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Sotto le stelle.

Oh, no. No, davvero: No. Non poteva essere. Cavolo...! Perché? Perché quel supplizio eterno? Che martellava le orecchie e le tempie, torturandolo lentamente ma con forza estrema! Lui voleva dormire... E invece no! La voce di Luffy infastidiva le sue orecchie con forza... anche troppa. Non poteva stare tranquillo, almeno una mattina? E lasciarlo riposare per bene?

-Sì, sì... Lasciami dormire altri cinque minuti.-

-Ma Ace! Avanti! Si cena!-

-Certo, certo...-

-Forza! Avanti, avanti! Si cena!-

Ma a lui cosa importava? Va bene, voleva dire che era sera e non mattina come immaginava, ma se voleva continuare a stare sotto le coperte, tra le braccia di Marco e sopra il suo petto, significava che non aveva bisogno di altro...; sorrise, gongolando anche troppo prima di corrucciarsi, ma respirando ancora l'odore caldo e ben pungente del biondo. Aspetta... Cena? Abbracciato a Marco? Davanti a Luffy!

-Giusto, la cena!- scattò seduto, urlando rigido ma con troppa forza e con Luffy che sorrise, smettendo di lamentarsi e di saltare sul pavimento che aveva quasi tremato a ogni suo balzo, e togliendo quindi il broncio che aveva messo poco fa.

-Esatto! Andiamo.- annuì ancora, Ace, ma al vuoto visto che suo fratello era scomparso dietro la porta come un fulmine prima che parlasse nuovamente, e se la rise prima di concedersi uno sbadiglio, con le mani lungo il busto, con una adagiata sopra qualcosa di duro e caldo a cui decise di rivolgere gli occhi. -Ohm... M-mi dispiace. Luffy ti ha svegliato?-

-No, ero già sveglio.- lo tranquillizzò, scuotendo il capo, ancora divertito per tutto quello, come dimostrava il suo sorriso.

-Meglio così.- sussurrò, stropicciandosi un occhio prima di sgranchire le braccia al cielo, ancora celato dalla coperta. -Andiamo! ...Aspetta... Quindi se eri sveglio... Mi fissavi?- si bloccò come sconcertato e scosso, come davanti a una rapina, senza ancora scendere dal letto o lasciare la mano dal petto dell'altro, e quel tessuto caldo ancora a tenerlo al sicuro, intanto che si accorse che Luffy aveva lasciato la porta aperta.

-È un problema? Sai, sei bello.- gli fece notare, tranquillo, più del moro che avvampò di colpo, sussultando e boccheggiando senza una logica subito dopo.

-E-ecco, io non... Cioè, sai... Sì...-

-Ehi! Forza, a mangiare!- esclamò veloce, Haruta, passando per il corridoio e oltrepassandolo senza molta attenzione.

Ace si irrigidì per la seconda volta da quando si era destato, facendo divertire Marco mentre arrossì di più, soffocando le sillabe verso il nulla: si era fatto vedere in quel letto da due persone! E magari anche da Thatch! Se lo immaginava: non poteva perdere una scena così e quindi anche la foto aveva fatto, mentre dormivano... Lo avrebbe ucciso se avesse osato farlo davvero.

-Non ridere. È imbarazzante.- borbottò, cupo e portando il mento contro il proprio petto, mugolando negativo come gli occhi, sempre più tristi.

-Perché?- volle chiedere, gentile e mettendosi seduto; con l'altro che preferì scendere a terra.

-Perché sì.- annuì. -Magari parlano male... No?- farfugliò invisibile prima di avviarsi in cucina, e prima di essere bloccato al polso dalla mano del biondo che gli impedì di proseguire.

-No.- sorrise, negando anche con il capo ma con fare dolce per quel suo modo di atteggiarsi.

-Mhm. Però è imbarazzante: è comunque una cosa privata, nostra...- borbottò, deviando gli occhi dal ragazzo che si mise in piedi, mettendosi dietro alla sua schiena, pronto a cingergli il fianco con le braccia.

-Va bene.- si chinò verso il suo orecchio, sorridendo malizioso e continuando a mormorare caldo e forte: -Lo terrò a mente.-

-Non fare il pervertito, Marco! Non è il momento.- fece, finto scandalizzato da quella vicinanza che gli teneva stretti, Thatch, che era venuto a chiamarli, o a fargli un'altra foto; e fu proprio quello che fece e che attirò l'attenzione funesta di Ace che si affrettò a rincorrerlo.

-Dammi quel telefono!- ribadì, rosso in volto, nell'andargli dietro, con Marco che rimase in camera a studiare la situazione nella sua testa, ma poi sorrise: Ace sembrava sempre più felice. E sperava di non sbagliarsi, si disse nel seguirli a passo più lento. Peccato però, si disse, che il suo ragazzo fosse appena uscito in accappatoio..., sospirò.



Alla fine aveva acciuffato il castano, sospirò contento del suo operato, perché aveva eliminato tutte e due le foto incriminate, per poi correre a rivestirsi; per fortuna erano tutti in mensa e quindi nessuno lo aveva visto, beh, a parte quelli che erano entrati nella loro stanza: Thatch gli aveva perfino fotografati mentre dormivano! Che crudele!

-Guarda che non è grave. E poi, non sarebbe bello avere delle vostre foto in camera? Eravate venuti anche bene!- si lamentò Thatch, al suo fianco e che borbottava risentito; ma almeno il suo telefono era ancora vivo. Temeva volesse romperlo del tutto, e invece no. Meglio così, anche se ci aveva rimesso due fantastiche immagini, e un pugno in testa.

-No. Poi li vedono tutti.- brontolò Ace, stringendosi nelle spalle mentre Marco era proprio dietro di lui in quel momento, con la solita faccia seria, senza che se ne rendesse conto. -Poi magari... Non so... Non voglio e basta.-

-Ace! Dai, che il cibo è buonissimo!- ridacchiò Luffy appena lo vide arrivare nella mensa, sbracciandosi con una mano mentre l'altra teneva un cosciotto di pollo succoso davanti alla bocca.

-Okay. Arrivo.- gli sorrise, aumentando il passo fino a raggiungerlo e a sedersi al suo fianco dopo aver lasciato indietro i suoi amici. -È bello qui? Ti piace?- volle chiedere, allungando una mano ad afferrare anche lui del cibo, così squisito e leggiadro; pieno di aromi che entravano fino ai polmoni per restarci e rinfrescare di buono tutto il corpo, compreso il petto.

-Molto!- sorrise, tornando ad addentare il cosciotto insieme al maggiore che fece altrettanto con il proprio. -Ma è una cosa temporanea?-

-Ecco...- borbottò, fermandosi dal proseguire il suo cibo, e lasciando in aria la mano, davanti al suo petto, con i lati della bocca sporchi di olio e grasso.

-Certo che no. Rimarrete qui!- incoraggiò il cuoco dopo essersi avvicinato e aver preso posto. Per lui non era un problema; e se Ace aveva ancora dei ripensamenti, avrebbe aiutato a rimuoverli del tutto, rassicurandolo.

-Già.- concordò mogiamente, annuendo alle sue parole prima di sentire la propria spalla occupata da un qualcosa di leggero e pesante al tempo stesso, e che scoprì essere poi, solo Marco, che lo scrutava restando dietro di lui. -Ti unisci a noi?- si affrettò a chiedere, con un sorriso e facendogli posto tra lui e Luffy che, dopo aver annuito alle parole del cuoco si era limitato ad ignorare il resto e a tornare a mangiare con felicità.

-Certo, grazie.- ricambiò l'allegria, sedendosi su quella panchina infinita e di legno, comoda nonostante le apparenze.

-Prego.- ridacchiò, per poi afferrare un boccale di birra e sorseggiarne un po', con gli occhi degli altri ragazzi davanti a lui, che lo scrutarono con contentezza in segno di saluto prima di tornare a mangiare.

-Allora, Ace... Quindi vivrai qui da noi da ora in poi, insieme a tuo fratello.- sorrise Haruta, prendendo a sedersi allegramente insieme a Izou, che annuì, entrambi accanto a Thatch.

-Ne siamo felici.-

-Ohm... Grazie.- sorrise imbarazzato, prima di adocchiare il minore e fermandolo. -Ehi, Luffy. Tu no.- sbottò, allungandosi e togliendogli quella bevanda alcolica tra le mani, cercando di non arrecare disturbo a Marco; visto com'era pronto a imitarlo con fierezza prima che gli borbottasse contro che fosse un'ingiustizia, ma la sua felicità tornò appena si vide portare, da altri cuochi, nuove quantità di cibarie.

Aveva pur sempre solo quindici anni, si disse il maggiore, con Marco che lo osservava divertito, con lui e Thatch che mangiavano, più decentemente di quei due; e anche i nuovi arrivati ridacchiarono per come si fosse affrettato a salvare il fratello dalla birra. Ricambiò quello sguardo, Ace, verso il biondo prima di riempirsi ancora la pancia, non potendo però non pensare che non sapeva cosa fare: Stava così bene con Marco, e a Luffy andava bene tutto purché lui mangiasse e fosse allegro quanto il maggiore; anche Thatch non aveva niente in contrario... ma era la cosa giusta da fare?

Per non parlare che si sentiva tremendamente in colpa, e il solo stare in una stanza con la presenza di Barbabianca gli metteva soggezione e inadeguatezza: non meritava di rimanere là, e soprattutto non dopo quello che aveva cercato di fare a quell'uomo che in quel luogo tutti veneravano. Beh, forse dopo poteva farsi coraggio e andare a parlargli. Meritava almeno delle scuse fatte bene, per quanto inutili potessero essere visto che si trattava pur sempre di aver quasi ucciso quel vecchio stesso. Se ne dispiaceva così tanto... Tra i tanti errori, ne aveva quasi commesso uno così grave che non sarebbe più potuto tornare indietro.

Doveva sistemare almeno questa faccenda, così almeno avrebbe capito se sarebbe tornato a stare in pace con sé stesso, o forse era solo un'illusione della sua mente quella sensazione di disgusto per fargli capire che desiderava solo lasciare quel luogo e rintanarsi di nuovo in quel guscio vuoto che era la sua casa. Non lo so, non lo sapeva!, si scervellò, ricavandone solo dolore e confusione nella testa. Non capiva niente.

Che cosa voleva in realtà?

Non distrarti! Prima risolviamo la questione con il vecchio, e poi... Poi andremo a parlare con Akainu, forse lui avrebbe avuto la soluzione a tutto quel caos. O forse le sue percosse gli avrebbero fatto capire la verità... Però Marco ci teneva che restasse, e in quello, un po' ci teneva anche lui.

Aveva ragione, Marco, nel dire che tutte quelle avversità che si creava lui stesso senza un motivo gli rendevano più uniti? O gli stavano solo più separano di quanto non fossero già, senza che se ne rendessero conto?

-Ehi, Marco... Vorrei chiedere scusa a Barbabianca, dopo. Per... sì, insomma, quello.- borbottò cupo quando Luffy si era allontanato per ballare tra la musica dei musicisti, e rallegrando quel gigante stesso. Non aveva il coraggio di dire la motivazione del suo dispiacere, perché Marco e Thatch la sapevano già, e poi... Dirlo davanti a tutti quei ragazzi che ne erano all'oscuro, avrebbe solo giovato a farsi odiare di più. Perché lo odiavano, no? Lui era il figlio del diavolo...

Sto rovinando tutto con questi pensieri del cavolo!, sbottò, ricordandosi che Marco voleva passare la giornata con lui, anche se l'avevano passata più nel letto... A dormire!, volle specificare nella sua mente, con un rossore lieve sulle gote per aver osato pensare male stesso lui che sapeva che non avevano fatto nulla di esplicito.

-Sì, è un ottima idea.- rispose Marco, con un sorriso fiero per quelle parole. Ace voleva discutere dell'accaduto con il Babbo, era già un bel passo avanti. -E grazie per esserti fatto coraggio.-

Ace annuì all'ultima frase detta in un sussurro, con Thatch che gli scompigliò i capelli, e così attese che tutti andassero via, e fu dura visto come festeggiassero con l'intenzione di non finirla più e come il castano cercasse di invogliarlo a partecipare, affermando che il tempo sarebbe volato se avesse lasciato la preoccupazione alle spalle. Lui rifiutava, preferendo stringere la mano di Marco sotto al tavolo, con lui che non sembrava dare cenni di fastidio mentre, con la forchetta assaporava spaghetti, in attesa dell'insalata e della carne e tutto il pranzo completo come aveva degustato Ace poco prima.

-Vieni.- si alzò, con Ace che guardò come ebbe lasciato il tovagliolo con troppa eleganza, ripiegato sul tavolo, o forse lo ammirava al punto che tutto quello che faceva era perfetto; mostrandosi dentro un po' insicuro prima di seguirlo, anche perché possedeva ancora la sua mano, e Marco non sembrava intenzionato a ridargliela.

-Ma sta bevendo... Lo disturbiamo, no?- mormorò sotto il tono di quella musica e i passi di danza di Luffy che divertivano tutti, con alcuni che si erano anche aggiunti, come lo stesso Thatch.

-No, ha sempre tempo. Anche se questo non è importante, però se ti farà sentire meglio, allora va benissimo così.- esclamò sempre con orgoglio. Non poteva certo vivere con loro e con lui se aveva il timore di non essersi scusato come si deve con suo padre, si disse Marco, davvero allegro quella sera per come, Ace, stava cercando di farsi accettare, a suo modo.

-Non è importante? Ancora con questa storia?- borbottò contrariato. -Come può non esserlo aver cercato di... sì, quello.- mugugnò alla fine con tono sempre più lieve, ma così vicino a Marco che lo aveva di certo sentito.

-Sono felice che ti preoccupi per lui.- se ne rallegrò quando ormai era sotto il trono gigante e avevano entrambi gli occhi gialli di quel colosso addosso.

-È solo perché ci tieni tu...- affermò in ripicca, tenendosi però dietro la sua spalla nell'essere, evidentemente, ormai arrivato nei pressi delle gambe dell'uomo che aveva quasi ucciso.

-Vorremo parlarti, padre. In privato.- disse, guardando in alto con tono raggiante mentre Ace acquisì un tono di sufficienza:

-Ma tu che c'entri, scusa?-

-Come volete.- sorrise, alzandosi dopo aver adagiato a terra la tazzina enorme da cui stava bevendo il suo solito sakè, con la sua imponente figura che attrasse alcuni dei suoi figli che si soffermarono di più, poi, alle persone che lo seguivano prima che si recassero fuori dalla mensa, e così essi tornarono a festeggiare, con Luffy che rideva ballando, per nulla intimorito o sorpreso della stazza di quel vecchio, anzi, divertito ancora di più.

-Ma come fa a essere così gigante? Non gli dà fastidio essere così enorme?- borbottò piano anche quando la musica era troppo lontana e sembrava solo un eco, guardando il gigante che stava camminando piano, ma era già arrivato alla sala principale.

-No.- rispose Marco, tranquillo.

-Potrebbe schiacciare qualcuno se non sta attento.- bisbigliò cauto, nell'orecchio del biondo nel mettersi sulle punte per arrivarci; che si trattenne dal ridere per quelle parole.

-No, no. Mai successo e mai succederà.- rassicurò vivace, arrivando poi davanti alla poltrona enorme di quella stanza e su cui era tornato a sedersi mentre li fissava sorridente e con quei baffi enormi; forse per non sembrare imponente aveva deciso di sedersi, anche per guardarli con più comodità.

-Allora...- si distaccò da Marco, Ace, lasciando perdere l'ultimo commento ricevuto da lui, e scrutando attentamente il gigante con un sospiro prima di fare un degno inchino. -Le chiedo umilmente perdono per aver cercato di ucciderla, non era mia intenzione e sono sinceramente pentito. Spero che possa accettare le mie umili scuse, per quanto inadeguate in un contesto simile visto la gravità della situazione in cui si è trovato...-

Poteva funzionare quello che aveva detto? Cioè, onestamente... andava bene? Aveva sparato tutto a cavolo, parlando quasi a vanvera, però sincero. Beh, sperava andassero davvero bene e che lo perdonasse.

Le risate che si propagarono e invasero le sue orecchie lo irrigidirono però, anche se ancora piegato in quella riverenza e con Marco al suo fianco, mentre temette di aver fatto qualcosa di sbagliato per davvero per provocare la sua ilarità, ma la mano del biondo sulla sua scapola con dolcezza, gli fece capire che poteva anche tornare alzato, e così scrutò il gigante con curiosità e confusione.

-E questo è tutto? Pensavo si trattasse di qualcosa di fondamentale. Nel vedervi insieme avevo creduto che volevate inaugurare il vostro fidanzamento, renderlo ufficiale nel chiedermi la benedizione.- e continuò a emettere quei "Guararararara!" infiniti, lasciando che le guance di Ace si colorassero di un rosso fuoco, più per l'ultima esposizione ricevuta che per aver chiesto scusa inutilmente, beh, neanche tanto visto che ora sentiva di avere un peso in meno nel cuore. Ed ora? Che faceva? Restava, o andava?

Si voltò, scrutando il volto di Marco che gli sorrideva sincero, calmo e con quell'azzurro brillante negli occhi che gli faceva battere forte il cuore, forse speranzoso che aggiungesse altre parole per accontentare quelle dette dal vecchio. Perché, il fatto che non parlasse, che non dicesse niente sul fatto dell'ultima affermazione del gigante gli fece capire che voleva che decidesse lui questa volta: quella mattina era stato lui a dirgli che lo erano, ma adesso toccava ad Ace confermare, o ribaltare la situazione, forse anche aggravandola, pensò lui stesso, con amarezza; volgendo uno sguardo al terreno mentre forse Barbabianca era già pronto, dopo aver terminato di ridersela, a tornare alla festa con i suoi figli, reggendosi, con le mani, sui braccioli per darsi la spinta. Invece non si alzò, attendendo qualcosa probabilmente.

-Beh, ecco... In effetti... sì. Siamo fidanzati.- esclamò, tornando a fissarlo e cercando poi, alla cieca, la mano dell'altro che subito ritrovò avvinghiata alla sua. -Grazie.- lo osservò allegro, felice che gli avesse dato tempo.

-Perfetto. Allora è tempo di festeggiare anche questa bella notizia!- esordì incoraggiante, guardando poi il biondo. -Sono fiero di te: hai trovato un bravo ragazzo.-

Bravo ragazzo? Ma chi, lui? Ma che si fumava?, si chiese Ace nel fissarlo un attimo strano per poi portare gli occhi al terreno. Preferì non rovinare nulla, sorridendo ancora di più mentre, nel guardare di nuovo Marco puntò gli occhi alle dita intrecciate alle proprie con un lieve imbarazzo per essersi mostrato così risoluto in quello. Forse aveva deciso?

-O-ohm...- farfugliò sorpreso e bloccando il fiato nel sentire i suoi capelli scompigliarsi dal dito di quel gigante, con gentilezza.

-Quei tre che ti hanno costretto a farlo, non devi più preoccuparti, perché gli stiamo cercando. Ancora non gli abbiamo trovati, ma ormai anche il distretto in cui stavano sta venendo, pian piano, ristabilizzato. Puoi stare anche sereno, figliolo.-

-Ah...- si bloccò, non volendo ribattere sull'ultima parola per dare un dispiacere, a nessuno dei due. Così annuì, ringraziando mentre il gigante, contento, si alzò per tornare di là, esclamando poi che dovevano accogliere festosamente il nuovo evento. Ace prese fiato, boccheggiando un "Io..." a vuoto, prima di sospirare e stringersi nelle spalle. -Ma... Ah... Mi presti il telefono, per favore?- optò per una resa. Ormai era fidanzato con Marco e dovevano saperlo tutti.

-Sì.- disse calmo, senza lasciargli la mano mentre gli è lo porse con l'altra, nell'estrarlo dalla tasca; davvero curioso di sapere chi avrebbe chiamato mentre lo vide cercare in fretta, nella rubrica, il destinatario, avviando poi la telefonata.

-Ciao Nami, sono io, Ace. Sì, sto bene. E che, visto che stiamo per fare una festa per il mio fidanzamento con Marco, volevo avvisarti perché magari volevate partecipare tutti voi.- spiegò pacato, ancora con un po' di difficoltà nel pensiero a dire quel sostantivo così apertamente alle altre persone; con il sorriso enorme di Marco che sembrò grato della cosa. Ace invece si affrettò a staccare il telefono dall'orecchio mentre poterono entrambi udire le grida di Nami esultare.

-Era ora, cavolo!- debuttò. -Hai fatto bene a chiamare! Avviso gli altri e corriamo da voi! È un avvenimento indimenticabile! Dobbiamo celebrarlo assolutamente!-

-Okay...- mormorò stranito. Era più felice lei che lui di questa notizia, incredibile! -Allora ci vediamo presto.- esclamò chiudendo subito dopo e porgendo poi l'oggetto al proprietario. -Grazie.- esclamò, avvicinandosi alle sue labbra e passandoci sopra le proprie con voglia e passione, chiudendo gli occhi mentre si sentì trascinare più vicino dal braccio dell'altro sulla schiena.

Si staccò, guardandolo ancora negli occhi e ripensandoci: in fondo, era più felice lui di avere Marco!; rise mentre lasciò che la fronte si adagiasse contro il petto del ragazzo, sorridendo al tatuaggio che si ritrovò davanti con un sospiro.

-Fantastico.- mormorò pacato, assottigliando gli occhi dolcemente prima di staccarsi e saltare sul posto. -Festeggiamo!- concordò battendo le mani e facendo dondolare il braccio che lo teneva collegato a lui.

-E mi concedi anche un ballo?- domandò gentile, voltandosi con lui e avviandosi verso la fonte della musica che suo padre aveva raggiunto prima di loro.

-Posso concedertene più di uno?- volle chiedere, sperando che accettasse mentre tornarono alla mensa, accolti da un applauso che fece rimanere Ace ad occhi sgranati, non aspettandoselo; tra le urla di complimenti di tutti loro.

-Te ne sarei grato.- gli sussurrò prima che Thatch gli "attaccasse" da dietro, adagiando le braccia sulle loro spalle e mettendosi in mezzo.

-Allora? Vi fidanzate e non mi dite niente?- si lamentò, con Marco che scosse il capo sconsolato come a dire: "Sei sempre il solito".

-Fratellone! Che bello! Quindi festeggiamo? Devo chiamare gli altri!- esclamò allegramente.

-Già fatto, fratellino, dovrebbero arrivare. Grazie.- annuì, sfregandogli la chioma nell'averlo davanti, con i pugni ben stretti per la gioia, e con Thatch che si allontanò per poi puntare in alto un boccale di birra, seguito da tutti gli altri.

-Ai novelli fidanzati!- brandì con orgoglio, con tutti che esclamarono un tono affermativo, e i due festeggiati che ringraziarono mentre Barbabianca gli sorrise, alzando il calice in loro onore, di nuovo seduto; prima che la musica riprendesse, e Thatch andò a chiederne una romantica che subito si propagò nell'aria.

-Uh...- sospirò Ace. -Per un attimo credevo stesse per dire "Ai novelli sposi."- sussurrò all'orecchio di Marco che ridacchiò.

-Secondo me era quello che voleva fare, ma si è trattenuto.- commentò lui, con Luffy ancora davanti al fratello, guardandolo curioso visto che non aveva sentito cosa avesse bisbigliato all'altro, per poi tirargli un braccio ridendo.

-L'hai detto anche a Sabo?- esordì poi, Luffy, venendo però interrotto di nuovo dal cuoco castano che indicò i due piccioncini con una mano ed un sorriso.

-Perché ha un microfono?- si preoccupò, Ace, ancora mano a mano con Marco e volgendo lo sguardo al biondo anche se aveva ben compreso le parole di Luffy nelle orecchie.

-Forza ragazzi! Tutti insieme: Bacio! Bacio!- incoraggiò, battendo poi le mani a tempo insieme a tutti gli altri ragazzi, con il vecchio che si limitò a ridersela e Luffy che preferì unirsi a quel coro con tranquillità.

-Ehm...- farfugliò Ace, rosso in volto mentre portò le pupille al terreno. Ci si metteva anche suo fratello, poi!

-Allora? Non facciamo attendere il nostro pubblico.- annunciò allegramente, Marco, ricevendo un'occhiataccia dal suo fidanzato che sembrava dire: "Anche tu? Eh, no, eh!", e che lo fece ridere mentre si chinò verso le sue labbra, approfittando poi del momento di smarrimento in cui sembrò strabuzzare gli occhi e fare per allontanarsi; ma Marco avvolse un braccio attorno al suo fianco, e così infranse quelle labbra contro le proprie, gustando del sapore denso e asciutto di quel ragazzo così gentile e dolce.

-Marco...- farfugliò piano, accaldato e con occhi socchiusi quando si staccarono, e ne susseguì un'ovazione generale, compreso del gigante che continuava a ridere con tono fiero; e subito dopo si ripartì in allegria, con nuova forte musica e vari balli di gruppo, con Thatch che però incoraggiava i due a unirsi da lontano e a suon di microfono, come un cronista; mettendo solo imbarazzo nel moro che adagiò una mano sul proprio volto rosso, volendo sotterrarsi.

-Ace!- tornò subito alla carica, Luffy, prendendogli una mano e facendo per trascinarlo via da quel caos, così Ace gli annuì, seguendolo dopo aver chiesto scusa al biondo che decise di attenderlo lì, con Thatch che corse a fargli compagnia e altri amici che vollero congratularsi di persona, come Jaws che gli sorrise.

-Che c'è?- chiese pacato, ancora un po' sconvolto dal gesto ricevuto da quel ragazzo sorprendente, e sorrise al pensiero mentre volse un'occhiata dietro di sé per vederlo ancora, intanto che Luffy saltellava sul posto alla ricerca di attenzioni.

-Lo hai detto anche a Sabo?- sorrise gentile, con il maggiore che tornò a guardarlo sorpreso.

-Ecco...-

-Ace! Eccoci!- esclamò la voce di Usop, con l'energico Franky che piombò al centro della stanza iniziando a muovere e tenere unite le braccia a tempo, con Zoro che, dopo aver varcato la sala principale piena di musica si sedette in un angolo a dormire; Brook, che roteando su sé stesso, iniziò a suonare, mantenendo l'armonia degli altri musicisti che raggiunse; e Nami e Robin che salutarono con educazione seguiti da un innamorato Sanji, con la renna Chopper che trottolerò verso Marco per felicitarsi, tra lo scetticismo di tutti per quell'arrivo senza invito di persone mai viste prima che Marco iniziasse a tranquillizzarli tutti, con Thatch che spiegò fossero amici di Ace.

-Allora, Marco? Fammi congratulare per il tuo trionfo! Finalmente hai fatto breccia nel suo cuore, tanto da farti accettare e farti aprire la porta.- esclamò contenta, Nami, con le mani sui fianchi e il biondo che le sorrise. -Beh, mi raccomando adesso: feriscilo e te la vedrai con me. In più mi dovrai dieci mila berry, con gli interessi ovviamente.-

-Ah...- rimase scettico, Marco, espandendo gli occhi con il castano che si trattenne dal ridere per la faccia dell'amico, mentre lei si allontanò, con Robin che si limitò ad un sorriso prima di seguirla con eleganza nel suo vestito lungo, viola. -Beh, ci tengono molto ad Ace.- sorrise, il biondo poco dopo, con il cuoco che annuì contento.

-Vedi di non deluderli, o diventerai povero.- ci tenne a precisare l'ultima frase con ironia, e Marco ghignò.

-Tranquillo, non farò mai del male ad Ace. Io lo proteggerò.-

-Quando l'amore colpisce anche quelli inaspettati.- sospirò lascivo, Haruta, ancora immerso nel gruppetto e divertendosi per il biondo fratello.

-Avanti, non esagerare.- sbottò contrariato, quest'ultimo, con sguardo duro prima di scrollare le spalle, con le braccia conserte.

-Vero, Marco prima amava lo studio.- commentò Izou, serio, e ricevendo delle risatine e un'occhiata di sufficienza del biondo come risposta.



Certo che poteva risparmiarselo... Minacciare Marco e ricattarlo con dei soldi... Nami non cambiava mai su questo. Dopo avrebbe rassicurato il biondo, pensò; con Nami ancora a discutere con Robin dopo che si erano compiaciuti allegramente con lui. Tanto, non era... Sicuro? Boh, era certo di aver preso la decisione giusta nel fidanzarsi, però... Mhm... Cosa sarebbe potuto accadere quando Marco si sarebbe stancato di lui?

-Ace, ma mi ascolti?- brontolò Luffy, gonfiando una guancia e attirando di nuovo l'attenzione del maggiore che osservò come fremesse, volendo una risposta ma, di sicuro, volendo andare anche dai suoi amici.

-No, non ho chiamato Sabo. Lo faccio ora.- assicurò, voltandosi verso le ragazze, con Nami che subito gli porse il proprio telefono con uno sguardo serio e risoluto, annuendo.

-Fai con comodo.- disse, tranquilla, venendo ringraziata con educazione dal lentigginoso mentre si voltò, proseguendo dentro la sala con l'amica, salutando con la mano con eleganza.

-Vengo anch'io, Ace!- esordì, seguendolo veloce e ridacchiando mentre si allontanarono maggiormente da fuori la volta.

-Già.- mormorò, componendo il numero senza fretta, per poi avviare la chiamata con il vivavoce. In realtà, non sapeva se, dopo l'ultima telefonata, Sabo sarebbe stato felice di sentirlo... Lo sperava, in fondo lui era felice di stare con Marco.

-Pronto?-

-Ehi, Sabo! Ciao!- fu subito contento, il più piccolo, di risentire la sua voce, anche se si ascoltavano almeno una volta al giorno alla fine, soprattutto da quando sapeva che tornava.

-Ehi! Come va, Luffy?- rispose allegro, allora.

-Fantasticamente! Ace ha una notizia da darti!-

-Oh.- mormorò, calando il tono, proprio come aveva temuto il maggiore che sospirò.

-Ciao, Sabo. Volevo informarti che stiamo festeggiando, forse si sente la musica... Comunque, il motivo della festa è che sono... Sono ufficialmente fidanzato con Marco.- sancì, parlandone con più orgoglio e serenità di quanto si aspettasse, e sentendo un sospiro di sollievo del fratello oltre la cornetta. Forse temeva che avesse parlato con Luffy della sua decisione dell'affidamento, rifletté dispiaciuto. Non ci aveva più pensato, e sinceramente non sapeva che fare; anche perché non conosceva come l'avrebbero presa Marco e Luffy, e anche Sabo stesso, che era negativo della cosa già dall'inizio.

-Sono strafelice per te, Ace!- urlò contento, entusiasta della novità, e sperando che significasse qualcosa, che fosse tornato ad abbracciare la libertà e la vita.

-Grazie.- sorrise, con Luffy che saltellò sul posto senza contenersi.

-E restiamo anche qui con il suo ragazzo!- affermò, con Usop che li raggiunse per chiamare il suo migliore amico, volendo divertirsi a cantare con lui. -Aspetta, ti raggiungo dopo!- ridacchiò, troppo felice di essere felice.

-Sei fantastico, Luffy.- mormorò Ace, senza accorgersi che furono le stesse parole pronunciate da Sabo nel medesimo suo istante, anche se con toni diversi: il primo pacato, l'altro più intenso, ma entrambi fieri.

-Comunque, vi avviso che fra tre giorni sarò da voi, uno in più, uno in meno. Così festeggiamo insieme.-

-Oh! Sì!-

-Va bene, ora vi lascio divertire. A presto!- salutò, con il minore che, commentando ancora allegro, corse via insieme ad Usop che ancora attendeva insieme a Marco; quest'ultimo adagiato al muro a braccia conserte, che guardò i due andarsene intanto che li salutò, per poi rimanere in bella vista dietro le spalle di Ace, attendendo che lo raggiungesse.

-Aspetta, Sabo. Volevo parlarti anche di...-

-Ti prego Ace... Davvero? Vuoi rovinare un giorno così bello? Allora ammeti che lo fai apposta.- sbottò, sbuffando dopo averlo interrotto malamente.

-In realtà, desideravo chiederti... Ci tieni davvero così tanto a voler abbandonare la tua vita per venire a vivere qui?- mormorò cauto, ricevendo solo un sospiro sorpreso, di certo non si aspettava una domanda così seria. -Te lo chiedo perché, cioè... Veramente non lo so... La mia vita sta venendo stravolta tutta in un fiato... Prima Marco che me la stravolge, poi Akainu che viene rimosso dalla mia esistenza, adesso tu che torni... Secondo te merito tutto questo? No, perché... Lascia perdere l'ultima cosa, piuttosto, dimmi: È davvero quello che vuoi? Se ti trovi meglio dove sei, potremmo magari trovare un modo per...-

-Aspetta... Mi stai dicendo che stai tornando ad amare la vita?- scattò con un tono pieno di gioia, volendo chiarire subito quel punto. -Questo sì che è grandioso! Quando vedo Marco lo devo ringraziare sentitamente!-

-Ora non esagerare...- borbottò alla prima domanda retorica, e arrossendo alla seconda frase. -Taci! Cavolo, stavo facendo un discorso serio.- si offese, più per cambiare discorso mentre sentì una mano adagiarsi con amore sulla sua spalla, restandogli vicino, e imbarazzandolo anche di più.

-Ace! Io voglio venire da voi perché siete la mia famiglia! Non voglio più abbandonarvi, perché sì, vi ho abbandonati... L'ho ammetto: andando via di casa, lasciandovi con Akainu perché non sopportavo più tutto quello, vi ho traditi. E mi dispiace in un modo che non immagini nemmeno!-

-No, va bene... Hai fatto la cosa migliore: era troppo dura... Se solo ti fossi portato anche Luffy...- farfugliò, portandosi più vicino il telefono per non farsi udire dal biondo fidanzato, inutilmente. Si disse di togliere il vivavoce, ma oltre che fosse tardi, era anche maleducato. Ormai aveva ascoltato, Marco e avrebbe continuato anche se avesse messo la voce normale.

-Ace, Luffy ti ha tenuto in vita... E mi dispiace di essermene lavato le mani, di non essere stato d'aiuto. Perdonami, davvero. Verrò da voi, perché siete voi la mia vita: il mio tesoro più grande è la nostra fratellanza, lo sai, anche se non ho avuto il coraggio di dimostrarlo. Perdonami.-

Avrebbe preferito che non lo dicesse, che non affermasse la prima frase; non in presenza di Marco almeno. Era ovvio fosse lui, quello dietro ad ascoltare, ma non gli dispiaceva tanto visto che, adesso, lo teneva abbracciato, avvolgendogli il busto con entrambi gli arti; era così carino, si disse, arrossendo sempre di più.

-Io... Ehm...- che voleva dire?, pensò sempre più perso in quelle attenzioni, anche se si limitavano ad una stretta. Riprenditi! Non fare pessime figure, soprattutto con entrambi. -Ecco. Ascolta Sabo, guarda... Tu non devi chiedere scusa, okay? Dico davvero... E-E c-comunque... Sono felice che presto ci rivedremo.- sorrise, era da troppo che non lo vedeva e non gli parlava di persona, abbracciandolo specialmente! Non vedeva l'ora, ammise.

-Quindi, vuoi che entrambi avremmo l'affido di Luffy?- chiese cordiale, davvero felice di quella sera.

-Mhm. Già. O, almeno, la decisione spetta a Luffy, così mi ha suggerito Marco... Ecco, di sicuro puoi immaginare che sceglierà tutti e due, no?- sorrise, voltandosi verso il suo ragazzo quando lo nominò, e ricevendo un dolce bacio sulla guancia in cambio.

-Okay.- sancì serio tutto ad un tratto, attirando l'attenzione curiosa del maggiore. -Appena vedo Marco, lo faccio Santo! Anzi, di più!- esclamò ridendo. -Dai, ora ti lascio. Sono molto felice per te. Buona serata, e non bere troppo!- osò commentare alla fine, con Ace che sbuffò un "Grazie." imbarazzato, dato che la persona a cui si era riferita prima era proprio lì ed era divertita da quelle parole.

-Ciao.- chiuse, per poi rimanere in silenzio, scrutando il terreno e non più il suo biondo, con il telefono in mano che portò lungo il fianco. -Balliamo?- mormorò; non era arrabbiato perché aveva origliato, non era un problema anche se era un po' imbarazzato, ma alla fine, se ci pensava bene, lo era sempre con lui.

-Sì.- sussurrò, adagiando le labbra contro il suo collo, stampandone il sapore e si sentì fiero nel percepire la risata del moro, allegra prima che si spegnesse di colpo lasciandolo confuso; e poi lo vide voltarsi di scatto con occhi spaventati e sussurrargli:

-Io non so ballare.-

-Ti insegno io.- si calmò, baciandolo poi sulle labbra.

-Mhm. Va bene.- si strusciò contro la sua guancia con tenerezza, andando poi a scivolare sotto il mento con la fronte, con il senso del pizzichino adorabile che lasciò la barbetta. -Via!- ridacchiò, prendendogli una mano e trascinandolo di nuovo all'interno della sala dove, dire che c'era caos, era un eufemismo.

Arrivati si apprestò, sempre tenendo l'arto di Marco a sé, a ridare in fretta il telefono a Nami, ringraziandola con un immenso sorriso prima che una forza lo sobbalzasse indietro, facendolo andare a sbattere contro il petto di Marco, con il proprio, per volontà del biondo stesso che imprigionò una mano sul suo fianco, e l'altra ancora a tenergli la propria. Iniziò a muoversi piano, a tempo della musica che era cambiata in una lenta appena Thatch gli ebbe visto e, forse, li stava filmando per rendere più memorabile l'evento, con Luffy, Franky, Chopper e Usop che si lamentarono, volendo più movimento, e che vennero zittiti da un pugno per volta di Nami che fece sussultare alcuni che non se l'aspettavano mentre Robin discuteva amabilmente con le figlie del gigante, accanto a quest'ultimo, e tutte a sorseggiare amabilmente del tè.

Ace si sforzò di sorridere nel vedere la reazione della sua amica, ma poi tornò a guardare Marco che conduceva quel ballo, facendo piccoli passi avanti, dietro, a destra, sinistra. Una routine continua, inoltre sempre maggiore; anche se perdersi nei suoi occhi aiutava, anche a non cadere vittima dell'imbarazzo di mille occhi.

-Ehi... Inizia ad essere noioso.- sussurrò, adagiandosi contro la sua spalla con il mento. -E poi, dannazione, Thatch ci sta filmando! Per di più ci guardano tutti...- farfugliò, sempre più impacciato mentre sentiva il respiro di Marco contro la sua schiena che inspirava il suo odore e la sua pelle, adagiato contro di essa con le labbra mentre continuava a tenerlo, però sembrava divertito.

-Okay. Ma mi hai promesso più di un ballo, se non ricordo male.- commentò pacato, iniziando ad allentare la presa sul suo fianco dolcemente.

-Balliamo dopo...- volle borbottare, sperando che gli andasse bene, perché lui, adesso, voleva mangiare. -Mi fai compagnia, però, se vuoi?-

-Con molto piacere. Dove?- esclamò, distaccandosi e guardandolo ancora negli occhi mentre tutti decisero di applaudire, lasciando che il moro si tingesse così, senza volere, le guance del colore del fuoco più denso e vivo di quel mondo, tale era il suo imbarazzato intanto che, prendendogli la mano a occhi bassi, coperti da uno strato di ciocche, si avviasse verso il cibo sopra i tavoli della mensa, dove Luffy stava già approfittando, di nuovo; facendo il giro per raggiungerlo.

-Che peccato: eravate adorabili, ma è finito subito.- giunse Thatch con fare triste prima di gasarsi, dietro le spalle del lentigginoso che prese posto, e accanto al biondo. -Ma almeno ho fatto il video! Lo pubblicherò ovunque!- scandì, puntando gli occhi in avanti e lasciando che il braccio esplorasse la stanza con l'arto sbarrato appena disse l'ultima parola, come ad enfatizzare di più il significato che voleva dargli.

Ace, seduto e con già la bocca piena di carne lo fissò male e con sufficienza, con Marco che si divertiva a tenerlo d'occhio, con un bicchiere di vino davanti al volto e le dita portate ad accarezzare dei ciuffi soffici e tiepidi di quel ragazzo che tanto amava, e con la mano libera, aperta, a sorreggersi la guancia.

-Ohi, Ace. Domani il liceo fa sciopero!- ridacchiò ad un tratto, Luffy, continuando a mangiare e attirando l'attenzione del maggiore che lo scrutò attentamente, annuendo.

-Davvero? E come mai?- chiese curioso.

-Boh.- continuò a ridere, con le guance piene, ed Ace fece una smorfia in disappunto prima di sorridergli.

-Sempre il solito. Almeno potevi informati del perché.- esclamò, afferrando un altro cosciotto e inserendolo in bocca, con il minore sempre più allegro prima che Ace crollasse con la testa nel piatto, appisolandosi sotto lo sguardo scettico di Marco che non se lo aspettava ma scattò a fermarlo, prendendogli la fronte con la mano aperta senza fargli male; a differenza del fratello del suo ragazzo che si appropriò di più cibo, tra il sorriso divertito di Thatch.

-Vuoi che gli porti un cuscino?- chiese pacato, trattenendosi dal ridere, il cuoco e ricevendo un'occhiata di sufficienza da biondo. -Allora mettitelo in braccio!- consigliò, strizzando un occhio.

-Ad Ace non dispiacerà di certo.- commentò Nami, sbucando accanto a Marco e sedendosi, osservando poi come ancora tenesse la testa del suo amato, non volendo si sporcasse.

-Se si sveglia, sì.- proferì parola, allora, con Luffy che li guardava e continuava a mangiare tranquillamente.

-Portalo in camera, no?- tornò alla carica, Thatch, con un sorrisetto malizioso in volto e un tono tranquillo e di ovvietà, ancora davanti al tavolo. -Dovete pur condividere la vostra prima e densa notte d'amore da fidanzati! Dovete celebrarlo per bene, l'evento!-

-Perché non la smetti...?- mormorò pacato, afflitto che il fratello minore di Ace stesse ascoltando certe parole: il suo ragazzo non gli è l'avrebbe perdonata se lo avesse scoperto.

-Che cosa dovete celebrare in camera? Stiamo già festeggiando qui.- asserì soddisfatto, senza finire di mangiare mentre Ace si ridestò di colpo, alzandosi anche con la schiena e poi afferrando di nuovo un cosciotto, con occhi socchiusi prima che puntasse le pupille in alto, con la carne tra i denti, a notare l'arto del biondo sulla sua fronte.

-Mhm?-

-Ti sei svegliato, eh?- gli scompigliò i capelli, il cuoco appena la mano del ragazzo lasciò la presa. -Dì un po', cosa vorresti fare?- chiese, sperando in un responso a suo favore.

-Stare con Marco.- farfugliò a bocca piena, cercando di farsi udire solo dall'amico mentre Nami ridacchiò.

-Da soli, da soli?- osò chiedere contento, al suo orecchio, e venendo accolto da un cenno affermativo, forse perché era assonnato. -Perf...!-

-No, dai. Magari vuole stare ancora qua.- lo bloccò, Marco, tappandogli la bocca con una mano, leggermente unta di olio per chissà cosa avesse assaggiato; con Luffy che era "volato" dai suoi amici a ballare, e Robin che aveva raggiunto l'amica con la solita posatezza.

Guardò Thatch fare no con la testa a occhi socchiusi, come a minacciare; ed Ace inclinò la propria da un lato, confuso mentre il biondo, togliendo l'arto, si affrettò a prendere un tovagliolo, chiedendo scusa al proprio ragazzo che non sembrava aver capito comunque.

-Andiamo?-

-Ah?- si voltò, accorgendosi solo in quel momento delle sue amiche, con il proprio ragazzo che gli sorrideva dolce facendogli battere forte il cuore, e soprattutto arrossire quando decise di pulirgli la bocca cosparsa di spezie con un altro pezzo di carta.

-Stiamo un po' da soli se proprio vuoi, a me va bene.- spiegò allora, Marco, decidendo che non c'era nulla di male se era suo desiderio.

-A vedere le stelle?- sussurrò quando gli tolse quella salvietta dopo averlo lavato. A lui piaceva tanto guardarle.

-Okay, vieni.- si alzò, togliendosi dalla panchina e dando una pacca amichevole sulla spalla di Thatch lì davanti a sbuffare deluso mentre Ace lo seguì, salutando i tre con allegria.

-A te piacciono le stelle?- sussurrò quando uscirono dalla sala. -Non è che si offendono se c'è ne andiamo?- chiese poi, guardandosi indietro e pensando che magari Barbabianca e gli altri ci sarebbero rimasti male; e non voleva fare brutte figure con loro, più per Marco che per sé.

-Sì, mi piacciono molto. E no, non si offendono.- sorrise, pensando solo a quanto fosse adorabile mentre gli prese la mano, ma non prendendo la strada per uscire, bensì le scale che portavano alla sua camera, lasciando confuso il moro che stava per protestare, volendo guardarle per bene, però si fermò, perché Marco stava andando verso altre gradinate, diretto al terzo piano.

-Cosa c'è più su, oltre agli alloggi?- volle chiedere, aumentando il passo per stargli accanto mentre toccò il suo bicipite con il proprio petto.

-Un terrazzo... Perfetto per te.- aggiunse in fine.

-Per te no?- mormorò, anche se l'idea di averne uno anche lì lo allettava parecchio. Forse non ci andava nessuno.

-Anche per me. Sarà bello condividerlo con qualcuno, soprattutto se quel qualcuno sei tu.-

-Ohm.- arrossì a quella dichiarazione, ridendo poi. -Che cosa carina. Grazie!- ammise, abbracciandosi al suo gomito mentre percorrevano l'ultima rampa di gradini dopo essere giunti al terzo piano, con Marco che fu felice di tutti quei gesti e parole: felice e grato di essere con lui, di stare con lui, e di vivere quel giorno così spettacolare. -Comunque...- mormorò cauto, attirando la sua attenzione, preoccupandolo; infatti si voltò. -Scusa per Nami... Ecco, n-non devi preoccuparti, insomma, non le dovrai niente nel caso che... Mhm.-

Cavolo, si era organizzato un discorso serio ma lui si era messo a fissarlo..., deviò lo sguardo, sentendosi impacciato a dover dire una cosa così. Era di certo fuori luogo, però voleva tranquillizzarlo.

-Siamo arrivati.- chiarì, aprendo la larga porta di metallo, piccola e che dava l'impressione di essere pesante. -Riguardo quello che ha detto Nami, non succederà mai, Ace: io non ti farò soffrire. Mai.- esclamò, arrivando al centro del piazzale, con il moro che non lo lasciò, chinando gli occhi a quelle parole, sperando tanto che fossero veritiere; ma le sentiva tali e bastava, annuì.

-Grazie. Io... Anche io non ti farò mai soffrire.- sorrise, per poi alzare gli occhi al cielo e restare senza fiato, estasiato e con le palpebre che si sbarrarono lentamente mentre le pupille riflettevano tutti quei puntini luminosi in quel vasto paradiso buio.

-Sei così bello.- esclamò, spostandosi a guardarlo approfittando del suo distanziamento mentre decise di sedersi a terra, con il moro che arrossì prima di chinare il capo e scrutarlo da così lontano, in quel momento, per lui.

Era carino passare il tempo con lui, pensò, per poi sospirare amareggiato. Se lo meritava? No, perché, era davvero magnifico meritare una cosa così fantastica, rifletté, guardando ancora le stelle prima di chinarsi sulle ginocchia senza distogliere gli occhi da esse.

-M-... Mi posso mettere seduto sopra di te?- si sfregò una guancia con un dito, con le pupille puntate a terra, e non in direzione di Marco che gli cinse la vita per poi posizionarlo sopra le sue cosce distese, tra il suo sgomento e il suo rossore sempre più impellente.

Lo vide sorridere, e poi lo avvolse in un caldo abbraccio ristoratore, così Ace si adagiò contro la sua spalla, sospirando tranquillo per come fosse al sicuro, strusciandosi anche contro di essa con dolcezza prima di riaprire e socchiudere gli occhi.

-Ti va di ballare? Te ne devo ancora uno o più... Anche senza musica va bene.-

-Non ti annoi con il lento?- ridacchiò pacato.

-Ahm... Non tanto, però puoi farmi vedere altri balli se li sai... Se vuoi.- specificò impacciato, ancora con il muso contro il dorso prima di venire sobbalzato dal gesto di Marco che si mise in piedi, costringendolo a fare lo stesso perché attaccato a lui.

-Sarebbe un onore per me, poter danzare ancora con te.-

-Mhm! Come sei romantico!- canticchiò dolce, reggendosi al suo busto con le gambe aggrovigliate ad esso per un minuto prima di farle toccare terra lentamente, una alla volta. -Come una specie di grande poeta.- ridacchiò, con la mano di lui che gli accarezzava la schiena con amore, scivolando con le dita fino a prima del bordo dei pantaloni per poi risalire fino al collo.

-Che ballo si fa?- esclamò contento, Ace, tenendogli una mano.

-Uno più movimentato.- concordò, volendo farlo divertire un po'; così, tenendolo per la vita e poi per una mano lo fece girare su sé stesso, veloce, per poi spingerlo indietro delicatamente, quasi a volerlo far cadere a terra di schiena, ma lo tenne a sé prima che giungesse sul pavimento, baciandolo poi con passione nel momento in cui gli si avvicinò, con una mano che era dritta al cielo, unita a quella dell'altro.

-Wow... Cos'era?- balbettò, strabuzzando gli occhi un paio di volte, ancora in quella posa dopo che Marco ebbe lasciato le sue labbra.

-Casquè.-

-Ah?- fece confuso, alzando un sopracciglio mentre tornò in piedi, attaccato, con le mani alle sue spalle, e con il busto accanto al suo.

-Ti è piaciuta, no?- sorrise.

-Sì.- contraccambiò allegro. -E ora che passo mi fai fare? Ultimo però.-

Marco ghignò, annuendo e tenendolo stretto a sé per un attimo, poi si distanziò, tenendogli una mano e facendo un passo indietro, per poi avanzare e continuare così, con un ritmo molto veloce, e con Ace che seguì i movimenti con occhi curiosi, soprattutto a come gli tenesse la mano e il fianco destro prima di baciarlo ancora, assaporando quelle labbra e mordicchiandole, rallentando e restando entrambi fermi e uniti mentre gli tolse il fiato per come se ne impossessò, stuzzicandole.

-Marco...- farfugliò, ad occhi socchiusi prima di volgere le pupille a quelle azzurre dell'altro, e poi al cielo, riprendendo il respiro lentamente. -Ti amo.- esclamò pacato, denso, e piano prima di strabuzzare gli occhi verso quelle stelle, e chinare di botto il capo per guardarlo, arrossendo di imbarazzato per essersi fatto sfuggire un tale pensiero che desiderava che restasse tale.

-No! Ecco, cioè...-

-Ti amo.- ripeté Marco, dolce, e accarezzandogli una guancia. Certo, Ace gli è l'aveva detto perché era accaduto: gli era scappato di bocca, però era stato sincero, e Marco lo accettava, lo aveva reso felice, talmente che tutto il resto non sembrava più contare.

-Ahm.- cercò un po' di controllo, inutilmente; però era stato fantastico per le sue orecchie e il suo cervello udire ancora, da quella voce calda, quelle parole simili alle sue; per non parlare del cuore che sembrava prendere fuoco e bruciare mentre palpitava dieci volte più veloce, o così gli sembrava. Lo sentiva correre come a voler uscire per recarsi da quello di Marco, in modo da crearne uno intero, e non metà com'era nell'anatomia, ma anche sentimentalmente per lui, spezzato un po' troppe volte.

-Vuoi... M-mi piacerebbe tornare in camera.- farfugliò, avanzando con una mano contro quella del biondo, ancora sulla sua guancia e che l'accarezzò, lasciando che restasse lì: era bello quel contatto.

-Perfetto.- sorrise, chinandosi di botto all'altezza del petto del più giovane con il volto, per poi propendere le braccia, dopo che Ace lasciò la sua mano, sobbalzato da quello scatto, da sotto i suoi glutei, tirandolo subito su e guardandolo con allegria mentre lui avvampò, sorpreso da tutto ciò.

-C-che?- si limitò a farfugliare, scettico e colpito mentre aveva il volto di Marco ad un palmo dal suo naso, e i suoi arti anteriori si erano legati, in automatico, al suo collo robusto.

-Ti porto io, Ace.- si rallegrò ancora, tenendolo da sotto il fondoschiena.

-Oh... Come sei gentile...- chinò gli occhi, grattandosi impacciato una guancia mentre annuiva, capendo il perché prima che l'altra gota, più vicina al volto del biondo, venisse coperta da un tenero bacio. -G... Grazie.- farfugliò, per poi adagiarsi con la faccia contro la sua spalla, osservando poi, ancora le stelle intanto che veniva portato via, con la voce densa e decisa di Marco nelle orecchie a parlargli che domani, anche se avesse lavorato, e lui studiato, si sarebbero visti al bar, e il che gli fece anche riflettere che al suo risveglio, oltre all'orologio Luffy, avrebbe ritrovato Marco al suo fianco, sotto le coperte; e sorrise sotto le stelle.

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