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CAPITOLO XI.

- ... Ed è stato tipo il terzo ragazzo a cui ho detto di no il primo mese. Essere così popolare può essere seccante a volte... Soprattutto quando ti interessa già qualcuno-.

Serro le labbra: Nanako è sempre stata interessata a Rei, dalla prima volta che l'ha visto.

"Haru è troppo insensibile. Makoto è troppo pappamolle. Rin è troppo attaccato ad Haru. Rei invece è bello, sportivo e intelligente: farà strada".

È stata la prima volta che ho urlato contro mia sorella; sia per gli insulti ai miei amici, sia per Rei.

E ovviamente mamma si era schierata dalla sua parte.

- La nostra Nanako è una ragazza veramente dotata: anche i professori le fanno i complimenti. Ed è all'università!- aggiunge infatti.

Osservo mia sorella: di aspetto, ci somigliamo molto.

È poco più alta di me, ha i miei stessi occhi rossi e nonostante i suoi capelli siano leggermente più lunghi li tiene legati, per cui sembrano uguali.

Inoltre è una studiosa è ha le idee chiare sulla vita: sta studiando economia.

In poche parole, è la mia versione migliore... E femmina.

Se Rei si innamorasse di lei, non potrei biasimarlo; starebbero bene insieme.

- E tu Nagisa? Gli esami sono vicini no?- mi chiede mio padre.

Sento tutti gli occhi posarsi su di me.

Evito lo sguardo di Rei: so che lui non ha colpe, ma dopo averlo visto andare via con mia sorella in quel modo non riesco a guardarlo.

È sempre stato con me e gli altri, quindi c'è ancora la possibilità che pensi di avere una cotta per me solo perché è abituato alla mia presenza.

- Sono in pari con i compiti e lo studio; ultimamente sto facendo qualche simulazione d'esame e non stanno andando male- affermo con orgoglio.

Mi sto davvero concentrando nello studio, per poter nuotare tanto e rimanere con i miei amici.

Ma dalle loro espressioni, deduco non ne siano comunque contenti.

- Non stanno andando male eh?- mormora mia mamma.

- Nagisa è migliorato veramente tanto nello studio: anche i professori lo stanno notando- interviene Rei.

- Non devi per forza difendere mio fratello, Rei; sappiamo tutti del suo pessimo rapporto con lo studio e qualsiasi cosa seria ci sia nella vita- interviene mia sorella.

Al contrario di te che sei perfetta vero?

- Non lo difendo per nulla: Nagisa ci sta davvero mettendo tutto sé stesso-.

- E poi Rei-chan mi aiuta dove non capisco, per cui sono certo che gli esami andranno benissimo- aggiungo, sperando di renderli un pochino più orgogliosi.

Pessimo tentativo.

- Nagisa. Ti ho già detto di non utilizzare il Chan: siete dei ragazzi dopotutto- mi riprende duramente mia madre.

Abbasso lo sguardo.

- Signora Hazuki, a me non dà fastidio- interviene Rei.

- Rei-kun, non sentirti obbligato ad assecondare ogni suo capriccio; ti siamo riconoscenti per essere amico di nostro figlio, ma sappiamo che a volte la sua infantilitá può risultare fastidiosa. Non devi avere paura di sgridarlo- dice mio padre.

- Fidati Rei, è molto meglio riuscire a domarlo subito: altrimenti prima o poi ti stuferai, e a me dispiacerebbe non vederti più- Nanako appoggia una mano su quella di Rei.

- Segui l'esempio di tua sorella, Nagisa: lei sì che è una persona ragionevole- aggiunge mia madre.

- Certo, solo perché studia tanto e fa tutto quello che le dite- mormoro.

- Come scusa?-.

Alzo di scatto la testa.

- Chissenefrega se va in giro a vantarsi della sua perfezione e si comporta come se avesse un palo infilato nel culo! A voi frega solo del nostro rendimento vero? Del resto non vi importa niente- urlo, alzandomi in piedi.

- Nagisa! Non permetterti di rivolgerti a noi e a tua sorella in questo modo!- mio padre si alza a sua volta, facendo cadere la sua sedia con un tonfo.

- E allora voi smettetela di trattarmi in questo modo! Non ce la faccio più!-.

Non va bene, sto per piangere: devo andarmene da qui.

Abbasso la testa e mi volto, dirigendomi verso la porta.

Sento qualcuno afferrarmi per il polso e mi ritrovo con la schiena contro il muro.

Il colpo mi fa male, ma vedere l'espressione furiosa di mia madre è anche peggio.

- Con tutto quello che abbiamo fatto per te, osi parlare così?- ringhia.

- Io non sono felice così, mamma- sussurro.

- Ti abbiamo dato una casa, una famiglia, cibo in abbondanza e una buona educazione. Non hai il diritto di lamentarti!- alza il braccio, con la mano aperta, ma il suo gesto viene bloccato da una mano che le afferra il polso.

- Signora Hazuki. Se adesso colpirà suo figlio, mi vedrò costretto a chiamare i servizi sociali- la voce di Rei è calma, ma il suo sguardo è pieno di rabbia.

Sotto lo sguardo stupito della mia famiglia, Rei lascia il polso di mia madre e si porta davanti a me.

- Nagisa è un ragazzo fantastico, in grado di portare gioia alle persone che ha intorno. Non è da domare, tutt'altro: trovo che la sua libertà sia splendida. Avere il massimo dei voti non deve essere la sua priorità, se non è quello che vuole: se la cava già molto bene. Voi siete la sua famiglia, e dovreste sostenerlo-.

- Rei-chan...- sussurro, sorpreso.

- Ragazzo, non penso che questo ti riguardi: non fai parte della nostra famiglia dopotutto- mio padre si porta al fianco di mia madre.

- Ma faccio parte della vita di Nagisa; lui è l'unico motivo per cui sono qui. Mi dispiace se sono irrispettoso, ma sarò sempre dalla sua parte. E se non intendete chiedergli scusa, allora penso che ogni altra parola sia superflua- mi prende per mano e mi porta fuori dalla stanza.

Spalanco gli occhi: questo farà arrabbiare i miei genitori ancora di più.

Mia sorella si affaccia alla cucina per richiamarci, ma Rei la ignora e sale le scale, fino ad arrivare alla mia camera.

- Come stai?- mi chiede, chiudendo la porta.

Barcollo fino al letto e mi ci sdraio sopra.

- Stanco. Vorrei dormire- mormoro.

- Nagisa-kun...-.

- Sto bene Rei. Vai pure-.

Vorrei voltarmi e sorridergli, ma in questo momento non ci riesco proprio.

- Mettiti il pigiama prima di dormire- mormora, e lo sento uscire dalla stanza.

Tiro verso di me il cuscino e lo stringo.

Dopo quello che ho fatto, i miei genitori mi odieranno ancora di più e sicuramente non mi permetteranno di rimanere al dormitorio.

Sarei dovuto rimanere zitto a sopportare, come faccio sempre; ma non ci sono riuscito, non quando hanno tirato in ballo Rei.

A Nanako piace ed è palese, e i miei sono dalla sua parte.

Se dovessero scoprire quello che facciamo, probabilmente ci caccerebbero fuori di casa...

Anzi, manderebbero via me dicendo che sono stato io a traviarlo.

Come ero io a spingere Nanako a farmi le treccine, mettermi lo smalto e truccarmi.

A quell'età non sapevo neanche cosa fosse lo smalto.

Sospiro e chiudo gli occhi: tanto non verranno sicuramente a vedere come sto, per cui è inutile pensarci ora.

Meglio provare a dormire, magari così mi calmerò un po'.

- Nagisa, vieni qui che ti faccio mettere i miei gioielli!-.

- Ma mamma si arrabbierà di nuovo...-.

- Andrà tutto bene, le spiegherò io la situazione-.

Sorrido e abbraccio Nanako.

- Grazie sorellona-.

Mentre lei inizia a mettermi alcune collane, la porta della camera si spalanca.

- Cosa state facendo?!- tuona mamma.

Osservo mia sorella, tranquillo, e sorrido: adesso le dirà che me l'ha chiesto lei.

- Nagisa voleva provare i miei gioielli; non volevo farlo piangere e l'ho accontentato-.

Sono talmente stupito che non riesco neanche a cambiare espressione.

- Nagisa, smettila: fai sentire tua sorella a disagio. E levati quel sorriso dalla faccia; cos'hai da essere sempre felice?!- sbuffa, uscendo dalla stanza e sbattendo la porta.

Sento qualcuno bussare alla porta della mia camera, anche se impiego un attimo a capire che non si tratta di un sogno.

Mezzo addormentato, vado ad aprire, e mi ritrovo di fronte Nanako.

- Ciao- le dico.

Ha la stessa espressione preoccupata di quando mamma ci trovava a giocare e non voleva dirle la verità.

- Nagisa, Rei è uscito due ore fa e non è ancora tornato, e sta piovendo... Io non ho il suo numero, potresti chiamarlo per...-.

Non aspetto che finisca e la supero, correndo fuori di casa.

Lo sapevo, non avrei dovuto mandarlo via: se Rei si è arrabbiato è solo colpa mia.

Lui voleva solo aiutarmi, e invece io l'ho trattato freddamente e allontanato... Non se lo meritava, neanche un po'.

Provo a chiamarlo, ma non risponde, per cui continuo a cercarlo in giro per la città.

E se avesse deciso di andarsene? No, non mi avrebbe mai lasciato qui da solo... O magari si è arrabbiato davvero questa volta.

Continuo a correre, guardandomi intorno; tra l'altro sta iniziando a piovere forte e vedo veramente male.

So che andare a caso non ha minimamente senso, ma non ho idea di dove potrebbe essere andato...

È tardi per trovare un pullman che lo porti a scuola, e casa sua è lontana per arrivarci a piedi.

Un hotel? Non ha abbastanza soldi, e neanche amici in zona che potrebbero ospitarlo.

Vado a sbattere contro qualcuno e barcollo all'indietro.

- Mi scusi- mormoro.

- Nagisa-kun? Che ci fai qui fuori? Sei in ciabatte... E anche fradicio!-.

Spalanco gli occhi e alzo lo sguardo.

- Rei-chan!- esclamo, gettandogli le braccia al collo.

- Scusami, non volevo mandarti via; ti prego non lasciarmi qui da solo-.

- Ma... Che stai dicendo? Sono uscito per prenderti dei dolci, ma la pioggia mi ha rallentato-.

Mi mostra il sacchetto che ha in mano.

- Rei-chan...-.

Sorrido: che idiota sono stato.

- Rei-chan. Scappiamo: andiamo via da qui. Se ho te non mi serve la mia famiglia- affermo.

Lui arrossisce leggermente.

- E va bene: ti porterò via-.

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