CAPITOLO XII.
- Ti ringrazio davvero per averci ospitati- affermo, appoggiando il thè sul tavolo.
- Figurati: tanto i miei genitori sono fuori città- mi risponde Kisumi.
So che sta iniziando a lavorare come venditore di case insieme a suo nonno; quando ci eravamo incontrati qualche mese fa aveva detto che torna spesso a casa proprio per questo.
È stata una fortuna che sapessi che era qui; in realtà l'avevo contattato per chiedergli consigli su Nagisa, ma è tornato utile anche per trovare un riparo.
Quando eravamo più piccoli una volta mi ero ritrovato a parlare solo con Kisumi: avevamo due visioni del mondo molto diverse, ma lui si è sempre mostrato gentile e disponibile.
"A me piace una persona, ma lui non ricambia: gli piace un altro, e me ne sono fatto una ragione. Quindi se mai avrai bisogno di un consiglio, vieni da me!".
All'epoca non avrei mai pensato di poterne avere bisogno, ma mi è tornato utile.
- Si è addormentato- Asahi torna da noi; ha fatto vedere a Nagisa la stanza di Kisumi in modo che potesse dormire un po'.
Pare che accompagni spesso Kisumi a casa, quando torna per il lavoro... Probabilmente sapranno darmi più consigli di quanti pensassi.
- Grazie davvero-.
- Mi ha detto Nagisa che eravate dai suoi genitori... Ancora non ci va d'accordo vero?-.
Scuoto la testa: tutti sanno che Nagisa non ha una bella situazione familiare, anche se non ha raccontato molto agli altri.
- C'è stata una discussione. Quando siamo tornati a casa c'era sveglia solo sua sorella, ma siamo comunque riusciti a prendere le borse e filarcela- racconto.
- Se fai una cosa simile per Nagisa deve piacerti davvero tanto- ridacchia Kisumi.
Sorrido.
- Voglio che sia felice, a tutti i costi- sussurro.
- È molto bello da parte tua- commenta Asahi, sedendosi sul divano di fianco a Kisumi.
Io invece sono su una poltrona di fronte a loro.
- Volevi parlarmi di questo vero? Dopo anni ti sei deciso a chiedere un consiglio al grande Kisumi!- esclama, allargando le braccia.
- Sono tentato di cambiare idea- borbotto, strappando una risata ai due ragazzi.
- Allora, che problemi ti affliggono?- mi chiede Asahi.
- Ecco, Nagisa mi piace davvero tanto, da molto tempo anche, e finalmente sono riuscito a dirglielo ed essere ricambiato. Però sento come se ci fosse qualcosa che mi blocca; quando siamo con i nostri amici ho impastato ad essere abbastanza tranquillo, ma in giro ancora faccio fatica anche solo a prendergli la mano. E ho difficoltà anche quando penso a... Ecco...-.
- Consumare il vostro amore in in comodo letto tra i gemiti e le urla?-.
- Kisumi!- esclamo.
Lui scoppia a ridere, poi diventa stranamente serio.
- Penso sia normale: dopotutto, qui in Giappone non è facile essere gay. Spesso in giro ti guardano male, e anche con la famiglia non è semplice. Ma non è essenziale che tutto il mondo lo sappia: l'importante è che voi vi sentiate a vostro agio quando siete insieme- mi spiega.
- A nostro agio... Be', quello è certo, ci conosciamo da anni dopotutto- mormoro.
- Pensi sia questo a bloccarti dal farci sesso?- mi chiede Asahi.
- Non ne ho idea, diciamo che anche quando ho capito di provare qualcosa non avevo mai pensato di fare... Certe cose. Però ora...-.
- Ti eccita da morire- conclude il rosso.
- Siete veramente incredibili- sospiro.
- Comunque, anche se in termini più soft, il senso è quello. Solo che non so cosa fare- mormoro.
- Adesso preparati, sto per farti un discorso lungo- afferma Kisumi.
Annuisco.
- Ho capito che mi piaceva Asahi in quinta elementare. Già allora eravamo molto amici, ma sapevo bene che il suo attaccamento per Ikuya era molto forte... Nonostante Tono si mettesse spesso in mezzo. Nonostante questo, l'anno dopo ho deciso di dirglielo, e come mi aspettavo, lui mi ha rifiutato. È stato doloroso, ovvio, ma sono riuscito a reagire in fretta.
- Qualche mese fa, abbiamo visto Tono e Ikuya baciarsi; non molto dopo, Asahi è venuto a dirmi che gli piacevo. Sai perché, nonostante i miei sentimenti per lui siano tutt'ora molto forti, l'ho rifiutato? Perché lui tutt'ora non è riuscito a parlare con Ikuya di quello che provava, e a me non va di accettare una relazione con una persona che potrebbe ancora sperare di poter stare con qualcun altro. Il giorno in cui Asahi riuscirà a mettere chiarezza sia con sé stesso che con gli altri, potrò accettare di stare con lui-.
Mentre Kisumi parla, Asahi tiene lo sguardo basso.
- Quello che voglio dirti, è che tu e Nagisa vi siete detti che vi piacete. Ma secondo me dovete parlare apertamente anche di tutti i vostri timori, di quello che desiderate, e soprattutto tu, ma anche lui, devi capire come intendi affrontare questa situazione. Vivere una relazione nell'ansia è inutile: soffrirete molto di meno se accettate tutto subito-.
Rimango un attimo in silenzio, assimilando le parole del ragazzo.
- Wow, non pensavo fossi così profondo Kisumi- mormoro.
Il ragazzo fa un enorme sorriso.
- Non mi faccio problemi ad esprimere i miei pensieri- afferma.
- Rei-.
Porto l'attenzione su Asahi.
- Io sono stato uno stupido: se avessi parlato con Ikuya, avrei saputo subito di non avere speranze. Forse sarei riuscito a capire prima di quello che provo per Kisumi, e ora non sarei in questa situazione. Tu e Nagisa avete la fortuna di vivere un amore ricambiato, non sprecate questa opportunità per ansia-.
- Sapete, vi ho appena rivalutati- affermo.
Loro sorridono.
- Ovvio, siamo fantastici!- esclama Kisumi.
- I migliori!- aggiunge Asahi.
Sospiro.
- Immagino di dover sopportare un po' di pazzia...- mormoro.
In quel momento, la porta del soggiorno si apre.
Un Nagisa mezzo assonnato entra nella stanza, viene verso di me, si siede sulle mie gambe, appoggia la testa sulla mia spalla e si addormenta.
Lo guardo, confuso, ma subito mi spunta un sorriso: sembra rilassato.
Sento Kisumi e Asahi ridacchiare.
- Se vuoi ti mostro la strada per la camera e andate a dormire lì- ci propone Kisumi.
- E voi due? Questa casa ha solo due stanze- gli ricordo.
- Dormirò sul divano- si propone Asahi.
- È piccolo idiota; noi andiamo nella camera dei miei. Prendete pure la mia- ribatte Kisumi.
Annuisco; metto un braccio sotto le gambe di Nagisa ed un altro intorno alla sua schiena, poi mi tiro su.
- Grazie mille, davvero-.
- Nessun problema: siamo amici in fondo- Kisumi mi fa l'occhiolino.
- Asahi, metti i bicchieri a lavare mentre gli faccio vedere la strada- ordina Kisumi.
Non ricordavo che il rosso si facesse comandare così facilmente, ma pare che l'altro lo tenga completamente in pugno.
Seguo Kisumi fino alla sua stanza.
- Usa pure quel bagno se hai bisogno- mi indica una porta in fondo al corridoio.
- Va bene, grazie-.
- Per colazione cosa mangiate?-.
Ci penso un attimo.
- Se poteste fargli dei pancake, Nagisa ne sarebbe molto felice- affermo.
- E Pancake sia! Buonanotte, Rei-.
- Buonanotte Kisumi-.
Entro nella stanza ed appoggio Nagisa sul letto; lui fa un verso di protesta.
- Tranquillo, metto il pigiama e torno- affermo, schioccandogli un bacio sulla fronte.
Lui accenna un sorriso e si volta dall'altra parte, riprendendo a dormire.
Mi cambio velocemente, indossando il pigiama; per fortuna Nagisa l'ha messo prima, o sarebbe stato un casino aiutarlo a cambiarsi.
Mi sdraio a letto, e subito Nagisa si raggomitola contro di me.
Inizio ad accarezzargli i capelli.
- Sai Nagisa, io ho paura. Ho paura di non essere all'altezza, di deluderti, di non riuscire a renderti felice come meriteresti. Sono la persona che ti conosce di più, eppure ancora non so come aiutarti. Però di una cosa puoi stare certo: sarò sempre al tuo fianco, qualsiasi cosa accada. Né la contrarietà della gente, né la tua famiglia, né altro potrà mai allontanarmi da te- sussurro.
Lo vedo sorridere.
- Ed io che avevo paura ti piacesse mia sorella, Rei-chan- ridacchia aprendo gli occhi.
Spalanco la bocca.
- Eri sveglio?! E poi, tua sorella? Quella tipa non fa altro che vantarsi delle sue fortune e non si accorge neanche di avere un fratello fantastico- sbuffo.
Lui ride di nuovo.
- Avevo paura perché lei è una ragazza, Rei-chan: temevo che, essendo stati sempre insieme, tu pensassi di provare qualcosa per abitudine- confessa.
- Non è così, lo sai: io ti amo per quello che sei-.
Quando vedo i suoi occhi spalancarsi, mi rendo conto di quello che ho appena detto.
- Ripeti- mormora.
- Ti amo, Nagisa. Tu così come sei: maschio, biondo, amante dell'allegria e con tanto odio per lo studio, ma in compenso molto amore per la vita. Nessun altro, ragazzo o ragazza che sia, potrebbe farmi smettere di amarti-.
- Non ti facevo così romantico, Rei-chan- afferma.
- È tutta colpa tua- borbotto.
- Però vedi... Anche se ti amo, faccio ancora fatica ad abituarmi a certe cose. Per cui probabilmente per un po' non sarò in grado di mostrartelo a pieno- mormoro.
- Non c'è problema, Rei-chan: anche io sono ancora pieno di dubbi su cosa fare. Però sono sicuro che la supereremo. E sai perché?-.
Scuoto la testa.
- Perché anch'io ti amo, Rei-chan: e non lascerò che qualcuno ti porti via da me. Parola mia- afferma.
Lo stringo forte a me mentre sento le lacrime accumularsi agli angoli dei miei occhi.
Il momento viene interrotto da un tonfo proveniente dall'altra stanza.
- NON STAVAMO SPIANDO, TORNATE PURE A PARLARE- ci urla Kisumi.
Io e Nagisa ci fissiamo per un attimo, poi scoppiamo a ridere.
- Quei due finiranno presto insieme- commenta Nagisa.
- Lo credo anch'io- rispondo.
- Forza, ora dormiamo; ne abbiamo entrambi bisogno- affermo.
Nagisa annuisce.
Ci sdraiamo e lui appoggia la testa sul mio petto; circondo la sua vita con il braccio, chiuso gli occhi e mi addormento.
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