~19~ Sequestro ~
L'uomo con la maschera si avvicina sempre di più fino a toccarmi il viso con un dito. Deglutisco dalla paura, ho avuto paura molte volte, ma mai come adesso.
"Chi sei tu?" Chiedo con la paura che sprizza fuori da tutti i pori.
Dai occhi verdi che s'intravvedono dai buchi si può vedere della rabbia, molta rabbia che mi fa rabbrividire e mi provoca ancora più paura.
"Bambolona non uscirai molto presto da qua" fa una risata malefica e mi tira una sberla in pieno viso.
"Cosa vuoi da me? Dov'è Cameron" inizio a piangere, ancora non capisco che mi sta succedendo, spero vivamente di trovarmi in un brutto sogno.
La guancia mi pulsa dal dolore, la sberla che ho ricevuto mi ha provocato un senso di bruciore.
"Il tuo fidanzato sara in ospedale, avete avuto un bel incidente forse morirà anche" l'uomo alza una parte della maschera e prima d'uscire mi sputa in faccia e io non posso far a meno di continuare a piangere.
Sono così spaventata, voglio andare via da questo posto, Onestamente non so nemmeno se rivedrò mai la luce del sole.
Passano le ore, inizio a sentire freddo, le braccia mi fanno un male cane. Non riesco nemmeno più a piangere mi sento disidratata e da quando l'uomo mascherato è uscito da questa cella non ho più visto nessuno.
"Cameron" faccio un urlo invano, so che non può sentirmi, so che non è qua, ma la speranza che possa sentirmi e venirmi a salvare è l'unica che mi fa sopportare questo dolore.
Mi sento sempre peggio e l'unica cosa che riesco ancora a fare è rifugiarmi nei miei ricordi.
Credo siano passati un paio di giorni da quando mi trovo qua, ho ancora le braccia appese, non ho più visto nessuno, mi sento davvero male, credo d'essere svenuta un paio di volte per la disidratazione e la mancanza di cibo. Mi sento abbandonata e in trappola, sto così male che preferirei morire al posto di continuare a soffrire in questa maniera.
"Ragazzina stai soffrendo?" All'improvviso sento una voce famigliare, così giro la testa lentamente verso la posta e vedo l'uomo mascherato con una bottiglietta d'acqua in mano.
"Perché mi trovo qua?" Chiedo con un filo di voce.
L'uomo non risponde e svita il tappo dalla bottiglia. Con una mano mi afferra la faccia e mi apre la bocca per poi versarci dentro l'acqua.
"Il mio compito è quello di torturarti un po' e poi farti andare" dice tirando fuori un teiser dalla tasca dei pantaloni per poi puntarmelo addosso.
"Che vuoi fare?" Mi si blocca il respiro in gola e sgranò gli occhi spaventata. L'uomo avvicina l'aggeggio alla mia pancia e schiaccia il pulsante per azionarlo.
Senti una scossa fortissima in tutto il corpo, i miei occhi si girano all'indietro e all'improvviso non vedo più niente.
"Amore sei bellissima" dice dolcemente al mio orecchio facendomi venire i brividi "ti amo" rispondo io prima di dargli un bacio di sfuggita sulle sue belle labbra carnose.
"Fai buon viaggio e chiamami appena arrivi" mi raccomanda Cameron. "Ovvio che ti chiamo" rispondo uscendo di casa. Sto partendo per uno scambio linguistico di tre settimane, andrò in Spagna a casa di una ragazza è lei farà altrettanto fra tre settimane. Sono agitata, non ho mai affrontato un viaggio così lungo da sola, da Orlando a Madrid. Non vedo l'ora di arrivare, sono davvero curiosa di poter vedere un altra città del mondo, ma da un altra parte non voglio partire perché non voglio staccarmi da Cameron.
Salgo sull'aereo e per la prima volta mi trovo al posto sul corridoio, non sono mai stata in questo posto, la sensazione è terribile, non credo di resistere tutte queste ore in questo posto, mi sento a disagio e odio sentirmi così.
Decolliamo, tutto sembra tranquillo ma io ho una brutta sensazione, questo posto mi provoca brutte, bruttissime sensazioni. Dopo tre ore di viaggio inizio a sentirmi male e dall'nulla inizia una turbolenza molto violenta. "A tutti i passeggeri, siete pregati di allacciarvi le cintura, ci siamo imbattuti in una lieve turbolenza, ma ne usciremo presto" una leggera turbolenta? Questa è fortissima non leggera. Il tempo passa e la situazione tende solo a peggiorare, l'hostess cerca di tranquillizzare tutti senza buoni risultati. Regna il panico e lo sono pure io. "signori e Signore, dobbiamo fare un atterraggio di emergenza, mantenente la calma che tutto andrà bene" la voce del comandante risuona nei altoparlanti e io inizio a sentirmi sempre peggio.
Scendiamo in picchiata verso il basso, tutti urlano tranne io, ho il panico, ma non riesco ad urlare, me lo sentivo che sarebbe successo qualcosa di grave. Si sente un boato fortissimo...
"Non voglio morire" urlo aprendo gli occhi spaventata. Appena aprono gli occhi mi sale il vomito, ma faccio di tutto per non farlo uscire.
Mi guardo attorno, mi trovo in un posto nuovo, le pareti sono bianche e il luogo è pulito, sono seduta sopra ad un letto e porto un camice da ospedale.
"Sono in ospedale?" Urlo per poi iniziare a sentire dolori lancinanti in tutto il corpo. Alzo una parte del camice e inizio a piangere non appena vedo la mia gamba con incise delle parole nella pelle. ""Ora sei libera, ma il terrore resterà con te"" questa è la frase incisa nella mia pelle, le parole sono state incise con una lama.
"Aiuto c'è nessuno?" Urlo e subito la porta si apre rivelando una ragazza vestita da infermiera.
"Chi sei tu?" Resto malfidente.
"Mi chiamo Lori, voglio solo aiutarti" mi sorride dolcemente.
"Dove mi trovo" chiedo.
"Sei in ospedale" mi rassicura la ragazza.
"Da quanto sono qua? Come ci sono arrivata?" Chiedo col terrore nella voce.
"Sei qua da tre giorni e sei stata trovata vicino a dei cassonetti della spazzatura a due isolati da qua".
Resto senza parole, sono sconvolta, è successo tutto realmente...
"C...cosa mi è successo?" Chiedo mentre mi scende una lacrima.
"Sei stata drogata pesantemente, hai rischiato di morire, sulla tua gamba c'è un' incisione spaventosa..." mi elenca il mio stato. "La polizia è alla ricerca delle persone che ti hanno fatto questo" dice sempre con tono dolce.
"È venuto qualcuno a cercarmi?" Domando.
"Qui fuori c'è un ragazzo, dice di chiamarsi Cameron" faccio un sospiro di sollievo sapendo che dietro quella porta c'è Cam.
"Lo faccia entrare" dico
"Prima dovresti rispondere a delle domande della polizia"
Spazio autrice:
Vi aspettavate tutto questo?
Povera Yanika...
Scusate gli errori
Sto preparando un altra storia, spero che quando la pubblicherò passerete a leggerla 😉
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