La mia Storia 14
Erano solo le 3:00 del mattino. La tentazione aumentava ogni secondo, il tempo non passava mai.
Volevo chiamare Blake, ma non volevo disturbarlo in caso anche lui stesse cercando di dormire.
La soluzione era di fronte a me, sul comodino, illuminato solo dal riflesso della luna dalla finestra.
Rimasi, nonostante la sofferenza, ferma, sdraiata sul letto a fissarla incantata.
Intanto nella mia testa iniziano i pensieri su come avrei agito nel iniettarmi la dose. C'erano ancora troppe cose che non sapevo.
Quanta dovevo assumerne per non finire in overdose? Come si infilava l'ago? Come si trovava la vena? E se invece la avessi fumata?
Seppure la voglia era molta, la paura di morire superava di gran lunga la paura di vomitare...
"Magari dovrei aspettare Blake..." Questo fu il mio ultimo pensiero sensato prima di mettermi a piangere per il dolore e la confusione che agiva nel mio cervello.
Arrivarono le 5 del mattino quando mi risvegliai dopo una dormita di neanche mezz'ora. Non ce la facevo più.
Chiamai Blake, ma non servì a nulla, non rispondeva. Ritentai una decina di minuti dopo, ma lui non mi rispondeva.
Iniziai a preoccuparmi, avevo paura avesse combinato qualcosa di grave, addirittura che fosse morto... Avevo poca fiducia della vita, la sentivo sempre in bilico tra la rovina e la sopravvivenza.
Riprovai per l'ennesima volta a chiamare Blake, che finalmente rispose.
Come stava? Bene... Stava solo dormendo.
Ero colma di sensi di colpa, perché avevo sempre e solo paura che morisse? Non sarebbe stato più semplice il dubbio che mi stesse tradendo?
No, lui non lo avrebbe mai fatto, e io lo sapevo bene.
Avevo solo paura di perderlo una volta per tutte.
Comunque la chiamata continuò, nonostante lui in quel momento era evidentemente stordito, arrivai diretta al dunque.
"Devi venire qui... Devi spiegarmi come fare... Non voglio casini!" Dissi d'istinto. Ma lui, ancora sognante, rispose con un semplice " OK "
Ok? Tutto qui?... Una cattiveria inaspettata si alzò dentro di me e mi scagliai contro di lui come una forsennata: "OK? Che significa OK?" Ma mentre dicevo queste parole mi sentii subito stupida, che motivo avevo per arrabbiarmi? Aveva detto solo ok.
La chiamata era rimasta in sospeso qualche secondo prima che lui tornasse a parlare:"Scusa amore... Arrivo appena posso... Dammi un quarto d'ora ".
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro