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Innamorati fino a far scoppiare il cuore.

Era stato così divertente! Tutta quella giornata lo era stata. Luffy e Sabo alla fine erano tornati e avevano fatto svariati giri con loro sulle montagne russe, ma Marco aveva rinunciato poco dopo, ed era stato un bene dato che, dopo dieci di essi dei tre fratelli, su quel treno da una velocità pericolante, Ace non era più riuscito a stare in piedi: il suo ragazzo lo aveva aiutato, come aveva aiutato gli altri mentre Nami rimproverava tutti e quattro, compreso Marco perché non li aveva fermati.

-Ora dove andiamo, fratellone?-

-Ugh.... Se... Se non vomito, andiamo a prenderci dello zucchero filato.- esordì, con l'indice alzato davanti al petto, e la confusione negli occhi, con il capo incassato tra le spalle e chino, come pronto veramente a rimettere.

-Sembri ubriaco... E vorresti anche mangiare? Se lo fate, vomiterete di sicuro.- asserì acida, la ragazza, puntandosi le mani sui fianchi con uno sbuffo.

-Mhm... E allora andiamo sulla rotante?-

-Rotante?- chiese perplesso, Marco, al suo ragazzo, con Sabo che si era adagiato con la fronte contro la spalla di quest'ultimo, sperando di riprendersi e che non sarebbero finiti entrambi per crollare, e Luffy disteso sulle sue gambe, seduti dov'erano... Perché erano seduti, vero?, sperò, Sabo, impaurito da quel timore, ma non provò ad alzare il capo per confermarlo: non ce la faceva. A malapena sentiva ancora il suo cuore nel petto...

-Sì, insomma... Quella cosa bianca, con tante cabine, a forma di ciotola... No, forse non di ciotola... Però, dai! Quella cosa patonomica!- sorrise, Ace, felice di essere arrivato al punto mentre Marco sembrava volteggiare nell'aria come una palla, come a voler finire sottosopra.

-Panoramica.- dedusse, piano, il biondo, voltandosi poi verso la direzione di quest'ultima. -Ruota panoramica.- si espresse, volendo dirgli il suo nome corretto e ascoltandolo sospirare con difficoltà, come se non riuscisse a prendere ossigeno, e, nel guardarlo lo vide strizzare le palpebre.

-Sei troppo stanco, dovresti distenderti.-

-Però... Però poi ci andiamo? È una cosa romantica, e vorrei farla con te... Vorrei fare tutte le cose romantiche da fare con te... Capisci?-

Si lagnò, facendo sorridere dolcemente Nami che salutò, andando via nel saperli in buone mani, con Ace che, accontentando il suo ragazzo e, avvolgendo la schiena di un dormiente Sabo, allontanandolo da Marco, si mise completamente disteso contro quella panchina di legno, portando poi Luffy più sul suo petto, ma verso il suo fianco destro, così da permettere anche al biondo di distendersi su di lui, e gli tenne la schiena, non volendo che cadesse oltre il bordo mentre lo spinse più su di sé sotto il sorriso casto e dolce di Marco per quella scena e per quelle parole.

-Vado a prendervi un po' d'acqua qua davanti. Se avete bisogno di me, chiamatemi. Ma tornerò subito.-

-Porta anche delle patatine!- ordinò allegro, Luffy, bofonchiando con la bocca contro il petto di Ace che, dormiente, annuì per concordare, e lo stesso fece Sabo, a parole e ad occhi chiusi come tutti, e il moro a parlottare su altro cibo, con i minori sopra al più grande come a schiacciarlo, o come una coperta calda: era a seconda delle prospettive.

-Vedrò cosa posso fare.- sospirò, tra il divertito e il deluso: non avevano capito che stavano male?

Lanciò un ultimo sguardo ad Ace e lasciò che la mano coccolasse la sua chioma prima di lasciarlo andare, e avanzare alle sue spalle verso quel camioncino, continuando comunque a osservarli attentamente. La paura di lasciarli in un posto così isolato, per quanto la gente passasse, non lo allettava per niente dato il senso e la consapevolezza di un possibile pericolo in avvicinamento. Si avvicinò così in fretta alla sua meta che quasi ci andò a sbattere, ordinando e offrendo poi, subito i soldi alla persona nonostante non gli avesse ancora consegnato nulla, ma l'agitazione era troppa, e quei tre dormivano. I delinquenti, quelli... Era meglio se non si facevano vivi. Per il loro bene...

-Marco! Ti diverti? Stai ordinando qualcosa in un Luna Park! Ma quando mai, insomma! Eh, ragazzi? E dov'è Ace? L'ho visto molte volte sulle montagne russe a ridere. Come ha fatto a non vomitare proprio non lo so.- rise sincero, Thatch, con Izou e Haruta accanto mentre Jaws li superò lentamente e con il solito sguardo serio, diretto forse nella casa degli specchi, data la sua strada.

-Oh, beh, immagino perché è Ace.- sorrise, ghignando e sospirando poi successivamente. -Mi aiuti? Devo portare tutto questo a quei tre. Non so come, ma hanno fame nonostante la nausea.-

-Va bene, ma non ti spiace se noi dopo andiamo? Volevamo provare delle giostre.- sorrise, Haruta, prendendo due confezioni di patatine tra le mani prima di pentirsene e iniziare a soffiare per come scottassero, con il biondo che annuì, tenendo due bottiglie e con Thatch che teneva una di entrambi, sia da bere che da mangiare, con il geisha che si limitò a seguirli.

-Non c'è problema.- assicurò, avviandosi e precedendoli come a doverli fare da guida, e un po' era così dato che non sapevano dove fossero i tre fratelli, ma in più, continuava a sentire il cuore pulsare Marco, come a ordinargli di correre da Ace, che doveva proteggerlo. Ma, prontamente, si diceva che era solo un'illusione della sua mente, soggiogata dalla paura, e sorrise perché gli e lo dimostrò il suo ragazzo stesso appena lo intravide, ancora disteso e a dormire, sulla panchina. Sì, si era preoccupato per nulla... Sgranò gli occhi, sussultando per quella sagoma dietro lo schienale in legno, scura e immensa.

-Chi c'è?-

Le parole di Thatch non fecero altro che concretizzare i suoi pensieri, annullando la speranza che stesse sognando anche quello e che fosse solo l'albero deformato dal poco vento e dalle foglie, così aumentò il passo, ma inutilmente perché era già arrivato, e sbuffò negativo, ringhiando.

-Che vuoi tu?- ma parlò piano, non volendo destare il suo ragazzo intanto che Haruta adagiò sul bordo della panchina le patatine, e appena lo fece le vede svanire tra le mani di Luffy, seduto contento e pimpante sulla pancia del maggiore.

-Ehi... Luffy... Dacci le nostre...- sbadigliò, mugugnando poi e strizzando successivamente gli occhi nel percepire qualcosa di bagnato, delle gocce interminabili, finirli addosso.

-E smettila!- asserì Marco, afferrando quella bottiglia di birra da Teach e spintonandolo lontano sotto la perplessità di Luffy che mangiucchiava allegro il suo cibo.

-Ma co... s'è? Piove?- borbottò negativo, Sabo, prima di annusare ciò che gli era finito sulla capigliatura e fare una smorfia disgustata.

-Eh? Piove birra?- domandò incredulo, Ace, mettendosi seduto e sventolando il muso con furia, volendo togliersi quel saporaccio dalle labbra, con Sabo che quasi cascò a terra al suo scatto, ma Luffy si affrettò a reggerlo per la camicia con una mano, cercando al contempo di salvare le vaschette dalla spruzzata di Ace che continuava a scuotersi, e che, adocchiandone una integra e intoccata, la afferrò con allegria, ringraziando il proprio ragazzo.

-Tsk... Fidanzati, ho saputo. Certo che non durerete. Che schifo.-

-Ah? Chi è?- si voltò, con Luffy che alzò le spalle prima di allungare il braccio verso le patatine del maggiore che corrugò la fronte nel vedersi davanti un pancione orrendo e peloso, con Sabo ancora a dormire, o meglio, a cercare di non cadere dato che aveva le gambe sopra quelle di Ace, e le braccia a terra a reggerlo, e nessuno ad aiutarlo in quella scomoda posizione.

-Teach, vattene.-

-Non è tuo questo posto.-

-Teach? E chi è?- domandarono all'unisono, i minori, con Ace che sbuffò prima di tornare alle patatine, mangiando nervoso e cercando di ignorarlo per come, ora, lo avesse alle spalle, con Marco a fronteggiarlo.

-Nessuno. Haruta, Izou, grazie. Potete anche andare.-

-Va bene...- disse incerto, con una smorfia, il primo, scrollando poi le spalle confuso e procedendo titubante per quell'aria tesa.

-Ti ricordo che dobbiamo metterci in fila.- parlò Izou seccato verso il coetaneo, allontanandosi con l'altro con un sorriso dubbioso per quel risvolto della situazione. -Thatch, tu non vieni?-

-No, divertitevi.- ridacchiò prima di portare gli occhi preoccupati sul fratello che continuava a bere dalla seconda bottiglia di birra che teneva dall'altra mano, con Marco che gettò nel cestino vicino quella che gli aveva sequestrato, accigliato. Ace invece si decise a chinarsi e aiutare Sabo a rimettersi in piedi, che sospirò grato prima di crollare contro la pancia del maggiore che gli passò le sue patatine, che era riuscito a salvare poco fa, e il biondo lo ringraziò con un gemito stanco.

-Andiamo sulla ruot...- si bloccò, stringendosi nelle spalle, ma più per la doccia fredda numero due, e sempre di birra che gli raffreddò l'entusiasmo, con Luffy che, perplesso, osservò come fossero bagnati i suoi fratelli, fortunato a essere più distante, sulle ginocchia di Ace.

-No! Le mie patatine!- piagnucolò disperato, Sabo, osservando la vaschetta bianca e di plastica ormai piena di birra e che lasciava galleggiare il cibo all'interno, stessa fine della vaschetta del maggiore. Luffy si corrucciò.

-No...- singhiozzò ancora, Sabo, forse con troppa drammaticità, intanto che Marco raggiunse Teach per allontanarlo con la forza, sotto lo sguardo attonito di Thatch che, avendo in mano, oltre le bottiglie di acqua fresca, che Marco gli aveva ceduto, anche dei tovaglioli, e cercò di usufruirne come meglio poté nel aiutare i due.

-Okay...- respirò piano, Ace, guardando davanti a sé con calma e severità, attirando l'attenzione di tutti per quella serietà, con i fratelli che, nell'udire quel tono, compresero e si alzarono per non essere compromessi, e Marco li fissò perplesso per come allontanassero Thatch dal lentigginoso, nemmeno fosse una bomba. -Ora lo ammazzo.-

Di scatto portò le ginocchia contro al petto, balzando indietro appena si fu aggrappato allo schienale con una mano, tanto da darsi la giusta spinta per oltrepassare la panchina con le gambe tese per calciare con forza, con i suoi pesanti stivali, a infrangersi contro il suo orrendo pancione; il tutto in brevi attimi, Teach crollò a terra, forse a causa anche della sua mente troppo sconnessa, e che quindi non comprese cosa fosse appena accaduto mentre mugolava scettico. Non gli importò affatto di quel bastardo, ed Ace avanzò, andando accanto a Marco solo per domandargli:

-Posso picchiarlo, vero?-

-No. Non roviniamoci la serata per lui...-

-Se lo picchio mi sento meglio e quindi mi miglioro la giornata. Ma va bene... Quindi andiamo sulla ruota panoramica?- sorrise, tutto emozionato all'idea, e speranzoso intanto che immerse maggiormente gli occhi in quelli dell'altro che ricambiò lo sguardo allegro.

-Allora andiamo prima in bagno, okay?- optò di dire Marco, con Sabo che concordò al posto del moro, avanzando ma indicando al contempo la persona a terra.

-Ma chi è? E perché si è comportato così?-

-Già. Non capisco.- borbottò Luffy, offeso per come si fosse rivolto al suo fratellone, con Thatch dietro che fece una smorfia incerta, capendo che non sapessero, e immaginando che il maggiore non avrebbe mai voluto che scoprissero nulla nonostante ne avessero, comunque, tutto il diritto.

-Nulla: è un'idiota. Ora andiamo a darci una bella lavata. Almeno, tu, Luffy, non ti sei sporcato.- sorrise, Ace, facendo il giro da dietro la panchina, e tenendo Marco per mano, troppo allegro da non far capire se fosse vero o mentiva.

-Sì, andiamo.- si sfregò il capo, Sabo, sentendosi meglio in ogni caso: quell'avvenimento lo aveva fatto riprendere dalla situazione comatosa di poco fa, in parte, ma la stanchezza si sentiva.

-Sì! Così andiamo sulle altre giostre, fratelloni!- ridacchiò, Luffy, afferrando per i gomiti appiccicosi e umidi di entrambi e trascinandoli, correndo a tutta velocità, nella direzione predestinata: il bagno; ignorando che nel compiere quel gesto aveva costretto Ace a lasciare la presa, con l'altra mano, dell'arto di Marco, rimasto indietro a scrutare il suo ragazzo che gli aveva lanciato uno sguardo dispiaciuto nell'essere stato diviso dall'altro.

-Fai piano! O andiamo a sbattere contro tutti.- ridacchiò, Sabo, divertito dalla tenacia e l'adrenalina del minore: mai stanco; mentre Ace borbottava risentito che almeno avrebbero potuto aspettare Marco.

-Vado veloce che così arriviamo subito!- canticchiò in allegria, spingendo poi, con la mano aperta, la porta del bagno, quasi facendola andare a sbattere contro il volto di qualcuno, che subito si rivelò essere Zoro, dalla voce che imprecò.

-Ehi, ti sei perso?- domandò Ace, sorpreso di vederlo in un luogo tanto angusto mentre quello borbottò di no e che stava solo cercando gli altri che si erano persi per andare sulle montagne russe, e così uscì, deciso, anche se invece entrò nella cabina del bagno, lamentandosi ancora, ed Ace sforzò un sorriso tra le risate sfrenate del minore.

-Taci, Luffy! È colpa tua sé il bagno è ovunque, ammettilo!-

-Va bene, laviamoci.- mormorò Sabo, stranito anche se divertito intanto che Luffy scappava dalle grinfie del verde, e il lentigginoso seguì il coetaneo, prendendo l'acqua tra le mani dopo aver aperto il rubinetto, osservandosi poi allo specchio e guardando come fossero unti i suoi capelli.

Fece una smorfia, ripensando poi che persino Marco lo avesse visto in quel modo orrendo sbuffò, odiando Teach da sentire le mani scoppiare di prurito prima che immerse la fronte sotto al rubinetto, provando e sperando che bagnarsi avrebbe aiutato, intanto che Sabo si sciacquava il volto, più e più volte, mormorando che sperasse di non prendersi un raffreddore, dato l'umidità del bagno, e l'aria fresca fuori intanto che, Ace si spogliò della camicia per non sentire addosso quell'odore immondo di alcool.

-Ehi, Luffy, che giostra vuoi proporci di bello?-

-Quella dove volevi andare tu sarà la prima, e poi andremo al tiro a segno, alla casa con gli specchi... Oh! Anche quella stregata, e... Vieni anche tu, Zoro?- ridacchiò, parlando tranquillo nonostante fosse stato preso dalle braccia forti del verde che lo aveva colpito, poco prima, con un pugno sulla sua capigliatura prima che sbuffasse e annuisse.

-Okay... Però non c'è Marco...- si lagnò in un sussurro, con il lavandino dall'altra parte che amplificava, anche se di poco, le sue parole, con l'acqua e il suo scrocio che ormai avevano fatto ciò che avevano potuto nel cercare di depurare la sua chioma mentre si distaccò, lisciandosi il volto con una mano per poter riaprire gli occhi, liberandoli dalle gocce di quel liquido puro e incolore mentre sorrise nel percepire una mano calda sulla sua spalla.

-Sono più vicino di quando pensi, Ace.- sorrise il biondo che osservò un attimo il secondo ragazzo del medesimo colore di capigliatura alla sua, che si puliva la giacca, bagnandola e sbuffando però che ormai non c'era molto da fare e avrebbe dovuto lavarla a casa.

-Oh! Ci hai raggiunto.- si voltò di scattò Ace, ridendo e senza dar conto che lo avesse appena spruzzato di acqua, regalandogli comunque un bacio sulla guancia mentre il più grande strizzava un occhio per le gocce che gli erano andate contro, ma portò comunque una mano sulla schiena del lentigginoso, sfregandola dolcemente e sospirando.

-Non puoi andare in giro senza maglia, sai?-

-La devo sciacquare, è piena di birra.- si staccò da lui, spiegando e osservando l'indumento lasciato a galleggiare dentro al lavabo affianco prima di udire un peso sulle spalle, leggero ma tiepido, e arrossì. -O... Ora non esagerare.- mormorò, osservando la camicia del biondo e voltandosi perplesso.

-Scusa, ma così avrai freddo tu, sai?- gli fece notare, riprendendo però la propria camicia e strizzandola per bene all'interno del lavandino prima di farla svolazzare al vento e mettersela sopra al braccio, con Sabo a raggiungerli con un sorriso.

-Non ti preoccupare.-

-Ehi, andiamo alle giostre ora? Ho anche perso Zoro nel frattempo.- si lagnò, Luffy, con Sabo che alzò un sopracciglio, meravigliato, ma solo perché l'amico a cui si riferiva era lì qualche minuto fa, e non comprese come potesse essere scomparso, così, di punto in bianco.

-Va bene, andiamo.- concordò, quest'ultimo, con Ace che si aggrappò con affetto alla mano di Marco con entrambe delle sue; approfittando della felicità lasciata dal fatto che tenesse la sua camicia prima di avviarsi con i suoi fratelli, fuori da quel bagno e con i capelli ancora gocciolanti, adagiati contro la pelle rovente del biondo che non sentì il bisogno di lamentarsi a quel contrasto, preferendo tenere Ace a sé.



Era lì, seduto in grembo a Marco, di lato da adagiare la spalla sinistra contro il suo petto, ma solo perché Sabo, capendo che volesse intimità, lo aveva aiutato, e con una scusa aveva fatto salire Luffy sulla cabina opposta con lui, e in questo modo, ora poteva godere di restare in braccio al suo fidanzato, soli insieme e con lo sguardo perso verso le mille luci fuori.

-Qui non fa freddo, vero?- si affrettò a chiedere dopo aver ripreso controllo dei suoi occhi e lasciando che tornassero in quelli azzurri del biondo, più caldi e accoglienti di quel paesaggio che si abbassava, al contrario loro. -Ti sto bagnando.- mormorò prima di scusarsi, chinando il capo in avanti, di poco, e sfiorando, con le ciocche, il naso dell'altro, sgocciolandogli sopra.

-No, non fa freddo, ma puoi restare così, anche se mi bagni.- ridacchiò con una smorfia per quel trattamento, ma alla fine non era colpa sua, e se pensava di chi lo fosse sentì solo il volto indurirsi e corrucciarsi, ma le mani di Ace, umide, sulle sue guance, lo fecero riprendere, attirando la sua attenzione su di lui che si affrettò a baciarlo, gustando il sapore delle sue labbra con felicità.

-Grazie.- ridacchiò, lasciando poi il proprio naso contro la guancia del maggiore, rilassando le palpebre e respirando lentamente, sentendo poi la sua mano afferrargli un fianco e portarlo maggiormente contro di sé, mentre l'altro arto gli massaggiava, delicatamente e forse con troppo affetto, la coscia, in quell'attesa infinita, dove la giostra procedeva a una lentezza disumana.

-Ehi.- sussurrò, imbarazzato per ciò che gli stava procurando, nella mente, quel tocco, prima di tossicchiare a bocca chiusa, per schiarirsela dato che comprese come fosse troppo caldo il suo tono. Portò poi gli occhi, prima su Marco che aveva tutta la sua attenzione, come dimostrava anche la mano che si era fermata da quelle carezze, purtroppo, aggiunse nella mente; e poi oltre il finestrino, ad ammirare ciò che vedeva, e che al momento era solo il blu del cielo, con qualche macchiolina e qualche batuffolo voluminoso di bianco, e sorrise di nuovo, per come fosse bello essere così in alto.

-La fenice sta volando.- gli fece notare, allora, piano, ma affrettandosi a cogliere quel pensiero, quelle parole nate nella sua mente, così per caso, perdendo però, in quel modo, ciò che aveva voluto dirgli in precedenza, per richiamarlo.

-Oh.- ghignò, realizzando la faccenda con ironia, ma anche apprezzando quel gesto. -Ma penso che la cosa fondamentale sia che la fenice abbia preso il volo con il suo compagno.- asserì, portando due dita a solleticargli la guancia, osservando come arrossì sempre di più.

-Sì... In effetti hai ragione.- ridacchiò subito dopo aver assimilato bene come fosse bello librarsi in volo con il suo lui, la sua fenice. -Così voliamo e voleremo sempre insieme.-

-Di questo ne sono certo.- concordò, lasciando poi il mento sopra la sua spalla e le labbra adagiate contro il suo collo, adorando e sorridendo nel vedere come si mozzò il fiato, irrigidendosi e imbarazzandosi ancora, ma i suoi occhi brillavano, erano luminosi da accecarsi della sua felicità di stare al suo fianco.

-Se... Se io... Ecco, se tu sei una fenice, io cosa sono?- mormorò con un fil di voce, troppo flebile e tremule, ma si sentiva sereno, e il suo volto, anche se ardeva come l'inferno, continuava a bruciare insieme al suo cuore, pulsante per come gli urlasse di saltare su quelle labbra per assaggiarle, ancora e ancora.

-Cosa vorresti essere? Oh, ho trovato. Sei un bel gattino. A te piacciono come a me piacciono le fenici.- ideò, fiero di quell'illuminazione prima di scoppiare a ridere, distaccandosi al broncio e le guance gonfie del suo ragazzo, offeso di quelle parole. -Cosa c'è?-

-No.- scuoté il capo, risoluto, corrucciato con le sopracciglia e voltandosi verso il biondo, avvicinandosi lentamente fino a sfiorare le sue labbra con le proprie, senza però troppa consistenza, solo un triste, per entrambi, tocco invisibile e freddo. -Io amo i gatti, ma se devo essere un felino voglio essere una pantera, o un leopardo, sì.- annuì poi, orgoglioso delle sue parole, e bloccandosi un attimo prima di sorridere e lasciarsi incatenare dall'altro, dalla sua morbidezza e dal suo sapore carnoso, approfittando di possedere di nuovo quelle labbra per avvolgere e stringere le mani attorno al suo collo, socchiudendo gli occhi e lasciandosi trasportare dal suo amore.

-Fratellone! Ora andiamo nella stanza degli specchi!- aprì di botto la porta, Luffy, saltellando elettrizzato e con, sulle spalle, le mani di un deciso Sabo che cercava di tirarlo indietro, inutilmente, mentre Ace, nel sentire quella voce, si era spinto indietro con tutta la forza possibile, poco importava se Marco ci fosse rimasto male e che fosse finito disteso a terra, ma non poteva rischiare, con Luffy e Sabo a fissarli.

-Ehi... Certo, va bene.- si sedette, scrollandosi il capo e tirandosi l'attimo dopo in piedi, annuendo e guardando il minore andare senza aspettarli, così sospirò e fece un inchino in direzione di Marco. -Mi dispiace.-

-Non importa, andiamo.- lo raggiunse, dandogli una spinta dolce sulla schiena quando si fu alzato.

-E comunque, ti informo che non mi sono dimenticato che devo ancora aspettare ciò che vuoi farmi fare... Insomma, quella cosa, che non mi hai ancora detto.- raggiunse il biondo fuori, scendendo con un saltello e poggiando una mano sulla spalla di Sabo che li osservò stranito, più per le parole del fratello, che ritenne incomprensibili, o forse semplicemente in un codice in modo da non fargli capire troppo.

-Immaginavo.- ridacchiò, osservando e lasciando passare le persone che presero la sua cabina, e sospirò grato, più per come gli tornò in mente e notò che Ace ignorasse, ormai, la gente; non sembrava davvero neanche accorgersene più; ne era sollevato, nonostante non fosse così nel viceversa, dato le occhiate di tutti quelli che lo riconoscevano. Ma Ace era felice: contava quello.

-Posso sapere o è una cosa vostra, privata?-

-Mhm? In realtà non lo so. Devo un favore a Marco, e lui ancora non mi ha detto cosa devo fare per sdebitarmi.- annuì, volendo essere chiaro, e parlando con un tono impaziente, giusto per farglielo notare, dispiaciuto e che lui notò, infatti se la rise sotto i baffi, al contrario di suo fratello che lo fece più apertamente.

-Capisco, immagino la tua frustrazione.-

-Non scherzare, è comunque un impegno che gli devo.- mormorò, pensieroso sulle proprie parole, ma di cui ne era sicuro, e sorrise poi nel vedere Luffy e come si sbracciava e saltava pur di farsi vedere, oltre che urlare i loro nomi, ma sbagliando quello di Marco che divenne Arco, e poi Orco, e via via, fino a diventare Mao e poi tornare al solito Ananas, facendo solo porgere mille scuse ad Ace, nonostante il biondo, sventolando una mano, parlasse che non fosse importante.

-Certo che è importante, di certo ci resti male, no?- bofonchiò quando Sabo raggiunse il minore. -Questa è la casa degli spettri...? Ci sei mai stato?-

-Una volta, con Thatch.-

-Oh. Ti sei spaventato?- domandò curioso mentre varcarono la soglia, che sembrava un antro oscuro di una grotta, dalle pareti grigie e decorate da ragnatele e del muschio che scivolava, o forse qualcos'altro, forse delle pozioni, al contrario dell'interno, cosparso di luce viola, con ragni, fumo, e una musica strana. -Io non mi spavento, lo so.-

-No, ma ho riso per Thatch e le sue reazioni. Ah, sì? Ne sei sicuro?-

-Vedrai che ti spaventi tu e non io, così ti mostro come sono for...- si ammutolì, sgranando gli occhi e indietreggiando nel vedere una protuberanza nel muro sbottargli addosso della nebbia di colpo, facendolo andare a sbattere contro il petto del biondo che gli cinse i fianchi per reggerlo. -Che diamine è? Un cannone?- si avvicinò poi, ma il biondo non gli è lo permise, e allora decise di avanzare, continuando però a fissare quel mini vulcano che usciva dalla parete.

-Un geyser.- rispose con tranquillità, Marco, notando poi lo scheletro che gli finì addosso ma che Ace ignorò. -Ti sei spaventato.- gli fece presente, con un ghigno.

-Oh... Che strano marchingegno che si sono inventati... Eh, no! Sono solo... Ecco, sobbalzato, mica spaventato, eh!- lo corresse, voltandosi con il volto ma felice che continuasse a tenergli le spalle mentre arrossì per quel sorrisetto che non sembrava volergli credere intanto che un ragno calò sulla sua testa, ma si limitò ad abbassarsi, e il biondo di più.

-Comunque, esiste.-

-Il geyser? Wow... Allora dovremmo vederne uno un giorno.- mormorò, prima di ripetere: -Non mi sono spaventato di quel vulcano...-

-Certo.- ridacchiò. -Ma abbiamo perso i tuoi fratelli.-

-Già...- concordò amaro, ma dato che non erano tornati indietro, e che continuavano a non vederli, forse erano andati avanti. -Li troveremo alla fine, no?- sorrise, prendendogli le mani da dietro e costringendolo, con allegria, a intrecciarle attorno al suo busto, sentendolo sospirare sereno sopra la sua capigliatura ondulata intanto che dei versi da strega passarono scattanti con essa su una scopa volante e una sagoma di un gatto nero che attraversò la strada.

-Inizia ad essere noioso.- mormorò davanti al pentolone da cui sgorgava una sostanza verde fluorescente. -Si mangia almeno?-

-Ne dubito.-

-Non c'è molto, e tu non ti spaventi, quindi non è divertente.- borbottò, facendolo ridere mentre Ace gonfiò una guancia, svoltando a destra e ignorando il mostro di Frankenstein che portò le sue enormi mani pallide verso di loro.

-In effetti... Beh, forse, sentendo come sta ridendo Luffy, almeno lui si diverte.- parlò nel cominciare a udire quelle risate innocenti, e ipotizzando appartenessero proprio a lui, come confermò Ace con un cenno sicuro del capo, felice di sentirlo.

-Okay, allora corri vecchietto.- spronò, tirandogli una mano e avanzando tra i rami, e quell'aria da foresta abbandonata che oltrepassarono insieme al verso dei pipistrelli.

-Vecchietto?- parlò, quasi come a trasalire da quella novità, ricevendo una linguaccia dal moro che si voltò verso di lui, ma nel guardare il biondo finì per inciampare contro un muro pesante nella sua caviglia e piombare a terra, sul pavimento, salvandosi almeno con le mani che attutirono la caduta mentre scuoté il capo per riprendersi intanto che un serpente finto gli passò sopra il dorso dell'arto.

-Vedi che succede a darmi del vecchietto? Voglio dire, esageri nel dirlo.- lo aiutò, prendendolo con una mano da sotto la pancia e osservando come si tirò in piedi, tenendo tra gli arti un verde serpentino, lungo quanto il suo braccio.

-Intanto è colpa della linguaccia, e poi ho trovato un robot... Devo farglielo vedere a Luffy.- decretò, annuendo ma senza sorridere tanto prima di voltarsi e provare a vedere oltre l'oscurità, ma fremette, allontanando le mani dal biondo di scatto, come se fosse stato morso con crudeltà, e lasciando cadere per reazione la biscia che si avviò per la sua strada, tornando a muoversi, colpa di Marco che aveva tastato il palmo del moro, scoprendolo sanguinante. -Sono solo graffi. Andiamo? Ho perso il robot.- si lagnò, puntando gli occhi a terra ma li rialzò nel sentire del fiato fresco su di sé, notando che Marco lo stesse facendo sulle ferite dopo aver preso entrambe le mani e portate sotto il mento, con cura, facendolo arrossire e accaldare troppo da indietreggiare ancora, fino a sbattere con il tallone con lo stesso ramo su cui era inciampato poco prima.

-Dai, andiamo. O se ne vanno.- volle dire, provando a riavere, inutilmente, le sue mani.

-Sì, ho capito, ma ti fanno male.-

-Ti sei offeso tanto? Io scherzavo prima.- bofonchiò, continuando a osservare quelle labbra sui suoi palmi come se fossero delle candeline, e ridacchiò sincero per come lo osservò, così vicino e così buffo.

-Anch'io scherzavo.- mormorò, sorridendo e massaggiandogli il dorso con il pollice prima di baciarlo sulle labbra. -Va meglio?-

-Sì, ma non mi ero fatto male eh.- volle sottolineare, sicuro, con Marco che annuì, dandogli corda con un ghigno e tornando poi, con lui, a incamminarsi, dato che le risate di Luffy erano svanite.

-Secondo te che ore sono? Inizio ad avere sonno.- sbadigliò, dando un ultima occhiata alle mani e sbuffando, ma sgranò gli occhi e si affrettò a chinarsi sulle ginocchia, afferrando e brandendo al cielo di nuovo il serpente, anche se blu, al cielo oscuro. -Ecco! Vai, ora gli e lo porto a Luffy.- decretò sicuro, annuendo con un ghigno fiero intanto che Marco riprese fiato, dato che era trasalito nel vederlo cadere così di sua spontanea volontà.

-Saranno le una, non so... Ma evita di farmi spaventare, okay?-

-Allora hai visto che sei un vecchietto?- ridacchiò, ripetendolo e portandosi sotto braccio a lui, ignorando il resto di quei giochi da spavento che si azionavano ad ogni passo. -Poi andiamo a dormire, vero?- si strusciò contro il suo bicipite, ad occhi chiusi e lasciandosi guidare mentre respirò il suo calore un po' trasandato e sudato ma non gli dispiacque neanche tanto pur di stargli attaccato.

-Sì. Domani non ho nulla, in mattinata. Posso stare con te, al lavoro.-

-Che giorno è esattamente?- si sfregò, con il naso, e portò le pupille verso il suo volto intanto che si avvicinavano, finalmente, all'uscita.

-Domani è mercoledì.-

-Oh, che triste... Mercoledì? Quando è successo? ... No, aspetta... Cosa? Davvero è mercoledì? No, ma tu mi prendi in giro... Cioè, che? E io... Ma... E che ho fatto nei giorni scorsi?- parlò di scatto, sorpreso, e con Marco che lo studiò stranito prima di scoppiare a ridere.

-Ce la siamo spassata, cosa che continuiamo a fare. Ricordi? Siamo stati anche al mare.-

-Già, hai ragione... Il tempo vola...- sforzò un sorriso, ridacchiando. -Allora domani si va a lavorare!- decise con fare troppo allegro, ma era vero, era una sua responsabilità, e doveva mettere da parte i soldi che aveva stipulato con quelli. Avrebbe portato la solita cifra, e doveva fare qualcosa anche per Marco, continuò a pensare, ma si bloccò nel vedere il volto serio del biondo che lo scrutava come orripilato da ciò che, sapeva, volesse fare, come se avesse letto nella sua mente, quasi. -Cosa c'è?-

-Lascia stare.- scuoté il capo, stringendogli la mano e avviandosi verso la strada per uscire.

-Ehi, e no! Dai, dimmi!- supplicò, sbuffando ma quello, corrucciato, lo ignorò, così puntò gli occhi a terra e sul serpente che ancora teneva, dispiaciuto, e si strinse nelle spalle: -E... E se venissi con me? Quando... Quando andrò da quelli, vorresti accompagnarmi? Così magari mi aiuti a... insomma, così, boh, vediamo che succede... Li convinciamo che non farò più nulla, ecco... Non so se mi spiego...-

-E così ora ti sei convinto di volermi con te da quelli?- lo scrutò, notando che alzasse lo sguardo, stupito da quelle parole.

-Ma veramente... Ho paura.- ammise, vergognandosene, ma voleva essere chiaro. -Io... Non voglio che vieni, perché... E se ti facessero del male? Però, non voglio lasciarti fuori da questa storia, anche perché hai fatto tanto per me...- arrossì all'ultimo, e si strinse maggiormente contro il braccio del biondo, senza però guardarlo nel capire che si fosse mostrato, di nuovo e troppo, debole.

-Sarei venuto anche se non me l'avresti chiesto, ma almeno così... Sono felice che senti il bisogno del mio appoggio. Che mi vuoi al mio fianco.-

-E sì, abbiamo capito. Ma ora basta con queste parole del cavolo, e aumentate il passo.- decretò un uomo, dietro di loro, che fece sussultare i due che subito si voltarono, ed Ace lo fece passare dato come fosse spaventato dall'attrazione, così poi portò gli occhi sul biondo, ancora stranito e a quel puntò Ace gli scoppiò a ridere in faccia, lasciandolo maggiormente confuso mentre lo indicò.

-Ti sei spaventato!- continuò a ridere, così da far capire la sua reazione al biondo che rilassò le spalle e scuoté il capo, demoralizzato che fosse quello il motivo, ma volle stare al gioco mentre avanzarono.

-Ma no, sono solo sobbalzato.- ironizzò, citando le sue parole di prima e tornando a incamminarsi, lasciandolo indietro il giusto che si riprendesse e lo rincorresse.

-Ehi! Guarda che io ero serio, su quello. E poi, almeno ti ho visto che ti spaventavi, quindi ti sei spaventato.-

-Logica sopraffine.- si congratulò, Marco, annuendo e passandogli una mano sulla chioma, scompigliandogliela in modo dolce intanto che la grotta terminò e loro si ritrovarono fuori, con Sabo e Luffy seduti su una panchina a mangiare popcorn.

-Lo so.- si vantò, con fare fiero, correndo dai fratelli subito dopo e affondando una mano nel cilindro di cartone in cui era riposto il cibo, celando una smorfia di dolore per la pressione sulle ferite mentre ricacciò il pugno, colorato di bianco e salato per quei chicchi rigonfi.

-Ce l'avete fatta!- tuonò elettrizzato e con felicità, Luffy, e con le mani al cielo.

-Sì, ci siamo fermati a parlare. Non facevano paura, no?- si voltò verso Sabo che concordò prima che puntasse il dito verso il minore.

-Lui rideva di tutto.-

-Mhm, sì, lo sentivo e... Oh! Ecco a te, Luffy! Guarda che forza!- portò subito l'altra mano, riposta lungo il fianco, davanti al volto di entrambi e mostrando il serpente meccanico che continuava a muoversi, e che venne rubato dal minore che esultò con gli occhi luccicanti.

-In effetti è abbastanza fico.- annuì meravigliato, Sabo, facendo per toccargli il muso e notando come avesse gli occhi che brillavano ad ogni movimento.

-Devo portarlo ad Usop e Chopper! Anche Franky lo deve vedere!- non finì di dirlo che, mentre Marco li raggiungeva dopo aver salutato Jaws che passava di lì; si alzò in piedi per correre alla loro ricerca, solo che prese anche i popcorn, con somma tristezza dei due intanto che Ace si lasciò crollare seduto nel posto, ora libero.

-Volevo i pop...-

-Che ti sei fatto?- si affrettò a chiedere, interrompendolo, Sabo mentre notò i graffi rossi sui palmi delle mani, lasciate a prendere aria sopra le cosce forse per il dolore mentre il biondo avanzò con una mano, sfiorando con il dito il polso per vedere meglio.

-Oh... Per la fretta di far vedere il serpente a Luffy sono corso da voi, ma era buio e sono caduto... Infatti poi ci siamo fermati e ci siamo messi a parlare, io e Marco.- spiegò in fretta, forzando un sorriso mentre Marco gli sorrise, portando poi a sedersi al suo fianco.

-Oh. Beh, l'importante è che non sia grave.-

-Tranquillo! Non mi fanno poi così male ormai.- asserì, guardandolo con sicurezza negli occhi celesti e allegri prima di fermarsi a domandarsi se non doveva chiedere anche a lui, se non doveva essere sincero anche con suo fratello... Non lo sapeva cosa sarebbe successo, ma forse poteva.

-Okay.-

-Ti va se ti dico una cosa?- mormorò allora, sentendo il respiro di Marco decelerare e farsi teso e serio.

-Puoi dirmi tutto quello che vuoi, lo sai che ci sono.- sorrise di più, annuendo e adagiando poi la schiena contro la panchina. -Peccato che Luffy se ne sia andato senza lasciarci un po' di cibo.- ridacchiò.

-Già... Beh, mhm...- mugugnò, portando gli occhi a studiare il terreno con fare troppo penetrante. Sabo era felice, ma alla fine lo avrebbe saputo comunque... Meglio che lo scoprisse da lui, si decise, nonostante non volesse rovinargli la spensieratezza, come aveva fatto anche con Marco. -Ho un nuovo accordo con quei tre della droga.-



D'accordo... Ora si pentiva un po' di averglielo detto, spiegato anche, detto tutto ciò che aveva detto a Marco... E niente, Sabo aveva perso il sorriso ed Ace si era sentito un battito in meno. Si era poi messo a parlare con Marco, e si era lamentato che gli e lo avessi detto solo in quel momento... Alla fine, Ace era stato un po' costretto e lo aveva detto anche e solo a Luffy dopo averlo ritrovato, che non aveva compreso molto, e così, tutti e quattro, furono i primi ad andarcene da quella festa fantastica, sotto il broncio del più piccolo che non faceva che lamentarsi, almeno finché non aveva compreso l'aria tesa che avevano Sabo e Marco; non erano dell'umore per restare in quel posto allegro e destinato solo ai medesimi. Entrambi i biondi nei posti davanti, come pronti ad agire, e il lentigginoso invece aveva deciso di restare a guardare dal finestrino, il passaggio che scorreva, oscuro come i suoi occhi, dispiaciuti per aver rovinato la serata, e infatti aveva chiesto scusa a Luffy, in quel silenzio troppo cupo, e il minore gli aveva sorriso e offerto un po' del suo cibo, che accettò nonostante la poca voglia di mangiare nello stomaco. Almeno c'era il suono della macchina, del motore e delle ruote che procedevano tranquille intanto che concretizzava, lentamente, osservando di sfuggita ognuno, che fosse in auto con le persone più preziose del suo cuore, a cui teneva maggiormente.

-Chissà se alla fine hanno trovato Zoro... Volevo fargli vedere il serpente anche a lui, ma non si trovava.- ridacchiò il minore, grattandosi il viso con l'indice e sorridendo prima di mostrare ancora quel marchingegno, arrotolato rigidamente al suo braccio; al maggiore che però, troppo assopito, scrutava con attenzione la barriera alla fine della corsia destra, con la tempia contro il finestrino.

-Ace.- mormorò Sabo, nel vedere dallo specchietto il suo volto ombroso, con Marco che si voltò, dato che poteva visto che non era lui che guidava, e portò una mano a circondare il sedile.

-Fratellone, ti sei addormentato a occhi aperti?- sorrise il più piccolo, ma nel non ricevere risposta ancora mise il broncio, spaparanzandosi contro il soffice sedile a braccia conserte e con il serpente in grembo.

-Ace, hai fatto bene a parlarcene, lo capisci?- parlò il suo ragazzo, volendo fargli sapere che non doveva essere così negativo da quel risvolto che aveva avuto la giornata, alla fine.

-Sta cambiando tutto così in fretta... Non avrei mai pensato che la nostra vita si sarebbe evolsa così.- mugugnò invece, volendo far capire a tutti che non era cupo, solo un po' in realtà, ma che stesse solo riflettendo a modo suo su tutto ciò che stava accadendo a uno come lui.

-Evoluta.- corresse Marco, sorridendo insieme all'autista.

-È vero! È sempre più bella, fratellone!-

Nel sentire quelle parole, da Luffy, il maggiore non riuscì a trattenere un ghigno dolce, al punto da concordare, tanto che annuì, affermando che avesse ragione prima che gli sfuggisse uno sbadiglio, e a quel punto, Luffy, gongolando e stiracchiando in alto le braccia decise di sprofondare sulle gambe del lentigginoso che gli e lo permise senza avere nulla in contrario, appoggiando comunque una mano sulla sua chioma mentre il minore si cullava nei sogni.

-Se pensi a questo, perché sei così triste?- disse allora, Sabo, approfittando del momento in cui Luffy aveva deciso di dormire, sapendo che altrimenti non avrebbe aperto bocca, ascoltando troppo forte l'aura fremente di Ace in quell'auto.

-Secondo te, Sabo, me lo merito anch'io questo cambiamento di vita? Questa felicità? Ho sempre cercato di proteggere Luffy, ma l'ho fatto nella casa del nostro carceriere, lasciando... che guardasse come mi... distruggeva, e sono evaso da lì solo per un puro caso, uno scherzo di una sera, più che altro...- mugugnò, nel pensare a quando aveva pensato fosse un sogno che Marco gli avesse, dopo aver impedito un suicidio, accompagnato a prelevare tutta la sua roba e il suo fratellino per trasferirsi... Un sogno che non era tale mentre sentiva gli occhi del proprio ragazzo ancora addosso.

-Ace... Ammetto di non aver mai capito perché sei rimasto, o almeno... Ti vedevo... Lo percepivo che più quello ti picchiava più una parte di te scompariva chissà dove, e purtroppo, anch'io non ho fatto nulla... Eravamo dei bambini, cosa potevamo fare? Ci ha distrutti, ci ha fatto crescere nella distruzione, in un crollo psicologico infinito. E nel dolore... Però, però ora siamo qui, e tu hai trovato qualcuno che ti ha fatto uscire dal tuo labirinto. Un po' mi rammarico che non sia stato io, ma sono davvero felice che sia stato qualcuno di così importante per te.-

-Lo sei anche tu, Sabo. Come Luffy. E mi solleva che ora entrambi stiate bene, che siate felici. In fondo è per voi che ho continuato a vivere, quindi la tua presenza, anche se distante, è stata importante. Grazie.- mugugnò, portando di nuovo lo sguardo verso il nulla mentre la macchina parcheggiava, e poi puntò gli occhi su Marco, sorridendogli impacciato e innocentemente, osservandolo ricambiare più sicuro prima che scendesse e si affrettasse a raggiungerlo.

-Ace... Ti voglio bene.- si voltò, prima di dirlo, osservando Ace concordare e ripetere le stesse parole, sia a lui che a Luffy prima di sussurrare un "Ti amo." a Marco, allegramente e baciandolo teneramente su una guancia prima che gli passasse piano il minore, uscendo in fretta solo per riprenderlo tra le braccia con fare fiero.

-Puoi prendergli i popcorn? Se si sveglia vorrà tornare qui solo per quelli.- ridacchiò, felice che Marco fosse, chinandosi verso di lui, in vena di sbaciucchiarlo sul volto un po' ovunque; di certo fiero di quel risvolto, di quella serata che aveva dato frutto di tante cose e nuovi accordi, con una mano a tenergli la schiena; almeno finché Sabo non li raggiunse. Di certo Marco, adesso più libero e anche consapevole della partecipazione del proprio ragazzo oltre che del fratello, voleva escogitare un piano per incastrarli nel medesimo giorno in cui lui sarebbe andato con i soldi.

-Già fatto, fratello.- esordì allegro, mostrandogli l'oggetto richiesto tra le mani.

-Okay.- fece una smorfia per quell'interruzione, ma si rallegrò al pensiero che, in camera, Marco sarebbe stato tutto suo.

-Vogliamo discutere su come interagire, lunedì, verso quei tizi?- domandò allora, Sabo, camminando al loro fianco e con sguardo risoluto, con Marco che lo imitò, al contrario di Ace che emise un verso stralunato e forte con un: "Eh?"

-Non vuoi?- chiese Sabo, confuso.

-Ma io domani devo lavorare, voglio andare a dormire... Se Lucci mi becca a dormire al bancone chissà che rimprovero che mi darà... E poi sono troppo assonnato per darvi retta. Decidete tra di voi e poi mi riferite domani.-

-No, ci servi anche tu. Non sappiamo come sono, né come potrebbero comportarsi in determinate situazioni. Ergo, devi esserci anche tu. Però, in fondo è tardi. È meglio parlarne a mente lucida, quindi va bene. È già un traguardo saperti con noi, che vuoi vincere con noi.- ghignò il fratello, alzando le spalle con orgoglio.

-Dobbiamo escogitare un ottimo piano, perché non voglio che prendano di mira voi: la mia famiglia non si tocca.- fece risoluto, annuendo serio prima di sbadigliare ed entrare, sentendo i due, dietro, onorati e fieri di quelle parole. -Però finché non li freghiamo starete attenti, vero?- si voltò, continuando a salire le scale intanto che Luffy si stiracchiò con le braccia, quasi a colpirlo al mento ma ne se accorse in tempo, peccato che il minore continuò a, mugugnando, tendere gli arti a tal punto da farlo sbilanciare indietro, ma riuscì comunque a fermarsi, con una gamba che fermò allo scalino inferiore.

-Sì, ed è meglio che gli e lo rispiego, a Luffy. Ma tanto staremo sempre insieme, e nel caso, vedrò io di non perderlo di vista, quando sarai occupato.- lo raggiunse, dato che fosse fermo per permettere a Luffy di muoversi, alla ricerca di una posizione più comoda.

-Sì, anche se Luffy sa cavarsela, non si è mai troppo prudenti. Che tristezza essere occupato.- mormorò, ma non vedeva l'ora di dormire intanto che puntò gli occhi su Marco. -Anche tu sei forte, però è meglio stare attenti e non stare soli, per lo più quello è l'importante. Immagino che se si è soli, e addirittura se lo si è in un posto affollato e ci sono... Mhm, lasciamo perdere.-

-Sì, ma parliamone domani: siamo tutti stanchi, e in casa possiamo stare al sicuro. Almeno lavori solo di mattina, no?-

-Meno male.- sbadigliò ancora, riprendendo il cammino appena Luffy si fosse rannicchiato come voleva e portato il volto nell'incavo del collo del maggiore. -Però. Che strano vedere questo dormitorio completamente vuoto.- rise, varcando la stanza dei fratelli; alla fine, dato che era arrivato Sabo, gli avevano dato una stanza vera e propria, invece che fargliela condividere con Thatch, e così alla fine Luffy si era trasferito lì. Lo adagiò nel proprio letto intanto che Sabo, prendendone un'altra mangiata, lasciò i popcorn sul comodino, e allora Ace si affrettò a fare lo stesso prima di chiudere come meglio poteva, quel contenitore di cartone, con un foglio di carta.

-Buona notte.- sorrise Marco, ancora sulla porta e aspettando Ace che si affrettò a raggiungerlo dopo aver rimboccato le coperte al più piccolo e salutato il secondo, chiudendo poi la porta e sorridendo elettrizzato al biondo. -Cosa c'è?- chiese, ricambiando il volto allegro ma senza comprenderne il senso.

-Ti andrebbe... Se non sei troppo stanco, di portarmi in camera in braccio?- si strinse nelle spalle, portando gli occhi verso il pavimento ed emettendo una smorfia meno allegra e più impacciata rispetto a prima insieme e contornata da un rossore forte e invadente sul volto mentre sentì il biondo sospirare piano, divertito, con fare allettante chinarsi in fretta per poi sollevarlo.

-Certo, puoi chiedermelo tutte le volte che vuoi.- sussurrò, poggiando poi le labbra sul suo collo e iniziando a mordicchiarlo dolcemente, ascoltandolo gemere a denti stretti, non volendo farsi sentire. Raggiunta la meta, stringendo di più la presa su Ace per sentirlo sempre con sé, chiuse la porta della propria stanza alle spalle con un colpo di tallone.

Tornò a sospirare sulla sua pelle e lo vide mugugnare ancora più forte, strizzando le palpebre al suo nuovo succhiotto, arrossendo sempre più mentre Hawk li salutò con un cinguettio e un battito d'ali, con Marco che lasciò il suo amante disteso sul letto con delicatezza, sfilandosi poi la camicia, con uno sbuffo pieno di ardore intanto che Ace, strizzando gli occhi, con le mani, stese a malapena e verso l'alto, riposte sopra al cuscino, insieme al volto rosso e affannato per la visuale, mugugnasse e portasse gli occhi sul biondo, risalendo per baciarlo e fermandolo momentaneamente dallo slacciarsi i pantaloni.

-Ciao Hawk.- volle comunque ricambiare il saluto, Ace, sentendo poi il volatile sbattere le ali con fare fiero per essere stato notato dopo il suo cinguettio, e dopo una risatina di Marco, anche quest'ultimo si affrettò a fare lo stesso, avvicinandosi anche al suo amico per dargli una grattatina sul petto prima di andare verso la porta, e a quel punto Ace, non capendo, si alzò per osservarlo. -Dove vai?- mugugnò, portando su solo il volto, non volendo muovere le mani più di tanto.

-Torno subito, Ace.-

-Okay...- si rilassò, riadagiando il capo contro il cuscino prima di puntare gli occhi sui suoi pantaloni, voglioso di rimuoverli insieme agli slip, a tutto ciò che teneva addosso di ingombrante per accogliere meglio Marco, però si sentiva sporco... Avrebbe dovuto lavarsi, rifletté intanto che provò a togliersi, con i piedi, gli scarponi neri, lasciandoli cadere con un tonfo. Portò gli occhi sul pappagallo, illuminato dalla luce del lampione accanto alla finestra, e gli sorrise: si era addormentato. Forse Marco era andato via perché doveva pulire la gabbia, suppose poi, rilassando gli occhi e sbadigliando. Almeno sarebbe tornato presto...



Ahia... Perché dovevano bruciare così tanto?, mugugnò con fare agitato, scuotendosi un attimo prima di allontanarsi e girarsi su un fianco, ascoltando però qualcuno sospirare socchiuse gli occhi, notando poi di essere ancora nel letto aprì gli occhi, confuso, respirando piano prima di tornare a voltarsi, di nuovo disteso di schiena contro il materasso e sbadigliare apertamente davanti al volto del biondo.

-È già ora che devo andare a lavorare?- schiuse un occhio, portando la mano a stropicciarlo ma la tolse subito nel percepire altro bruciore e sventolò la mano in aria, con Marco che sorrise e negò con il capo nel prenderla con delicatezza.

-No, sto solo medicando le ferite. Puoi dormire.- spiegò, con il moro che sorrise piano, ancora un po' assonnato, però annuì.

-Grazie. Posso aiutarti?- domandò, portando poi davanti al volto l'altra mano, osservando, grazie alla luce di una lampada che non seppe dove fosse e non volle preoccuparsene; che fosse già fasciata. -Oh, grazie.- mormorò nuovamente, sorpreso ma allegro di quella consapevolezza, immaginando fosse dovuto a quello se si era svegliato.

-Ho finito. Prego.- fece presente, chinandosi poi davanti al suo volto e iniziando ad assaporare le sue labbra con dolcezza prima di schiudere le labbra e allontanarsi con la valigetta da pronto soccorso, di nuovo in bagno.

Al ritorno portò a riporre nuovamente il pavimento della gabbia, bagnato e pulito al suo interno, spegnendo tutto prima di spogliarsi definitivamente, restando solo con i boxer e raggiungere il moro, portandoselo più vicino al petto con delicatezza per come fosse tornato a dormire, e, rimboccando le coperte a entrambi sospirò, pronto a chiudere gli occhi anche lui, per quella sera.




-Sveglia, sveglia, sveglia, Ace! Fratellone, andiamo! C'è la colazione!- saltellò impazzito, il minore, ottenendo solo che il maggiore, mugugnando negativo sotto lo sbuffo esausto di Marco, andasse a ripararsi proprio contro quest'ultimo, celandosi meglio contro al petto e sfregandosi su di esso con il proprio naso, respirando, ma sgranò gli occhi e trasalì nel sentirsi mozzare il fiato, dato che Luffy, tutto determinato, lo aveva afferrato, portando le braccia attorno al suo collo, di certo inteso come un abbraccio affettuoso, e tirato fuori dal letto, lasciandogli emettere a stento un verso strozzato prima che sbattesse la testa contro il pavimento.

-Ahi... Maledizione, Luffy!- aumentò sempre più il tono fino a urlare il suo nome, scattando in piedi, ringhiando e aumentando il passo verso le sue risate che scendevano le scale, trionfanti di essere riuscito in ciò che bramava: svegliarlo.

-E così, i buongiorno d'ora in poi saranno sempre più movimentati...- gemette, Marco, strizzando un occhio con disapprovazione intanto che teneva una mano a reggersi la guancia, con il gomito sul cuscino ancora sotto le coperte, ormai disfatte; e disteso, guardando la porta spalancata tra i cinguettii di Hawk, allegro che la finestra fosse radiante di luce, grazie a Luffy.

-Marco! Vieni!- urlò poi, Ace, anche se distante che il suo grido non parve tale alle orecchie del biondo, ma sorrise, scostando le coperte e infilandosi i pantaloni prima di raggiungerlo, arrivando dunque in cucina.

-Quanto tempo abbiamo?- domandò, con Sabo che firmava le giustifiche al minore e con quest'ultimo che mangiava quanto un esercito, tra i volti soddisfatti dei cuochi, tra cui Thatch.

-Molto.-

-Ma dove siete finiti, ieri? Possibile che ve ne siate andati così?- si lagnò, divertito, il castano, e prendendo posto, ancora in pigiama dato che si era svegliato per il baccano di Luffy, come la maggior parte che però non si era voluta scomodare e infatti era ancora a sonnecchiare nelle stanze.

-Eravamo stanchi.- giustificò Marco, afferrando una brioche e prendendo una sedia.

-Luffy, vedi di andare a scuola con gli altri, oggi.- parlò invece, Sabo, concordato da Ace che annuì a bocca piena.

-Cosa? Perché?- si lagnò, masticando ancora il cibo a bocca aperta.

-Devi, mi spiace fratellino.- parlò Sabo, ridacchiando e scompigliandogli i capelli.

-Dai, hai lo zaino pronto?- volle chiedere invece, il lentigginoso, sbadigliando ancora e sfregandosi la chioma, socchiudendo gli occhi.

-No.- ridacchiò, con il maggiore che fece una smorfia, ma poi il biondo si alzò, anche perché aveva finito di mangiare e allora, sorridendo apprensivo, disse che ci avrebbe pensato lui. -Grazie!- gongolò, gioviale e con un tono riconoscente da bambino.

-Ti va di fare un bagno insieme?- parlottò allora, Ace, socchiudendo un occhio, con ancora la stanchezza addosso mentre Thatch osservava e ascoltava tutto in disparte e Marco sorseggiava un caffè, attirato però dalla proposta.

-Certo!- asserì loquace il minore, alzandosi dopo aver finito la piramide di frittelle, afferrando il braccio di Ace e tirandolo su, fino a condurlo fuori dalla cucina nonostante il suo verso di protesta per quell'irruenza. -Chiamiamo anche Sabo!- annunciò il minore, sempre più pieno di felicità, dimenticandosi quindi della giornata di studio che lo attendeva mentre Ace sorrise.

Aveva visto Marco voltarsi e si era pentito di non aver specificato il nome di Luffy dato che quest'ultimo aveva pensato si riferisse a lui, ma non poteva farci nulla. Però non gli aveva fatto finire la colazione, si lagnò, Ace, facendo le scale solo per poi finire addosso a Sabo, dato che entrarono nella sua stanza solo per chiamarlo, o meglio, aggredirlo proprio mentre aveva terminato di fare lo zaino al minore, ma senza ancora chiuderlo, tanto che i libri finirono tutti fuori dalla bocca della sacca scolastica, insieme a loro.

-Ahio... Luffy, non... Ah, lasciamo perdere...- borbottò, rinunciando e portandosi in piedi per poi protendere una mano verso i due che subito l'afferrarono, uno ridendo, l'altro confuso e barcollante che si teneva la tempia con una mano.

-Ma cosa è successo? È stato come ricevere un treno in faccia...-

-Mi dispiace. Ma ora andiamo a fare il bagno!- esordì deciso Luffy, andando poi per trascinare entrambi, anche se era più una reazione a catena visto che teneva per mano Ace e che quest'ultimo teneva il biondo.

Arrivati, sbuffando per quel mondo confusionario, chiusero la porta iniziando a spogliarsi, con Ace che si premurò di riempire la vasca prima che gli sorgesse un dubbio enorme e si bloccasse dallo sbottonare i propri bermuda.

-In tre stiamo scomodi.- avvertì ad alta voce, portando gli occhi sui fratelli che lo ascoltarono attentamente, almeno Sabo perché Luffy si tuffò senza tante cerimonie: ma a lui era sempre piaciuta l'acqua.

-Boh. Proviamo, o nel caso facciamo che mi lavo per ultimo.-

-No! Andiamo che ci stiamo!- decretò sicuro, il minore, fiero della sua deduzione.

-No che non ci stiamo...- negò con il capo, Ace, mentre Sabo portò degli asciugamani sopra un ripiano accanto al più piccolo, ma fu un errore perché Luffy ne approfittò per tirarli tutti e due giù, verso di sé.

-Diamine...- si lagnò il lentigginoso nel rialzare il capo dall'acqua e accigliarsi, ormai all'interno della vasca anche se con le gambe fuori, con le ginocchia che toccavano a malapena il pavimento.

-L'aveva detto... Ace, che non...- sbottò, ma rinunciò, ormai, e si tolse i boxer prima di entrare e portare le ginocchia contro al petto per dare spazio agli altri, con Luffy al centro a ridere.

-Avevo ragione io.-

-Sì, certo...- bofonchiò, con il volto sopra il livello dell'acqua e gli occhi sottili come quelli di un predatore verso il minore, che sussultò e forzò un sorriso.

-Forza, sbrighiamoci o perde di nuovo la scuola.-

-Già.- concordò, rimettendosi in piedi e spogliandosi prima di raggiungerli, versando poi il sapone sulla schiena del minore mentre Sabo gli passò contro la spugnetta tra le sue risate continue e dolci.



Usciti e dopo essersi cambiati in stanza, si affrettarono a incontrarsi al portone principale, con Marco e Thatch che discutevano tra loro seduti alla fine delle scale; e nel vederlo cambiato, Ace pensò si fosse lavato da un'altra parte, Marco, in quell'immenso istituto.

-Ehi! Eccovi!-

-Ciao di nuovo.- sorrise Luffy, atterrando con un saltello e andando poi dietro a Zoro e Sanji, che litigavano poco distanti da lì, con lo zaino in spalla.

-Sabo accompagna Luffy, quindi noi possiamo andare al bar, se ancora vuoi. Poi ci raggiunge anche lui.- parlò, forse con troppo il volto intimorito di un "No" dato come fosse tranquillo e rilassato, da non volersi spostare, ma portò gli occhi sul fratello che sorrise prima di avviarsi, con la sacca del minore, verso gli altri che iniziarono a comparire dalla sala.

-Sì, ora andiamo.- annuì prima di puntare gli occhi di nuovo su Thatch, ma solo perché volendo capire e finire di sentire quella novità abbastanza pesante nonostante il suo volto.

-Okay, io inizio ad avviarmi, allora.- sbadigliò, sfregandosi il naso con l'indice e voltandosi verso il portone prima che il suo ragazzo lo chiamasse con un tono tra il perplesso di quell'atteggiamento e il rimprovero di non essere aspettato, con Thatch che gli sorrise, commentando e ripetendo che Lucci non poteva licenziarlo. -Lo so, ma dato che voi parlate ne approfitto per andare al bar e metterlo in ordine. Anche perché voglio mangiare qualcosa, Luffy mi ha interrotto a colazione pur di portarmi in bagno.- mugugnò, amareggiato per la sua fame non saziata e sospirando tragico, facendo solo ridere il castano mentre il biondo gli fece cenno di raggiungerlo e di sedersi con la mano, subito esaudito nonostante i lamenti dello stomaco del lentigginoso che si fecero sentire.

-Tieni, Thatch l'ha messo da parte apposta per te, prima.- spiegò, porgendo una scatola confezionata, a cui Ace rivolse un volto brillante, accogliendolo tra le mani e subito ringraziando il cuoco prima di mangiare.

-Di nulla.-

-Dicevi?- si voltò, puntando gli occhi sull'altro che fece una smorfia, osservando Ace timoroso ma era troppo sovrappensiero nel finire le frittelle e i biscotti.

-Teach non si è più visto da ieri sera. Il babbo è in pensiero, per quanto tu gli abbia detto anche del suo, insomma, quella cosa di ieri alle giostre.-

-Mhm?- si voltò, il lentigginoso, con una frittella in bocca ma poi tornò al suo piatto, non volendo tanto sentire quell'argomento su quella persona, e sbuffò dalle narici prima di salutare Luffy e i suoi amici, compreso Sabo, che uscirono in tranquillità.

-Ace, so che non ti piace, ma fa parte della famiglia. Per quanto nemmeno io riesco a sopportarlo...-

-Non ho detto nulla.- sottolineò, con un'occhiata smarrita prima di terminare e richiudere tutto il contenitore vuoto, finendo la colazione con sguardo soddisfatto prima di lasciare la guancia contro la spalla del biondo, sbadigliando. -Dimmi quando dobbiamo andare.- sentendolo sorride chiuse gli occhi, abbracciandogli il gomito e appollaiandosi tranquillo sotto lo sbuffo di un commento sconcio di Thatch che si prese un calcio nello stinco dal biondo con irruenza.

-Ti avviso io, ma penso che andremo tra poco.- assicurò, con il castano che si mise in piedi, dato che ciò che doveva dire lo aveva detto e raccontato, prima dell'arrivo del moro.

-In ogni caso, il babbo vuole che lo cerchiamo.- terminò in un bisbiglio, all'orecchio dell'amico nell'abbassarsi con la schiena prima di superare entrambi con una pacca sulla spalla a quest'ultimo e augurare, nel guardare e nel sorridere ad Ace, un buon lavoro, facendo una smorfia nel vedere però l'occhiata cupa di Marco per quella rivelazione.

-Andiamo, Ace, ti porto io.- mormorò, riservandogli un tenero bacio sulla guancia prima di sollevargli le gambe e tenerlo per la schiena, sentendolo mugugnare mentre riaprì gli occhi, dispiaciuto.

-Sei triste? Cosa ti ha detto?- farfugliò opaco e con il respiro lento per quel tono così tenebroso del suo ragazzo, che scuoté il capo e sorrise come a digli "Niente.". Allora Ace si allungò, avvicinando le labbra alle sue mentre varcarono la soglia del portone. -Ora non dirmi che ti ho contagiato: dobbiamo dirci tutto, no? Non fare come me che me la prendo.-

-Te la prendi, eh? Ma se non volevi dirmi nulla finché non ho insistito.- ironizzò, scherzoso, con il lentigginoso che tirò fuori una linguaccia.

-Ora non dirmi che devo insistire io, uffa!-

-Insistere...-

-Ma se invento nuovi termini perché mi correggi?- trovò come scusa, sbuffando oltraggiato e lasciando una mano sopra il suo petto, caldo e vivo da sentirne il battito. -Ora me lo dici?-

-Vedrò di ricordarmi di metterli sul dizionario.-

-È una cosa così brutta?- portò il naso, la punta, a sfregare il mento spigoloso del biondo, ricoprendolo poi di baci fino a scendere sotto al collo, intanto che finì di percorrere il marciapiede per ritrovarsi all'interno dell'università, e allora iniziò a staccarsi e a concepire dove fosse e il perché, quindi sbatté, piano, la mano contro il suo ragazzo, voglioso di scendere prima che qualcuno lo potesse vedere, e così venne accontentato.

-Guarda che non dice niente nessuno.- ridacchiò per quel comportamento, divertito.

-È imbarazzante comunque.- mormorò, rosso in volto e sospirando poi per calmarsi, limitandosi però a stringere, con decisione e un senso di calore nel cuore, la mano di Marco che sbuffò una risata. -Allora?- lo scrutò, curioso.

-Allora cosa?- ghignò, massaggiandogli il dorso dell'arto con il pollice e continuando ad avanzare tra quei corridoi infiniti e marroni, in legno, piene di porte ovunque prima che prendessero la curva a destra, per arrivare a destinazione verso la fine della strada.

-Che ti ha detto Thatch nell'orecchio?- si fece serio e indispettito che continuasse a non dirglielo, corrucciando il volto prima che Marco, sospirando amareggiato, annuisse.

-Dobbiamo cercare Teach, questo mi ha detto.- farfugliò amaro, con una smorfia.

-Oh. Posso aiutare?- domandò curioso, innocente e puntando gli occhi nei suoi.

-Come?- si sorprese, Marco, senza capire perché tutto quello.

-È una persona orribile e la odio, ma se posso aiutare sono disponibile, lo sai.- sorrise il lentigginoso, entrando poi nel suo bar, prima di correggersi e tornare a pensare che era solo un bar ma non il suo. E gongolò tra sé e sé, all'idea che non sarebbe stato lì ancora a lungo, ridacchiò, attirando l'attenzione sul biondo su di sé, involontariamente.

-Niente, pensavo ad altro, scusa.- rise, andando poi a portare ogni sedia giù dai tavoli, abbastanza in fretta e aiutato dal maggiore, che fece un verso come se avesse afferrato, prima di chiedere cosa fosse, ringraziandolo però per le parole dette in precedenza.

-Niente, Marco, solo... Ohm, in effetti...- si fermò, tentennando e aprendo la vetrata che conduceva al terrazzo, andando a trasportare altri tavoli insieme alle sedie, per poi abbassare la tenda da sole, bianca e ritornare dentro, con il biondo a stare sulla soglia ad attendere risposta. Così approfittò del momento, poggiando le mani sulle sue spalle e alzandosi sulle punte per raggiungere il suo orecchio: -Meglio non farsi sentire da Lucci. Allora, ecco: pensavo al fatto che lavorerò ancora per poco in questo bar, almeno spero. Tutto qui.- rise, riabbassandosi dopo aver poggiato le labbra contro le sue, felice e a stampo.

-Oh, tutto chiaro.- esordì, con tono fiero e, prendendogli la mano, avviandosi verso il bancone con lui prima che si fermassero, con il moro che si irrigidì e fece un inchino in segno di saluto, verso Lucci e il suo piccione, che avevano varcato l'entrata in quel momento e con il solito sguardo indifferente.

-Buongiorno. Vedo che ci siete entrambi... Di recente è sempre così: dove va uno va l'altro.- commentò con noia, il piccione, parlando da saputello e con un'ala a toccarsi il petto, con Ace che si rialzò con uno sguardo confuso, ma nonostante questo annuì come a dargli retta, con Marco che chinò il capo su un lato con uno sbuffo infastidito e una smorfia.

-Signor Lucci, l'importante è che Ace sia qui, stia lavorando e abbia messo tutto a norma.-

-E lo protegge anche.- asserì con tono di stizza, il volatine, con il padrone a girare tra i tavoli fino al bancone.

-Ehi! Lo proteggo anche io...! Cioè, mi scusi per il mio tono, non volevo essere impertinente.- tornò a porgere perdono con una nuova riverenza, imbarazzato di essere scattato così impudentemente sotto lo sguardo intenerito e grato del biondo, anche se continuava a sentirsi seccato per le parole dell'uomo, delle quali non ne comprendeva il motivo, mentre il suddetto indicò, con un dito, il luogo su cui era giunto.

-Questa è la tua postazione, avanti. E cerca di assentarti meno, se ti è possibile, e se il tuo fidanzato te lo permette.-

-Sì, ma non parli male di Marco...- bofonchiò, gonfiando una guancia offeso, ma senza farsi sentire dal diretto interessato che uscì in tranquillità, intanto che il biondo sospirò ad occhi chiusi, cingendo poi la vita del lentigginoso per ringraziarlo e che arrossì, sorridendo e recandosi poi con lui alla propria postazione mentre Sabo giunse, guardando stranito l'uomo che era appena uscito e ormai lontano, salutando poi i due e sedendosi sullo sgabello appena li raggiunse.

-Ace, qui c'è poca gente, neh?- mormorò, con il fratello che lo scrutò in silenzio un attimo prima di lagnarsi con un:

-Mi manca il letto.-

-E lo so.- rise, concordando e annuendo prima di dare un'occhiata a Marco, e nel ricevere quel cenno decise di ricomporsi e tornare composto e responsabile anche con il tono, lasciando perplesso l'altro. -Ti va di parlare del piano?- sussurrò, cercando di usare molto tatto dato l'argomento sensibile per Ace che si incupì, stringendo i pugni e facendo sì con il capo.

-Certo.- disse poi, con la voce, e con le pupille brillanti di determinazione, tanto da ardere.

-Allora, io volevo optare per restare nascosto mentre tu parli con loro, e intanto che la polizia arriva, noi registreremo ogni singola parola, così sarà facile per noi... Ace? Non sei d'accordo?- si fermò, anche dal gesticolare con fare astuto prima che il volto sempre meno convinto e perplesso del maggiore lo facesse ricredere delle sue parole, attirando così anche l'attenzione e la confusione di Marco.

-E solo che... La polizia non pensa poi che sono complice e arresta anche me? Beh, in effetti però sono complice... Quindi mi faccio arrestare? Perché loro potrebbero anche dire di peggio...-

-No, tranquillo. Noi siamo testimoni di tutto, e diremo che sei stato costretto, e avremo anche le prove che saranno nella registrazione. E poi, essendo avvocato non c'è problema, ti tiro fuori da ogni guaio, fratello.- sorrise, cordiale e guardandolo sospirare di sollievo si rallegrò maggiormente.

-Grazie.- ridacchiò, portando i gomiti a incrociarsi sopra al bancone, nonostante il timore e l'angoscia che iniziava a salire anche più di prima, e ad assalirlo da fargli perdere la lucentezza di felicità negli occhi, ma provò a ignorare il pensiero della polizia, doveva per non farli insospettire; in fondo, Sabo e Marco non lo sapevano, nessuno tranne Luffy... Ed ecco che erano ritornati al punto di partenza... Ora doveva trovare un modo per risolvere il tutto altrimenti... Non doveva però far trapelare nulla, altrimenti Marco si sarebbe offeso, e pensare che poco fa aveva fatto storie, stesso lui poi!, per sapere cosa gli avesse detto Thatch. Ma adesso, il segreto era troppo pericoloso e cocente per lui...

-Ace? Ma stai ascoltando il resto del piano?-

-Come? Ah, no... Pensavo... una cosa... Loro...-

Inventati qualcosa, inventati qualcosa... Dai che i loro occhi sono curiosi quanto i tuoi alla ricerca di quello che stavi pensando, ma che non puoi dire!, inveì contro sé stesso, e se non fosse stato che avesse i minuti contati si sarebbe dato del pazzo, forse.

-Ecco, e se loro sono armati?- mormorò prima di darsi del genio. Che scusa... davvero plausibile, si fermò, facendosi serio, tremendamente serio e con il cuore a palpitare quando dopo una corsa snervante.

-Hai ragione... Potrebbe essere contro di noi questo fattore: possono prenderti come ostaggio, o peggio, ferirti o ferire uno di noi due.- e indicò, con le pupille, Marco, sbuffando con fare pesante mentre il biondo si sedette accanto al proprio ragazzo, poggiando una mano sulla sua coscia.

-Questa faccenda ti preoccupa molto, vero? Di certo compromette anche perché ci siamo noi...- parlò piano, nel vedere troppo buio in quelle pupille tremolanti, a capo chino prima che lo rialzasse di scatto, sia per il tocco inaspettato che per quelle parole.

-Ohm... Ovvio, però è complicato anche che voi riusciate a entrare... La porta è una, beh, porta di un garage più o meno... Ecco, se si entra comunque si sente e si vede. La sala è vuota se si cammina i passi echeggiano, però, boh... Sta diventando complicata la faccenda.- portò la mano sotto al mento, ma l'altra a stringere quella del biondo che sospirò.

-Sì, ma ora vediamo di organizzarci...- propose Sabo, anche se titubante dallo scoprire quelle parole. Il piano doveva essere modificato quindi, ma come? Come entrare in quel modo?

-E se restate fuori e registro io? Mi tengo vicino alla porta il più possibile e gli lancio la valigia con i soldi come nei film. No?- alzò lo sguardo sul fratello che sbuffò una smorfia divertita per quell'esempio ma annuì.

-Va bene. Mi basta sapere che stai vicino alla porta.-

-Sì, e registro... E poi?- tornò ad annuire prima di porre l'altra domanda.

-Semplice interverrà la polizia, e tu uscirai subito, noi saremo proprio sulla porta... È chiusa di solito?-

-No, io la lascio sempre socchiusa.- alzò le spalle, con una smorfia risentita per quelle parole, di nuovo: le autorità, diamine. Ma sorrise poi, concordando prima di portare gli occhi su Marco, timoroso dentro, e con il cuore a stringersi al pensiero che era tornato a nascondere la verità, prima di chiedere: -Per te va bene?-

-Se non troviamo altro modo... Mi interessa saperti al sicuro, e avrei preferito andarti dietro, così invece, ad aspettare...-

-Vediamo di fare in fretta allora.- sorrise. In effetti poteva fare in fretta anche lui, correndo via con Marco e Sabo, per allontanarsi dalla polizia, anche se poi avrebbe dovuto dare spiegazioni... Forse solo Sabo poteva restare per far sentire la registrazione... Insomma, no... Non se la sentiva a lasciare suo fratello da solo... Doveva pensarci su e pensare ad altro. Ma dirglielo... Poteva, ma se ci provava le parole restavano bloccate in gola e sigillate tra le labbra...

-Beh, in ogni caso... Ci siamo un po' chiariti su come vogliamo agire, e abbiamo capito che siamo uniti e questo è un grande vantaggio.-

-Già.- sbadigliò, il lentigginoso, a bocca chiusa; sentendo poi la chioma venirgli scompigliata socchiuse una palpebre, notando fosse suo fratello gli sorrise.

-Si risolverà, ogni cosa.- rise, lui, andando poi a prelevare un paio di noccioline dalla ciotolina che notò tra le mani di Marco.

-Uh, anche io!- si affrettò ad unirsi sotto le risate del proprio ragazzo che la lasciò sul bancone in legno, sospirando poi e portando una mano ad accarezzare la schiena del moro che si irrigidì nel rabbrividire prima di arrossire leggermente e continuare a mangiare.

-Dopo andiamo a prendere Luffy da scuola?- chiese Sabo, immaginando che il minore non se ne sarebbe dispiaciuto, anzi.

-Sì. Magari lo aiutiamo nei compiti assieme.- rise al pensiero che non fosse bravo e non lo fosse nemmeno Luffy, nello studio. -Forse sei più capace tu, Sabo.- continuò a ridacchiare.

-Boh, è da tanto che non tocco libri. Ma forse mi ricordo ancora qualcosa su come si fa.- si fece pensieroso, con le dita sotto al mento e lo sguardo indirizzato altrove prima di sospirare e scuotere il capo. -Il solo dover toccare un libro non mi alletta.- ammise, con una smorfia prima di sbottare una nuova risata per la faccia di Marco che sembrava dire "Siete proprio una famiglia di studiosi dipendenti.".

-Ci proviamo.- rispose a quello sguardo, Ace, portando una braccio ad attorniare quello dell'altro, portandoselo vicino con allegria mentre Sabo annuì.

-Se sono diventato avvocato lo devo per lo più al mio insegnante: ha faticato più lui che io per tenermi sveglio e attento.- parlottò, arrossendo un po' e sfregandosi il capo prima di ridere ancora con il maggiore, portando poi a liberare il primo bottone della sua camicia celeste. -Oggi fa caldo o accendono il riscaldamento anche qui al massimo da farti sentire su un'isola tropicale?-

-In effetti.- mormorò, anche se con indifferenza, tanto si stava bene: aveva aperto il terrazzo e l'aria calda usciva ed entrava a piacimento. In ogni caso, Sabo si tolse la giacca, nera e lunga.

-La seconda.- rispose allora, il biondo, prima di scuotere il capo divertito per quei due. -Cavolo, fate venire meno la voglia anche a me di andare a lezione, questo pomeriggio: passerei volentieri le giornate con voi, non si finisce mai di essere allegri.-

-E già. Siamo fantastici.- si pavoneggiò Ace, alzando poi una mano in direzione del maggiore, con lui che si sbrigò, fermandosi dallo sfilarsi quell'indumento e andando a scontrare, con un ghigno, il cinque con lui.

-Buongiorno.- entrarono due ragazze, sorridenti mentre si avviarono verso il bancone, con Sabo che fece spazio e ne approfittò per andare a posare la giacca sull'apposito attaccapanni accanto alla porta.

-Buongiorno.- sorrise Ace. Si sentiva stranamente felice, sarà per la giornata, per il sole, per l'esserci di Marco e Sabo, ma in ogni caso era allegro e voleva continuare così la giornata.

-Vorremo un caffè e un cappuccino, per favore.- parlò pacata, la ragazza mora, con i capelli che sventolarono quando si voltò per vedere di ricevere un segno di assenso dall'amica, e fu così.

-Va bene.- annuì, andando poi verso la macchina apposita e sgranare gli occhi al pensiero che non l'avesse nemmeno accesa, oltre che dovesse ancora lavarla. Sentì il proprio ragazzo discutere con le due, così si affrettò, non volendo farle aspettare troppo, a inginocchiarsi e allungare il braccio per impostare la presa, nascosta tra i due tiretti. Rialzandosi attese che si scaldasse, portando a mettere l'acqua nel contenitore apposito dopo aver premuto i quotidiani tasti. Sperava non fosse troppo sporca, ma nell'aprire dove doveva andare il caffè, vide fosse tutto pulito e sospirò tra sé e sé, aprendo un'anta e afferrando quei chicchi, ormai in polvere, e versandone dentro abbastanza rimasugli della capsula, ad occhio. Ricordava che quella macchina poteva anche fare la schiuma, o il latte, ma non sapeva dove andasse messo, così si voltò di sottecchi verso i due biondi: entrambi parlavano, e lui non aveva mai preparato un cappuccino, anche se Sanji gli e lo aveva spiegato.

Sospirò e decise che ce l'avrebbe fatta, e osservò le tazzine bianche, messe sotto il beccuccio della macchina, riempirsi piano piano, così portò gli occhi sul tiretto e prese una scodella, tenendola però in mano con fare perplesso: e ora?

-Qui.-

Sussultò, voltandosi e mormorando confuso verso Marco che indicava, con un dito, accanto a dove aveva inserito l'acqua, vicino a lui e allegro mentre tolse poi, le tazze per riporle sotto un piattino abbinato, voltandosi a darne uno alla ragazza che l'aveva richiesto e che ringraziò.

-Qui cosa, scusa?- mormorò, prima di illuminarsi e annuire, chinandosi verso il frigo e prelevando il latte, passandolo poi al biondo che lo inserì dopo aver sorriso che ci fosse arrivato da sé.

-E poi aspetti. Uscirà da qua sotto.- spiegò, portando nuovamente la tazzina sotto il luogo indicato, un lungo tubicino di ferro, dopo aver cliccato un nuovo e rosso pulsante.

-Capito.- si strinse nelle spalle, un po' impacciato e dispiaciuto che la cliente avrebbe dovuto aspettare un po'.

-Tranquillo, c'è tempo.- decretò, con una mano che si portò al fianco intanto che Sabo cercava, a suo dire, di fare conquiste dato lo sguardo passionale e il sorriso caldo che stava porgendo alle due, tanto che si erano dimenticate del caffè che aveva tra le mani, e del cappuccino che doveva portare all'altra.

-Va bene.- alzò le spalle, ma nel dirlo vide un gruppo di quattro ragazzi entrare. -Oh.- si meravigliò, notando poi che presero della patatine si sentì meglio, andando a prendere i soldi e andando a metterli in cassa, guardandoli incamminarsi successivamente verso il calcetto sorrise, anche se uno rimase davanti a lui e gli chiese un caffè lungo.

-Puoi chiamarmi quando è fatto?-

-Certo.- assicurò, e quello seguì i suoi amici, così tornò da Marco che aveva consegnato il cappuccino con tanto di schiuma. -Secondo te perché si chiama caffè lungo? Non è lungo.- mormorò, preparando di nuovo la macchina, digitando il pulsante per far il caffè in quel determinato modo, e facendo ridere il biondo che portava altra acqua dentro la macchina, intanto che suo fratello continuava a parlare con quelle ragazze, che continuavano a ignorare la propria ordinazione, attratte dal giovane da cui non staccavano le pupille nemmeno per un attimo.

-Beh, in realtà non me lo sono mai chiesto. Ma si intende perché c'è meno caffeina: ed è più liquido.- spiegò, pulendo il contenitore di ciò che rimaneva del caffè usato.

-Allora perché non chiamarlo "caffè liquido"?- mormorò, prelevando la tazzina e portandola poi su un piattino, e successivamente anche su un vassoio. -Ora gli e lo porto e poi mi rispondi.- rise, facendolo sorridere.

-Suona male.- tornò seduto al suo ritorno, con Ace che annuì mentre vide le tazzine delle ragazze scomparse, finché il suo ragazzo non gli rivelò fosse merito suo e allora si portò a sedersi sulle sue gambe, intanto che vedeva quelle giovani allontanarsi a malincuore, con Sabo a salutarle con la mano sulla soglia.

-Ma l'hanno bevuto alla fine?- domandò curioso, sentendo però un certo languorino nello stomaco.

-Sì, ho messo i soldi io nella cassa. Strano comunque che Thatch non sia ancora qui.-

-Si sente la sua assenza, ma sh! Non sia mai che sbuca fuori, proprio ora... che siamo così vicini.- mormorò, sfregandosi poi, con il naso, contro la sua guancia, sorridendo allegro mentre lo sentì collegare le braccia attorno al suo busto.

-"Ehi! Ma... Owww! Adorabili!", insomma, più o meno così farebbe nel vederci adesso.-

-Ecco...- si lagnò, Ace, arrossendo e celando il volto sotto al mento di Marco che ridacchiò dopo quella sua stessa imitazione, e allora il moro sporse le labbra fino a baciare il pomo d'Adamo, caldo e duro, dell'altro, teneramente.

-Però, è vero: sei adorabile.-

-Non è vero.- si lagnò, mettendo su un broncio e sbuffando prima di allontanarsi e ritornare a immergere gli occhi in quelli del biondo, accaldandosi per quei tocchi su di sé, sulla propria pelle, con dolcezza e amore, e sospirando prima di socchiudere gli occhi e sorridere.

-Ace, scusate se vi disturbo, non vorrei, ma non vi andrebbe di giocare a calcetto? Sai com'è fratello... Mi sto annoiando.- si adagiò, con un gomito, sopra al bancone e dando un'occhiata al gioco incustodito, con quei ragazzi che andarono via, e solo uno si permise di raggiungerli per pagarli prima di salutarli. Sbuffò, e sperò che il tempo passasse più in fretta, e di certo sarebbe successo se Ace accettava la sua proposta.

-Tranquillo Sabo.- ridacchiò, un po' forzato per l'imbarazzo e, alzandosi subito, con il rossore a prendere possesso delle sue guance per essersi fatto vedere in quel modo dal proprio fratello prima che decise di sospirare e smettesse di sfregare la propria chioma con insistenza, tornò a discutere. -Sono a lavoro, non posso distrarmi con Marco, quindi non hai disturbato. E sì, possiamo giocare.- annuì, con Marco, da prima deluso e poi che rise per quel controsenso, non sapendo se fosse voluto o meno si alzò e concordò anche lui.

-Finché non arriva nessuno possiamo divertirci.- spiegò quest'ultimo, andando a posare i soldi lasciati, da quei ragazzi, nella cassa, e tornando da Ace che uscì dal bancone ridendo sereno. Era bello poter vederlo in quel modo, così pacifico e luminoso, brillante come e più del sole; da far stare bene, sia lui che Sabo, sollevati che fosse così vivo. E Sabo non faceva che mandare sguardi riconoscenti, da quando era arrivato, a Marco; quest'ultimo era comunque certo che, pur avendo dato una mano, il più lo avesse fatto Ace, decidendo di fidarsi e di amare, cosa molto ardua e difficile per lui.

-Ace, con chi fai squadra?- chiese curioso Sabo, osservando il moro fermarsi davanti al gioco, portando le dita sotto al mento mentre il fratello e Marco si mettevano ai due lati, il suo ragazzo tra i giocatori blu e il secondo tra quelli rossi.

-Oh, beh...- sorrise, con fare allettante e avvicinandosi al fratello che sorrise, trionfante della scelta mentre Marco finse una faccia tradita e risentita, ma con Ace che rise, scuotendo il capo, come a illuderli: -No, no. Cosa ne dite di fare voi due contro me? Scommettiamo che vi sconfiggo?-

-Oh, interessante. Ma ne dubito, fratello.- parlò sicuro, facendo il giro e cedendo il colore delle fiamme al coetaneo, intanto che Marco ghignò, impugnando quei bastoni con ambizione.

-Vi straccerò.- si pavoneggiò, con una linguaccia e cacciando una pallina bianca, lasciando che rimbalzasse due volte prima che si incamminasse a curiosare verso quella finta radura piatta, colorata di verde e con le striature bianche; e subito partì per colpirla, Ace, con gli attaccanti, e con Sabo in difesa a impedire che raggiungesse il portiere. 




Alla fine aveva vinto, almeno di quello era contento: era riuscito a rimontare alla grande, sorrise, sfregandosi poi una guancia con le dita. Avevano giocato per ore, sorrise e osservando il fratello mettersi il capello a cilindro, borbottando ancora per lamentarsi di come avesse perso e di come Marco avesse aiutato in quello visto come erano disarmonizzati, sospirò alzando gli occhi al cielo e chiedendo poi al lentigginoso:

-Vieni? Vado a prendere Luffy a scuola.-

-Oh. È già ora? Okay, vengo anch'io!- si voltò verso l'orologio sul muro nel chiederlo prima di alzarsi dallo sgabello, allegro. -Marco, tu resti?- volle sperare il contrario, sapendo che comunque, il suo turno era finito mentre lui ripose il giornale sul bancone, piegandolo e riposando gli occhiali eleganti nel taschino della camicia.

-Mi fa piacere, accetto l'invito volentieri, Ace.- sorrise, uscendo dal terrazzo con loro dopo che finirono di sistemare i tavoli di nuovo all'interno e poi chiudendo le vetrate del terrazzo da fuori.

-Okay! Sarà divertente, per te, tornare al liceo, no?- rise, dandogli una dolce gomitata, Ace, e tenendo le chiavi del locale in tasca prima di sbadigliare e avanzare, sfregandosi il retro del collo.

-Tu dici?- ghignò, passandogli una mano attorno al fianco. -Ci andiamo guidando, Ace?-

-Uh! Sì, dai... Anzi, no. Che poi Luffy vuole stare con i suoi amici e non ci stanno tutti in macchina.- si contraddì al pensiero, ma si rasserenò nel ricordarsi non fosse lontano da lì.

-È probabile, e allora andiamo anche a piedi, non è un problema.- alzò le spalle Sabo, sorridente e affiancando il maggiore.

-Già, allora, programmiamo cosa vogliamo fare questo pomeriggio?- chiese Ace, allegro, ricordando poi che doveva ancora pagare la bolletta della casa di sua madre, il mutuo; sempre se non ci pensava Marco... Doveva chiedere, si prefissò di annotare nella mente.

-Oh, sì dai. Potremo fare un giro, mangiare qualcosa... Prima mangiare, e poi il giro. Magari, stando con Luffy vediamo cosa fare... E potremmo andare allo zoo!- ideò, illuminandosi nel riflettere che, di sicuro, loro non ci fossero mai stati.

-Zoo? Ma perché, c'è lo zoo qui?- si voltò verso Marco, Ace, volendo conferma intanto che uscirono dal cancello, tranquilli anche se le nuvole comparvero all'orizzonte, non promettendo più sole.

-Sì, è vicino al cinema.- annuì mentre lo vide sgranare gli occhi, come spaventato o sorpreso.

-Hai detto cinema? Ti va di andarci un giorno?- lasciò che le pupille scintillassero, allegro Ace e con i pugni stretti davanti al petto.

-Non mi vuoi allo zoo con te, deduco, praticamente.- realizzò, inclinando il capo da un lato, senza prendersela nell'immaginare fosse solo per stare di più con Sabo.

-Se non devi studiare puoi venire.- rise, sincero e attraversando, con Sabo che osservava tutto, tra il felice e il divertito in modo affettuoso.

-Oh, come sei responsabile nei miei confronti dello studio.- parlò Marco, con tono fiero e ghignando, guardandolo mostrare il petto e annuire serio:

-È importante per te.-

-Grazie. Allora, vi raggiungo dopo, okay? Così andremo al cinema.- decise, felice della conclusione, e accarezzando, con due dita, la guancia morbida e liscia del moro che arrossì, esplodendo di gioia con gli occhi per quelle parole prima che si tuffasse in avanti a baciarlo con enfasi sulle labbra, fermandosi sul marciapiede, davanti al liceo che, ormai, avevano raggiunto.

-Perfetto allora!- rise, continuando a stringergli i lembi della camicia, verso i bordi che mostravano il petto mentre ci giocherellò, come a risistemarli e chiudergliela, solo per poi riaprirla, in un loop completo mentre la voce del fratellino lo richiamò della sua attenzione insieme a Sabo che, volendo smetterla di essere il terzo incomodo si allontanò, raggiungendo Luffy. -Ehi, aspettami!- si lagnò offeso Ace, nel voltarsi e trovarsi in disparte, facendo ridacchiare il suo ragazzo.



Si scrutò attorno, con Luffy che urlava contro tutti gli animali, complimentandosi per quanto fossero buffi o grossi, ignorando che gli stesse istigando, infuriandoli, ma almeno erano dentro le gabbie; pensò Ace, con Sabo perso chissà dove mentre loro erano davanti a un leone, al momento.

-Anch'io sono un re, leone, sai?- parlò entusiasta Luffy, senza dare molto conto alla gente che guardava strano lui e male il suo fratellone, al contrario dei bambini, che ridevano divertiti, o che lo deridevano per come fosse strano.

-Il più forte, fratellino.- gli scompigliò i capelli, il lentigginoso, sospirando poi prima di guardarsi attorno: iniziava a preoccuparsi. Sabo gli aveva detto che sarebbe andato da qualche parte, ma non aveva dato molta attenzione perché cercava di tirare fuori la testa di Luffy tra le sbarre della gabbia del boa, in cui era rimasto incastrato nel tentativo di provare a prenderlo; cosa che aveva tentato di fare con gli animali che aveva trovato, a suo dire, più divertenti e strani. Sabo gli aveva chiesto se voleva aiuto, ma aveva risposto di no, continuando a tirare, e così lui ne aveva approfittato per dirigersi da una parte, se solo ricordasse dove. Sbuffò, tornando a Luffy e irrigidendosi nello sgranare gli occhi, in posa come un soldato, completamente spaventato; e subito agì. Piombò in avanti con la mano ad afferrare quella del minore che aveva preso e tirato fuori la lingua del feroce animale, che ringhiava pronto ad aggredirgli il polso.

-Cosa diamine... Esci!- sbottò, riportando al sicuro il braccio e sospirando, mentre sentiva la fronte imperlarsi di sudore, troppo freddo da congelarlo e dargli un brivido, che scivolava come una scossa, sulla spina dorsale, e che creava su di essa delle stalagmiti acuminate e fredde da renderlo un pezzo di ghiaccio: per poco non ci rimetteva l'arto, suo fratello! Lo staccò di netto e lo allontanò quanto più potesse prima di prendere fiato e corrucciarsi.

-La finisci, per favore?- tuonò, sbuffando pesantemente e portando poi la mano sugli occhi, cercando di incanalare un po' di pazienza dentro di sé pur di riscaldare nuovamente il proprio corpo, tremante dal timore che lo aveva colto in quelle poche ore.

-Okay.- rise, portando le mani dietro la testa con semplicità, e piegando i gomiti prima di illuminarsi: -Ciao fratellone!-

-Ah? Oh, Sabo. Dov'eri?-

-Ma come dove? Te lo avevo detto: in bagno.- rispose con ovvietà, e con Luffy a concordare come se lo avesse sempre saputo, o forse come a dargli retta.

-Ah. Meglio così.- mormorò, con una smorfia prima di tornare a Luffy e sgranare gli occhi verso il più piccolo che era tornato a giocare con il leone, certo, senza entrare nella gabbia con parti del corpo, ma ticchettando contro le sbarre ridendo. -Ehi, Luffy, non ricominciare.- si lamentò prima di riprendersi nel sentire la mano di Sabo sulla spalla, e se ne rallegrò, curioso dallo sguardo.

-Non mi è sembrato esserci nessuno di sospetto: tira il fiato, fratello.-

-Sì, ma è difficile con Luffy che cerca di farsi divorare da tutte le attrazioni.- ironizzò, ma ringraziandolo per quelle parole e tenendo ancora d'occhio il fratellino.

-Allora facciamo a cambio.- rise il biondo prima di indicare alle sue spalle. -Anche perché, nel tornare una persona mi ha telefonato per voler sapere dove fossimo.-

-Mhm? E chi...? Luffy, il braccio!- rimproverò, preoccupato senza fare nemmeno a tempo a voltarsi verso il coetaneo, troppo agitato nel guardare nuovamente l'arto del più piccolo dentro tutta la bocca del leone, e a quel punto anche Sabo si affrettò a prendere il più piccolo per le spalle e tirarlo via, così da ritrovarsi distesi, tutti e tre, a terra.

-Luffy... Se lo fai di nuovo ti lego a me.- minacciò Ace, con un sospiro e chiudendo gli occhi per riposarsi da quella paura con un sospiro che creò una piccola nuvoletta tiepida, forse, intanto che il micione brontolò negativo, andando avanti e indietro nervoso prima che tornasse al suo posto, su un piccolo palco di roccia; e alzò lo sguardo per osservarlo prima di puntare le pupille sulla mano che gli accarezzò la guancia destra con il dorso prima che lo alzasse in fretta, senza fargli capire nulla e lasciando che si scontrasse con i suoi occhi.

-Marco... Marco!- sorrise, allegro, finendo per abbracciarlo forte attorno al collo e combaciando quelle labbra alle sue con un gesto veloce e bramoso, giocherellando con quella carne soffice e tiepida, assopendosi nel suo sapore pieno.

-Non ci vediamo da quattro ore, eh? Ormai sono le sette.- sussurrò prima di strusciarsi contro il suo volto con il naso, rintanandosi in esso e massaggiandolo con dolcezza, felice del calore che gli stava trasmettendo nel capire fosse così tiepido, e rise gioioso, Ace, stringendo il pezzo di camicia come se gli appartenesse.

-Lo so, perdonami. Suppongo di essermi perso molto...- parlò, felice e sorridendo, rimanendo attaccato a lui fino a unire nuovamente le labbra alle sue, tra i suoni di rimprovero, nelle orecchie, ma bonari, di Sabo verso Luffy e ciò che aveva fatto, ma che rideva come se non fosse successo nulla.

-Il cinema è pronto per noi.- farfugliò nel suo orecchio e solleticandolo con il respiro.

-Oh, perfetto! Andiamo!- esordì vittorioso, ridendo e staccandosi da quell'abbraccio prolungato che aveva attirato divertite occhiate intanto che Luffy balzò in piedi energico, raggiungendoli e trascinandosi Sabo per il polso.

-Dove andiamo adesso?- si incuriosì, con occhi luminosi il più piccolo che cominciò a saltellare sotto i versi sospesi del maggiore che rimase imbambolato a quella domanda, non sapendo come rispondere nel voler restare solo con il suo ragazzo.

-Oh, beh... Cosa ne dici di tornare alle giostre, Luffy? Ci divertiamo.- corse in suo salvataggio, Sabo, ridendo e poggiando una mano, quella non intrappolata nell'arto del minore, sulla spalla di quest'ultimo che sembrò pensarci un attimo, guardando il cielo quando Ace ringraziò con un grande e immenso sorriso il fratello intanto che Marco rideva sotto i baffi.

-Va benone!- scoppiò nell'urlarlo e avanzando poi verso l'uscita a tutta fretta, trascinandosi entrambi e con Marco che gli venne dietro, tenendo le mani in tasca e camminando tranquillo.

-Ehi, aspetta.- tentò di frenarlo, indietreggiando contro il terreno con i piedi e mostrando una smorfia decisa. -Solo io e Marco dobbiamo andare al cinema.- volle chiarire nel continuare a pensarci prima di destarsi e correggersi in fretta: -Voglio dire: Solo tu e Sabo andrete alle giostre.-

-Eh? Ma perché?- si lagnò, indispettito e con occhi affranti mentre Sabo, alle sue spalle, sorrise con uno sbuffo, prendendolo poi per le spalle e chinandosi con il volto per farsi guardare.

-Passiamo un po' di tempo insieme noi, no?- rise, fingendosi ora lui quello offeso, tingendo il suo volto di un po' di gelosia anche se troppo falsa dato che Luffy voleva fare quelle cose con entrambi i suoi fratelli, ma il minore sembrò crederci.

-Va bene, ci vediamo dopo.- sbuffò, portando le braccia dietro al proprio collo con disinvoltura e seguendo il maggiore con un sorriso divertito: -Vediamo se riusciamo a trovare qualche avventura?-

-Certo.- assicurò, alzando poi lo sguardo verso il maggiore e salutandolo come fece anche il più piccolo prima di allontanarsi verso la meta nuovamente, volendo uscire intanto che Ace sorrise, spensierato di stare con il suo unico amore mentre gli strinse la mano, respirando poi con un po' di malinconia nel lasciarli andare a divertirsi senza di loro, ma si strinse nelle spalle, baciando nuovamente Marco, vicino alla punta del labbro per consolarsi.

-Ci avventuriamo un po' anche noi?- sperò, portando poi gli occhi verso gli scimpanzé oltre le sbarre e che si dondolavano tra gli alberi, un po' tristemente e senza poter respirare per davvero, ma almeno non erano soli mentre Marco sembrava pronto a contestare a riguardo se volesse seguire i suoi fratelli ma lo anticipò, lasciando anche due dita sulle sue labbra. -Sono stato con loro e ci siamo divertiti, ora sto con te. E poi ci sto sempre con loro. Insomma, voglio dire che desidero stare con te, ecco.- concluse finalmente, un po' impacciato ma soddisfatto e con sguardo innocente e luccicante di vita.

-Che libidine averti tutto per me.-

-Libi di che?- si corrucciò confuso, quasi stralunato per poi sospirare e andare a rintanarsi tranquillo sotto al suo mento spigoloso, con quella barbetta lieve che pungeva contro le fronte ma che amava. -Avrai studiato tanto, spero che tu non sia troppo stanco.-

-Significa piacere, e ora andiamo: studiare non mi impedirà di stare con te.- parlò, facendolo solo ridere pieno e gentile mentre le persone passavano, decidendo forse di ignorarli dato che non li osservavano neanche tanto.

-Tecnicamente è per quello che siamo stati senza di te.-

-Oh, ti ricordo che mi hai convinto tu.- rise, anche se apprezzava ogni tratto di lui, anche quello protettivo e apprensivo che gli imponeva di fare un'altra cosa che amava oltre a restare al fianco di Ace: ovvero studiare.

-Ho fatto bene.- asserì gongolante, sorridendo e lasciando passare le braccia sulle spalle dell'altro, stringendolo a sé e cullandosi del suo odore, e si incuriosì di percepire che non fosse eccessivamente sudato. -Non sei venuto a piedi?-

-No, con la macchina. Ora andiamo: il cinema è nostro.- concluse nel prenderlo di peso con le braccia e tenendolo forte a sé mentre quello arrossì tremendamente.

-Ah? Oh, aspetta... Volevo farti vedere un gatto enorme, super bello.- si corrucciò dandogli una pacca sul petto per tutta quella fretta intanto che l'arco da dove erano entrati illuminava l'interno di quello zoo, e con Marco che fece un ghigno accondiscende, domandando dove si trovasse la suddetta gabbia che lo conteneva.

-Mhm... Non lo so.- gonfiò una guancia, affranto e guardandosi attorno con frequenza, ma oltre alle scimmie e ai scimpanzé non vi erano più felini.

-Torniamo indietro e chiediamo?-

-Che peccato... No, non perdiamo il film.- si sfregò contro il collo, Ace, accanto al pomo d'Adamo fermo e caldo come tutta la sua pelle.

-E invece ora voglio proprio vedere questo gatto enorme. E poi, il film inizia tardi, c'è tutto il tempo.- lo baciò teneramente, leccando le sue labbra quando lo fece entrare, gustando, del suo palato, il calore e la saliva, facendolo gemere e sussultare, guardandolo strizzare gli occhi prima di staccarsi e tirare un grande sospiro di sollievo che emanò una vampata calda in una nuvoletta dolce.

-Oh, Marco...- farfugliò di piacere, socchiudendo gli occhi prima di tossicchiare e riprendersi, mettendosi più su e riaprendo le palpebre anche se il rossore restò. -Ecco, allora... La... Cosa dovevi vedere?- mormorò confuso, perso e portando gli occhi sul biondo che lo mise giù con un grande sorriso tenero.

-Il gatto enorme.- parlò con interesse nel tono come lo era stato Ace nel dirglielo.

-Oh, bello! Cioè, giusto: andiamo, nel caso chiediamo.- rise, prendendo il biondo per una mano e tirandoselo dietro con dolcezza, andando poi a destra dopo la gabbia dei babbuini che urlavano nervosi, o forse divertiti per la scena di prima, al contrario del pubblico che, sentiva, gli stessero giudicando maleducati, ma poco importava: era stato perfetto. -Cerca le tigri: era lì vicino.- suggerì, entusiasta e con il biondo che annuì, attento e guardandosi attorno.

-Ace, sono lì.- esclamò poi, nel notare il cartello con la freccia, e frenando subito dopo prima che andasse addosso al più piccolo che aveva fatto altrettanto, in un modo ugualmente brusco.

-Fantastico, hai fatto velocissimo.- rise, congratulandosi e voltandosi per baciarlo dolcemente sul mento, sulla punta acuminata di lieve barba per poi incamminarsi verso il nuovo angolo, dondolando l'arto con un sorriso.

-Prego.- sorrise, con un sospiro prima di rincorrerlo nuovamente, anche se ancora legato a lui per mano, e domandando se fosse davvero così speciale, il micio da vedere, e nel pensarlo si fermarono proprio davanti alla gabbia che il moro cercava e a cui sorrise, ticchettando il dito contro una delle sbarre lentamente, volendo attirare l'attenzione dell'amico all'interno.

-Ehi.- salutò in fretta Ace nel vederlo uscire da dietro un tronco e stiracchiarsi, drizzando la coda lunga e lucente prima di sbadigliare a avvicinarglisi con un miagolio lieve, sedendosi davanti a lui e allungando il muso, diviso a colori a tre linee, due marroni e quella centrale sul naso, bianca. -Hai visto che carino? E poi guarda che forza questi denti!- rise, allungando la mano, salutandolo prima per il capo con la mano, scompigliandolo con cura prima di prendere in mano quelle due sciabole che uscivano dalla bocca, piccole seppure lunghe e appuntite.

-Già... E vedo che ci hai fatto amicizia...- constatò, sorpreso più per quello che per ciò che aveva detto Ace, osservando anche il micio cercare di allungarsi, fremendo con il suo verso tenero, volendo più contatto da parte del moro che rise, accontentandolo con le coccole e guardando le sue orecchie triangolari piegarsi docilmente contro la testa, appiattendosi, ed entrambi fermi ad ascoltare le sue fusa.

-È ha fatto amicizia anche con Luffy e Sabo.- precisò, annuendo per poi voltarsi verso di lui. -Vuoi toccarlo? È buonissimo.-

-Lo vedo.- mormorò pensieroso intanto che quel gratto lince enorme e castano lo guardasse in tono, forse, di sfida. E lui sospirò, con un mezzo ghigno e portando la mano, che Ace condusse nel prenderla per il polso, dentro la gabbia. Sperava che Ace non si sbagliasse, sorrise forzato, notando il felino ringhiare e sbuffare prima di annusargli le dita e chinarsi successivamente per accoglierle, lasciandolo con un sospiro sorpreso da mozzare il fiato, e gli occhi sgranati come poche volte prima di sorridere e salutarlo dolcemente.

-Ora siete amici, visto?- sorrise, portandosi poi ad attaccarsi al collo di Marco con le braccia intanto che il petto si scontrò contro il suo braccio, e appoggiando le labbra sulla sua soffice e tiepida guancia, baciandolo con fermezza per poi strusciarci sopra il volto, proprio come il gatto gigante stava facendo con la mano di Marco; e quest'ultimo si affrettò a stringere il fianco di Ace con l'arto libero.

-Mhm... È davvero simpatico.- commentò, apprezzando il modo di fare del felino che sbadigliò prima di scuotere il capo, lasciandosi poi cadere a terra con un tonfo, disteso e a spalancare nuovamente la bocca, e chiudendo gli occhi con il mento sopra le zampe unite.

-Andiamo al cinema?- farfugliò, sfregando il naso contro la pelle liscia del biondo che annuì, ridacchiando per come gli stesse attaccato, anche con le braccia che stringevano.

-Ti sono mancato, eh?-

-Tantissimo! Non lo avevi capito?- sospirò, mugugnando felice e standogli ancora più vicino possibile, ridendo assieme al biondo per poi aprire un occhio e portare una mano a salutare il gatto che, alzando la testa lentamente, mosse la coda docilmente, dalla punta bianca, sollevandola per poi riportarla a terra con un miagolio forte e dolce.

-Ciao Kotatsu!- disse a voce alta, lasciandosi poi portare da Marco che aveva raccolto dal pavimento le sue gambe per tenerlo in braccio.

-Gli hai dato anche un nome? Immagino che ora ci tornerai spesso, allo zoo.- parlò piano, osservandolo continuare a salutare, con la mano, il micio che faceva altrettanto con la coda e i suoi adorabili e sottili miagolii che attirarono parecchi sguardi interessati.

-Certo! Anche Sabo e Luffy approvano.- rise, voltandosi verso il biondo quando ormai il micio non era più visibile, e si adagiò nuovamente contro la sua fronte con un sospiro. -Che film vedremo?-

-Puoi scegliere tu.-

-Però voglio anche i popcorn.- mugugnò, diventando triste nel capire di essere già fuori da quella pulita e linda struttura di animali, ma si ravvivò all'idea del cibo, con il gorgoglio dello stomaco nelle orecchie. -Oh, e la coca cola! Magari anche le patatine. Dovrei avere il portafoglio, però non so se al cinema si può mangiare.- mormorò alla fine, portandosi due dita sul mento e gli occhi in alto, che trasformarono l'azzurro del cielo in un nero e cupo tettuccio di una manica nel lasciarsi portare seduto dentro la macchina, e ringraziò Marco con un bacio quando ancora era vicino prima che uscisse per chiudergli la portiera, con un sorriso anche per quel gesto fugace e casto.

-Sì. C'è il bar dentro al cinema, possiamo prendere tutto quello che vogliamo.- chiarì nel mettere in moto dopo essersi allacciato la cintura di sicurezza, subito copiato dal moro che sbadigliò.

-Okay, vediamo se c'è un bel film d'azione micidiale?- rise, appoggiandosi poi, con il capo, contro il sedile e socchiudere gli occhi intanto che Marco faceva la retromarcia per uscire dal parcheggio.

-Sì, ovvio.- incoraggiò con il tono, immettendosi in strada con allegria per come Ace continuasse a parlare, raccontandogli di tutto quello che avevano fatto prima del suo arrivo e di quante volte Luffy avesse rischiato la vita, entrando addirittura nella gabbia del gorilla per la curiosità di farselo amico.



Sorrise, spalancando la bocca nell'ammirare quando grande fosse quella costruzione, ampia e decorata con un cartellone enorme, rosso e luccicante con la scritta "Cinema" a caratteri eleganti e frizzanti, con l'insegna mescolata a una lattina di coca cola accanto che sprizzava gioia in luce con la cannuccia.

-Cavolo... Ed è romantico?- mormorò, sporgendosi verso il parabrezza e portandosi la cinta dietro intanto che appoggiò la mano sopra al portaoggetti.

-Dipende da te. Tutto può essere romantico, alla fine, Ace. Se per te lo è, allora è così.- sorrise Marco, chiudendo tutto e uscendo, con il moro che annuì nel guardarlo prima di imitarlo, sganciando la cinta di sicurezza e aprendo la portiera, respirando poi l'aria fresca a pieni polmoni, ammirando la notte e il vento fresco che lo colpì intanto che il biondo fece il giro per raggiungerlo quando chiuse l'auto a chiave.

-Ehi!- salutò ridendo, il moro, allungandosi sulle punte per baciarlo sulle labbra, accarezzandole con dolcezza con le proprie e, nel medesimo istante, avvicinare le dita al suo braccio per tenerlo, brandendolo con sicurezza.

-Ti amo.- decretò subito quando si staccò, Marco, notandolo poi gongolante con le spalle, tutto fiero e con il volto lentigginoso e rosso prima di andare verso l'entrata con decisione, con lui.

-Ti amo anch'io!- urlò forte al vento, voltandosi per guardarlo mentre lo disse con forza, felice da attirare tutti mentre entrarono, e si fermò, saltellando su e giù senza staccarsi dal pavimento nel vedere troppa gente, ma abbracciandosi maggiormente contro Marco.

-Ti vedo molto vivo, Ace.- sussurrò, grato di quella visione e appoggiando un bacio sulla sua chioma a occhi chiusi prima di dirigersi a prendere i biglietti per il film che avrebbe scelto Ace.

-Anche tu!- rispose a tono, forse più alto da attirare sguardi anche all'interno, e osservando il biondo con dolcezza. -Anche tu sei vivo, vero?- mormorò poi, volendone una certezza nello scrutare una felicità minore della sua, nel volto, ma nello sguardo, negli occhi, c'era tanta luce da rassicurarlo da quella risposta non pronunciata.

-Non immagini quanto, con te.- asserì, accarezzandogli una guancia e intrecciando una ciocca nel suo dito, con Ace che annuì, baciandolo ancora sotto la luce dei lampadari.

-Allora, che film ci consigliate?- mormorò curioso, appena un bancone fu libero e ci si precipitò. -Di avventura.- precisò poi, continuando a stringere il braccio di Marco, scendendo poi fino alla mano.

-Beh, stasera abbiamo "Il bosco di sangue.", "Il Vichingo.", "L'ascesa di Satana.". Qui c'è l'elenco.-

-Oh, grazie. Marco tu cosa vuoi? Io ho scelto il genere.- afferrò la carta con un sorriso gentile ma forse in modo troppo brusco, mostrandola con entrambe le mani al ragazzo che fece un ghigno.

-La scelta è varia.-

Esordì divertito, ma sbrigandosi poi nel sentire la fila iniziare a lamentarsi, anche perché l'avevano superata senza il loro consenso, e portò così un dito a segnare un titolo qualunque, che subito Ace concordò, ricevendo in fretta i biglietti; e così ringraziò, propendendo ad andare ma venne bloccato dal biondo che lo fece tornare indietro con uno scatto involontario, per poi chiedergli scusa e terminare di pagare prima di seguirlo con un mezzo ghigno.

-Sei partito in quarta, ma io dovevo retribuire alla cassa, sai?-

-Ohm, mi dispiace.- ridacchiò, un po' rosso e grattandosi il capo mentre procedette all'indietro per guardarlo negli occhi. -Quando ti devo per il mio biglietto?-

-Mhm? Un bacio penso basti.-

-Oh! Mi piace.- sorrise vittorioso, impuntandosi sugli scarponi e stringendo le dita delle mani contro le sue spalle prima di combaciare le labbra con quelle del ragazzo più alto, in un vortice di fiato che sembrò farli danzare su sé stessi negli occhi rispettivi dell'altro in cui si tuffarono.

-Wow, sei sempre da togliere il fiato.- sospirò il biondo, appoggiando le labbra, delicatamente, contro il suo orecchio, abbassandosi poi a coccolare di baci il suo collo rovente e con qualche goccia di sudore prima di risalire a guardarlo. -Compriamo da mangiare adesso, anche se dovremmo aspettare ancora un po' per il film.-

-Eh? Ma se aspettiamo mangerò tutto.- bofonchiò deluso, gonfiando una guancia e sospirando subito dopo, prendendogli la mano e dondolandola su e giù, piano e con tristezza, facendolo però ridere.

-In quel caso ne compreremo altro.- risolse con tranquillità, Marco, cingendogli i fianchi con allegria con entrambe le mani, accarezzandoli con i pollici.

-Grazie.- mormorò felice, e rosso in volto prima di sospirare e guardare verso il bar, con l'acquolina in bocca e gli occhi che vibrarono di una luce accecante e maestosa, quasi da abbagliare chiunque fosse nel mirino di essi.



-Ace, è questo il nostro posto.- lo fermò, prendendolo per mano e bloccando la sua avanzata energica e curiosa, ma non sembrava molto interessato a sedersi sulle sedie rosse e rivestite di un tessuto caldo, in quella posizione al centro della sala; bensì più di guardarsi attorno e controllare ovunque, come stava facendo in quel momento ma ora con gli occhi dato che Marco lo teneva fermo.

-Cos'è quella finestra?- domandò prima di voltarsi e inclinare il capo. -E quella è una televisione gigante... Possiamo averla anche noi? Così avremmo il cinema a casa e guarderemo tutti i film nuovi che vogliamo.- borbottò prima di accorgersi di una porta e indicarla, scuotendo la coppa di popcorn che sembrarono quasi fuoriuscire, emanando quel buon profumo di salato; e infastidendo la persona seduta di fianco a lui che fece una smorfia indignata mentre si avviarono, entrambi, all'interno tra le file, disturbando le ginocchia della gente involontariamente, su cui, qualche cibaria andò a scontrarsi; quell'ultimo particolare non diede troppi problemi però.

-Quella dove porta?-

-Siediti e te lo dico, va bene? Forza, che c'è ancora la pubblicità.- ridacchiò per quel volto imbronciato che si riversò su di lui, ma venne accontentato e sospirò, guardando poi le persone dietro che si bearono di quel gesto. Gli venne da chiedere scusa, ma ci ripensò e si mise seduto, non volendo osare troppa umanità nell'udire successivamente dei bisbigli diretti al moro, che avrebbe voluto dimenticare.

-Allora?- sorrise Ace, guardandolo negli occhi per poi adagiarsi contro la sua spalla e tenendo, con una mano, il contenitore a strisce bianche e rosse dei popcorn mentre l'altra stringeva il lembo della manica azzurra del suo biondo; strusciandosi un attimo su di essa con la guancia.

-Mhm?-

-Dovevi dirmi cosa sono quelle robe.- si offese, corrucciandosi nel capire che se ne fosse dimenticato per quel tono confuso, ma poi lo vide sorridere e annuire, osservando un attimo la luce accecante contro gli occhi del bianco di quegli spot pieni di domande a gioco, o che condividevano alcuni oggetti da vendita mentre indicò la porta.

-Lì è dove va il personale: porta alla finestrella che hai visto. Lì controllano tutto il film, nel senso, che lo trasmettono per farcelo vedere.-

-Mi piace. Che cosa magica.- sorrise, seguendo il dito che aveva portato a puntare anche la finestra in alto, dietro di loro, prima di atterrare sulla sua guancia, scostando così una sua ciocca scusa e soffice. Osservando poi Marco si accorse di come sembrava colpito e rapito delle sue parole, così inaspettate quanto innocenti.

-Il film inizia: prendi i popcorn.- mormorò nel percepire il buio che durò un secondo attutito nell'udire una colonna sonora orecchiabile e ben sentita nelle orecchie da essere quasi percepibile al tatto intanto che Ace portò il contenitore sopra le gambe di Marco che rimase sorpreso.

-Non ne vuoi?-

-Certo, ma così puoi prenderle più facilmente. Ti dispiace?- chiese infine, pacato e guardando Marco con fare supplichevole e poi il contenuto con interesse, felice, portandoci una mano all'interno.

-Sì, va bene.- acconsentì con dolcezza, sorridendo e guardando ancora per qualche attimo il moro, contando le sue lentiggini e beandosi dei suoi occhi, ipnotizzati e che riflettevano i personaggi che si muovevano mentre li ascoltava parlare, arrossendo però nel sentirsi così specchiato nelle sue pupille. Sbuffò un ghigno compiaciuto, respirando a pieno ancora un po' e tornando all'enorme schermo che li illuminava, con un braccio attorno alla spalla di Ace, per percepire ancora il suo contatto su di sé. 



Socchiuse gli occhi, lasciandolo delicatamente all'interno della macchina, adagiandolo nel sedile passeggero e facendo scivolare la mano da dietro la sua schiena, afferrando poi la cinta e facendola passare da sopra al suo petto fino ad agganciarla, guardandolo fare una smorfia e mugolare per voltarsi su un fianco, riuscendoci solo con la guancia, verso al finestrino e facendo ridere il biondo che adagiò le proprie labbra, successivamente, contro quelle del moro, sentendolo tremolare e stringere le palpebre prima che sospirasse.

-Riposati pure, ti porto io a casa.-

-Nhn...-

-Lo prendo per un sì.- concordò, il biondo, sorridente e chiudendo la portiera, senza usare troppa forza, ma cercando di essere delicato per non disturbare il suo sonno. Facendo il giro e oltrepassando il muso della macchina, entrò, allacciandosi la cintura nera e flessibile per poi afferrare il volante e mettere in moto.

-Mhm... Marco?-

-Ci sono.- annuì, guardando gli specchietti nel fare la retromarcia, e uscendo così dal parcheggio dopo aver raddrizzato la macchina, lasciandola immettersi per bene sulla propria carreggiata, dirigendosi così, nella notte, verso casa.

-Com'è finito il film?- sussurrò, strusciandosi un occhio con il dorso di una mano, come un dolce gattino e sbadigliando mentre portò lo sguardo sul biondo, che però non ricambiava, prediligendo la guida. -Insomma, l'ho visto tutto... Ma devo essermi addormentato prima della fine.-

-Già, ma è terminato come speravi.- spiegò pacato.

-No, non dirmelo: lo guarderò un'altra volta, con te. O con i miei fratelli.- sbadigliò, annuendo a quella decisione e portandosi ad adagiarsi contro il sedile ma in direzione del suo ragazzo, così da ammirarlo in ogni movimento finché le sue palpebre duravano.

-Certo, non è un problema.-

-Grazie.- concesse dolce, con un sospiro quasi sollevato ma per lo più felice, e socchiuse gli occhi. -Ti faccio compagnia.- decretò poi, sicuro ma sbadigliando e chiudendo gli occhi nel dirlo.

-Va bene.- approvò, lasciandolo fare nella sua dolcezza, e continuò ad accelerare per quanto i limiti di velocità gli e lo permettevano, volendo arrivare al più presto per poter portare al caldo e tra le sue braccia, Ace, nel suo letto.

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