Capitolo 5
Ninfadora si trascinò verso la cucina, il suo turno era finito ed era tornata a Grimmauld, dove presto sarebbe iniziata la riunione. Salutò i membri già presenti, poi vide Remus farle cenno e si andò a sedere accanto a lui.
«Caffè?» Le chiese porgendole una tazza.
«Oh sì grazie!!!»
Lui le regalò uno dei suoi dolci sorrisi e le disse:
«Immaginavo che ne avresti avuto bisogno.»
«Sei il mio salvatore!» Gli schioccò un bacio sulla guancia per ringraziarlo, solo dopo si accorse dello sguardo divertito con cui la guardava Sirius e del colore che aveva assunto il viso di Lupin. Scoppiarono a ridere tutti e tre, riuscirono a stemperare l'imbarazzo mentre gli occhi degli altri erano puntati su di loro incuriositi.
«A disposizione», le sussurrò poi Remus nell'orecchio.
«Ben trovati. Sono contento che siate riusciti tutti a venire nonostante il poco preavviso. Vi ho convocati per un motivo particolare, ho bisogno di volontari che facciano da scorta a Harry Potter nel viaggio da casa sua a qui.»
Molte mani si alzarono, tra cui anche quella di Black.
«Sir, non fare il furbo, tu non puoi venire», lo rimbrottò Tonks.
«Oh andiamo, non potrò stare rinchiuso per sempre, io voglio aiutare il mio figlioccio.»
«Dora ha ragione, arriverà il momento in cui potrai uscire, ma non ora.» Intervenne Remus.
«Dora?»
Gli strizzò l'occhio e gli rispose:
«Una gentile concessione di tua cugina.» Poi si scambiò uno sguardo complice con la ragazza, come a riprova del fatto che stesse dicendo la verità.
«Sono compiaciuto nel vedere tutti voi così solerti nel voler proteggere il ragazzo. Bene allora, andrete dopodomani. Ora parliamo di come dovrete procedere.»
Silente iniziò a spiegare il piano d'azione, ma Ninfadora non riusciva proprio a seguirlo, più tentava di tenere gli occhi aperti e più quei traditori si opponevano. A un tratto perse ogni controllo del proprio corpo: le palpebre si chiusero e la testa le cadde sulla spalla di Remus. L'uomo non si era accorto di tutto ciò fino a che non aveva sentito la collega cadergli addosso. Per la seconda volta diventò color porpora, chissà cosa avrebbero pensato gli altri di quel contatto tra loro, doveva subito porre rimedio. Solo che quando si girò per guardarla rimase paralizzato: il suo viso a forma di cuore era così rilassato e la bocca accennava un sorriso, sembrava una bambina, diversa dalla donna iperattiva di sempre. Le spostò una ciocca di capelli che le ricadeva sugli occhi dietro l'orecchio, non lo aveva mai fatto, non si era mai spinto a toccare il viso di una donna, ma in quel momento gli era sembrato così naturale, come se un qualche istinto assopito dentro di lui avesse preso il sopravvento.
Qualcuno si schiarì la gola e lo riscosse da quello stato di trance in cui era caduto. Alzò la testa e vide Sirius con un sopracciglio sollevato che lo guardava, sembrava sorpreso oltre che divertito.
«Sai, penso che sia il caso di svegliare la bella addormentata.» Gli disse.
«Sì certo, hai ragione.» L'uomo iniziò a chiamare Dora sottovoce ma lei, invece che ascoltarlo e aprire gli occhi, si attaccò al suo braccio e si mise più comoda.
Allora Lupin tentò con più fermezza:
«Ninfandora, andiamo, devi svegliarti o presto ti noteranno tutti». Lei non si mosse neanche di un millimetro, così pensò ad un metodo di gran lunga più efficace: le fece il solletico pizzicandole un fianco.
Tonks si alzò di scatto e urlò:
«Heiii!»
Poi realizzò dove si trovava e che cosa era appena successo, si sarebbe sotterrata in quel preciso istante, tutti la guardavano e si stavano tappando la bocca per non ridere.
«A quanto pare Tonks ha la stessa difficoltà che aveva a scuola nel rimanere concentrata.» Piton, il suo ex professore di pozioni, aveva spesso l'abitudine di riprenderla durante le lezioni, a quanto pare non aveva perso il vizio.
«Chissà se con Lupin sarebbe stata in grado di prestare attenzione.»
«Sai, Severus, forse trovava le tue spiegazioni un pò troppo pesanti. In questi giorni ha lavorato troppo ed è semplicemente esausta.» L'ex insegnante gli rispose con un tono gelido che Dora ancora non gli aveva mai sentito usare, ma non poteva certo nascondere il piacere che le aveva procurato l'essere difesa, così si lasciò scappare un sorriso. Poi si rivolse a Silente:
«Mi dispiace essere crollata, non succederà più.»
«Oh posso immaginare che Remus sia un ottimo cuscino ma sarebbe meglio testarlo dopo la riunione.» Albus le fece l'occhiolino e riprese a parlare: «A questo punto non ci resta che pensare a una soluzione per allontanare gli zii di Harry da casa».
Mentre tutti riflettevano, Tonks si accostò all'orecchio di Lupin e gli chiese:
«Grazie per avermi difesa con Piton, ma la prossima volta non potresti svegliarmi con più delicatezza?»
Anche lui le si avvicinò con fare cospiratorio e le rispose:
«Ci ho provato, ma non ha funzionato, sembravi in letargo e poi sei stata tu a dirmi che ero libero di usare qualsiasi mezzo.»
«Oddio, è proprio tipico di me. In ogni caso ora ho scoperto di che cosa sei capace.»
«Oh no, questo non è ancora nulla», le disse lui con malizia.
«È una minaccia?» Domandò lei stando allo scherzo.
«Io direi piuttosto una promessa.» Remus stava scoprendo pian piano che le piaceva giocare con lei, c'era sempre una voce dentro di lui che cercava di frenarlo, ma era liberatorio lasciarsi andare ogni tanto. Dora d'altro canto era sempre stata la regina delle risate, quindi era felice di aver trovato una persona che, nonostante le evidenti difficoltà, sapeva divertirsi con lei. Doveva però riscattarsi dalla figuraccia fatta poco prima, quindi lasciò cadere l'argomento e si concentrò per farsi venire un'idea. Suo padre, Ted, era un nato babbano e le aveva trasmesso un po' di informazioni sulle loro abitudini, perciò non le fu difficile elaborare una proposta.
«Potremmo mandar loro una lettera per posta dove gli comunichiamo che hanno vinto un premio. Una cosa del tipo "Complimenti, tra tutti i prati suburbani d'Inghilterra il tuo è risultato il migliore! Vieni a ritirare la targa che abbiamo preparato per te..." e poi scriviamo un falso indirizzo.»
«Meravigliosa idea Tonks, puoi occupartene tu?» Le chiese Silente.
«Certo, nessun problema!» Era davvero orgogliosa di sé, anche Lupin si voltò a guardarla ammirato e si complimentò:
«Sei stata bravissima!»
«Dai non così tanto, è stato abbastanza semplice in realtà. I miei nonni erano babbani, quindi grazie a papà so molte cose su di loro.»
«Beh però per una che si è appena svegliata, sei stata geniale.»
«Oooh finiscila!» Gli assestò un pugno sul braccio mentre cercava di trattenersi dal ridere.
«Vedo che voi due state facendo amicizia», si inserì Sirius che continuava a guardarli.
«Ma se Rem non fa altro che prendermi in giro!»
«Sei tu che mi offri sempre l'occasione giusta!»
«Questo non è vero!» Incrociò le braccia davanti al petto e mise il broncio, poi si accorse di come entrambi gli uomini la osservassero con il sopracciglio alzato e disse:
«D'accordo forse hai ragione, ma solo un pochino!»
«Cuginetta io rimango del parere che i tuoi spettacoli fanno bene a tutti, per lo meno ci fai ridere.»
«In pratica mi stai dando del pagliaccio?»
«Ah ah ah, dai non puoi negare che tu un pò lo sia!»
«Albus, noto che la famiglia Black si diverte molto alle tue riunioni.» Piton si intromise di nuovo ma con un tono di voce decisamente più alto del solito. Sembrava godere del fatto che tutti sentissero le sue malignità. Sirius e Dora si girarono di scatto per fulminarlo, ma questa volta fu Silente a rispondere:
«Andiamo Severus lasciali stare, un po' di risate non fanno certo male. Sono tempi bui ma per fortuna c'è qualcuno che sa ritrovare la luce. Bene, è arrivato per me il momento di andare, ulteriori dettagli ve li potrà fornire Alastor. Ci rivediamo tra qualche giorno.» Si alzò per andarsene e alcuni membri lo seguirono.
Prima di partire Malocchio si rivolse ai rimasti:
«Voi che sarete la scorta di Potter ricordatevi che dopodomani il ritrovo sarà direttamente a casa del ragazzo. Vi aspetto tutti alle 20 e, per chi non lo sapesse, non gradisco i ritardatari.» Non aggiunse altro e si incamminò verso la porta con i colleghi che non si fermavano a Grimmauld.
Anche Dora si alzò, si scusò con Molly per la sua mancanza di appetito, augurò la buonanotte a tutti e corse a letto.
Due giorni dopo Tonks si occupò di verificare che la lettera spedita fosse arrivata a destinazione. La sera, finito il suo turno di lavoro, si recò nuovamente a casa dei Dursley per riunirsi agli altri. Non c'erano ancora tutti, Lupin la vide arrivare e le andò incontro:
«Sei puntuale!» Le disse ironico.
La ragazza si finse arrabbiata e gli rispose:
«Grazie per questo tono sorpreso Rem, è bello ricevere un benvenuto così caloroso!»
L'uomo che si divertiva troppo a prenderla in giro, continuò:
«Che tipo di accoglienza ti aspettavi esattamente?»
«Oh beh, non so, forse un "Ciao, come è andata oggi?", per esempio?» Ninfadora provò a rimanere seria, ma era davvero difficile.
«Accidenti ti facevo meno formale di così. La prossima volta ti chiederò come era il tempo durante il viaggio, meglio?»
«Sai credevo che fosse Sirius il peggiore dei malandrini, ma sto iniziando e rivalutare la tua posizione.»
«Ah ah ah, non so quali storie ti abbia raccontato tuo cugino ma io non ho mai detto di essere il più bravo del gruppo!»
«Ma se la maggior del tempo sei taciturno o rintanato in biblioteca!!!» Ribattè lei impettita.
«Vero, ma a quanto pare se riesco a sorprenderti, possiedo molte qualità nascoste.» Le rispose lui con malizia.
«Ti chiamavano anche modesto oltre che Lunastorta? Domani comunque mi procurerò una pala, così potrò scavare a fondo per trovare tutte queste tue qualità nascoste.» La ragazza pronunciò queste ultime parole facendogli il verso.
Lui inclinò leggermente la schiena, piegò il braccio sinistro contro il petto e allargò il destro simulando un inchino, poi le disse:
«Accomodati.»
A quel punto Dora non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere, poi buttò lo sguardo oltre di lui e vide che stavano arrivando anche gli ultimi volontari, così prese Remus per un braccio e gli sussurrò:
«Non vedo l'ora in effetti, ma adesso andiamo a recuperare Harry o mio cugino ci ucciderà.»
Si unirono al resto del gruppo e seguirono Malocchio all'interno della casa: ispezionarono il piano terra, controllarono il salotto e la cucina, dove ovviamente Tonks non mancò di dare prova della sua goffaggine rompendo un piatto.
«Capisco sempre di più perché hai rischiato di essere bocciata all'esame di Segretezza e inseguimento», le sussurrò Lupin all'orecchio. La ragazza sobbalzò, non aveva visto che si trovava dietro di lei:
«Rem potresti evitare di spaventarmi? Faccio già abbastanza danni da sola!»
Si avviarono poi verso il corridoio per raggiungere Malocchio che aveva giusto in quel momento scorto Harry in cima a delle scale foderate di moquette.
«Professor Lupin!» Esclamò Potter sorpreso.
«Ciao Harry, sono contento di vedere che stai bene. Spero che Alastor non ti abbia spaventato, siamo venuti a prenderti.»
Tonks si avvicinò ancora di più a Remus, ma non riusciva ad inquadrare bene la figura del ragazzo illuminata solo da un raggio di luce che proveniva da un lampione esterno.
«Perchè continuiamo a rimanere al buio?» Domandò più che altro a se stessa e, senza attendere una risposta, pronunciò l'incantesimo: «Lumos.»
Il giovane sgranò gli occhi, non aveva mai visto quella donna dai capelli rosa. Il suo ex insegnante doveva aver notato l'espressione spaesata di Harry e gli spiegò:
«Questa è Ninfadora...»
«Remus! Non Ninfadora!» Lo rimproverò subito lei.
«Questa è Ninfadora Tonks, ma che preferisce essere chiamata solo Tonks.» Lupin gli presentò anche gli altri poi gli disse:
«Ora dovresti andare a preparare il tuo baule, così possiamo partire.»
«Andremo alla Tana?»
«No, troppo rischioso, abbiamo scelto un luogo più sicuro, ma è bene non parlarne qui.»
«E come viaggeremo?»
«Con le scope! Remus ci ha detto che sei bravissimo a volare. Andiamo ti aiuto io con la tua valigia.» Si offrì Dora, passò accanto a Lupin e gli diede un pizzicotto sul braccio.
«Hei!» Si lamentò lui.
«Tu prova a chiamarmi un'altra volta Ninfadora», gli rispose prima di fargli una linguaccia e correre sulle scale dietro a Harry.
Quella donna riusciva a trovare il lato divertente in ogni situazione, Remus era certo che l'avrebbe fatto impazzire, ma non poteva negare che da quando c'era lei, anche se erano trascorsi solo pochi giorni, Grimmauld aveva rivisto la luce. Anche Sirius era più felice e lei non perdeva occasione per impedire a entrambi di autocommiserarsi: il cugino per la vita che lo aveva reso un eterno prigioniero e lui per la malattia che lo aveva condannato a un'esistenza da eremita.
Con molta probabilità lo avrebbe fatto impazzire, ma poteva quasi concordare con se stesso che non sarebbe stato poi così male avere un'amica come lei.
Poco dopo la vide riaffacciarsi dal pianerottolo di sopra con il baule di Harry.
«Siamo pronti!» Esclamò con il suo solito tono vivace. Uscirono tutti per prendere posizione sopra le loro scope.
«Mantenete la formazione qualsiasi cosa accada! Se qualcuno di noi muore non fermatevi!»
«Certo, certo lo sappiamo Malocchio, VIGILANZA COSTANTE!!!» Lo prese in giro Tonks che ormai conosceva le parole del suo mentore a memoria.
Il viaggio durò poco e per fortuna non ci furono intoppi di alcun tipo. Arrivati di fronte alla casa dei Black, Dora recuperò dalla scopa il bagaglio di Harry e Remus le si avvicinò:
«Serve una mano?»
«Vuoi farti perdonare per aver usato il mio nome?»
«E se così fosse? Potrei ritenermi assolto?»
«Sei uno sciocco Professor Lupin se pensi di potermi comprare con così poco, però è un inizio. Quindi, sì, un aiuto mi farebbe davvero comodo.»
«A sua disposizione Signorina Tonks.»
«Hei voi due, volete muovervi?» Li richiamò Alastor che stava per entrare in casa.
«Arriviamo, arriviamo!» Gli rispose Ninfadora scocciata.
Poi si girò verso Remus e, come due ragazzini appena colti con le mani nel barattolo della marmellata, scoppiarono a ridere. Non smisero fino all'arrivo alle scale dell'abitazione. Giunta all'ultimo gradino, però, la ragazza inciampò e sarebbe di sicuro caduta se Lupin non avesse abbandonato il baule per agguantarle un braccio.
«Grazie», gli disse. Alzò la testa e si ritrovò persa a guardare dentro gli occhi nocciola di lui, le piaceva quel colore, ma soprattutto l'intensità con cui anche l'uomo la stava scrutando in quel momento. Se qualcuno li avesse visti avrebbe sicuramente potuto notare delle scariche elettriche passare da un corpo all'altro, ma non loro, che non riuscivano proprio a spiegarsi perché quello scambio di sguardi li turbasse così tanto.
Lupin però preferì non indugiare oltre, quelle sensazioni che cominciavano a presentarsi a tradimento lo spaventavano e così le rispose:
«Di niente.»
Anche lei sembrò come riscuotersi da un sogno, ripresero la valigia e raggiunsero gli altri, come se niente fosse successo.
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