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La mia storia 22

Blake si strinse le mani, fece un grosso sospiro e mi disse "Forza, avanti... Sali! Così potrò andare a casa e continuare senza altri moralismi..."
Tutto d'un tratto si era scocciato di me, era comprensibile, era sotto la dura prova della quasi astinenza.
Salii in macchina, lui mise in moto e così partimmo.
Lo guardai negli occhi, era stanco, aveva occhiaie e occhi lucidi ma nonostante tutto, aveva uno sguardo fisso e attento alla strada, davanti a lui, come se fosse diretto verso un punto preciso esattamente difronte a lui. Come se fosse diretto a un obiettivo.
Arrivati davanti casa mia, aspettò che scendessi in silenzio, per poter ripartire senza me tra i piedi.
Gli rivolsi uno sguardo che non fu ricambiato, per poi scendere come voleva lui, senza una sola parola in più.

Entrai in casa mia, i miei stavano accogliendo dei nostri amici di cui una mia ex amica. Rivolsi a loro solo uno sguardo veloce, perché sia io che i miei genitori sapevamo che non dovevo farmi vedere, non se non fossi stata totalmente lucida, non lo ero, ero stanca e avvilita e a breve anche in astinenza, la testa iniziava già ad agitarsi.
Mi diressi in camera mia, chiudendo la porta e pensando ad un piano d'azione. Avrei dovuto parlare della mia idea ai miei genitori prima della astinenza, prevista dopo un'ora circa.
Cercai in internet qualche centro vicino ma non trovai altro che il centro in cui ero stata precedentemente.
Chiusi il pc, mi diressi verso lo specchio sull'anta dell'armadio e mi guardai attentamente la faccia e tutto il corpo.
I capelli erano raccolti per cercare di nascondere la loro consistenza secca e spezzata, ma li rendevano ancora. Gli occhi erano incavati nel cranio, la pelle bianca e secca. Avevo perso molto peso e la pelle aderiva alle ossa, sembravo una morta. Ero come quelle persone al centro di riabilitazione, orrenda.

*toc toc*
Il rumore della porta rimbombò nel mio cervello.
"Sono Adele.. Posso entrare?" Non volevo che Adele entrasse, non volevo che mi vedesse in quello stato, lo sarebbe andato a criticare, mi avrebbe insultata con piccolezze, non ne avevo voglia. C'era un motivo se ormai tanti anni prima avevo rotto i ponti con lei.
Ma mentre pensavo a tutto questo lei entrò senza farsi troppi problemi.
"Hey, come stai?" Mi disse, per poi sospendere la " conversazione " con un silenzio imbarazzante e i suoi occhi fissi su di me.

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