CAPITOLO VI.
Finito l'esercizio, chiudo il libro e mi volto.
Sorrido: alla fine si è addormentato.
Ha voluto mangiare presto, e appena ha finito è crollato.
Ha avuto dei giorni stressanti, anche se non ammetterà mai di aver bisogno di riposo.
Senza fare troppo rumore, inizio a sistemare la stanza: gli altri arriveranno tra non molto e voglio che sia tutto a posto.
- Ti sei messo a fare la casalinga, Rei-chan?- la voce di Nagisa è bassa e impastata, ma lo sento comunque.
Mi volto e vado verso di lui.
- Come ti senti?- gli chiedo.
- In che anno siamo?- mormora.
- Non hai dormito così tanto, tranquillo- gli rispondo.
Lui sorride.
- Tra quanto arrivano gli altri?- mi chiede.
- Una ventina di minuti-.
- Voglio mettere il pigiama. Mi dai una mano?-.
Mi sento arrossire e distolgo lo sguardo.
Mi dirigo verso il suo armadio e prendo uno dei suoi pigiami, poi glielo porto.
- Vuoi farti una doccia?- gli chiedo.
- Non posso bagnare la gamba, ma magari mi sciacquo la faccia- usa il materasso per spingersi in piedi, rimanendo su una gamba sola.
- Cavallino!- esclama, sorridendo, mentre prende in mano il pigiama.
Sospiro e mi volto, chinandomi leggermente.
Lo sento salire sulla mia schiena e vado verso il bagno.
Lo lascio giù davanti al lavandino.
- Hai bisogno di aiuto?- gli chiedo.
- Vuoi aiutarmi a cambiarmi, Rei-chan?-.
Mi sento arrossire nuovamente.
- Chiamami se hai bisogno- mormoro.
Prima di uscire dal bagno, lo vedo farmi la linguaccia.
Mentre finisco di sistemare i cuscini, penso a come poter aiutare Nagisa.
Sua madre è veramente esagerata, non capisce minimamente quanto il figlio ami il divertimento e la libertà.
Certo, so anch'io che studiare è importante; ma sono anche consapevole di quanto Nagisa faccia fatica.
Lui è in grado di impegnarsi veramente nello studio, me l'ha dimostrato più volte: ma non gli importa di avere sempre il massimo dei voti, come a sua madre.
E non vedo neanche perché dovrebbe: l'università non gli interessa minimamente, almeno per ora.
Vuole finire la scuola ed essere libero di fare ciò che vuole.
Ed io lo aiuterò a tutti i costi; Nagisa ha bisogno di divertirsi nella vita, vuole portare gioia alle persone intorno a lui, e ci riesce veramente bene.
Non permetterò che nessuno, neanche sua madre, faccia sparire definitivamente il sorriso dal suo volto.
Sento un rumore provenire dal bagno e mi fiondo nell'altra stanza.
Trovo Nagisa seduto per terra, senza maglietta, che quando mi vede entrare fa un piccolo sorriso alla "ho combinato un guaio".
- Stai bene?- gli chiedo, chinandomi verso di lui.
- Sono scivolato- ridacchia.
Alzo lo sguardo al cielo.
- Ti avevo detto di chiamarmi in caso di necessità- gli ricordo, mentre lo aiuto a rimettersi in piedi.
- Non credevo di cadere- si giustifica lui.
Il mio sguardo si posa per un attimo sul suo fisico: è molto magro, ma per la sua costituzione ha comunque dei bei muscoli.
L'ho già visto più volte senza maglietta ma... Ora è diverso.
E soprattutto, è un po' che non accadeva.
- Dai, ti aiuto io- affermo.
Lo aiuto a sedersi su uno sgabello, poi gli passo la maglietta.
Lui se la mette ed inizia a sfilarsi i pantaloni.
Fa una smorfia di dolore, così decido di dargli una mano.
Cerco di non farmi distrarre dalla situazione, lo aiuto a sfilarseli delicatamente.
Osservo la ferita: la fasciatura sembra a posto.
- La cambiamo prima di andare a letto- affermo, poi afferro i suoi pantaloni del pigiama e lo aiuto ad indossarli.
Dopodiché lo riporto in camera.
- Vado a cambiarmi anch'io, tu rimani seduto- gli ordino.
Lui si sistema tra i cuscini sul pavimento.
- Agli ordini Rei-chan! Sei sicuro di non volere una mano?- mi chiede.
Sento le mie guance andare in fiamme.
- Sicurissimo- affermo, per poi fiondarmi in bagno.
Mi metto velocemente il pigiama, poi mi fermo un attimo per guardarmi allo specchio.
Devo decisamente cercare di controllare le mie reazioni: non voglio che gli altri se ne accorgano così presto.
Sta accadendo tutto troppo in fretta: già dichiararmi non era nei miei piani, ma non mi aspettavo neanche che lui avrebbe ricambiato.
Cosa dovrei fare? Quando non era reale non mi preoccupavo di niente, ma ora sto iniziando a temere il giudizio altrui... E non so come agire.
Ho bisogno di chiarirmi le idee, ma adesso proprio non ho tempo... Soprattutto perché stanno bussando alla porta.
Esco dal bagno e vado ad aprire, trovandomi di fronte Haru e Makoto.
- Benvenuti ragazzi- li saluto, spostandomi leggermente per farli entrare.
- Haru-chan! Mako-chan! Andate a comprare del cibo!- ordina Nagisa.
- Nagisa-kun, non è carino, sono appena arrivati- gli faccio notare.
Cala per un attimo il silenzio.
- Andiamo- afferma Haru, allontanandosi, seguito dall'altro ragazzo.
Chiudo la porta e mi volto verso Nagisa.
- Potevo andare io- gli faccio notare.
- Volevo che rimanessi qui con me, Rei-chan- mi fa cenno di sedermi di fianco a lui.
Faccio come dice, incuriosito dal suo comportamento.
- Allora. Cosa vuoi fare, Rei-chan?- mi chiede.
Ci penso un attimo: non lo so neanche io.
- Non voglio mentire ai nostri amici. Ma neanche andarci troppo pesante- mormoro.
- Ricevuto: ci penso io!- esclama, facendomi il saluto militare.
La cosa non mi rassicura molto... Ma non ho tanta scelta.
Sento bussare nuovamente alla porta, e stavolta quando apro mi trovo di fronte Rin e Sosuke.
- Oh, siete arrivati!- esclama Nagisa.
Alzo gli occhi al cielo.
- Non vedeva l'ora che arrivaste; ha passato le ultime ore a parlare di quanto si stesse annoiando- commento, ma non riesco a trattenere un sorriso.
Mentre facevo i compiti, prima di addormentarmi, non ha fatto altro che lamentarsi perché voleva vedere i suoi amici.
Spero che la loro presenza li faccia stare meglio.
- Be', dover rimanere a letto dev'essere stancante; siamo i primi?- chiede Rin.
- In realtà Makoto e Haru erano arrivati prima di voi, ma Nagisa li ha spediti a prendere qualcosa da bere e da mangiare- rispondo, lasciandoli entrare.
Ascolto distrattamente la loro conversazione, intervenendo un paio di volte, ma più che altro mi concentro su Nagisa: sembra stare meglio.
Prima sembrava preoccupato, adesso invece pare il solito Nagisa.
Sento bussare nuovamente alla porta ed apro di nuovo, permettendo a Nitori e Momotaro di entrare.
Decido di attendere vicino alla porta, dato che Nagisa ha rapito Nitori e sta parlando con lui.
Tanto tra poco dovrebbero arrivare... Ecco appunto, stanno bussando di nuovo.
Apro la porta ed entrano Haru e Makoto, con le braccia piene di cibo e bibite.
- Cibo!- esclama Nagisa, mentre io chiudo la porta ed aiuto Haru e Makoto a sistemare ciò che hanno portato.
Dopodiché, mi siedo di fianco a Nagisa.
- Bè, direi di proporre un brindisi per il nostro congedo momentaneo- affermo.
Ho bisogno di parlare, se continuassi a rimanere nei miei pensieri finirei per impazzire.
- Festeggiamo!- urla Nagisa.
Io e Rin riempiamo i bicchieri, poi ognuno ne prende uno.
- Al nostro congedo!- urliamo tutti in coro, facendo un brindisi.
- Io mangio!- esclama Momotaro, dando il via all'apertura dei pacchetti di cibo.
- Ho dimenticato le mie patatine al cioccolato nella sacca!- si lamenta Nagisa.
- Te le prendo io- mi alzo, sorridendo per lo stranimento di Sosuke sui gusti di Nagisa, e vado verso l'armadio.
Trovo la sacca dove Nagisa tiene le patatine e ne prendo due pacchetti di quelle al cioccolato, per poi tornare a sedermi di fianco a lui.
- Grazie mille Rei-chan!- esclama Nagisa, scoccandomi un bacio sulla guancia.
Lascio cadere le patatine: è questo che intendeva dicendo che ci avrebbe pensato lui? Sapevo di non dovermi fidare della sua discrezione!
Per fortuna, Rin sta distraendo Nitori e Momotaro mentre gli altri parlano tra loro, per cui ho tempo di metabolizzare e riprendermi.
Devo portare l'attenzione su qualcos'altro o impazzirò.
- Hai fatto qualcosa alla spalla, Yamazaki-san?- chiedo, captando il discorso tra lui e Rin.
- Ragazzi, forse non è il caso di intromettersi- interviene Rin.
Ascoltiamo tutti la spiegazione di Sosuke; non mi stupisco più di tanto che gli abbia raccontato come mai non nuotiamo più, ultimamente mi sembrano più uniti
E così ci siamo trovati a giocare ad una specie di "raccontiamoci i nostri segreti".
- Sapete che Rei mi ha baciato?- dice all'improvviso Nagisa.
- Nagisa-kun!- esclamo. Evviva la discrezione...
Tra l'altro, era solo sulla guancia... E pensavo non volesse dirlo ai quattro venti... Si è esaltato troppo.
- Dici che Rei sta bene?- la domanda
di Rin mi fa riportate l'attenzione sugli altri.
- Fa solo fatica ad abituarsi- borbotta il biondo, mettendosi in bocca una manciata di patatine.
- Quindi ora... State insieme?- chiede Ai.
Nagisa si volta verso di me; il suo sguardo mi sta dicendo "io ho fatto la mia parte, ora decidi tu".
- Non abbiamo ancora definito la questione, diciamo- mormoro, sistemandomi meglio gli occhiali per cercare di essere più convincente.
Non riesco comunque a rimanere concentrato mentre tutti fanno i complimenti a Nagisa... Fin quando Rin non richiama la nostra attenzione.
- Voglio tornare a nuotare- afferma.
Spalanco la bocca; sono sorpreso, come tutti.
Non ne l'aspettavo... Soprattutto non da Rin, dato quello che ha passato.
- Rin, sei sicuro? L'ultima volta...-.
- Lo so, Haru; so che ci siamo lasciati alle spalle una brutta fine. Ma Sosuke tra una settimana dovrà essere operato alla spalla, e potrebbe non riuscire più a nuotare. Voglio che esaudisca il suo desiderio-.
Mi tornano in mente le parole di Nagisa: alludeva al fatto che anche alcuni nostri amici sono omosessuali.
E se stesse parlando di Rin e Sosuke?
Mi volto verso il biondo; sta provando a trattenere l'emozione, ma lo vedo dai suoi occhi che è felice della decisione di Rin.
- Ma non è solo questo. Ieri notte mi sono reso conto che i fili che ci uniscono sono deboli; ci è bastato emettere di nuotare, e persone come Kisumi e gli altri sono usciti dalla nostra vita come se niente fosse. Sbaglio o eravate molto uniti?- chiede, rivolgendosi ad Haru e Makoto, che annuiscono.
Continuo ad osservare Nagisa: più Rin parla, più lui sembra convinto delle sue parole.
- Nagisa, tu non dovrai più tenere la pressione dei tuoi-.
Nagisa non è riuscito a sopportare le aspettative che aveva la sua famiglia su di lui e ha mollato: ma se loro non lo sapessero, se fosse solamente un nostro hobby senza obblighi...
- E se saremo di nuovo tutti insieme tornerá anche a voi la motivazione, no?- chiede, guardando me e Makoto.
È stato Nagisa a farmi nuotare, e non ho avuto la forza di continuare quando ha mollato; però se riuscisse a tornare ed essere felice, forse potrei farlo anch'io.
- Dove vai?-.
Guardo Haru, che si è alzato e sta andando verso la porta.
- In stanza-.
- Haru aspetta- lo richiama Rin.
- Vado a mettermi il costume-.
Sorpreso, mi volto verso Nagisa.
Ed eccolo lì: il suo vero sorriso, quello che non fa per nascondere i suoi problemi o le sue sofferenze, ma solo perché è veramente felice.
Un sorriso pure e semplice, che mi scalda il cuore.
Intendo fare di tutto per fare in modo che continui a sorridere così: se servirà, tornerò a nuotare; voglio vederlo sorridere ancora.
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