia come un bambino ingenuo. -Se vuoi, possiamo andare di nuovo a prendere da mangiare.- esordì allora, allegro e trasmettendo quel sentimento al fratello, che concordò appieno prima di tuffarsi sulla porta, spalancarla e andare senza attendere gli altri.

-Okay, spero solo che Thatch non si arrabbi: con tutto quello che ho preso e con quello che prenderà Luffy, è plausibile che perdi la pazienza. Non lo biasimerei.- mormorò, con un sorriso forzato, Sabo mentre Marco negò gentilmente, lasciando che la propria mano incontrasse quella di Ace.

-No, non è uno che si offende se mangiate il suo cibo, se proprio il contrario.- gratificò, coccolando, con il pollice, il dorso della mano del moro che sorrise voltandosi nella sua direzione.

-Allora andiamo.- esordì, felice al pensiero di potersi gustare le prelibatezze dell'amico cuoco.

-Ma, esattamente... I compiti?- fece scettico, a quel punto, Sabo, andandogli dietro e chiudendo la stanza, con un sorriso tirato che Marco condivise per la risposta che il moro diede in fretta e sicuro:

-C'è tempo! Andiamo!-

-Ace, ma come hai aiutato Luffy in tutti questi anni?- ridacchiò, Marco mentre scesero le scale, osservando poi le ante della cucina, che si facevano sempre più vicine sotto lo strattonamento di Ace che non lasciava la sua mano ma aumentava il passo.

-Oh, beh: lo aiutavo un po', ma il grosso del lavoro lo hanno fatto Robin, o Nami. Anche perché non c'ero spesso, a casa.- borbottò sotto pensiero, con gli occhi rivolti in alto prima di tornare a spiegare un deciso: -Però gli sono stato vicino, e alla fine, né io e né lui riuscivamo a capirne tanto di quelle robe.- sorrise nel ritrovare il soggetto delle sue parole, seduto a mangiare una pizza.

-Capisco. Immagino che Robin e Nami siano più rigide di noi, beh, soprattutto l'ultima: dubito che si fermassero per delle pause ogni minuto come abbiamo fatto.- sussurrò, ma parlando più a Marco dato che Ace avesse raggiunto già il minore, con cui stava lottando per una fetta di quel cibo salato, sotto le risate di Thatch, divertito e accanto ai fornelli, a rigirare in aria il contenuto della piadina all'interno.

-Sabo, secondo te Ace è davvero convinto del piano? A volte sembra quasi sul punto di pentirsene.- mormorò lento, Marco, sospirando tragico al pensiero di tutto ciò che era successo, così come ai cambi di umore ogni volta che si parlava di organizzarsi per quell'imminente programma. -Non vorrei davvero che avesse un ripensamento, sempre per proteggere noi, ovviamente.-

-Mhm, ed è per questo che bisogna fidarsi di lui, è l'unica cosa fare, al momento. Stargli dietro è quello che facciamo già, quindi... Per il resto, dobbiamo organizzarci per un piano B: nel caso Ace ci "tradisca" lo lasceremo indietro, qui e al sicuro, e agiremo noi: è per il suo bene. Tu sei d'accordo con me?- mormorò dopo aver spiegato in un bisbiglio quei suoi tormenti, gesticolando le virgolette con le dita, consapevole che non sarebbe stata vera e propria infedeltà in quel caso.

-Qualcosa non va? Sabo! Vieni! Thatch prepara la pizza anche a noi! Che gusto la vuoi?- sorrise innocente, Ace, alzando un braccio per farsi notare di più mentre Luffy ne chiedeva altre tre al cuoco, che già le stava infornando.

-Certo! Grazie Thatch, arrivo subito.- rise, concordando e già pensando a cosa metterci sopra, dopo aver sbuffato dalle narici con un sapore amaro nelle pupille appena Marco si decise a rispondere con un: "Penso sia più probabile rendere il piano B il piano A. Per sicurezza.".



Si distese ampiamente, di schiena, con gli arti sopra al letto di Marco, sorridendo con fare gioioso e tremendamente estasiato: non aveva mai mangiato così tanto e così bene, ridendo e scherzando insieme ai suoi fratelli. O almeno, gli sembrava che fosse passato un secolo dall'ultima volta che lo avevano fatto. Era bello stare con Sabo e Luffy, soprattutto se c'era anche Marco, anche se in quel momento, quest'ultimo era occupato a studiare, seduto sulla sua scrivania sotto i cinguettii amabili di Hawk.

-Cosa vogliamo fare? Domani è sabato.- mormorò, strizzando un occhio e sfregandosi il naso con l'indice.

-Non lo so, ci penseremo. Tu ora cosa vorresti fare?-

-Mhm. Sabo e Luffy sono andati a fare la spesa per Thatch, non avevo voglia, quindi penso che resterò qui: se hai bisogno di qualcosa dimmelo: esaudirò ogni cosa.- rise, estasiato mentre fece un piccolo balzo per finire pancia in giù contro il materasso, sospirando con allegria e sfregandosi contro quel comodo guanciale sotto lo sguardo del pappagallo che fremette con le ali.

-Mhm, ti ringrazio, sei molto dolce. Forse domani potremmo tornare allo zoo, per incontrare il tuo amico Kotatsu.- propose, continuando però a scrivere gli appunti, con la sua scrittura elegante e ordinata, senza quindi voltarsi verso Ace che, con gli occhi che luccicarono, trattenendo il fiato all'idea, si affrettò subito a esclamare quanto fosse meravigliosa quell'idea, spaventando non poco Hawk che si agitò da dentro la propria gabbietta.

-E possono venire anche Luffy e Sabo?-

-Certo.- concordò, non potendo smettere di sorridere: sentirlo così felice era un qualcosa che gli arrivava dentro, solleticando tutto il suo corpo, e soprattutto il cuore, che si riscaldò e vibrò, contento di aver dato tanta enfasi ad Ace con così poco. Sorrise maggiormente quando il pensiero di ciò che aveva ideato gli solleticò la mente: quasi non vedeva l'ora di essere là, per quella sorpresa ben organizzata e riuscita.

-Che bello!- esalò, ridacchiando e crollando poi sul materasso, alleggerendo il fiato e socchiudendo poi, piano, le palpebre; fino ad assopirsi dolcemente sotto lo sguardo dolce del biondo, che decise di alzarsi solo per coprirlo con delle coperte prima di tornare al suo posto: settimana prossima avrebbe dovuto sostenere tre esami importanti. Sperava solo che, quel lunedì tanto atteso, non uccidesse tutta quella calma e quella felicità, che sembrava sempre più una nuvola inafferrabile.

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