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CAPITOLO XIX.

- Che lista interessante!- esclamo.

Oltre alle varie università della zona, ci sono molte altre attività possibili da fare finito il Liceo.

- Non andrai in università?- mi chiede Ai.

Mi mordo leggermente il labbro inferiore.

- Non credo sopporterei; le mie risorse per lo studio stanno finendo ora grazie a Rei-chan- borbotto.

- Intanto i tuoi voti sono migliorati- mi ricorda lui.

- E ti ringrazio tanto; ma non ci tengo a continuare così per altri tre anni- rispondo.

- Su cosa ti butterai?- mi chiede Ai.

- Non ne ho idea: ti dispiace se mi porto in camera la lista?- gli chiedo.

- Nessun problema, tanto Rei andrà in università mentre io...- Ai si blocca.

- Tu cosa vuoi fare, Ai-chan?- gli chiedo.

Lui tiene lo sguardo basso.

- Mio zio è un allenatore di nuoto; al momento vive in Australia. Mi ha proposto di andare ad assisterlo e frequentare l'università lì- mormora.

- Wow, l'Australia è lontana! Pensi di andarci?- gli chiedo.

Per un attimo non risponde.

- Ci sto pensando. Insomma, dato che comunque ci separeremo tutti e vederci diventerà più difficile, non cambierà se vado e ogni tanto torno no?- mormoro.

- Be' si, alla fine rimarremo comunque in contatto- commenta Rei.

- Momo-chan lo sa?- chiedo.

Ai non risponde: ed ecco il problema.

- Be', ho ancora tempo per decidere- conclude, infilandosi la maglietta.

- Torno in camera; ci vediamo dopo- ci saluta.

- A dopo, Ai-chan!-.

Appena lui esce, mi volto verso Rei.

- Dobbiamo fare qualcosa- affermo.

Lui sbatte leggermente le palpebre, confuso.

- In che senso?-.

- Ai-chan non vuole diventare un nuotatore, a lui piace cucinare, il nuoto è una passione. Secondo me vuole andarsene per allontanarsi da Momo-chan- affermo.

- E perché dovrebbe?- mi chiede, confuso.

- Ricordi quando abbiamo fatto la battaglia con i cuscini alle terme?-.

Lui annuisce.

- Nitori e Mikoshiba hanno vinto e li hai obbligati a rimanere chiusi in stanza per un'ora, mentre noi siamo rimasti fuori schiacciati in sei sul balcone a parlare del futuro- riassume.

- Esattamente. Mi sembrava che le cose stessero andando meglio tra loro, ma dopo quella volta Ai è diventato più freddo e solitario, mentre Momo non fa più affidamento su di lui come prima-.

- E cosa deduci da questo, Sherlock?-.

- Uh, mi piace questo nome! Sembro un investigatore!- esclamo.

- Sherlock Holmes è un investigatore...-.

- Ecco dove lo avevo già sentito!-.

Lui scuote la testa e sorride.

- Quindi, cosa ne hai dedotto?-.

- Be', potrebbe essere che uno dei due si sia dichiarato all'altro; ma la vedo improbabile, dato che si piacciono a vicenda. Quindi, la soluzione più semplice è che Momo-chan abbia detto qualcosa di fuori luogo che ha fatto pensare ad Ai-chan che non sarebbe mai stato cambiato e sarebbe stato meglio allontanarsi. Momo-chan lo sa ma non sa come rimediare- concludo.

- Perché dev'essere stato Momotaro a dire qualcosa di stupido?-.

Lo fisso.

- Ok, in effetti hai ragione. Pensi sia per questo che Nitori vuole andare in Australia?-.

- Vado a chiederglielo. Ci vediamo in stanza, Rei-chan!- corro fuori dallo spogliatoio prima che possa fermarmi.

Per fortuna, Ai cammina lento, soprattutto quando è triste, quindi lo raggiungo in fretta.

- Ai-chan!- gli metto una mano sulla spalla e lui si volta di scatto.

- Mi hai spaventato, Nagisa-kun!- esclama.

Ridacchio.

- Volevo parlare con te-.

- Di cosa?-.

- Della tua decisione di andartene. C'entra Momo-chan?-.

Lui spalanca gli occhi e diventa triste.

- Perché dovrebbe centrare qualcosa? Siamo solo compagni di stanza- mormora.

- Siete molto amici, Ai-chan. Avete litigato per caso?-.

Lui distoglie lo sguardo.

- Niente di simile. Siamo diventati amici perché eravamo in stanza insieme, nient'altro-.

- Però noi non eravamo in stanza insieme, anzi prima che Rin-chan ci presentasse non ci conoscevamo. Però continueremo ad essere amici- gli faccio notare.

- È diverso- mormora.

- Perché lui ti piace-.

Lui diventa completamente rosso.

- Non è vero!-.

- Lo dicevo anch'io- sorrido.

Chiude gli occhi per un attimo, poi li riapre.

- Momo è un buon amico. Ma a fine anno, ci separeremo comunque; quindi tanto vale che io scelga la strada che preferisco, anche se mi porterà più lontano. Ma non intendo lasciare che qualcuno mi tenga ancorato in un luogo in cui non voglio stare. Ora scusami, ma devo andare a fare i compiti- mi supera, e questa volta lo lascio andare.

- Va tutto bene?- Rei mi raggiunge poco dopo.

- Sono preoccupato per loro. Dovrò parlare anche con Momo-chan e capire cos'è successo- affermo.

- Domani però: adesso lasciali riposare un attimo. E anche tu hai bisogno di stare tranquillo, oggi ti sei scatenato parecchio- mi fa notare.

- Ma io sono sempre pieno di energie!- esclamo, saltandogli sulla schiena.

- Alla camera!- ordino.

- Se sei tu che hai energie, perché sono io a portarti?- borbotta, iniziando a camminare.

- Perché io sono piccole e tenero- affermo.

- Vero- borbotta, riprendendo la camminata.

Quella sera non vediamo Ai durante la cena; Momo ci ha detto che aveva mal di testa ed è rimasto in stanza, ma non ha voluto aggiungere altro.

Non riesco a parlare con Ai per un bel po' di giorni: in classe è sfuggente, in piscina ancora peggio e partecipa raramente ai pasti.

- Devi decisamente parlare con Momo-chan- affermo, dirigendomi verso la piscina.

Rei mi mette una mano sulla spalla.

- Prima però dobbiamo andare all'orientamento. Non stai usando questa storia come scusa per svignartela, vero?- mi chiede.

Cerco di assumere un'espressione angelica mentre mi volto.

- Ma ovvio che no- rispondo.

Beccato... Non mi va proprio di andare.

Guardarmi intorno con aria spaesata mentre Rei decide cosa fare della sua vita non è una delle mie attività preferite.

- Allora non ti dispiacerà se andiamo subito-.

- Andiamo!- esclamò con finto entusiasmo.

Lui sospira.

- Fai un salto da Natsuya, magari saprá consigliarti qualcosa di adatto a te- mi propone, mentre ci dirigiamo verso la sala per l'orientamento.

- Penso che lo farò. Tu dove andrai?-.

- Ho sentito Nao-senpai, che fa un'università sportiva. Non penso che fare l'allenatore come Makoto faccia per me, ma non sarebbe male lavorare in qualche società sportiva come manager o cose simili-.

- Magari potresti fare da manager ad Haru-chan e Sosuke-chan!- esclamo.

- Penso che faranno in tempo a trovare qualcuno di più adatto di me- mi fa notare.

- Sono sicuro che sarai il manager migliore di tutti, Rei-chan- affermo, dandogli un bacio sulla guancia.

Lui sorride mentre entriamo nel salone per l'orientamento.

- Oh, eccovi finalmente- Seijuro Mikoshiba ci viene incontro.

- Rei, ti rapisci per portarti da Nao; Nagisa, là in fondo ci dovrebbe essere Natsuya. Anche Nitori sta parlando con lui- ci informa.

- Volo allora. Ci vediamo dopo, Rei-chan!- saluto i due ragazzi.

- Non correre!- mi urla Rei.

Rallento la mia andatura, ma cammino comunque velocemente per raggiungere presto lo stand con Natsuya.

- Ai-chan!- il mio amico sta parlando con il ragazzo più grande.

Lui si volta, sorpreso nel vedermi.

- È per l'Australia?- gli chiedo, osservando il foglio che ha in mano.

Lui annuisce.

- Nitori, fammi sapere cosa ne pensi: hai tutto il tempo per scegliere. Io intanto mi occupo del biondino qui- afferma Natsuya.

- Cambio!- esclamo, alzando la mano.

Ai mi guarda, indeciso, e gli sorrido.

Lui sembra rilassarsi e mi batte il cinque.

- Ci vediamo in piscina- afferma.

Annuisco e lo osservo allontanarsi.

- Bene Nagisa, veniamo a noi. So che sei una frana nello studio; c'è qualcosa che ti piacerebbe fare?- gli chiedo.

Ci penso un attimo.

- Be', mi piace mangiare. E anche nuotare: vorrei tanto esplorare il fondo dell'oceano! O anche la terra, vedere posti nuovi ed incontrare tante persone mi piace. E amo il divertimento e ciò che non è troppo impegnativo- inizio ad elencare.

- Ho capito, ho capito- ridacchia lui.

Inizia ad osservare i fogli che ha sul banco.

- Che ne dici di venire anche tu in Australia?- mi chiede.

Spalanco gli occhi.

- Ma io non ho uno zio in Australia- gli faccio notare.

- Non c'entra... Io ci devo andare. Anche a me piace viaggiare, e svolgo dei lavoretti per Sasabe-san. Mi manda in vari paesi per vedere com'è la situazione e fare rapporto- mi spiega.

- Figata, sei come un agente segreto!- esclamo.

- Be' si... Con la differenza che sono molto libero, quindi in realtà quando mi manda in giro finisco sempre per andare a nuotare o a divertirmi-.

- Ma è il lavoro dei miei sogni!- esclamo.

- Di sicuro ti darà l'opportunità di visitare molti luoghi. Per fare la guida turistica dovresti comunque studiare, ed anche diventare un biologo marino è una strada tutt'altro che facile. Così invece potresti fare ciò che ti appassiona- continua.

Mi porge un foglio.

Sarebbe davvero perfetto per me.

- Solo che...- mormoro.

L'Australia è lontana; quando Ai ha detto che ci sarebbe andato, mi è dispiaciuto molto, ma sapevo che saremmo rimasti in contatto.

Però, mi chiedo se riuscirò a stare così lontano da Rei-chan.

- Be', io e Nao stiamo ancora insieme anche se sono quasi sempre in giro-.

Da quando legge nel pensiero?

- Non sapevo steste insieme- commento.

- Non vuole dirmi di sì perché viaggio sempre e ha detto che non gli va di rincorrermi con un anello per tutto il mondo- ridacchia.

- Be', anche se questo forse non ti aiuta. Ma anche se non stiamo insieme ufficialmente, il legame che abbiamo è insostituibile, anche se ci vediamo meno di quanto vorremmo. Ma Nagisa, sei giovane: non devi lasciare che questo ti blocchi. E poi non deve per forza essere per sempre, magari viaggiando capirai che vuoi qualcos'altro; ma è sempre un'esperienza molto utile in tutti i campi- continua.

Mi risuonano in testa le parole di Ai: "non intendo lasciare che qualcuno mi tenga ancorato in un luogo in cui non voglio stare".

So che Rei vuole solo il meglio per me, però...

- Be', pensaci con calma e fammi sapere-.

Annuisco.

- Ti contatterò presto; grazie mille, Senpai- lo saluto e torno da Rei.

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