Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 12

Dall'inizio dell'anno scolastico il tempo, per gli abitanti di Grimmauld Place, trascorse in maniera relativamente tranquilla: Sirius cercava di mantenersi il più sereno possibile, ma spesso la depressione lo colpiva con durezza ed era capace di rinchiudersi nella sua stanza per ore senza voler parlare con nessuno; Remus si teneva occupato con i turni dell'Ordine o compiti assegnatogli da Silente, ma, oltre che con l'amico, condivideva sempre più momenti con Tonks che invece era oberata di lavoro.

Il mese di Dicembre arrivò in un lampo, presto si sarebbero riuniti con i ragazzi per passare le vacanze e festeggiare insieme. Black era diventato incontenibile, continuava a contare i giorni che mancavano all'arrivo di Harry e, per Lupin, era sin troppo divertente vederlo così eccitato; quel ragazzo tirava fuori il meglio di lui.

Mancava poco a Natale, Remus stava aspettando il rientro di Dora che quella notte era di pattuglia con Malocchio e sapeva che non sarebbe ritornata troppo felice. Era l'alba ormai e l'uomo sentì i passi della ragazza riecheggiare nel corridoio; lei, andando a colpo sicuro, lo raggiunse in cucina.

«Giorno», gli disse con poca convinzione.

«Tutto bene?»

«Sì, per quanto possa affermarlo dopo un turno con Alastor.» Si avvicinò all'uomo per dargli un bacio sulla guancia, poi continuò: «Tu invece, hai riposato un po' o sei rimasto sveglio ad aspettarmi?»

Lui sorrise, ogni volta ripetevano le stesse domande e risposte scontate come un rituale:

«Sono stato qui a leggere.»

«Avresti dovuto dormire almeno un po', lo sai.»

«E tu sai che non riesco a prendere sonno se non so che sei qui al sicuro.» Dora, che nel frattempo gli si era seduta accanto, rimase a guardarlo in silenzio, quelle parole la emozionavano come se fosse la prima volta che le sentiva. Sebbene fosse stanca, il rapporto speciale nato fra di loro le era di conforto e, come spesso accadeva, gli appoggiò la testa sulla spalla per godere della sua vicinanza.

«Quando devi andare al Ministero?»

Si stava appisolando ma riuscì comunque a dire:

«All'ora di pranzo.»

«Bene, allora  possiamo andare a letto», riuscì a farla alzare ma un rumore improvviso nel corridoio fece sobbalzare entrambi. Si lanciarono un'occhiata confusa, non aspettavano visite, impugnarono subito le bacchette pronti a difendersi, ma rimasero ancora più sconvolti nel vedere Silente con Harry, Hermione e i giovani Weasley dietro di lui.

«Albus!» Esclamò con stupore Remus prima di chiedere: «Che cosa ci fate qui?»

Ginny nel vedere Ninfadora le corse tra le braccia con le lacrime agli occhi.

«Arthur ha subito un attacco al Ministero, loro rimarranno qui in modo che possiate accompagnarli al San Mungo non appena avrete notizie da Molly.»

«Non sapete altro? Si rimetterà?» Domandò Tonks, mentre accarezzava i capelli della giovane amica, ma la risposta era palese nelle espressioni dei figli Weasley.

«Devo tornare a scuola, confido di vedervi più tardi in ospedale.» Sparì senza aggiungere altro, la donna allora si rivolse a Lupin:

«Che ne dici di preparare un tè? Io salgo a svegliare Sirius.»

«Sì certo», le rispose sovrappensiero. Era lì ma la sua testa si trovava altrove, approfittò della preparazione della bevanda per cercare di riprendere il controllo di sé. La prima cosa che aveva pensato, dopo le parole del preside, era che quel turno spettava a Dora ma Malocchio aveva deciso di farsi accompagnare per un appostamento fuori Malfoy Manor. Si sentiva in colpa perché, nonostante la preoccupazione per il collega a cui era affezionato, aveva tirato un sospiro di sollievo, la sola immagine della ragazza ferita gli provocava la nausea e un dolore acuto al cuore. Ecco perché rimaneva sempre sveglio nell'aspettare il suo ritorno, aveva scoperto che l'ultima cosa che desiderava al mondo era perderla e, ogni volta, viveva quelle ore lontano da lei con l'ansia che potesse capitarle qualche incidente. Il rumore dell'acqua sul fuoco, che stava bollendo, lo ricconnettè con la realtà, prese delle tazze e le passò ai ragazzi che non avevano alcuna voglia di conversare.

«Chi vi ha avvisato dell'accaduto? So che vostro padre era da solo, è stato in grado di mandarvi un messaggio?» Chiese speranzoso. Tutti si girarono a guardare Harry, che provò a rispondere ma fu interrotto dall'arrivo di Sirius e sua cugina:

«Eccomi, Tonks mi ha detto cosa è successo. Sono certo che presto ci saranno ottime novità, perchè non provate a riposare un po'? Immagino che ne abbiate bisogno, non appena ci contatterà Molly vi verremo a svegliare.» Black cercò di incoraggiarli.

«Sir ha ragione, dovreste dormire, si vede che siete esausti,» intervenne la ragazza.

«Penso che farà bene a tutti, muoviamoci su!» Fu Hermione la prima a tirarsi su dalla sedia e ad invitare anche gli altri a seguirla. Harry aspettò di vederli salire per poi rivolgersi al padrino:

«Potrei parlarti un attimo?»

«Certo, vieni, andiamo in sala», gli sorrise con affetto, gli posò un braccio sulle spalle e lo condusse fuori dalla cucina.

Ninfadora si lasciò andare su una seggiola, era esausta.

«Accidenti...Se penso che il suo turno spettava a me, sarebbe stato più giusto, magari sarei rimasta ferita io piuttosto che lui...ha una moglie e dei figli che lo piangerebbero... io invece...»

«Tu cosa Dora?» Le chiese Remus serio, sapeva che si sentiva in colpa, ma non sopportava di udirla pronunciare certe parole. Continuò a tenere lo sguardo basso e rispose:

«Beh io...sarei sicuramente una perdita minore rispetto a lui...»

Fino a poco tempo prima non era mai riuscito a trovare niente di paragonabile al dolore della trasformazione, ma quel giorno ciò che aveva capito era, che di simile, c'era solo il pensiero della morte della ragazza; da quando l'aveva conosciuta, ma soprattutto dopo che si erano così tanto avvicinati, non poteva più immaginare la propria esistenza senza di lei al suo fianco. Si inginocchiò accanto alla sua sedia per poterla guardare negli occhi e le alzò la testa, prima cercò di stabilire il contatto e poi le disse:

«Ascoltami bene, so cosa stai provando, penso di potermi definire un esperto nel campo dei sensi di colpa, ma tu non c'entri, prima di tutto perché è stato Malocchio a stabilire il vostro scambio e in secondo luogo Arthur sapeva benissimo, come qualsiasi altro membro dell'Ordine, i rischi che correva.»

«Sì ma...»

«Non ho finito. Non provare mai più a dire che la tua scomparsa sarebbe meno importante di quella di qualcun'altro. Pensa a Sirius, ai tuoi genitori, ai Weasley tutti ne rimarrebbero colpiti e addolorati.» Se Remus non si era nemmeno reso conto di non essersi incluso nell'elenco, Tonks lo aveva notato e non poté fare a meno di chiedere:

«E tu?»

«Io cosa?» La guardò stupito.

«Beh hai nominato un sacco di persone, ma tu? Cosa proveresti?»

«Mi si spezzerebbe il cuore.»

Non si aspettava quella risposta, come del resto tante delle altre che lui le aveva dato, in cui le aveva chiaramente fatto capire quanto tenesse a lei. Spesso le aveva detto quanto la sua positività gli fosse d'aiuto per cancellare un po' di quella oscurità che tanto lo angosciava, ma lui era in grado di darle lo stesso supporto. Ogni volta che qualcosa la preoccupava riusciva a farle tornare il sorriso e la solarità che la caratterizzava, con la sua calma e saggezza sapeva come farla tornare in sé.

«Vorrà dire che allora farò di tutto perché ciò non accada», gli disse riprendendo a sorridere.

«Ecco la Dora che conosco, vieni qui.» Le allargò le braccia, ma la donna vi si buttò con troppo impeto e caddero entrambi a terra.

«D'accordo è chiaro il concetto, volevi dimostrare di essere di nuovo te stessa!» Lei lo colpì sul petto e scoppiarono a ridere come due bambini, chiusi in un modo tutto loro, senza preoccupazioni e sofferenza. Ecco i momenti che spesso condividevano e che tanto amavano; quelli in cui riuscivano a staccare in maniera completa il cervello e a godere solo dell'eco delle loro risate. Rimasero quasi senza fiato, prima di accorgersi della posizione in cui si trovavano: Dora stesa su di lui che la avvolgeva stretta e le gambe intrecciate tra di loro. Se non ci fosse stato l'imbarazzo a colpirli quello di sicuro sarebbe stato il modo migliore per passare il resto della giornata.

Lei, fino a quel momento con la testa appoggiata sul suo petto, si tirò un po' più su per poterlo osservare e accarezzargli una guancia, ma la sua mano fu attirata dalle labbra che guardava davvero per la prima volta. Ne seguì il percorso e si rese conto di quanto avrebbe voluto posarvi un bacio, assaporarle e scoprire se vi fosse qualche traccia della cioccolata che era solito bere. Si stupì dei suoi stessi desideri che l'avevano travolta così all'improvviso, provocandole ondate di calore in tutto il corpo; ma Remus non era da meno, poteva intuire ciò che attraversava la mente della meravigliosa donna che continuava a stringere e, per quanto non avesse mai provato niente del genere, doveva ammettere che bramava la stessa identica cosa. Ciò che più voleva era che lei non smettesse di sfiorarlo, ogni movimento delle sue dita lo infiammava ma soprattutto lo portava in un'altra dimensione dove non esisteva la paura dell'essere ignorato o allontanato, perché lei lo aveva accettato e colmato di affetto sin dal primo istante.

Sempre più attirata dal viso dell'uomo e dalla espressione con cui la guardava, come se non esistesse niente più bello di lei al mondo, gli si avvicinò con lentezza per studiare la sua reazione, ma lui non si mosse, vittima del potere di quelle nuove emozioni che lo stavano travolgendo; Dora lo prese come un invito a proseguire ma si fermò poco prima di raggiungere le sue labbra e sussurrò:

«Remus...»

Una luce argentea si piazzò davanti a loro, interrompendo brutalmente il contatto tra i due, che si alzarono di scatto per ascoltare ciò che il patronus di Molly aveva da dire:

«Arthur non è in pericolo di vita, sono riusciti a curare le ferite; riposerà per qualche ora, nel pomeriggio potrete venire a trovarlo.»

Lupin aiutò Tonks nel rialzarsi, erano sollevati e felici della buona notizia, ma non dissero una parola su ciò che era quasi accaduto pochi attimi prima.

«Visto che ora possiamo rilassarci, perché non vai a sdraiarti un po'?»

«Sei stato sveglio tutto la notte anche tu, tranquillizziamo i ragazzi e poi andiamo a dormire anche noi.»

Lo prese per mano e lo costrinse a seguirla, diedero la buona notizia ai Weasley che l'accolsero con grande entusiasmo, poi si diressero verso le loro stanze.

«Vuoi che ti venga a chiamare dopo?»

«Perché invece non resti con me? Almeno puoi controllare che io riesca davvero a svegliarmi.» Lo guardò con quell'espressione implorante di sempre a cui l'uomo non sapeva proprio resistere e, anche se non era certo che fosse una buona idea, accettò:

«D'accordo, ma giuro che ti butto giù dal letto se come al solito non sarai in grado di farlo da sola.»

«Aggressivo Prof eh!?»

«Io direi pratico.»

Il pensiero che Arthur si sarebbe rimesso li facilitò nel prendere sonno e presto si addormentarono entrambi, l'uno di fianco all'altro con le mani intrecciate, che si erano cercate in maniera quasi automatica, sempre pronte a darsi sostegno.



«Bella addormentata, è ora di alzarsi!!!»

«Accidenti Rem, devo ancora capire come fai a essere così attivo dopo solo qualche ora di riposo!» Si lamentò la ragazza che non aveva alcuna intenzione di aprire gli occhi. Le sollevò le palpebre per guardarla e la minacciò:

«Ti avviso che sto per darti una spintarella, quindi, fossi in te, mi muoverei!»

«Sei crudele Lupin!»

«È sempre un piacere ricevere i tuoi complimenti NINFADORA!» Scandì le ultime parole per schernirla, prendersi in giro era uno dei loro giochi preferiti.

«Ora ti faccio vedere io il piacere che posso procurarti!!!» Prese un cuscino e cominciò a sbatterglielo contro con energia, lui per difendersi recuperò il suo e iniziò a contrattaccare dando il via ad una battaglia che di sicuro sarebbe andata avanti per le lunghe, se non fosse per il fatto che Tonks doveva seriamente scappare al lavoro.

«Ok, ok tregua! Chiudi gli occhi che devo mettermi la divisa e non provare a barare!»

«Ehi per chi mi hai preso?!» Le rispose con finto risentimento.

«Giusto, dimenticavo che sei un perfetto gentiluomo e che quindi non lo faresti mai!» Dopo quello che era successo qualche ora prima ed essersi reso conto di quanto in realtà la desiderasse, non poteva certo negare che avrebbe volentieri ammirato il suo corpo senza vestiti, ma la verità era che in nessuna occasione si sarebbe permesso di farlo di nascosto. Aveva sempre pensato che il mostrarsi a qualcun'altro dovesse dipendere da una scelta libera e consapevole, non da una costrizione, quindi nonostante fosse la prima volta in assoluto che provava quell'intenso trasporto per una donna, non avrebbe mai superato il limite.

«Fatto, puoi riaprirli!»

«Perfetta come sempre», constatò con un sorriso.

«Grazie Prof, ora vado. Mi dispiace non poter passare con voi da Arthur cercherò di farlo a fine turno.»

«Ricordati di avvisare se dovessi ritardare.»

«Certo e tu non divertirti troppo senza di me!» Gli disse prima di dargli un bacio sulla guancia e precipitarsi fuori dalla porta.

«Impossibile», replicò senza che lei potesse sentirlo. 


«Tonks, tutto bene?» Era china su una pila di fogli, ma sembrava assente e infatti neanche sentì la domanda postale da Kinglsey. Il collega, che si trovava alla sua scrivania sommerso anche lui dai documenti, si alzò e le mise una mano sulla spalla per attirare la sua attenzione.

«Tonks», ritentò.

Lei sobbalzò e, con il gomito, diede una spinta a una parte delle pratiche che finì sul pavimento.

«Oh scusami King, ero distratta. Che cosa stavi dicendo?»

«Me ne sono accorto, ti ho giusto chiesto se è tutto a posto. Sei preoccupata per Arthur?» Le chiese comprensivo, sapeva dello scambio dei turni e, conoscendo la giovane Auror, immaginava che ne fosse rimasta turbata.

«Sì, ma sono contenta che presto starà meglio, sono solo stanca, tutto qua.» Gli rispose cercando di essere convincente.

«Perché non vai via un po' prima? Posso finire da solo.»

«Non ce n'è bisogno, ce la faccio.»

«D'accordo, se ne sei sicura. Vado a prendere del caffè per entrambi», uscì dalla stanza e la lasciò sola con i suoi pensieri.

Dora sperava che le avesse creduto, non era stata sincera, in realtà era anche troppo sveglia, non riusciva a smettere di pensare a quello che era successo con Remus, da quando aveva cominciato a desiderare qualcosa di più oltre alla semplice amicizia non lo sapeva. Eppure ciò che aveva provato le era più che chiaro, se non fosse stato per il patronus lo avrebbe baciato, era arrivata così vicina alle sue labbra che sarebbe stato impossibile tornare indietro o accampare scuse. Oltre a cercare di mettere ordine in quel groviglio confuso di sentimenti e fantasie, si interrogava su quello che poteva essere passato nella testa di Lupin. Non le era sembrato dispiaciuto e non l'aveva allontanata, forse aveva provato lo stesso o magari era troppo gentiluomo per rifiutarla, ma la disonestà non faceva parte del suo carattere quindi un comportamento del genere non era neanche da prendere in considerazione; sperava che non la ritenesse una ragazzina sciocca che cercava di accalappiare un uomo saggio, maturo e semplicemente unico come lui. La pazzia era vicina, ne era certa, più cercava di indovinare i sentimenti dell'amico e peggio stava, doveva darsi pace ed aspettare che capitasse un'occasione simile per mettere alla prova entrambi.

Cercò di concentrarsi sul suo lavoro per non riportare più la sua attenzione su quelle riflessioni.

Fortunatamente il tempo volò meglio del previsto, riuscì anche a fare un saluto veloce ad Arthur prima che i medimaghi la buttassero fuori dalla stanza per farlo riposare. Era felice di avergli potuto parlare anche se solo per poco, non sarebbe stata contenta di sé se non fosse passata dal collega. Prima di rientrare a casa però aveva intenzione di fare una commissione per risollevare l'umore dei ragazzi, si rammentò di inviare un Patronus a Remus per avvisarlo e si diresse alla ricerca di un negozio ancora aperto.


«Sono tornata! Spero per voi che abbiate ancora fame! Ho portato rifornimenti speciali!»

Si trovavano tutti in sala e, al suono della voce di Tonks, si erano voltati a scrutare incuriositi le buste della spesa che teneva tra le mani.

«Che cosa hai portato?» Chiese per primo Fred.

«Tutto ciò che possa far mettere ciccia sui fianchi, soprattutto a noi ragazze, ma che aiuta a dimenticare le brutte giornate! Ho pensato che sarebbe stato carino rispettare la nostra vecchia tradizione di Pigiama Party Tonksley, includendo anche gli altri ovviamente!» Accompagnò le ultime parole con un occhiolino.

«Tonksley?» Domandò Sirius perplesso.

«Oh andiamo, Tonks-Weasley! Lo facevamo tutte le estati, in principio fu un'idea mia e di Charlie e poi abbiamo continuato. Quindi ora andiamo tutti a cambiarci e iniziamo ad ingozzarci!» Cominciò a sbracciarsi per invitarli a muoversi, ma non ce ne fu bisogno perché erano più che pronti a farsi coinvolgere dall'entusiasmo della ragazza.

Remus fu l'ultimo ad alzarsi e a raggiungerla:

«Grazie per avermi mandato il Patronus, quel coniglietto è proprio come la sua padrona: salterino e pieno di energia!»

«Ah ah ah, in effetti è parecchio movimentato. Comunque l'avevo quasi dimenticato, ovviamente, ma il non farti preoccupare ha avuto la meglio sul mio essere così smemorata!» Rispose lei con sincerità.

«Non avevo dubbi, nella tua idea frullano sempre troppe cose perché tu possa ricordarle tutte. Come per esempio quella di stasera, geniale! Sono certo che i ragazzi ne saranno molto felici!»

«Non è nulla ho solo immaginato che potessero aver bisogno di una distrazione. Ora comunque dobbiamo prepararci anche noi!»

Lupin non era abituato a farsi vedere in abiti per la notte ma, per una volta, avrebbe fatto un'eccezione, se non altro perché gli era sempre più difficile battere in ritirata davanti a una proposta di Dora.

Presto furono di nuovo tutti in sala, seduti in terra in cerchio. Agli ex malandrini sembrava di essere tornati ai tempi di Hogwarts, quando si riunivano nella Sala Comune per rilassarsi e discutere su qualche nuovo progetto o di ragazze; non erano più dei bambini ormai ma si erano lasciati trascinare facilmente dagli altri. La serata trascorse in un'armonia perfetta: risero, scherzarono, si raccontarono di quei mesi passati lontani e mangiarono una quantità di schifezze assurde ma, grazie alla sorte, non c'era Molly a cui di sicuro si sarebbero rizzati i capelli in testa nell'assistere a uno spettacolo del genere.

Tonks e Lupin erano seduti accanto, avevano le gambe incrociate e le ginocchia che si sfioravano ogni volta che si muovevano e, quando succedeva, si lanciavano occhiate furtive e sorrisi semi nascosti si affacciavano sui loro visi. Per lei era un piacere poterlo vedere sereno, senza i propri tormenti ad occupargli la mente; era un successo riuscire a distrarre anche lui oltre a tutti gli altri. A un certo punto la stanchezza iniziò a farsi sentire, Ginny si buttò tra le braccia di Dora:

«Grazie per ciò che hai fatto, non mi stancherò mai di ripetere che sei la sorella che avrei voluto!»

«Lo stesso vale per te, lo sai. Comunque è stato un piacere, prima che torniate a scuola lo rifaremo!» Le disse ricambiando l'abbraccio.

Remus osservava quel tenero scambio, l'espressione negli occhi di entrambe: vi lesse affetto, gratitudine e ammirazione. Ad un tratto, guardando Ninfadora, tutto gli fu chiaro, era stato così cieco o forse si era opposto ai segnali che bussavano alla porta del suo cuore: l'aveva considerata bellissima sin dal primo istante in cui aveva varcato la soglia della cucina, con i suoi capelli rosa, il viso a forma di cuore e il colore degli occhi che cambiava in continuazione; lo faceva ridere più di chiunque altro al mondo e dimenticare tutto ciò che lo angosciava; lo aveva fatto sentire accettato senza pregiudizi e discriminazioni; si preoccupava per lei se ritardava e si trovava fuori per qualche missione; era rimasto affascinato dal suo essere positiva e solare e allo stesso tempo combattiva e pronta a donare se stessa per gli altri; si era sentito morire al pensiero di poterla perdere e non da ultimo l'irrefrenabile desiderio che lo aveva colpito quella mattina quando stavano per baciarsi. Unì tutte quelle informazioni e, come pezzi di un puzzle che finalmente combaciano, ciò che provava gli si palesò in tutta la sua potenza, di sicuro sarebbe caduto se non si fosse già trovato seduto. Ormai lo sapeva con certezza, l'amava, con un'intensità che mai avrebbe creduto possibile; aveva visto James e Lily, ciò che li legava era cristallino per tutti ma non aveva la più pallida idea di che cosa si provasse sulla propria pelle e Ninfadora Tonks era comparsa nella sua vita, come un uragano, per farglielo scoprire. Quella giovane e dolce Auror gli era entrata dentro e, nonostante sapesse, a causa della sua malattia di non poter rivelarle il suo attaccamento per lei, dubitava che sarebbe riuscito a dimenticarla.

Come se fosse in grado di sentire il richiamo dei suoi pensieri, la donna alzò la testa che teneva posata su quella di Ginny e lo guardò, il sorriso luminoso che gli regalò gli accelerò i battiti a ulteriore conferma del magico potere che aveva su di lui.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro