CAPITOLO VIII.
- Vuoi una caramella, Rei-chan?-.
- Si, grazie. Hai finito l'esercizio?-.
- Quasi-.
Sbircio verso il suo libro: è vero, ha quasi concluso.
Sorrido: oggi Nagisa si sta impegnando veramente tanto con i compiti.
Ha detto che vuole portarsi il più avanti possibile, così appena potrà tornare in acqua non avrà più limiti scolastici.
Intende riprendere ad allenarsi per battere Ai ed essere in forma al ritorno di Sosuke dall'ospedale.
Inoltre, mi sembra molto più tranquillo da quando ieri ci siamo baciati.
Non so ancora come abbia trovato il coraggio: le parole di Rin mi sono state veramente d'aiuto.
Dovrò ringraziarlo nuovamente; lo farò quando tornerà dall'ospedale.
- Finito!- esclama Nagisa, chiudendo il libro.
Lo mette da parte e ne prende un altro.
- Inizi subito con la prossima materia?-.
- Si: voglio approfittare di questo momento di carica!- esclama.
- Ti viene dalla piscina?- gli chiedo.
- Anche- si sporge verso di me e mi bacia, lasciandomi sorpreso.
Si stacca quasi subito, facendomi un sorriso innocente e porgendomi una caramella.
- Non me l'aspettavo- borbotto, accettandola.
- Così siamo pari- mi fa la linguaccia.
Sorrido e scarto la caramella, infilandomela in bocca.
Ne approfitto per guardare il cellulare e controllare l'orario: tra non molto dovremo andare a mangiare.
Aggrotto la fronte: tre chiamate perse da Makoto?
- Rei-chan, tutto bene?- mi chiede Nagisa.
Sento bussare alla porta e mi alzo.
- Makoto mi ha chiamato tre volte: ora lo richiamo- affermo, mentre apro la porta per vedere chi sia.
Mi trovo di fronte Nitori e Momotaro; il secondo è in lacrime.
- Siete qui! Makoto ha detto che non rispondevate al cellulare- singhiozza.
- Che sta succedendo?- chiede Nagisa.
- Rin-senpai è in ospedale, pare sia in pericolo di vita-.
Spalanco la bocca: Rin?
- Cos'è successo?- Nagisa mi affianca; sono troppo shockato per dirgli di non sforzare la gamba.
- Non lo sappiamo, volevamo correre lì- mi risponde Nitori.
- Kou-chan lo sa?- chiedo, mentre mi affretto a mettermi le scarpe.
- Ci sta aspettando fuori con Amakata-sensei-.
Annuisco e mi chino di fronte a Nagisa, dandogli la schiena; lui mi sale sulle spalle ed usciamo dalla camera.
Più veloce che posso, scendo le scale e esco dalla scuola, andando verso Kou che ci sta facendo cenno di raggiungerla alla macchina.
Dato che non c'è spazio per sei persone, noi quattro ragazzi ci mettiamo sui sedili dietro e Nagisa si siede in braccio a me.
- Gou, cos'è successo?- chiede Nagisa.
- Makoto mi ha chiamata poco fa; Rin ha litigato con un tipo e... Gli ha sparato-.
Sento il mio cuore fermarsi mentre nella macchina cala il silenzio.
- Haru-kun lo ha trovato in tempo e portato in ospedale, ma ancora non ha ricevuto notizie- continua Amakata-sensei.
Nagisa si sposta indietro, facendo aderire la sua schiena al mio petto.
Allargò le braccia e lo stringo, mentre al mio fianco Nitori conforta Momotaro.
Non pensavo che il mezzo-russo fosse così forte... O magari è solo lo shock e ancora non ha avuto il tempo di pensarci.
Per quanto mi è possibile, osservo il volto di Nagisa: non sorride, ma non sembra nemmeno triste.
Solo in attesa: vuole aspettare a vedere come sia la situazione prima di reagire.
In effetti, è la scelta migliore: farsi prendere dal panico ora non serve a niente.
Meno di dieci minuti dopo, siamo arrivati all'ospedale.
- In che reparto sono?- chiedo, mentre Nagisa mi sale nuovamente sulle spalle.
- Sono in sala d'attesa- mormora Gou, facendoci cenno di seguirla all'interno della struttura.
- C'è Mako-chan- Nagisa allunga il braccio, indicando il ragazzo che sta parlando con un dottore in un angolo della sala d'attesa.
Lascio giù Nagisa mentre lui viene verso di noi.
Gou quasi gli si fionda addosso.
- Come sta Rin?-.
- Ancora non lo so; è in sala operatoria. Stavo parlando con il medico di Haru, hanno voluto visitarlo per sicurezza; lui sta bene, tra poco sarà qui- ci spiega.
Gou abbassa la testa, delusa.
- Sediamoci, è meglio- propone Amakata-sensei.
Annuiamo e ci sediamo; per fortuna, non ci sono molte persone nella stanza.
- Rei, puoi accompagnarmi a prendere qualcosa da mangiare?- mi chiede Makoto.
Annuisco e mi volto verso Nagisa.
- Tu vuoi qualcosa?- gli chiedo.
- Cioccolato- mormora.
Makoto prende le ordinazioni anche degli altri e ci avviamo verso un corridoio.
Makoto si ferma davanti ad una macchinetta ed inizia a inserire i soldi.
- Rei, se le cose andassero male, avrò bisogno del tuo aiuto- dice ad un certo punto.
Annuisco: avevo intuito che mi avesse chiesto di seguirlo per un motivo.
- C'è qualcosa che non ci hai detto?- gli chiedo, mentre lui inizia a passarmi degli snack.
Scuote la testa.
- Anch'io so poco. Haru mi ha detto che ha trovato Rin accerchiato da dei ragazzi; li hanno messi ko, ma uno aveva una pistola e l'ha colpito per poi scappare. Ho già informato Sasabe. Haru ha portato subito Rin in ospedale, ma dice che aveva perso molto sangue-.
Mi porge una lattina.
- Mi dispiace chiedertelo, ma per me le reazioni di Nagisa sono imprevedibili e non conosco abbastanza bene Nitori e Momotaro. Se dovessimo ricevere brutte notizie, vorrei che mi aiutassi ad occuparmi di loro; anche perché io avrò già Haru a cui pensare- mi spiega.
Annuisco e prendo la lattina.
- Farò del mio meglio-.
Lui sorride.
- Grazie, Rei-.
- Non c'è problema, così manterrò occupata anche la mia mente- mormoro.
Makoto è sempre stato un po' una mamma per il gruppo; non mi aspettavo mi avrebbe chiesto aiuto, ma immagino che anche lui sia più preoccupato di quello che mostra.
- Forza, torniamo indietro- afferma.
Mi mette una mano sulla spalla, poi mi supera.
Lo seguo e torniamo in sala d'attesa; insieme agli altri, troviamo anche Haru e Sosuke.
- Come stai Haru?- gli chiede Makoto, andando verso di lui.
- Io sto bene. Mentre venivo qui sono passato ad informare Sosuke-.
Quest'ultimo ha la sua solita espressione truce, e fissa il vuoto.
- Stai bene con la camicia da notte, Sou-chan- ridacchia Nagisa.
Mi avvicino a lui e gli porgo una barretta al cioccolato; sono tranquillo di sapere che ha ancora la forza di fare battute.
- Eh? Ah sì... Non posso rimanere molto, tra poco ho l'operazione- mormora.
Non dev'essere facile per lui, ha legato molto con Rin ultimamente.
- Scusi, lei è la tutrice di Rin Matsuoka?-.
Mi volto: un dottore si è avvicinato ad Amakata-sensei.
- Sono una sua professoressa. Avete notizie sulle sue condizioni?- risponde lei.
Ci stringiamo tutti attorno al dottore.
- Il ragazzo è fuori pericolo-.
Sento qualcuno rilasciare un sospiro di sollievo, ma l'espressione seria del dottore mi fa rimanere in guardia.
- Ma purtroppo, le lesioni che ha subito non sono state superficiali... E anche lo shock mentale non è da sottovalutare. Al momento si trova in coma, e non sappiamo quando si sveglierà-.
Nessuno fiata più.
- Possiamo vederlo?- chiede Sosuke.
Il dottore annuisce.
- Ancora non possiamo farvi entrare; una volta che l'avremo portato nella sua stanza non ci saranno problemi, ma voglio tenerlo in osservazione ancora un paio di giorni- mentre parla inizia a camminare e noi lo seguiamo fino ad una stanza.
Rimaniamo fuori, fermi di fronte ad un vetro, dall'altro lato del quale c'è Rin.
È sdraiato su un letto, ha vari macchinari collegati al corpo e gli occhi chiusi.
Sembra stare bene però.
- Quante possibilità ha di svegliarsi?- chiede Gou.
- Al momento, dipende tutto da lui-.
Sento qualcuno iniziare a singhiozzare e mi volto, trovando Nitori in lacrime.
Stavolta è Momotaro ad abbracciarlo per cercare di confortarlo.
Nagisa va verso di loro e appoggia una mano sulla spalla del suo amico.
- Rin-chan se la caverá di sicuro; non si arrenderà così poco. Probabilmente voleva solo prendersi una vacanza- afferma, sorridendo.
- Il piccoletto ha ragione: Rin è troppo testardo per lasciarsi abbattere da un proiettile. Vedrete che tra poco si sveglierà- dice Sosuke.
- Io vado: tenetemi aggiornati sulle novità- aggiunge poi, sparendo lungo il corridoio.
- Andiamo anche noi ragazzi; torneremo a trovarlo domani- ci dice Amakata-sensei.
- Noi dobbiamo andare a parlare con Sasabe-san- ci informa Haru.
- Io rimango qui, tra non molto dovrebbe arrivare anche mamma- mormora Gou.
- Allora rimaniamo a farti compagnia prima di andare da Sasabe- afferma Makoto.
Gou fa un piccolo sorriso.
- Forza Ai-chan, andiamo- lo incoraggia Nagisa, aiutandolo a tirarsi su.
- Nagisa, non fare troppi sforzi-.
Lui annuisce e mi sale sulla schiena.
Lo sento stringere leggermente la mia maglietta e abbasso lo sguardo: non devo lasciarmi abbattere.
Amakata-sensei riporta noi due, Nitori e Momotaro a scuola.
- Cercate di riposarvi- ci raccomanda la professoressa.
- Non si preoccupi- le rispondo.
- Ai-chan, Momo-chan, domani facciamo colazione insieme?- propone Nagisa.
- Certo!- esclama Momotaro.
- Allora ci vediamo domani mattina; potrete cibo in camera nostra!- esclama.
- Sfruttatore- borbotta Nitori, ma sorride.
- A domani ragazzi- li salutiamo al primo piano e ci dirigiamo verso la nostra stanza.
Lascio Nagisa sul letto, poi inizio a togliermi le scarpe.
- Hai fame?- gli chiedo - in camera abbiamo solo dolci, e ormai l'orario per andare in mensa è passato, ma se vuoi posso uscire a comprare qualc...-.
Non riesco a finire la frase perché appena mi giro Nagisa mi salta praticamente addosso, premendo le mie labbra contro le sue.
Lo afferro per i fianchi in modo che non cada, anche se per la sorpresa finisco praticamente contro il muro.
Lui si stacca un attimo e lo sento respirare affannosamente.
- Nagisa-kun, forse non è il momento di...- mi interrompe con un altro bacio, più violento del primo: sembra quasi disperato.
Anche se a fatica, riesco a staccarmi da lui.
- Nagisa-kun, che stai facendo?- gli chiedo.
Tiene la testa bassa e mi stringe forte la maglietta.
- Che succede?-.
- Non voglio morire- mormora.
Sbatto le palpebre, confuso.
- Nagisa, nessuno sta per morire-.
- Però Rin-chan è ridotto in quello stato. Fino a stamattina stava bene! E ora non sappiamo se si risveglierà. Poteva esserci chiunque di noi al suo posto!-.
Lo stringo forte a me e lui smette di parlare.
- Nagisa-kun, non devi farti prendere dallo sconforto: siamo ancora qui. Rimarrò al tuo fianco per sempre, va bene? Avremo tempo per fare tutto ciò che ti ho promesso... E anche di più. Ma ora non è il momento: siamo troppo sconvolti. Riposiamoci un po', va bene?-.
Lui annuisce contro la mia spalla, così torno verso il letto per farlo sdraiare.
Non temere: non mi succederà niente. Finché potrò stare al tuo fianco, non mi allontanerò mai da te, è una promessa.
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