Capitolo 21
Non le fu difficile aprire la finestra ed entrare, nonostante dovette mettere un po' di forza per richiuderla senza fare il minimo rumore.
Questa stanza non l'aveva ancora mai vista e non perse occasione per dargli un'occhiata. Non appena gli occhi si abituarono al buio, Eileen riuscì ad intravedere ciò che le pareva essere uno studio occupato da una grande scrivania posizionata non proprio al centro. Messa all'angolo della parete di fronte, ci si poteva sedere su un divano in pelle, dallo schiena il oro laccato.
Un lampadario a soffitto cadeva perfetto al centro della stanza, simile a quello situato all'ingresso. Un antico mobile basso a due ante posto sulla sinistra, incuriosì Eileen a tal punto da doversi avvicinare.
Sopra il ripiano rovinato dal tempo, oltre ad un vassoio d'argento splendente su cui poteva specchiarcisi dentro, vi erano due bicchierini di cristallo e una bottiglia di whisky. Ma la cosa che la incuriosì di più, fu la cornice lavorata dai bordi in rame consumato con dentro una fotografia.
Guardò attentamente il soggetto immortalato e rimase sorpresa dal riconoscere in quella ragazza la figura sorridente e spensierata di una Donna Miriel che oggi non sorrideva più.
Era molto bella con quei lunghi capelli biondi, l'incarnato olivastro e la pelle liscia come quella di una bambola di porcellana, tutto il contrario di adesso che i segni marcati sul suo viso e il grigio dei suoi capelli cancellavano perfino la sua vera età.
Si chiese cosa mai le fosse accaduto di così grave da segnarla non solo esteticamente ma anche nell'anima, da indurla a cambiare completamente aspetto e comportarsi come fosse totalmente indifferente al mondo.
Eileen tirò un sospirò, pensò che un giorno avrebbe tanto voluto conoscere la storia di quella Signora così spenta e priva di emozioni, magari avrebbe imparato tanto da lei. Ingoiò ogni pensiero a riguardo e riprese a curiosare per la stanza, calpestando distrattamente un rettangolare tappeto scuro decorato da figure romboidali.
Era così grande che copriva buona parte del pavimento nero a scacchi rosso lucido. Sulla destra, abbandonata contro il muro, vi era una vetrina con all'interno pile di fogli; raccoglitori messi in ordine per sfumatura di colori, data di stampa e lettera alfabetica; calamai perfettamente avvolti dalla propria confezione; dei ferma libri di varie forme e dimensioni; piccoli foglietti colorati da appunti e nel ripiano centrale, otto file composte di fialette contenenti liquidi di tre colori diversi: il rosso, il verde e il neutro, che a vederlo da fuori sembrava della semplice acqua.
In punta di piedi e con molta attenzione, Eileen si affrettò a lasciare l'area istante. Si trovava nell'ala est del corridoio al piano terra, qui ancora non vi era mai passata.
Non vi era niente di diverso dal corridoio ovest, le porte erano chiuse e vi era lo stesso numero di quadri con soggetti differenti. Camminava lentamente guardando dritta davanti a sé facendo sempre molta attenzione a dove metteva i piedi, era quasi arrivata all'ingresso, il ticchettio dell'orologio a pendolo riecheggiava nel corridoio insieme ad un improvviso rumore di passi provenienti dalla scala principale.
Eileen si irrigidì, indietreggiando di poco entrò nella prima porta sulla sua destra dove si ritrovò all'interno di un piccolo ripostiglio senza illuminazione, fatto solo di grandi scaffali simile a quello vecchio situato nella stanza dei vestiti, riempiti di roba messa lì a caso.
Se ne rimase in silenzio attaccata alla porta ad origliare, quando i passi si fermarono nella sua direzione, Eileen sentiva come una voragine nel petto che le fece tremare le gambe.
Tutto si calmò quando i passi si allontanarono e una porta si chiuse subito dopo; quando fu sicura che nessun altro sarebbe passato di lì, lasciò il ripostiglio e tornò a percorrere il corridoio guardandosi intorno.
La biblioteca era proprio a due porte dopo di lei, non vi era alcun rumore e nessuno pareva avere la sua stessa avversione per i guai. A quest'ora, come tutti, sarebbe dovuta essere nella sua stanza a dormire e non a girare libera per l'Istituto.
Era alla Ghydeon da poco e già poteva immaginare quale sarebbe potuta essere la punizione per non aver rispettato gli ordini impartiti dalla sua Sezione, il fatto che a capo vi fossero Katherine e Ethan che già la odiavano, le faceva credere che niente sarebbe stato semplice e che le pene da scontare sarebbero state pesanti di proposito.
Eileen si avvicinò di soppiatto alla biblioteca e con il peso del suo corpo aprì la porta facendo attenzione a non farla cigolare, la chiuse lentamente per non farla sbattere e quando l'odore dei libri raggiunse il suo olfatto emise un sospiro di sollievo.
Tirò fuori dalla cinghia i due fogli di carta, aveva fatto tutto questo giro per loro e non se ne sarebbe andata via da lì a mani vuote. Avanzò per la navata centrale guardando ai lati degli scaffali dove vi erano scritte le targhette con annesse categorie: la prima che trovò fu quella dedicata alla musica.
Eileen pensò che, non avendo alcun tipo di orientamento per lo spartito che reggeva fra le mani, le avrebbe richiesto del tempo cercare fra oltre cento libri quello che corrispondesse al suo, così decise che avrebbe cercato per ultimo la fonte di quella musica
Anche per la lettera non sapeva bene dove iniziare, dal momento in cui non conosceva la lingua con cui era stata scritta, ma valeva la pena tentare.
Tra i tanti che stava scartando con le dita, si ritrovò dinanzi a quelle che le sembravano essere delle enciclopedie o vocabolari. Non attese neanche un secondo per sfilarli dal loro posto e prenderli fra le mani con il sorriso sulle labbra e la soddisfazione addosso, aveva finalmente ciò che cercava o quasi.
Di tutta fretta si recò verso uno dei grandi quattro tavoli al centro della stanza, l'unico che aveva la facciata verso la finestra situata sulla sinistra, poggiò i due libri e i fogli sul ripiano in legno lucido e accese l'abat-jour al suo fianco. La luce aveva un'illuminazione forte da permetterle di vedere oltre il proprio tavolo e quello accanto ma non abbastanza ampia da illuminare tutta la stanza e far capire da fuori che lei era lì.
Posò i due libri uno di fianco all'altro e li rispolverò affinché potesse leggerne i nomi scritti in grassetto nero, il primo si intitolava: Studio della lingua greco-antico; il secondo, invece, le sembrava essere latino.
La rilegatura di entrambi reggeva molto di più rispetto al libro su Pharrel, pensò quindi che questi erano un po' più moderni rispetto a quello e che non avrebbe dovuto avere tutte le accortezze per non romperne le pagine.
Il primo che lesse e sfogliò fu sullo studio del greco-antico, nonostante capisse ben poco di ciò che leggeva, si rese conto che ad ogni parola vi era un numero e che alla fine della pagina vi corrispondeva la traduzione in lingua inglese.
Dopo aver sfogliato altre pagine per accettazione, mise accanto al libro la lettera, essa era scritta con una grafia piccola e senza alcuna sbavatura di inchiostro, l'unica cosa che rendeva macchiato il foglio era qualche chiazza più scura sparsa un po' ovunque e che agli occhi di Eileen sembravano essere lacrime intrise nella carta.
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